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Autore Analisi impietosa dell'economia Europea.
ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 13-09-2004 09:59  
Dal Corriere Della Sera


di Giuseppe Sarcina

BRUXELLES - La crescita europea corre su «un equilibrio molto sottile». Forse potrà durare «ancora un anno o due». Daniel Gros, 49 anni, nato in Germania, è il direttore del Ceps (Centro per gli studi europei) a Bruxelles. Non pare molto colpito dalle nuove stime sul pil della zona euro, quel «più 2%», considerato un segnale di «chiaro ottimismo» dal commissario agli Affari economici, Joaquín Almunia, dai 25 ministri della Ue, riuniti nel fine settimana, nell’Ecofin in Olanda. E condiviso dal governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio.
Le analisi dicono che la ripresa europea è trainata dalle esportazioni. In un certo senso, siamo nelle mani delle altre economie, o no?
«Certo, la base è chiara. Nella media la ripresa europea è collegata al commercio estero. Soprattutto in Germania, un po’ meno in Francia e in Italia. Il problema è esattamente capire quanto tutto questo potrà durare. Ci sono due poli che stanno tirando: Stati Uniti da una parte, Cina e mondo asiatico dall’altra. La Cina, però, ha già il piede sul freno. E’ una discesa lenta, ma non c’è dubbio che quel Paese non continuerà a crescere al ritmo del 9-10%. Per l’America le previsioni sono più difficili. Le imprese hanno ridotto i debiti e ora sono in buona salute. Ma, nel suo complesso, il sistema si regge su un equilibrio precario. Il deficit da finanziare è pari a 500 miliardi di dollari l’anno: l’equivalente del prodotto interno dell’India, tanto per dare un’idea. Di fatto, è l’Asia che sta coprendo le spalle agli Usa. La Cina sottoscrive quasi il 40% dei buoni del Tesoro, il resto se lo dividono Giappone, Corea e pochi altri. Per il momento, il governo di Washington paga un tasso irrisorio, pari all’1,5%, e le cose vanno avanti bene. L’equilibrio, però, è sottile».
Perché il tasso di interesse è troppo basso?
«Chi può dire per quanto tempo cinesi e giapponesi si accontenteranno? Il giorno che i mercati vorranno di più, sappiamo già che cosa accadrà: aumento dei tassi di interesse, calo del dollaro. Due cose che farebbero male all’economia europea».
Quindi, tirando le fila, abbiamo due incognite davanti: il rallentamento cinese e l’incertezza della finanza pubblica americana.
«Esatto. Volendo essere pratici, è probabile che l’economia europea avrà ancora un buon 2005 e forse anche un buon 2006. Ma l’impressione è che il meglio sia già alle nostre spalle».
...
La Germania tenta il recupero aumentando l’orario di lavoro nei settori «maturi», come l’automobile. E’ un modello da seguire?
«Il passaggio da 35 a 40 ore significa lavorare il 10-12% in più, in alcuni settori. Non è poco. Ma è tutto lì. E’ una mossa per guadagnare competitività sui concorrenti francesi e italiani. Non si sa quale effetto possa avere e quanto possa durare».
Un po’ come succedeva all’Italia quando svalutava la lira?
«E’ la stessa cosa. Così, se anche i concorrenti aumentano l’orario, il vantaggio si annulla e si torna al punto di partenza».

Sabato scorso l’Ecofin ha rivisto al rialzo la stima di crescita dell’economia europea, indicata nel 2% a fine 2004 rispetto all’1,7% precedentemente ipotizzato per l’incremento del Pil. La spinta arriverebbe soprattutto dall’export. Concordi i banchieri centrali dei Paesi del Vecchio Continente, che oggi si riuniscono
a Basilea per il periodico meeting presso la Banca dei regolamenti internazionali.

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Tirando le somme l'Europa sarebbe già nel massimo della ripresa. Ed è completamente schiava delle economie Americana e Cinese


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ADRIANOOOOOOOO!!!!!!!

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 13-09-2004 alle 10:00 ]

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