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FRA QUESTI DIECI DYLAN DOG.......
L'alba dei morti viventi 10 21.3%
Il lungo addio 8 17%
La storia di Dylan Dog 1 2.1%
Finchè morte non vi separi 3 6.4%
Il tagliagole 2 4.3%
Il ritorno del mostro 5 10.6%
Jhonny Freak! 13 27.7%
Doktor Terror 1 2.1%
Il cervello di Killex 1 2.1%
I segreti di Ramblyn+L abelva delle caverne(unica storia in due albi) 3 6.4%
Totale 47 100%

Autore FRA QUESTI DIECI DYLAN DOG.......
83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 26-02-2004 12:40  
tra questi il lungo addio e J.Freak.

mi piace tantissimo anche ghost hotel che non è in elenco
_________________
Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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cesareTo

Reg.: 22 Feb 2004
Messaggi: 19
Da: Torino (TO)
Inviato: 27-02-2004 19:13  
I segreti...+ La belva...
E' una storia secondo me molto bella, che sinceramente mi ha stretto il cuore
Come nei film horror (quelli fatti bene) si parla del "diverso", nel senso di differente dalla massa, spiegando che spesso i veri mostri sono proprio i "normali".
L'ho trovato uno dei racconti maggiormente interessanti, profondamente umano.
_________________
"L'essenziale è invisibile agli occhi"

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 27-02-2004 19:24  
quote:
In data 2004-02-27 19:13, cesareTo scrive:
I segreti...+ La belva...
E' una storia secondo me molto bella, che sinceramente mi ha stretto il cuore
Come nei film horror (quelli fatti bene) si parla del "diverso", nel senso di differente dalla massa, spiegando che spesso i veri mostri sono proprio i "normali".


E' una tematica ricorrente:
nello stesso "Johnny Freak" e in "Lontano dalla luce", ma anche in "Dopo mezzanotte", per citarne pochi...
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 27-02-2004 19:46  
tra questi Jhonny Freak, ma il mio preferito è nell'album gigante numero 5, Il Canto della Sirena... tra i più recenti il numero 167, Medusa. mi piacciono le avventure "mitologiche".

_________________
...You could be the next.

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Smith666

Reg.: 10 Feb 2004
Messaggi: 142
Da: dappertutto (TO)
Inviato: 27-02-2004 21:16  
quote:
In data 2004-02-26 12:17, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2004-02-25 19:58, Smith666 scrive:
Non te la prendere ma non hai scelto numeri molto belli ( a mio modesto parere...) fra i miei preferiti ci sono partita con la morte, il buio, Il male,jack lo squartatore, il signore del silenzio. Ma sono quasi tutti belli (tranne alcuni numeri che sono proprio dei mattoni...) specialemente I PRIMI 50 EPISODI... Tra questi opterei per Doktor Terror... carina l'idea di una storia tematica contro il nazismo....


-Doktor Terror (n.83, Sclavi/Coppola)
merita parecchio anche secondo me.

Ma a chi ti riferisci quando dici "non hai scelto numeri molto belli"?
Spero per te non a me...





_________________
"Non vorrei mai appartenere ad un club che accettasse tra i suoi soci uno come me." (GROUCHO MARX)

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 26-02-2004 alle 17:09 ]


Non si preoccupi... mi riferivo ai numeri da votare.... non ah scelto numeri molto entusiasmanti (Jhnoyy freak per esempio non mi è piaciuto proprio...)
_________________
Quello che per voi è l'inferno per me è il paradiso!
---------
Non impossibile... INEVITABILE!

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 00:14  
Vediamo di analizzare un po' i numeri scelti per il sondaggio:
-"L'alba dei morti viventi" (n.1, Sclavi/Stano):
un fumetto di genere horror moderno non poteva che cominciare là dove è cominciato l'horror moderno, e cioè dal film di Romero, citato anche nel titolo (ovviamente parafrasato).
Sicuramente una serie non può mai iniziare da un capolavoro, le tematiche e gli aspetti devono essere introdotte piano piano, e poi il pubblico si abituerebbe subito male. Il soggetto non è (ovviamente) molto originale, la sceneggiatura è lineare; i disegni di Stano danno un po' di volume ad una storia piatta.
Voto 6 (sogg. 5, scenegg. 7, dis. 7)
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 00:20  
-"Il ritorno del mostro" (n.8, Sclavi/Piccatto)
La tipica tematica del cattivo che 'diventa' (meglio dire 'si scopre essere') buono, e viceversa.
Un giallo più che un horror; la sceneggiatura fila e tiene in sè tutta l'atmosfera che Sclavi sà dare; l'esordio di Piccatto ai disegni è ottimo, il tratto è essenziale, mira allo scopo piuttosto che alla bellezza e fa centro.
Voto 7 (sogg. 7, scenegg. 7, dis. 9)
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 00:29  
"I segreti di Ramblyn" (n. 64-65, Sclavi/Montanari & Grassani)
Ennesima citazione di Sclavi, tutta questa storia doppia rende omaggio al capolavoro di David Lynch, il serial Tv "Twin Peaks": nelle atmosfere e anche nella regia, nonchè nei personaggi (Katerine, ad es., è identica a Laura Palmer) e nel tema delle sparizioni nella tranquilla cittadina di montagna. Il tutto condito da alcuni colpi di genio (del tutto originali) tipici di Sclavi.
La trama non è delle migliori o delle più originali, ma la sceneggiatura è ottima (come sempre in Sclavi) e si legge volentieri; i maestri del chiaroscuro M&G erano i più adatti a questa storia e non hanno deluso.
Voto 7 (sogg. 5, scenegg. 8, dis. 7)
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 00:38  
"Il lungo addio" (n.74, Marcheselli-Sclavi/Ambrosini)
Non dico nulla, cito direttamente chi ne sà più di me, e cioè Gianluigi Fiorillo, dal sito www.ubcfumetti.com:
<<Un Dylan Dog senza mostri, senza scene splatter, addirittura senza omicidi? Anzi, un albo degli anni '90 che racconta di una storia adolescenziale tra un ragazzo ed una ragazza, una storia come mill'altre? Impossibile, il sogno di un visionario. Per nostra fortuna a volte anche i visionari vengono assunti da una famosa casa di fumetti e possono così sollevarci con le loro ali da albartro e portarci in giro nella loro poesia. Sì, perché "Il lungo addio" di Mauro Marcheselli & Tiziano Sclavi è poesia pura.
"Il lungo addio": anche Chandler avrebbe convenuto con noi che il titolo della sua opera doveva essere naturalmente prestato al capolavoro dei due autori bonelliani. Un lungo addio, un viaggio che chiunque si sia dovuto separare da qualcuno che gli fosse a cuore ha intrapreso almeno una volta nella propria vita. Che poi nell'occasione sia Dylan a compierlo, questo viaggio, è solo perché la testata, guarda un po', si chiama Dylan Dog.
Le situazioni descritte, esperienza comune nella vita di tutti ma non per questo banali o meno personali, fanno entrare in risonanza i nostri ricordi. Le prime schermaglie tra adolescenti innamorati, i primi misteri svelati, le prime certezze che si sgretolano. Il tutto raccontato da Sclavi e Marcheselli con un tono leggero, non retorico, che permette di tenere la narrazione in bilico tra il possibile e l'improbabile in modo leggiadro.
Inoltre la storia ogni tanto, sempre con garbo, strizza l'occhio ai lettori abituali di Dylan Dog, sorprendendoli ora presentando un Groucho serissimo, ora svelando qualche particolare della giovinezza dell'indagatore dell'incubo.

E dietro quei "niente" così ricorrenti l'autore vela l'inspiegabile, il sentimento non manifestabile, usando una parola che a dispetto delle apparenze ha un carico di poderoso significato, volendo alludere a tutto ciò che non è esprimibile.>>
Marcheselli ha sfornato un capolavoro, Sclavi l'ha tradotto in una storia a fumetti di 94 pagine senza fargli perdere nulla, come forse solo lui avrebbe saputo fare, Ambrosini ha completato il tutto con un lavoro degno di questa bellissima storia, che resterà unica.
Voto 10 (10 + 10 + 10)
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 00:47  
"Il tagliagole" (n.75, Sclavi/Coppola)
Sinceramente non ricordo molto bene questa storia, e attualmente non sono a casa per cui non ho accesso alla mia collezione.
Ricordo comunque a grandi linee la trama, un tipico giallo splatter, per il quale i disegni di Gianluigi Coppola sono stati forse un po' sprecati.
Ogni tanto ci vuole una storia 'di respiro' (e questa venive subito dopo "Il lungo addio"), e qui sembrava di leggere un giallo, piuttosto che un Dylan Dog. Un giallo comunque ben scritto, ben costruito, ben disegnato. L'atmosfera non la fa da padrona, è forse la pecca più grande, quella che rende l'albo 'uno dei tanti'. (che per fortuna sono comunque tanti ma buoni)
Voto 6 (sogg. 6, scenegg. 5, dis. 7)
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 01:00  
"Il cervello di Killex" (n.80, Sclavi/Casertano)
La citazione, questa volta, è per il capolavoro del cinema thriller "Il silenzio degli innocenti". Il dottor Killex, protagonista di quest'albo, si diverte, come Hannibal Lecter (a cui deve anche il volto, ossia quello di Sir Anthony Hopkins), a squoiare e maciullare le sue vittime, ma non per mangiarle: lui ha uno scopo scientifico, trovare la sede dell'anima.
Un albo da record, nel senso che è uno di quelli in cui Dylan le prende di più, nonchè una delle sue storie d'amore più durature.
La citazione è perfetta, originale come al solito: in una parola, 'sclaviana'. La sceneggiatura è magistrale, la serie è in un periodo d'oro per la creatività del suo creatore; Casertano è una sicurezza, anche se io, Personalmente, avrei optato per un altro (per esempio Roi, utilizzato nel sequel, "Il ritorno di Killex").
Voto 8 (sogg. 7, scenegg. 9, dis.
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 01:08  
"Johnny Freak" (n.81, Marcheselli-Sclavi/Venturi)
Tiz torna su una delle tematiche che più gli sta a cuore, quella del 'diverso', del 'freak', ovvero mostro, che alla fine ci fa capire come i mostri siamo noi. (vedere anche il romanzo di Sclavi "Mostri"). In una intervista, parlando dell'eventuale immedesimazione dell'autore con i propri personaggi, lo stesso Sclavi ha dichiarato "io non sono nè Dylan nè Groucho, io sono i mostri".
Ma siccome io non sono un critico e Gianluigi Fiorillo sì, lo cito di nuovo (sempre da www.ubcfumetti.com )
<<All'epoca della sua uscita "Johnny Freak" costrinse molti critici della cultura canonica (quella, per intenderci, che mette alla berlina il fumetto come una delle patologie della società consumistica) a rivedere certe posizioni.

Non si era mai visto il tema della diversità affrontato in modo così duro e toccante, senza scadere nella retorica. Che lo si potesse fare in un fumetto era addirittura impensabile.

Ecco così il Dylan più toccante, vero ed umano che sia mai uscito dalla mente di Tiziano Sclavi. E dall'animo di Mauro Marcheselli, logicamente. Logicamente perchè Marcheselli ci aveva già commosso con un altro bellissimo albo, "Il lungo addio", altra storia spiazzacritici, ovvero altra albo senza sequenze splatter, omicidi, affettamenti vari. Una storia di cui la stampa quotidiana non potè sparlare, cioè, magari addossandogli i mali della gioventù d'oggi .

Perchè "Johnny Freak" è un albo da ricordare? Semplice: anche il più disincantato dei lettori non potrà fare a meno di tirare un sospirone di commozione alla fine della lettura.

A riassunto del personaggio di Dylan Dog che troviamo in questo numero, una battuta di Groucho ad un affranto Dylan: "Beh, adesso non farla tanto grossa. D'altronde lo dice anche il tuo oroscopo: -Se vi credete una specie di eroe dei fumetti ridimensionatevi: molto meglio essere un uomo, anche se a volte ci si vergogna di se stessi-".
Marcheselli e Sclavi sono sempre di più sinonimo di garanzia e di sentimenti; Venturi, al suo secondo albo, si consacra come ottimo disegnatore, tenendo testa, grazie alla sua calma e alla sua modestia, ad una storia che avrebbe messo paura a qualunque disegnatore.
Voto 10 (e lode)
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 01:24  
"Doktor Terror" (n.83, Sclavi/Coppola)
Torna la coppia Sclavi/Coppola, e questa volta ci regalano il loro migliore sodalizio, nel momento migliore della serie.
Questa è una storia che avrà fatto sicuramente tremare Sergio Bonelli come non tremava dall'esordio della serie, e che infatti ha ricevuto molte critiche.
Ma io sono convinto del fatto che criticare il più grosso sbaglio della storia dell'umanità sia molto diverso dal fare propaganda politica. Il nazismo è stato qualcosa di abominevole, inenarrabile, e non credo (o perlomeno non spero) che siamo solo noi di sinistra a pensarlo, ammesso e non concesso che su questa terra siamo tutti sani di mente. E' inutile che uno 'di destra' si senta offeso quando si parla male del Male. E comunque mi sto sentendo ridicolo a fare 'ste divisioni, soprattutto pensando ad una delle ultime canzoni del grande Giorgio Gaber...
L'idea è straordinaria, fa pensare, la sceneggiatura è ottima, la storia risulta un po' lenta, quasi 'pesante' ma solo per l'intensità e la portata dei contenuti. Coppola rappresenta a dovere la follia malefica della situazione.
Non dimenticate... non dimenticate... non dimenticate...
Voto 9 (sogg. 10, scenegg. 8, dis. 9)
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sandrix81

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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 01:41  
"La storia di Dylan Dog" (n.100, Sclavi/Stano)
Questo è stato uno dei numeri più bistrattati della serie, ed è normale che sia stato così, visto l'azzardo di Sclavi, che ha deciso di mostrarci, per il grande evento del centesimo numero, la fine della serie, o uno dei tanti possibili finali.
Un azzardo che solo l'autore pavese poteva affrontare, non solo in quanto creatore del personaggio, ma anche per il coraggio che lo contraddistingue sempre nelle sue idee.
Dylan finisce il galeone, e arrivano così le risposte a tutte le domande che lo hanno tormentato, fin dalla sua (misteriosa) nascita.
Xabaras, il suo nemico mortale, è suo padre, o meglio, Xabaras è la parte negativa di quello che fu suo padre; Morgana, la donna che ha sempre amato più di ogni altra, è sua madre. La prima impressione superficiale è: "Sclavi è pazzo". La prima impressione di uno che ha sempre letto con attenzione e che ammira questo fumetto per la sua genialità è: "Sclavi è un genio. Lo sapevo già, ma continua a stupirmi".
Non si possono non citare i disegni di Stano, che grazie al colore (magistralmente utilizzato) rendono la storia ancora più straordinaria.
In un'avventura ai limiti del surreale, che si svolge in una sorta di dimensione onirica, Dylan compie il suo destino.
Ma è successo tutto davvero, o sarà stato solo un sogno?
Voto 10 (sogg. 10, scenegg. 9, dis. 10)
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 28-02-2004 01:55  
"Finchè morte non vi separi" (n.121, Marcheselli-Sclavi/Brindisi)
I dieci anni di Dylan Dog svelano una parte importante del passato dell'investigatore dell'incubo.
Torna il sodalizio Marcheselli-Sclavi ai testi, il risultato è il solito.
Come scrive l'indispensabile G.Fiorillo,
<<Il fascino della storia è scontato: l' "ora ti racconto come sono andate le cose" fa sempre un suo bell'effetto. In più Marcheselli è molto coerente con il "futuro" Dylan e da' una sfumatura giovanile ai personaggi secondari davvero di classe (imperdibile il "giovane" Bloch). Nonostante la trama sia basata sull'oramai inflazionata IRA, il punto di vista scelto non la rende troppo pesante.

Davvero belli e scorrevoli i dialoghi, scritti con solita maestria dal solito Tiziano. Carina la caratterizzazione di Lillie, la protagonista femminile, che quando si altera strappa più di un sorriso per gli insulti strani ed "educati" che rivolge all'interdetto Dylan.>>

Questi aspetti della vita passata di Dylan non se li aspettava nessuno, i due autori ci colgono di sorpresa e, come al solito, ci fanno commuovere.
Solite citazioni nascoste qua e là (da Tintin di Hergè al Daniel Day Lewis di "Nel nome del padre"); Dylan incontra (o meglio, scontra) per la prima volta Groucho.
Anche qui i colori danno un fascino tutto particolare alla storia (ma solo perché si tratta di un evento; la scelta del bianco e nero resta sacrosanta e intoccabile), e Brindisi è bravissimo ad infonderci le sensazioni e le emozioni che questa storia suggerisce, sfruttando soprattutto la sua abilità nel disegnare sia i volti (anche con l'"effetto lifting") che le espressioni.
Voto 10 (sogg. 10, scenegg. 10, dis. 10)
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