FilmUP.com > Forum > Attualità - Iraq nuova proposta di D'Alema
  Indice Forum | Registrazione | Modifica profilo e preferenze | Messaggi privati | FAQ | Regolamento | Cerca     |  Entra 

FilmUP Forum Index > Zoom Out > Attualità > Iraq nuova proposta di D'Alema   
Vai alla pagina ( 1 | 2 Pagina successiva )
Autore Iraq nuova proposta di D'Alema
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 17-09-2004 09:39  
A quanto pare D'Alema ha spostato un po' più in là la discussione sul ritiro dall'Iraq. Egli infatti ha precisato finalmente come farlo. Ed è già una bella novità. Dunque a grandi linee la proposta è questa: le truppe della attuale coalizione vanno tutte sostituite con truppe di paesi non coinvolti nel conflitto Iraqeno sotto egida ONU.

Si potesse fare vado subito ad abbracciare D'Alema e a dirgli bravo bella pensata! Un bel Nobel per la pace non te lo può togliere nessuno.

Però ho qualche dubbio... dove troviamo 200'000 soldati di altre Nazioni?
Cinesi? mi sembra gliene freghi davvero poco e se non erro qualche problemuccio di attentati lo hanno già avuto.
Russi? con la questione cecena non penso che avrebbero molto successo come pacificatori.
Francia? Direi i più papabili (risolta la questione ostaggi) ma ce li hanno 200'000 uomini?

Ho i miei dubbi voi pensate che il progetto sia realizzabile? E con quali soldi? Chi li anticipa?
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
Foxissimo

Reg.: 21 Lug 2004
Messaggi: 986
Da: Lucca (LU)
Inviato: 17-09-2004 11:01  
L'idea di D'Alema sarebbe ottima... solo prima bisognerebbe convincere i gruppi di potere e i vari clan iracheni... così basterebbero molti soldati in meno rispetto a quelli citati da ipergiorg... e cmq, per pacificare l'irak con truppe di occupazione (come quelle attuali) servirebbero altro che 200000 uomini...
_________________
morte a videodrome, gloria e vita alla nuova carne

  Visualizza il profilo di Foxissimo  Invia un messaggio privato a Foxissimo  Email Foxissimo     Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 17-09-2004 11:15  
quindi scusa.. prima si pacifica la situazione e poi interviene una nuova coalizione? Ma a quel punto non sarebbe nemmeno necesaria. Che discorso fai?
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 17-09-2004 20:13  
Fermi tutti lì!!!!Aspettiamo il giudizio di Mariano! Poi, casomai ci pronunceremo.
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

  Visualizza il profilo di ginestra  Invia un messaggio privato a ginestra  Email ginestra    Rispondi riportando il messaggio originario
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 17-09-2004 20:17  
a me l'Onu non mi sembra abbia mai risolto veramente le qeustioni, ma se si facesse avanti mi farebbe solo che piacere.
Ma quello che mi chiedo è: se il messaggio di D'Alema è volto ad evitare che si facciano altri ostaggi tra i civili occidentali, alla luce del fatto che i giornalisti francesi non sono stati rapiti perchè hanno connazionali nelle forze occupanti ma ragioni "diverse", cosa pensa di risolvere?


_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

  Visualizza il profilo di gatsby  Invia un messaggio privato a gatsby  Vai al sito web di gatsby    Rispondi riportando il messaggio originario
liliangish

Reg.: 23 Giu 2002
Messaggi: 10879
Da: Matera (MT)
Inviato: 18-09-2004 09:29  
credo che D'Alema faccia della facile demagogia a seguito della cattura delle due Simone.
Se fosse al governo anziché all'opposizione dubito che porterebbe avanti la sua tesi con altrettanta convinzione.

_________________
...You could be the next.

  Visualizza il profilo di liliangish  Invia un messaggio privato a liliangish    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 18-09-2004 12:22  
La proposta del Financial Times

Financial Times - Editoriale: "E' ora di riconsiderare il ritiro dell'Iraq"


10 settembre 2004 -
Questa settimana una macabra pietra miliare è stata oltrepassata in Iraq. Più di 1000 soldati americani sono stati uccisi da quando l'invasione del paese, guidata dagli USA, è cominciata, quasi 18 mesi fa. La stragrande maggioranza di loro ha perso la loro vita dopo che il presidente George W. Bush aveva dichiarato terminati i combattimenti importanti, nella sua ormai ingloriosa "missione compiuta", nel maggio dell'anno scorso.

A quel tempo, un numero sconosciuto di iracheni, principalmente civili, certamente non meno di 10000 e probabilmente tre volte tanto, erano morti, e centinaia ancora stanno morendo ogni settimana. Dopo un'invasione e un'occupazione che avevano promesso loro la libertà, gli iracheni hanno visto la loro sicurezza volatilizzarsi, la loro amministrazione pubblica distrutta e il loro paese frammentato in un arcipelago senza legge, ove fanno da padroni milizie, banditi e rapitori.

Il processo politico di transizione, destinato a condurre ad una assemblea costituente e alle elezioni generali l'anno successivo, è stato sovvertito poiché la autorità di occupazione - dominata dagli USA - nervosa, ha insistito ad effettuare cambi ai governanti iracheni ad-interim, la maggior parte dei quali ex-esiliati o ex-espatriati, senza più legami con la loro gente.
Qualunque sia il pensiero degli iracheni circa gli americani - e non era mai ciò che questi politici emigré hanno detto a Washington che che gli iracheni stavano pensando - oggi la stragrande maggioranza di loro vede le forze statunitensi come occupanti piuttosto che come liberatori, e li vorrebbero vedere fuori.

Le conseguenze di una guerra vinta così velocemente sono state così rapidamente guastate, per di più, che gli Stati Uniti si sono dovuti ridurre alle ultime vestigia del sempre esiguo supporto dei loro alleati, nel momento in cui l'Iraq avrebbe avuto bisogno anche di ogni minimo aiuto che potesse ottenere. L'occupazione ha perso il controllo di grandi fasce del paese. Avendo deciso che tutto ciò che viveva e lavorava nell'Iraq sotto Saddam Hussein portava un certo grado di crimine collettivo, i viceré di Washington hanno purgato le forze armate del paese, l'amministrazione civile e le istituzioni ad un livello tale che hanno disfatto il retroterra dello Stato, hanno marginalizzato le forze politiche interne, emarginato molti con le abilità per ricostruire i servizi ed i programmi di utilità dell'Iraq e, naturalmente, hanno alimentato una insurrezione che le forze degli Stati Uniti ancora non sono riuscite a identificare esattamente, lasciati soli alle prese con essa.

Si moltiplicano i segni che i funzionari degli Stati Uniti stiano cominciando "a capire" - nella frase di Donald Rumsfeld, segretario alla difesa degli Stati Uniti, paternalisticamente usata questa settimana per caratterizzare la stretta degli iracheni della situazione di sicurezza. Ma se essi sono sempre più consapevoli che ciò che hanno generato in Iraq è un disastro, essi sembrano imbarazzati di sapere che cosa fare a questo proposito.

La domanda centrale da porsi è la seguente: la persistente presenza delle forze militari statunitensi in Iraq fa parte della soluzione oppure fa parte del problema?

Quale potenza d'occupazione, gli Stati Uniti hanno la responsabilità dell'Iraq secondo il diritto internazionale, ed è loro dovere cercare di lasciarlo in una situazione migliore di come lo hanno trovato. Ma non vi è alcun segno che ciò stia avvenendo.

E' quindi venuto il momento di considerare se un ritiro programmato degli Stati Uniti e delle rimanenti truppe alleate, in concomitanza con un passaggio realistico della sicurezza alle forze irachene e con un processo politico legittimo e compreso, può disegnare un percorso fuori dal caos corrente.

Affrontando il ritiro con un buona pianificazione, confrontati con una scadenza impegnativa per il ritiro, gli iracheni che attualmente si vedono allo sbando, diventeranno consapevoli che la possibilità di costruirsi un futuro migliore è nelle loro mani.

Consideriamo il problema della sicurezza. Si stanno ricostruendo le forze irachene perché assumano la direzione delle mansioni di primo piano. Questo è un lavoro lungo, ma non è questo il vero problema. Il problema è che le forze già addestrate non possono stare fianco a fianco con i militari USA, che fanno piovere migliaia di tonnellate di proiettili ed esplosivi sui loro compatrioti. Ogni volta che c'è un assedio di Fallujah o di Najaf, con gli Stati Uniti che impiegano mezzi militari contro i civili per ucciderne a centinaia, queste forze irachene si dissolvono. Fino all'eventuale ritiro, ci dovrebbe essere una politica di limitazione militare, imposta soprattutto a quei comandanti statunitensi che hanno operato senza riferimento ai propri superiori, per non parlare dell'obbligo di fare riferimento al cosiddetto governo.

Politicamente, se le elezioni dell'anno prossimo devono avere una qualunque probabilità di riflettere la volontà del popolo iracheno, il processo deve già iniziare. Il congresso nazionale (o proto-assemblea) del mese scorso è stato monopolizzato dai politici espatriati, allineati col governo ad-interim di Iyad Allawi. L'unica strada attraverso cui delle coalizioni [politiche di portata nazionale] possono essere tessute dalle pezze religiose ed etniche da cui è composto l'Iraq è quella di far partecipare anche le opposizioni all'occupazione. Questo significa la negoziazione con i rivoltosi, probabilmente attraverso i leader religiosi dell'Ayatollah Ali Al-Sistani. Significa anche un'amnistia, che dovrebbe aiutare le autorità irachene ad acquistare la legittimità per sconfiggere gli jihadisti ed altri resistenti.

Nel migliore dei casi, gli Stati Uniti accompagnerebbero il ritiro dichiarando che non hanno intenzione di stabilire delle basi militari in Iraq, e invece che desiderano facilitare gli accordi di sicurezza regionali. Questo darebbe un contributo alla stabilizzazione più valido rispetto all'attuale politica di dare addosso ai vicini quali l'Iran e la Siria, i cui confini con l'Iraq gli USA, in ogni modo, non sarebbero in grado di tenere sotto controllo.

Nulla di ciò potrà mai rimediare all'attuale pasticcio. Ma, sia che il sig. Bush o John Kerry, vinca le prossime elezioni, gli Stati Uniti finalmente dovranno fare qualcosa del genere. Il caos comporta un rischio grosso e da quando mondo è mondo, gli occupanti hanno cercato di giustificare la loro presenza con il dovere di ovviare al rischio. Ma il caos è già qui, e quel potere, che è in larga parte responsabile di questo, deve cominciare a prepararsi ora per fare un passo da parte e lasciare gli iracheni a tentare di emergere da esso.






  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 19-09-2004 22:25  
a parole sono tutti bravi

ma la memoria è CORTA

perchè ci sono problemi a mettere tutto nelle mani Onu ?

20 AGOSTO 2003

Bagdad, camion bomba: strage alla sede Onu
Almeno 20 i morti: tra loro l'inviato di Annan, Sergio Vieira de Mello, forse il vero obiettivo tei terroristi. Quasi 100 feriti.

BAGDAD - Una potente esplosione, da un camion bomba condotto da un terrorista kamikaze, si è verificata martedì presso il quartier generale dell'Onu a Bagdad, nei locali del Canal Hotel. Secondo fonti Onu vi sono almeno 20 morti e un centinaio di feriti. Tra le vittime dell'attentato c'è anche Sergio Vieira de Mello, rappresentante speciale per l'Iraq del segretario generale dell'Onu Kofi Annan. Tra i morti vi sono anche operatori stranieri. Al momento dell'esplosione, nell'edificio si trovavano almeno 300 persone. Dure le prime reazioni. Per la Casa Bianca si è trattato di «Un'azione contro il popolo iracheno». Anche l'Onu condanna attraverso le dichiarazioni delle sue fonti ufficiali (riportate anche dal sito delle Nazioni Unite) «nel modo più forte» l'attentato di oggi a Bagdad ma afferma che «non cambierà la determinazione dell'Onu ad aiutare il popolo iracheno a ricostruire il paese».


SOCCORSI E ANGOSCIA - A quanto reso noto da un funzionario dell'Onu, Salim Leone «È accaduto tutto sotto la finestra di Vieira de Mello, credo fosse lui l'obiettivo». L’esplosione ha infranto i vetri dei palazzi circostanti nel raggio di un chilometro e mezzo e si è subito alzato un denso fumo nero. L'ala orientale del Canal Hotel è stata ridotta a un cumulo di macerie e i soccorritori hanno subito cominciato a scavare alla ricerca di eventuali dispersi. Veronique Taveau, uno dei portavoce dell'Onu nella capitale irachena, ha detto che l'esplosione si è prodotta alle 16,40 locali (le 14,40 in Italia). Tra i feriti, stando alla portavoce, c'è anche Benon Savan, il direttore generale del programma «petrolio contro cibo» che in quel momento stava tenendo una conferenza stampa. Nel complesso, situato in un quartiere occidentale di Bagdad, lavorano centinaia di persone.

_________________
For relaxing times make it Suntory time

  Visualizza il profilo di Tenenbaum  Invia un messaggio privato a Tenenbaum  Email Tenenbaum    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-09-2004 12:20  
Hai citato come prova che l'Onu non è gradita un'autobomba contro la sua sede avvenuta un anno fa.
Se questo concetto dovesse essere ritenuto valido, si potrebbero citare le centinaia di bombe e gli attacchi contro le sedi delle truppe occupanti e contro le sedi delle reclute della polizia irachena addestrate dagli Usa;si potrebbe quindi concludere,sembre in base a questo concetto, che è ora di farsi da parte.

  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
Foxissimo

Reg.: 21 Lug 2004
Messaggi: 986
Da: Lucca (LU)
Inviato: 21-09-2004 11:51  
quote:
In data 2004-09-17 11:15, ipergiorg scrive:
quindi scusa.. prima si pacifica la situazione e poi interviene una nuova coalizione? Ma a quel punto non sarebbe nemmeno necesaria. Che discorso fai?




La situazione sul campo non la possono pacificare le truppe straniere... i soli che possono farlo sono i capiclan o i religiosi iracheni... è perciò necessario un accordo preliminare con questi soggetti (e l'accordo certo non lo possono fare Americani e co.), tale da permettere ad una coalizione di paesi terzi (per esempio paesi arabi o del maghreb, cinesi, indiani...) di svolgere attività di addestramento e polizia sotto il controllo ONU e con l'appoggio dei gruppi locali... e non di Allawi, un ex agente CIA, che è stato fuori dall'irq per 30 anni...
_________________
morte a videodrome, gloria e vita alla nuova carne

  Visualizza il profilo di Foxissimo  Invia un messaggio privato a Foxissimo  Email Foxissimo     Rispondi riportando il messaggio originario
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 21-09-2004 11:59  
svolgere azioni di polizia ed addestramento è una fase che avviene direttamente dopo la pacificazione. Credo che un 20000 gendarmi francesi a quel punto potrebbero bastare.

I capiclan, i terroristi e i miliziani che si mettono daccordo mi sembra una fantasia ancora + grande di quella di D'Alema. Magari se Maometto resuscitasse...
_________________
Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

  Visualizza il profilo di ipergiorg  Invia un messaggio privato a ipergiorg  Vai al sito web di ipergiorg    Rispondi riportando il messaggio originario
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 21-09-2004 19:00  
quote:
In data 2004-09-20 12:20, Quilty scrive:
Hai citato come prova che l'Onu non è gradita un'autobomba contro la sua sede avvenuta un anno fa.
Se questo concetto dovesse essere ritenuto valido, si potrebbero citare le centinaia di bombe e gli attacchi contro le sedi delle truppe occupanti e contro le sedi delle reclute della polizia irachena addestrate dagli Usa;si potrebbe quindi concludere,sembre in base a questo concetto, che è ora di farsi da parte.



ma il ragionamento è molto più semplice

sai a quelli che hanno compiuto i seguenti ATTI COSA GLIENE FREGA DEL RITIRO DELLE TRUPPE USA ?

per non parlare poi di chi dovrebbe essere il prossimo cadavere-vivente Onu che dovrebbe avere il coraggio di andare in Iraq con una bomba sotto al culo

il problema è un po' più ampio che un semplice ritiro delle truppe
_________________
For relaxing times make it Suntory time

  Visualizza il profilo di Tenenbaum  Invia un messaggio privato a Tenenbaum  Email Tenenbaum    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 22-09-2004 12:54  
Come sarebbe a dire?
Stai forse dicendo che la spirale di violenza che si è innescata in Iraq non è la logica conseguenza dell'aggressione degli Usa (del tutto illegittima) verso un paese ,ma piuttosto è dovuta a misteriose forze fanatiche che si scatenano senza un determinato motivo verso gli occidentali?
Ma che razza di modo è questo di analizzare gli eventi?
Che razza di ragionamento sarebbe quello di scaricare le proprie responsabilità sul panorama politico internazionale negando che è proprio la guerra unilaterale degli Usa che ha causato tutto questo,decapitazioni,rapimenti,eccetera?
C'è da rimanere sconcertati.

  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
Tenenbaum

Reg.: 29 Dic 2003
Messaggi: 10848
Da: cagliari (CA)
Inviato: 22-09-2004 13:08  
ma hai difficoltà di comprendonio ?

non si sta parlando della causa che ha determinato tale situazione

quello è un altro argomento: la legittimità dell'attacco

si parla della gestione dell'ATTUALE SITUAZIONE e di quale rota si debba prendere alla luce di ciò che accade

tu affermi che ci deve essere il ritiro degli Usa bene
io affermo che ciò non sarebbe sufficiente a sistemare le cose

visto che sei sempre stato legittimamente contrario a tale aggressione armata Usa se devi discutere di tale argomento vai nell'altro topic non in questo
_________________
For relaxing times make it Suntory time

  Visualizza il profilo di Tenenbaum  Invia un messaggio privato a Tenenbaum  Email Tenenbaum    Rispondi riportando il messaggio originario
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 01-10-2004 16:05  
Sono argomenti non dico correlati,ma sono un unico argomento.
La guerra è sempre la stessa e lo sono anche i protagonisti. Distinguere le due cose è solo un modo ipocrita per non affrontare i problemi e le ragioni di questi problemi, ed è anche un ottimo modo per non risolvere un bel nulla se si disconosce il passato recente.
La Storia è fatta di una concatenazione di eventi di causa-effetto.
Fa semplicemente ridere che tu voglia eliminare le cause da un discorso, per analizzare i problemi in corso.
Nessuna persona razionale potrebbe accettare un discorso del genere.
E' come se ,considerando e valutando il comportamento di una persona, gli si volesse cancellare il suo passato semplicemente perchè oggi è un altro giorno. Siamo a semplificazioni del tutto infantili.

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 01-10-2004 alle 17:32 ]

  Visualizza il profilo di Quilty  Invia un messaggio privato a Quilty    Rispondi riportando il messaggio originario
Vai alla pagina ( 1 | 2 Pagina successiva )
  
0.131675 seconds.






© 2025 Film Is Now group. Tutti i diritti riservati
Film Is Now group non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Fin Network ltd