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Prove tecniche di immobilismo. |
ipergiorg
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 04-10-2004 10:05 |
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I due Silvio (libero)
Mandato da Libero Domenica, 03 Ottobre 2004, 23:35.
di RENATO FARINA - Libero online
IL PREMIER A UN BIVIO: PIACERE ALLE SINISTRE O PROVARE A CAMBIARE L’ITALIA
Berlusconi il Magnifico. In questo momento lo stanno glorificando tutti, persino i nemici, forse anche i comunisti. Di lui Repubblica ha scritto: è il presidente dell'Armonia. Hanno sbagliato qualcosa i suoi eterni avversari? O sta sbagliando lui? Tornato dalle vacanze è parso un altro. Un dubbio ha assalito i suoi estimatori: gli hanno trapiantato qualcosa d'altro in testa oltre ai capelli? Quella bandana da no global più che occultare bulbi piliferi era rivelatrice di spiriti pacifisti? Noi abbiamo una speranza: veder tornare il Cavaliere senza chioma e senza paura. Berlusconi è uno solo: il premier di tutti noi, il leader della Casa delle libertà. Ma di Silvio ce n’è due. Li chiameremo Silviouno e Silviodue. Il primo è rivoluzionario o, almeno, riformatore. Il secondo è un conservatore o, come minimo, un moderatone doroteo. L’ultimo episodio si riferisce alle due Simone. Le quali - è noto - si sono distinte nei ringraziamenti ai rapitori, trascurando quelli per quanti hanno rischiato la pelle per trarle in salvo e in gloria. Silviouno (agosto 2001): «I pacifisti di Genova? Sono dei violenti, il loro è stato un assalto criminale. Ho cambiato e trasferito tre uomini al vertice della pubblica sicurezza perché comunisti». Silviodue: «Le due Simone? Non ho nessun rimprovero per loro. C’è stata una forzatura delle loro parole, visto che anche l’opposizione si è comportata correttamente. Quando sono salito sull'aereo una di loro mi anche abbracciato. Le polemiche del giorno dopo hanno esposto le ragazze ad una brutta figura: non se la meritavano». Uno legge e stupisce. Da quanto tempo non sale su un tram, entra in un bar, parla con la famosa gente comune? Forse sarebbe bastato che Silviodue parlasse un momento con Silviouno. Ecco, parlatevi, come direbbe Paolo Crepet. Eppure Berlusconi in politica estera resta più che mai Silviouno. Ha tenuto duro, durissimo nel non cedere di un millimetro nell’alleanza con gli Stati Uniti. Non ha mai messo in questione, neppure per un istante, l’impegno, con tanto di truppe, in Iraq. Dopo la strage dei nostri soldati in Iraq mi confidò: «Quando penso ai 19 caduti a Nassiriya mi dico: se invece di essere io al governo ci fosse stato, che so, D’Alema, non li avrebbe mandati in Iraq e sarebbero vivi. Mi sento responsabile. È stata una scelta grave, ma quelli che sono morti li sento parte di me, e lo rifarei». Non ha cambiato idea in questi giorni di pressioni tremende: bravissimo. Ha cercato strade umanitarie per liberare le sequestrate, ma sulla questione della presenza armata, nemmeno i terroristi hanno creduto possibile fargli cambiare idea. Anzi è riuscito a far recedere da questa richiesta la sinistra. La quale ora sembra, in alcuni suoi esponenti (Rutelli e Fassino), addirittura disposta a rafforzare il nostro contingente sotto l'egida non dell'Onu ma della Nato. Inoltre Silviouno e Silviodue restano entrambi favorevoli a Bush, pur se ilpr udente Silviodue riesce ad indurre alla prudenza Berlusconi: mica che a novembre si trovi a dover fare i conti con un Kerry a lui ostile alla Casa Bianca. Unità nazionale. La formula è tornata d'attualità. Silviodue ha cercato di convincere Silviouno che era una faccenda d'emergenza: liberiamo le due povere bambine, poi divisi e furenti come prima. Silviouno ha lasciato fare. Ma se non sta attento Silviodue gli piazza un inciucione come mai se n'era visto d'eguale. Prima ancora di un progetto concreto da convergenze parallele è un sentimento buonista che si spande come incenso dovunque Berlusconi si sposti. Nel suo ultimo libro, "La forza di un sogno. Discorsi per cambiare l'Italia" (2004, non un secolo fa), c'erano questi bei capitoli: «La scelta di campo tra le due Italie»; «L'anticomunismo è un dovere morale della memoria», «Tutti gli italiani protagonisti delle riforme», «Superare le resistenze conservatrici e mobilitare le forze del progresso». Se dovessimo pensare ad un nuovo libro partorito da Silviodue penseremmo a: “L'arte di restare al governo in Italia", prefazione di Giulio Andreotti. L'Italia ha certo bisogno di stabilità. Ma governare non può ridursi a tirare a campare pur di non rischiare di scivolare giù dalla bella e meritata poltrona o addirittura per puntare a un seggio più su. È vero: governare gli italiani è inutile. Ma bisognerebbe provarci. La durata non è fine a se stessa. A Silviouno non interessa avere una medaglia sul petto. Gli piace rischiare magari di cadere, ma per aver provato a volare. In questo momento Silviodue appare vincente. Avete notato? L'Udc di Follini aveva fatto fuoco e fiamme e Silviouno aveva tuonato contro le sue protese di posti e prebende fino all'inizio dell'estate. Ora Follini è il più quieto, gli va bene tutto. Per forza, pare ormai che Berlusconi sia più espressione della Dc (Silviodue) che della Cdl (Silviouno). Nessuno più ha fretta di migliorare la squadra di governo. Il motivo è semplice: c'è una bega nell'Udc. Assodato che ai centristi spetta un ministero, l'ala buttiglioniana lo pretende per sé, i folliniani lo reclamano per un loro fido. Risultato: Berlusconi aspetta si mettano d'accordo, e intorno tutto tace. E le famose riforme? Il mitico articolo 18 su cui Silviouno tuonò? La riforma del lavoro è passata ma è acqua tiepida. La legge sul risparmio da approntare con vigore e in tempi rapidi ha preso un trenino a vapore ed è stata fatta scendere in deposito. Giulio Tremonti la voleva e voleva persino abbassare le tasse. Anche Berlusconi vuole entrambe tutt'ora. Ma Silviodue aspetta e spera. Cacciato il ministro creativo perché si faceva odiare da tutti, amici compresi, è arrivato Domenico Siniscalco, fidanzato di tutti, uomo della Concordia. E la Concordia impone di lasciar stare l'esistente, di non inimicarsi poteri forti e agenzie internazionali di rating. La sua Finanziaria sembra quasi pensata da Visco. I cinque milioni di dipendenti pubblici restano tali e gli si promettono aumenti («più del3,7 per cento», dice), lo Stato non dimagrisce, i commercianti sono di nuovo nel mirino come ai bei tempi di Visentini, le partite Iva sono trattate come evasori lazzaroni. Dall'aspro Tremonti siamo passati a un «ministro di pelouche» (definizione di Bersani). Silviodue lo accarezza, Silviouno gli strapperebbe il pelo. Riscrivere la Costituzione? Ciampi chiede che non si proceda «a colpi di maggioranza». Berlusconi va da lui e poi prende la parola Silviodue: «Sul federalismo e la devolution sono in assoluta sintonia con Ciampi». Possibile che il Berlusconi amico di Bossi abbia le stesse idee di Ciampi sulla struttura dello Stato? Sulla riforma della giustizia lo stesso giorno vediamo al lavoro su Corriere della Sera e Repubblica il Silviodue, prudentissimo: «Non è il momento di andare allo scontro con i magistrati». Sul Messaggero invece trionfa Silviouno: «Voto di fiducia sulla giustizia». Avanti obbedendo alla banale regola della democrazia: quella della maggioranza. Uno o due? Boh. Le grandi opere? Siniscalco ha tagliato loro le unghie e fors'anche le mani e i piedi. Berlusconi per ora tace. Speriamo il Silviouno vinca sul Silviodue. E il Ponte di Messina sia preferito al Ponte per Bagdad.
_________________ Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis. |
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pietro2004
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![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 28 Mag 2004 Messaggi: 1909 Da: Roma (RM)
| Inviato: 12-10-2004 23:45 |
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quote: In data 2004-10-04 10:05, ipergiorg scrive:
I due Silvio (libero)
Mandato da Libero Domenica, 03 Ottobre 2004, 23:35.
di RENATO FARINA - Libero online
IL PREMIER A UN BIVIO: PIACERE ALLE SINISTRE O PROVARE A CAMBIARE L’ITALIA
Berlusconi il Magnifico. In questo momento lo stanno glorificando tutti, persino i nemici, forse anche i comunisti. Di lui Repubblica ha scritto: è il presidente dell'Armonia. Hanno sbagliato qualcosa i suoi eterni avversari? O sta sbagliando lui? Tornato dalle vacanze è parso un altro. Un dubbio ha assalito i suoi estimatori: gli hanno trapiantato qualcosa d'altro in testa oltre ai capelli? Quella bandana da no global più che occultare bulbi piliferi era rivelatrice di spiriti pacifisti? Noi abbiamo una speranza: veder tornare il Cavaliere senza chioma e senza paura. Berlusconi è uno solo: il premier di tutti noi, il leader della Casa delle libertà. Ma di Silvio ce n’è due. Li chiameremo Silviouno e Silviodue. Il primo è rivoluzionario o, almeno, riformatore. Il secondo è un conservatore o, come minimo, un moderatone doroteo. L’ultimo episodio si riferisce alle due Simone. Le quali - è noto - si sono distinte nei ringraziamenti ai rapitori, trascurando quelli per quanti hanno rischiato la pelle per trarle in salvo e in gloria. Silviouno (agosto 2001): «I pacifisti di Genova? Sono dei violenti, il loro è stato un assalto criminale. Ho cambiato e trasferito tre uomini al vertice della pubblica sicurezza perché comunisti». Silviodue: «Le due Simone? Non ho nessun rimprovero per loro. C’è stata una forzatura delle loro parole, visto che anche l’opposizione si è comportata correttamente. Quando sono salito sull'aereo una di loro mi anche abbracciato. Le polemiche del giorno dopo hanno esposto le ragazze ad una brutta figura: non se la meritavano». Uno legge e stupisce. Da quanto tempo non sale su un tram, entra in un bar, parla con la famosa gente comune? Forse sarebbe bastato che Silviodue parlasse un momento con Silviouno. Ecco, parlatevi, come direbbe Paolo Crepet. Eppure Berlusconi in politica estera resta più che mai Silviouno. Ha tenuto duro, durissimo nel non cedere di un millimetro nell’alleanza con gli Stati Uniti. Non ha mai messo in questione, neppure per un istante, l’impegno, con tanto di truppe, in Iraq. Dopo la strage dei nostri soldati in Iraq mi confidò: «Quando penso ai 19 caduti a Nassiriya mi dico: se invece di essere io al governo ci fosse stato, che so, D’Alema, non li avrebbe mandati in Iraq e sarebbero vivi. Mi sento responsabile. È stata una scelta grave, ma quelli che sono morti li sento parte di me, e lo rifarei». Non ha cambiato idea in questi giorni di pressioni tremende: bravissimo. Ha cercato strade umanitarie per liberare le sequestrate, ma sulla questione della presenza armata, nemmeno i terroristi hanno creduto possibile fargli cambiare idea. Anzi è riuscito a far recedere da questa richiesta la sinistra. La quale ora sembra, in alcuni suoi esponenti (Rutelli e Fassino), addirittura disposta a rafforzare il nostro contingente sotto l'egida non dell'Onu ma della Nato. Inoltre Silviouno e Silviodue restano entrambi favorevoli a Bush, pur se ilpr udente Silviodue riesce ad indurre alla prudenza Berlusconi: mica che a novembre si trovi a dover fare i conti con un Kerry a lui ostile alla Casa Bianca. Unità nazionale. La formula è tornata d'attualità. Silviodue ha cercato di convincere Silviouno che era una faccenda d'emergenza: liberiamo le due povere bambine, poi divisi e furenti come prima. Silviouno ha lasciato fare. Ma se non sta attento Silviodue gli piazza un inciucione come mai se n'era visto d'eguale. Prima ancora di un progetto concreto da convergenze parallele è un sentimento buonista che si spande come incenso dovunque Berlusconi si sposti. Nel suo ultimo libro, "La forza di un sogno. Discorsi per cambiare l'Italia" (2004, non un secolo fa), c'erano questi bei capitoli: «La scelta di campo tra le due Italie»; «L'anticomunismo è un dovere morale della memoria», «Tutti gli italiani protagonisti delle riforme», «Superare le resistenze conservatrici e mobilitare le forze del progresso». Se dovessimo pensare ad un nuovo libro partorito da Silviodue penseremmo a: “L'arte di restare al governo in Italia", prefazione di Giulio Andreotti. L'Italia ha certo bisogno di stabilità. Ma governare non può ridursi a tirare a campare pur di non rischiare di scivolare giù dalla bella e meritata poltrona o addirittura per puntare a un seggio più su. È vero: governare gli italiani è inutile. Ma bisognerebbe provarci. La durata non è fine a se stessa. A Silviouno non interessa avere una medaglia sul petto. Gli piace rischiare magari di cadere, ma per aver provato a volare. In questo momento Silviodue appare vincente. Avete notato? L'Udc di Follini aveva fatto fuoco e fiamme e Silviouno aveva tuonato contro le sue protese di posti e prebende fino all'inizio dell'estate. Ora Follini è il più quieto, gli va bene tutto. Per forza, pare ormai che Berlusconi sia più espressione della Dc (Silviodue) che della Cdl (Silviouno). Nessuno più ha fretta di migliorare la squadra di governo. Il motivo è semplice: c'è una bega nell'Udc. Assodato che ai centristi spetta un ministero, l'ala buttiglioniana lo pretende per sé, i folliniani lo reclamano per un loro fido. Risultato: Berlusconi aspetta si mettano d'accordo, e intorno tutto tace. E le famose riforme? Il mitico articolo 18 su cui Silviouno tuonò? La riforma del lavoro è passata ma è acqua tiepida. La legge sul risparmio da approntare con vigore e in tempi rapidi ha preso un trenino a vapore ed è stata fatta scendere in deposito. Giulio Tremonti la voleva e voleva persino abbassare le tasse. Anche Berlusconi vuole entrambe tutt'ora. Ma Silviodue aspetta e spera. Cacciato il ministro creativo perché si faceva odiare da tutti, amici compresi, è arrivato Domenico Siniscalco, fidanzato di tutti, uomo della Concordia. E la Concordia impone di lasciar stare l'esistente, di non inimicarsi poteri forti e agenzie internazionali di rating. La sua Finanziaria sembra quasi pensata da Visco. I cinque milioni di dipendenti pubblici restano tali e gli si promettono aumenti («più del3,7 per cento», dice), lo Stato non dimagrisce, i commercianti sono di nuovo nel mirino come ai bei tempi di Visentini, le partite Iva sono trattate come evasori lazzaroni. Dall'aspro Tremonti siamo passati a un «ministro di pelouche» (definizione di Bersani). Silviodue lo accarezza, Silviouno gli strapperebbe il pelo. Riscrivere la Costituzione? Ciampi chiede che non si proceda «a colpi di maggioranza». Berlusconi va da lui e poi prende la parola Silviodue: «Sul federalismo e la devolution sono in assoluta sintonia con Ciampi». Possibile che il Berlusconi amico di Bossi abbia le stesse idee di Ciampi sulla struttura dello Stato? Sulla riforma della giustizia lo stesso giorno vediamo al lavoro su Corriere della Sera e Repubblica il Silviodue, prudentissimo: «Non è il momento di andare allo scontro con i magistrati». Sul Messaggero invece trionfa Silviouno: «Voto di fiducia sulla giustizia». Avanti obbedendo alla banale regola della democrazia: quella della maggioranza. Uno o due? Boh. Le grandi opere? Siniscalco ha tagliato loro le unghie e fors'anche le mani e i piedi. Berlusconi per ora tace. Speriamo il Silviouno vinca sul Silviodue. E il Ponte di Messina sia preferito al Ponte per Bagdad.
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Caspita, Libero è stupendo, sebra il libro delle favole. Mi sa che un giorno o l'altro spendo pure 'sti novanta centesimi per comprarlo. È divertente come il vernacoliere .. |
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ipergiorg
![](/forum/images/star_06a.gif) Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 13-10-2004 09:07 |
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pietro2004
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![](/forum/images/avatar/premio Oscar.gif) Reg.: 28 Mag 2004 Messaggi: 1909 Da: Roma (RM)
| Inviato: 13-10-2004 09:56 |
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quote: In data 2004-10-13 09:07, ipergiorg scrive:
1 euro.
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ah! |
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pietro2004
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