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Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 26-03-2005 16:46 |
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Non si sarà stancato a tenere aggiornati i suoi adepti telematici di tutto ciò che sta facendo per la coalizione di sinistra??
Due soli messaggi dal 16 febbraio, scatta la presa in giro: «Mi si è abbioccato il Presidente». Santagata: «Non aveva tempo, rimandiamo a dopo le elezioni»
di Alessandro Trocino-Un blogger (Paolo Valdemarin), dopo aver visionato quell’ «unico tristissimo post in una settimana», aveva avvisato: «Prodi è stato mal consigliato, ma ora non può far finta di niente: in rete questo è un comportamento suicida. La regola è: se hai un blog e non hai niente da dire, chiudilo». Sicuramente Romano Prodi di cose da dire ne aveva molte, ma il risultato — dopo 38 giorni di «Blog del Presidente » (come pomposamente era stato battezzato) e di altrettanti sberleffi e ironie dei blogger — è questo messaggio, laconico e tombale, comparso ieri sul sito: «Lavori in corso. Blog temporaneamente sospeso fino alle Regionali ».
Un’occasione sprecata, ma anche un autogol. Alla quale prova a dare una spiegazione il deputato prodiano Giulio Santagata: «Abbiamo capito che Prodi non aveva abbastanza tempo per lavorare seriamente al blog. E siccome non volevamo prendere in giro nessuno, abbiamo deciso di sospendere l’esperimento».
Eppure il blog — oltre a «portarsi» molto in società — non è più considerato un insieme di «diaristi anonimi dalla sessualità incerta », da incauta definizione degli esordi. E’ invece, oltre che una palestra di narcisismo e di divertimento, uno straordinario laboratorio di idee e di confronto. E i politici se ne stanno rendendo conto.
Il caso-scuola è quello del candidato democratico Howard Dean (e del suo consulente Joe Trippi), che ha perso le primarie ma ha mobilitato milioni di persone, raccogliendo un bel gruzzolo di dollari.
In Italia si arriva in ritardo, come da tradizione, e si arranca. Dopo l’esperimento non esaltante di Cofferati (prontamente chiuso dopo le elezioni), sono seguiti i blog del diessino Piero Ruzzante (fermo dal 16 novembre 2004), del verde Alfonso Pecoraro Scanio (attivo, ma senza commenti), di Italo Bocchino e Renato Soru.
Il migliore rimane, a giudizio di quella nebulosa che è la blogosfera, il blog di Bassolino: aggiornato ogni giorno, essenziale, scritto non in «politichese» e con commenti «non moderati» (cioè non censurati).
Il governatore trova il tempo di «abbracciare Mario Merola », di fare gli auguri a Pino Daniele, di parlare del suo film preferito («Oltre il giardino ») e di raccontare una sua visita al mercato. I commentatori sono in genere simpatizzanti, ma nel blog l’agguato è dietro l’angolo. E allora trovi le filippiche di «Armando» (che qualcuno sospetta essere lo sfidante Bocchino) e le stilettate di Gilda, che nel post di autocelebrazione dei 58 anni bassoliniani, dopo una sfilza di «augurissimi », interviene così: «Mo che hai mangiato e bevuto, ce lo fai sapere come usciamo dal cesso di città e di regione in cui viviamo?».
Il primo post di Prodi è datato mercoledì 16 febbraio. L’incipit: «A dir la verità ci ho pensato: perché avere un sito mio?». La conclusione: «Se il blog riesce a far appassionare al nostro progetto anche solo qualcuno in più, allora ne vale la pena». Seguono dodici giorni di pesante silenzio, accolti dai blogger con fastidio e ironia. Webgol mette in piedi un «Prodi Blog Watch», contando i giorni d’attesa. Qualcuno titola: «Mi si è abbioccato il presidente ». Proserpina si chiede: «Siamo sicuri che Prodi sappia cos’è un blog?». A fronte di rari pareri positivi (Mafe: «Stile sincero e a c c a t t i v a n - te»), neanche il tono usato piace. C’è chi parla di «totale insignificante politichese», chi di «non blog» e chi commenta: «E’ molto disdicevole se scoppio a ridere?».
Il secondo post arriva all’alba del 28 febbraio e attacca citando Troisi: «Scusate il ritardo ». Seguono quattro righette smilze e altre settimane di silenzio. Su Wittgenstein, anche Luca Sofri ironizza su «un uomo impegnatissimo che trascura il suo vantato blog».
Ma se, come dice l’ex luddista Beppe Grillo, «il solo spazio di democrazia rimasto è la rete», qualcuno dovrebbe accorgersene in fretta. Anche perché (come racconta Giuseppe Granieri in «Blog generation ») negli Usa succede che un senatore, Trent Lott, è costretto a dimettersi sull’onda di una sollevazione dei blogger. E che alla Casa Bianca viene ammesso il primo blogger non giornalista. Sarà per questo che il più filoamericano dei nostri politici, Walter Veltroni, sta pensando a un blog. Ci pensi con attenzione. Dopo il flop del «Blog del Presidente », la rete avverte: «Politici attenti, con i blog è impossibile bluffare».
_________________ Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis. |
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