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Autore la più straordinria vicenda storica: i mille rossi
mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2283
Da: san remo (IM)
Inviato: 04-08-2004 19:34  
In Italia nella primavera del 1860 la situazione politica era molto fluida e lo stesso CAVOUR cominciava a pensare alla concreta possibilità di un’unificazione della penisola, visto che almeno in settori dell’opinione pubblica più evoluta la coscienza unitaria sembrava maturata. Le difficoltà erano tuttavia ancora notevoli perché la Francia non avrebbe accettato un attacco piemontese contro lo Stato Pontificio e il Regno Borbonico, quest’ultimo difeso sul piano diplomatico anche dalla Russia; l’Austria, dal canto suo, avrebbe potuto approfittare di ogni passo falso per reinserirsi nel gioco politico italiano.
Ma il problema più grave consisteva nel fatto che l’armistizio di Villafranca e la cessione alla Francia di Nizza e della Savoia avevano screditato la politica sabauda presso l’opinione italiana, per cui nella primavera del ’60 sembrava più facile una iniziativa democratico-repubblicana, che trovava il suo centro nel "partito d’azione" il quale aveva il vantaggio di poter agire al di fuori di ogni impedimento diplomatico e contava sull’enorme popolarità di GARIBALDI.
Il "partito d'azione" non era un gruppo omogeneo di persone accomunate dalle medesime finalità e idealità politiche; poteva meglio definirsi come un organismo di agitazione e propaganda cui facevano capo sia i repubblicani mazziniani sia i democratici decisi all’azione come PISACANE, Garibaldi, ecc... Essa mancò sempre di direzione politica e non riuscì mai ad incidere seriamente, come avrebbe voluto Pisacane, sulle masse ignoranti e arretrate della penisola e di attirarle nella lotta.
A dare l’avvio a una ripresa rivoluzionaria furono gli eventi siciliani quando, contro il giovane e inesperto sovrano FRANCESCO II, nell’aprile del ’60 esplose l’ennesima rivolta a Palermo. Il partito d’azione convinse Garibaldi ad agire direttamente in Sicilia, anche perché VITTORIO EMANUELE, che poco correttamente conduceva una sua politica personale, era disposto ad aiutare i volontari, contro il parere di Cavour il quale, come primo ministro, non poteva compromettersi specialmente agli occhi di Napoleone. Dal canto suo il MAZZINI esortava tutti ad agire concordemente al fine di realizzare l’unità della penisola.
Garibaldi ai primi di maggio del ’60 passava all’azione con i suoi Mille volontari che rappresentavano il meglio della gioventù nutrita degli ideali di Mazzini, di Cattaneo, di Pisacane.
Il numero esatto era di 1088 uomini più una donna, Rosalia Motmasson (che era poi la moglie di Francesco Crispi, uno dei capi dell’estrema sinistra democratica e autonomista; principale mente politica della spedizione).
Per la maggior parte i volontari erano Lombardi (434), Veneti (194), Liguri (156), Toscani (78), Siciliani palermitani (45). Pochissimi i piemontesi.
Di popolino o contadini non ce n'erano. La composizione politica era una sola, quella di sinistra, mentre quella sociale per metà erano professionisti e intellettuali, per l'altra metà artigiani, affaristi, commercianti e qualche operaio. Comunque tutti avevano alle spalle delle esperienze cospirative; alcuni erano i reduci dei Cacciatori delle Alpi, e c'erano anche alcuni siciliani che avevano avuto sull'isola noie con la giustizia truffando il Lotto
Partiti da Genova, dopo una breve tappa nel porticciolo di Talamone, dove una piccola colonna lasciò Garibaldi per marciare direttamente su Roma, la spedizione raggiunse per mare la Sicilia occidentale e l’11 maggio sbarcò a Marsala. Garibaldi, assunta la dittatura in nome di Vittorio Emanuele, marciò verso l’interno con i suoi Mille, che rivestivano l’ormai leggendaria camicia rossa, rinforzati da "picciotti" cioè dai giovani contadini e braccianti che speravano in una riforma agraria che una volta per tutte eliminasse tanti soprusi ed ingiustizie.
In seguito l’entusiasmo dei contadini che miravano a impossessarsi delle terre demaniali, promesse dallo stesso Garibaldi, fu deluso. In realtà in Garibaldi e nei politici della sinistra garibaldina e mazziniana prevaleva l’interesse militare per il successo della spedizione così che fra la fine di giugno e di luglio il generale, per il successo della spedizione prese a stringere i rapporti con i grandi proprietari terrieri, i quali, purché nulla cambiasse nella sostanza, erano disposti ad assumere atteggiamenti liberali e favorevoli a Casa Savoia. Per loro un re valeva l'altro, purchè conservassero privilegi e proprietà (è sempre accaduto).
I contadini cominciarono a guardare con diffidenza alla politica di Garibaldi, ancor più dopo che i garibaldini repressero duramente i moti rurali, anche quando i contadini, in perfetta legalità, richiedevano la divisione dei terreni demaniali a suo tempo promessi dal "generale". L’episodio più tragico fu, in proposito, quello di Bronte dove il 4 agosto Nino Bixio represse duramente una rivolta contadina con una serie di fucilazioni e arresti in massa. "Da salvatori ad aguzzini" qualcuno commentò. Lui stesso scrivendo alla moglie si lamentava che gli era stata affidata la "missione maledetta". Compito che però assolse con dura energia, operando fucilazioni e arresti in massa sui contadini che avevano occupato le terre. Lui si guadagnò il grado di generale nell'esercito regolare, divenne deputato e nel '71 anche senatore.
Battuti i borbonici nella difficile battaglia di Calatafimi, il 15 maggio Garibaldi occupava Palermo e nel luglio batteva ancora le truppe regie a Milazzo, mentre il sovrano di Napoli tentava disperatamente di fermarlo, concedendo una tardiva Costituzione e affidando il governo a Liborio Romano. Una speranza vana e una fiducia mal riposta: il Romano, d’accordo con Cavour cercò di provocare in Napoli un moto di moderati monarchici, allo scopo di precedere Garibaldi alla liberazione del napoletano. Intanto Garibaldi, superato lo stretto di Messina ( ! ) risaliva liberamente la Calabria mentre l’esercito borbonico si disfaceva e il 7 settembre entrava in Napoli; Francesco II si rifugiava allora a Gaeta, protetta ancora da una parte del suo esercito, nonostante il "tradimento" di buona parte dell'ufficialità. Quasi l'intera potente marina borbonica si ammutinò, passando al nemico, fino al punto che lo stesso Francesco II, fece fatica a trovare una nave per fuggire da Napoli.
Praticamente l’Italia meridionale era libera, nonostante attorno a Gaeta si raccogliessero ancora forti contingenti di truppe borboniche e le piazzeforti di Civitella del Tronto e di Messina non si fossero arrese. Era il momento di prendere decisioni definitive, che avrebbero pesato sul destino di tutta la penisola.
MAZZINI che aveva raggiunto Garibaldi a Napoli premeva perché si evitasse il solito (cavouriano) plebiscito a favore della monarchia sabauda e insisteva sul progetto di una "Assemblea Costituente" che decidesse del nuovo assetto da dare all’Italia (ritrattava la lettera inviato in ottobre al Re) anche se egli avvertiva chiaramente che ormai il principio monarchico aveva avuto partita vinta. Garibaldi dal canto suo, pensava di risalire con le truppe verso Nord per raggiungere Roma e di lì proclamare l’Unità d’Italia.
Il Cavour, infine, si rendeva perfettamente conto della gravità della situazione; egli era consapevole che tra le file garibaldine i democratici ed i repubblicani erano molto forti e decisi a realizzare riforme sociali molto ardite, come l’assegnazione di terre ai combattenti meridionali e lo scorporo del latifondo anche a danno degli ordini religiosi. Temeva anche, a ragione, che l'invasione garibaldina del Lazio, oltre a suscitare in tutta la penisola un’ondata di entusiasmo democratico e anticlericale, avrebbe indotto l’imperatore francese a intervenire con le armi. Ancora una volta fu abilissimo a trasformare in vantaggio la propria debolezza: ancora una volta seppe agire abilmente su Napoleone.
(ma sorge oggi un dubbio: cinque mesi dopo Cavour moriva. Assassinato, avvelenato?)
Resta il fatto che alla Sicilia l'Inghilterra ci teneva molto, aiutò perfino Garibaldi. Mentre alla Francia un Savoia con tutta l'Italia, dava proprio molto fastidio)
Alla firma fra Borboni e Garibaldi, era presente un ammiraglio inglese.
Si stava già preparando una convenzione. Un legittimo governo siciliano.
Poi arrivò Farina a scombussolare tutto. Mette in vigore la Costituzione Sabauda e preparara l'annessione al Regno.
Prospettatogli lo spettro della formazione di una repubblica mazziniana e anticlericale nell’Italia centro meridionale, lo stesso imperatore sollecitò il Cavour a fare intervenire l’esercito regolare piemontese, che, al comando dei generali Fanti e Cialdini, penetrò nelle Marche e batté l’esercito papale, che tentava di sbarrargli il passaggio il 18 settembre 1860 a Castelfidardo. Nel frattempo, con la battaglia del Volturno, Garibaldi stroncava un estremo tentativo di riscossa dei borbonici, che erano costretti a rinchiudersi a Gaeta. L'incontro del 26 ottobre, a Teano, tra Garibaldi e Vittorio Emanuele poneva fine alla spedizione di Garibaldi e di fatto assicurava alla dinastia sabauda il Regno delle due Sicilie.
Le truppe garibaldine, non furono incorporate nell’esercito regolare, come era stato richiesto, e il re si rifiutò perfino di passarle in rivista. Al pranzo "della vittoria" Garibaldi non fu nemmeno invitato, dovette in un angolo dividersi pane e formaggio con i suoi uomini.
In conseguenza di questo atteggiamento, Garibaldi, deluso e sdegnato, si ritirò a Caprera.


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Io accetto il caos, non so se il caos accetta me.

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 04-08-2004 23:41  
Tutto bene, fin qui, o meglio, questa è la storia ufficiale, quella che leggiamo sui libri.
Se Cavour fu avvelenato,non ci è dato sapere, ma se così è stato, tanto meglio,poiché non era l'uomo limpido e abile che l'uffcialità vuole farci credere.Era, invece, un uomo spietato, freddo e calcolatore, intrallazzatore e opportunista.
E' stato l'artefice dell'unificazione italiana?Tutti saprebbero vincere con i finanziamenti e gli aiuti della Massoneria inglese e francese, tant'è vero che, come tu stesso hai detto, furono gli inglesi ad aiutare lo sbarco dei Mille in Sicilia.Quello che non si dice è cosa combinò l'esercito savoiardo a Gaeta, uccidendo tantissimi gaetani civili e non.
Il 13 febbraio 1861 cadeva la fortezza di Gaeta, dopo tre mesi di resistenza eroica, tre mesi di massacri ad opera del generale Cialdini, 160 mila bombe rasero al suolo la città.
Questa data fatidica segna anche l'inizio della questione meridionale,il sud ricco e prospero venne saccheggiato delle sue ricchezze e delle sue leggi, venne immolato alla massoneria che da Londra dirigeva e stabiliva il nuovo assetto mondiale e venne dato in pasto agli affamati e pezzenti piemontesi.Per non parlare di quello che i generali del nuovo regno perpetrarono nei confronti dei "briganti".
Adesso non ho tempo, ma non appena potrò ti darò le cifre del tesoro di Stato sia del Regno delle due Sicilie che di quello piemontese e degli altri granducati italiani, al momento dell'unificazione.Ti darò notizie dei saccheggi fatti al regno borbonico, che allora era il più ricco di tutta l'Italia.Ciao
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E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-08-2004 09:36  
Mi spiace ma il sud non era ricco e prospero all'epoca.
Certo che la fine del Regno meridionale ha comportato soprattutto per Napoli una vera tragedia. Immaginate se Roma di un tratto venisse privata di tutti i ministeri (e licenziati tutti i romani che vi lavorano). Riuscirebbe mai Roma a riprendersi?
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Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis.

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Foxissimo

Reg.: 21 Lug 2004
Messaggi: 986
Da: Lucca (LU)
Inviato: 05-08-2004 10:04  
quote:
In data 2004-08-05 09:36, ipergiorg scrive:
Mi spiace ma il sud non era ricco e prospero all'epoca.
Certo che la fine del Regno meridionale ha comportato soprattutto per Napoli una vera tragedia. Immaginate se Roma di un tratto venisse privata di tutti i ministeri (e licenziati tutti i romani che vi lavorano). Riuscirebbe mai Roma a riprendersi?





incredibilmente mi trovo d'accordo con ipergiorg... sull'ambiguità di cavour e di vittorio emanuele concordo pienamente con ginestra... mi potresti dire dove hai ottenuto quelle informazioni sulla massoneria inglese? l'argomento mi ha sempre interessato...

[ Questo messaggio è stato modificato da: Foxissimo il 05-08-2004 alle 10:05 ]

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 05-08-2004 14:15  
Allora, cifre alla mano, visto che siete increduli.

Le monete degli antichi stati italiani al momento dell'annessione ammontavano a 668 milioni, così ripartiti:

Regno delle due Sicilie milioni 443,2
Lombardia " 8,1
Ducato di Modena " 0,4
Parma e Piacenza " 1,2
Roma " 35,3
Romagna Marche e Umbria " 55,3
Sardegna " 27,0
Toscana " 85,2
Venezia " 12,7

Il Regno delle due Sicilie aveva due volte più monete di tutti gli altri stati italiani della Penisola uniti assieme.

I dati qui riportati sono stai tratti dal libro di Francesco Saverio Nitti "Scienze delle finanze", ed. Pierro 1903 a pag 292

Queste notizie le ho apprese leggendo libri sul brigantaggio e sull'eccidio dei Savoia nel Sud Italia.
Come vedete non deliro, ma, essendo un'insegnante di lettere, scavo moltissimo nei libri non ufficiali, voglio dire che assetata di sapere tutte quelle notizie taciute dai vincitori,mi vado documentando qua e là.
Sappiate che molte altre notizie sono tenute gelosamente nascoste negli archivi di Stato,non ancora aperti per ipocrisia e per paura della verità.Fidatevi.

Poi vi posterò anche alcuni dati sui censimenti dell'epoca, riguardanti l'occupazione e la popolazione povera.

Un'ultima cosa,se riflettete, capirete perché lo Stato sabaudo non era ricco: aveva sostenuto molte guerre e, quando c'è una conflitto,le prime a soffrirne sono le casse dello Stato.Il Regno delle due Sicilie, invece,non era interessato a combattere con l'Austria o con la Spagna o con chi altri.
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aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 05-08-2004 14:21  
Il dibattito su questo argomento è estremamente interessante, ho scoperto cose, scritte da Ginestra, che non sapevo.
Davvero interessante.

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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-08-2004 14:29  
Lo stato del Sud era il più ricco perchè c'erano più monete??? E se erano tutte da un centesimo? Che razza di statistica è?
Questa statistica sulle monete può essere interpretata anche al contrario tra l'altro. Se in uno stato c'è una forte inflazione è ovvio che serviranno sempre più monete per comperare qualsiasi bene. Qualcuno potrebbe dire che basterebbe coniarne di importo più grande... ma non credo che il sistema bqancario del 1800 riuscisse a rastrellare efficientemente le vecchie monete per sostituirle con le nuove. Quindi anche così si può spiegare l'enorme quantità di monete circolanti.


Uno stato ricco e prospero non si fa abbattere da 1000 uomini! Per quanto enormemente motivati questi mille siano.

Se hai dati più significativi (disoccupazione, povertà ricchezza della gente, inflazione, innovazione tecnologica, sviluppo delle industrie, delle strade e delle ferrovie prima della caduta) ne possiamo riparlare!

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Fatti! Non Pugnette!

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 06-08-2004 alle 13:42 ]

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 05-08-2004 14:36  
Allora fai finta di non capire, ti è stato già detto che i Mille, per quanto valorosi(e te lo dice una che è innamorata di Garibaldi), furono aiutati dalla Massoneria inglese e molti ufficiali borbonici si fecero corrompere da mire di possedimenti di terre e da titoli militari che l'esercito savoiardo gli offriva.
In quanto al fatto che vuoi credere o non credere, poco importa,d'altra parte è dura ricredersi su una cosa nella quale abbiamo creduto per anni.
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ipergiorg

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 10143
Da: CARBONERA (TV)
Inviato: 05-08-2004 16:50  
Scusa Ginestra ma a 140 anni di distanza che prove sono rimaste di un interessamento della massoneria inglese?

Comunque titolo del topic come al solito moderato... mi ricorda quel film in cui totò fa il capostazione "Destinazione Piovarolo" credo. Nel film Totò cerca di convincere un garibaldino a testimoniare che Garibaldi disse a Bixio "Qui o si fa l'italia socialista o si muore". Totò cercava un trasferimento in una stazione più importante... a te cosa danno Mariano?
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mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2283
Da: san remo (IM)
Inviato: 05-08-2004 18:47  
quote:
In data 2004-08-05 16:50, ipergiorg scrive:
Scusa Ginestra ma a 140 anni di distanza che prove sono rimaste di un interessamento della massoneria inglese?

Comunque titolo del topic come al solito moderato... mi ricorda quel film in cui totò fa il capostazione "Destinazione Piovarolo" credo. Nel film Totò cerca di convincere un garibaldino a testimoniare che Garibaldi disse a Bixio "Qui o si fa l'italia socialista o si muore". Totò cercava un trasferimento in una stazione più importante... a te cosa danno Mariano?



dico che sei il solito idiota.
come al solito ti attieni al titolo senza leggere ciò che esso interpreta (troppo lungo, eh?).
i garibaldini erano un organico di sinistra, e questo tutti, ma proprio tutti, lo sanno.
ovviamente x intermediare con la tua mente bacata ti ricordo che stiamo parlando della seconda metà del XIX secolo e di un moto, il risorgimento italiano, appunto, che intendeva la cosiddetta "sinistra" decisamente differente da quella che tu ritieni tale (che cmq, paradossalmente, è pure antitetica da quella reale e odierna!: tu sei rimasto a Stalin..)

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 05-08-2004 20:31  
Ho capito che volevi introdurre il discorso sul partito d'azione e sulla sinistra, però se hai pazienza ci arriveremo,a parte qualche interferenza.
Un'altra cosa, ti sei limitato a raccontare quella eroica impresa e basta, inizia tu a parlare anche della "sinistra", ci aggangeremo meglio all'argomento.A volte, butti le cose lì, a mo di esca per vedere le reazioni.......
Da me non puoi aspettarti che reazioni positive, ho sempre ammirato i rivoluzionari del Risorgimento, ho sempre odiato i "moderati" come Cavour, spiriti prudenti ma schiavi dei loro paraocchi.
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mariano

Reg.: 01 Nov 2003
Messaggi: 2283
Da: san remo (IM)
Inviato: 05-08-2004 20:39  
quote:
In data 2004-08-05 20:31, ginestra scrive:
Ho capito che volevi introdurre il discorso sul partito d'azione e sulla sinistra, però se hai pazienza ci arriveremo,a parte qualche interferenza.
Un'altra cosa, ti sei limitato a raccontare quella eroica impresa e basta, inizia tu a parlare anche della "sinistra", ci aggangeremo meglio all'argomento.A volte, butti le cose lì, a mo di esca per vedere le reazioni.......
Da me non puoi aspettarti che reazioni positive, ho sempre ammirato i rivoluzionari del Risorgimento, ho sempre odiato i "moderati" come Cavour, spiriti prudenti ma schiavi dei loro paraocchi.



butto le cose a mo' di esca???
ma se nessuno fa dei topic lunghi come i miei e mi dai pure dell'oleografico!!!
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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 05-08-2004 20:41  
Ti stai allargando perché non c'è Quilty, mi pare che in quanto a prolissità lui ti tiene testa!
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