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La destra vuole cambiare la Costituzione |
gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-03-2005 09:32 |
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quote: In data 2005-03-24 02:02, pietro2004 scrive:
quote: In data 2005-03-23 23:36, gatsby scrive:
quote: In data 2005-03-22 16:37, Quilty scrive:
Ma è giusto che tali riforme siano approvate solo da una parte?
Secondo me non lo è affatto e questa è la dimostrazione dello scarso livello di democrazia di questa destra.
Si fanno la loro Costituzione e tirano dritto.
Complimenti.
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Scusa ma per approvarle hanno violato la Costituzione? Non capisco davvero.Sono la maggioranza e hanno i numeri (datigli dalla gente) per fare anche questo.
Non farlo sarebbe antidemocratico.
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la Costituzione, caro Ga, fa parte del partimonio di tutti. Nel modificarla non violano alcuna legge scritta.
Ma minano il Paese. Perché potrebbero anche nominare un presidente della Repubblica fazioso e di parte, quando fino ad oggi i nomi sono stati scelti consultando la minoranza e cercando un nome di comune accordo. Con questi signori questa cosa non avverrà.
E questo è antidemocratico.
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Io mi ricordo anche di un Presidente, Scalfaro, che si rivelò non proprio imparziale. Con l'avvento del bipolarismo sarà sempre più diffciile trovare uomini che non abbiano veri legami con nessuna coalizione.
Qui c'è un paradosso di pensioer. mi sembra che si faccia di tutto per impedire che chi governe possa governare. Capisco ancora i tanti timori reconditi, ma se guardate nel resto d'europa vi accorgerete che c'è molta più fiducia e libertà.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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pietro2004
Reg.: 28 Mag 2004 Messaggi: 1909 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-03-2005 11:01 |
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quote: In data 2005-03-24 09:32, gatsby scrive:
quote: In data 2005-03-24 02:02, pietro2004 scrive:
quote: In data 2005-03-23 23:36, gatsby scrive:
quote: In data 2005-03-22 16:37, Quilty scrive:
Ma è giusto che tali riforme siano approvate solo da una parte?
Secondo me non lo è affatto e questa è la dimostrazione dello scarso livello di democrazia di questa destra.
Si fanno la loro Costituzione e tirano dritto.
Complimenti.
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Scusa ma per approvarle hanno violato la Costituzione? Non capisco davvero.Sono la maggioranza e hanno i numeri (datigli dalla gente) per fare anche questo.
Non farlo sarebbe antidemocratico.
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la Costituzione, caro Ga, fa parte del partimonio di tutti. Nel modificarla non violano alcuna legge scritta.
Ma minano il Paese. Perché potrebbero anche nominare un presidente della Repubblica fazioso e di parte, quando fino ad oggi i nomi sono stati scelti consultando la minoranza e cercando un nome di comune accordo. Con questi signori questa cosa non avverrà.
E questo è antidemocratico.
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Io mi ricordo anche di un Presidente, Scalfaro, che si rivelò non proprio imparziale. Con l'avvento del bipolarismo sarà sempre più diffciile trovare uomini che non abbiano veri legami con nessuna coalizione.
Qui c'è un paradosso di pensioer. mi sembra che si faccia di tutto per impedire che chi governe possa governare. Capisco ancora i tanti timori reconditi, ma se guardate nel resto d'europa vi accorgerete che c'è molta più fiducia e libertà.
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Non occorre che i presidenti scelti non abbiano legami con la coalizione. Come si farebbe, altrimenti? Guarda Casini, era leader di un partito di governo, ma si sta comportando bene nel ruolo super partes. Non così Pera..
Guardando l'Europa non ci sono casi eclatanti come l'Italia.
Non ci sono partiti xenofobi al governo, che minacciano secessioni, non ci sono presidenti del consiglio con conflitti d'interesse grandi come una casa, con inchieste che spuntano da tutte le parti. Non ci sono Paesi dove le tv sono in mano a due società sole (RAI e Mediaset).
Ecco perché c'è un reale pericolo. |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-03-2005 12:39 |
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Bene, ci sarà un bel referendum confermativo senza quorum come quello del 2001.
Nel frattempo mi andrò a documentare sulle modifiche che si vogliono apportare, e vi consiglio di farlo anche voi perchè poi su questi punti ritorneremo quando saremo chiamati alle urne.
Comunque ogni paese ha una realtà politica a se stante: non si può paragonare l'Italia ,che ha una ventina di partiti da sempre con la Francia o la Germania o la Spagna che ne hanno molti di meno.
In Italia all'interno della stessa coalizione c'è tutto e il contrario di tutto. Nei paesi europei citati le formazioni politiche sono molto più omogenee.
Qui si sta cercando di far passare un sistema bipolare per un sistema bipartitico.
Una delle riforme è che il presidente del Consiglio non può più essere sfiduciato dall'opposizione, ma solo dalla maggioranza e su una proposta costruttiva(la cosiddetta mozione di sfiducia costruttiva). In questo modo il governo dura in carica tutti i suoi 5 anni e nessuno pùò buttarlo giù.
Alcuni potranno pensare: ma è fantastico, non avremo più crisi di governo al buio e ogni legislatura durerà per il suo effettivo periodo di tempo,cioè 5 anni.
Ma guardiamo meglio: la realtà è che in Italia una maggioranza non è composta da un solo partito ,come negli Stati Uniti o in Gran Bretagna o in Spagna , o da due partiti al massimo come in Germania .
La situazione italiana è frammentata , nessun partito ottiene più del 25% 30% dei consensi. impedire la sfiducia al presidente del consiglio potrebbe significare che una maggioranza che va in crisi a metà mandato deve per forza andare avanti e protrarre l'agonia per anni e anni.
Questo sarebbe veramente un danno per il paese, molto più che quello di recarsi a votare ogni 2 anni per il rinnovo del Parlamento.
Se Rifondazione Comunista decide di togliere la fiducia Prodi (come nel 97 o 98 non ricordo) succede che queste coalizioni che diventano incompatibili si devono poi sopportare fino alla fine. Se la Lega Nord decide di togliere la fiducia a Berlusconi (come avvenne nel 94 dopo soli 7 mesi)succede che queste coalizioni ,ben lungi dall'essere omogenee, rischiano di portare alla paralisi politica perchè quando si trovano in disaccordo totale sono costrette ad andare avanti per forza,essendo stata abolita la possibilità di sfiduciare la maggioranza e mandarla a casa.
Questa è una delle riforme proposte dalla destra, ma a mio avviso non si tiene conto della realtà italiana,dove c'è il bipolarismo ma non il bipartitismo. |
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millio
Reg.: 06 Gen 2005 Messaggi: 2394 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 24-03-2005 12:41 |
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La mia opinione, non so se sia giusta o sbagliata, è che ci sono fonti normative la cui modificazione è più urgente.
Abbiamo uno codice penale del 1930, non più adeguato ai cambiamenti della società, un codice di procedura penale recente ma che non piace a nessuno, un codice di procedura civile che ha più di sessant'anni.
Ecco, io credo che una urgente riforma sia necessaria per questi testi più che per la Costituzione.
Poi naturalmente l'attuale centro-destra è maggioranza nel paese e ha i numeri per portare avanti questa riforma.
E chi non si identifica in questa maggioranza credo debba riflettere, prima di bocciare completamente tutte le proposte.
Ho già espresso le mie perplessità sulla modificazione del bicameralismo perfetto; le leggi sono state sempre approvate anche con due rami del parlamento, non credo che con un'unica camera gli accordi sottobanco etc. vengano meno. Continuo a pensare che con due camere le leggi seguano un percorso più completo e i cittadini siano maggiormente garantiti.
Sulla figura del presidente della repubblica, ormai stiamo andando sempre più verso Stati Uniti e Gran Bretagna, dove c'è un presidente con pieni poteri e non c'è alcun presidente della Repubblica. Io invece ritengo migliore una situazione alla francese, dove i poteri del presidente della repubblica non sono inferiori rispetto a quelli del Premier; magari quella è una situazione eccessiva, ma io andrei più da quella parte che dall'altra.
In ogni caso va bene un'elezione diretta del Presidente del Consiglio.
Sulla Devolution son contrario, non mi è mai piaciuto il federalismo, son sempre stato su posizioni centraliste, sopratutto in queste materie. Non sono assolutamente d'accordo ad esempio che ogni regione abbia il potere di stabilire i programmi scolastici.
Io penso che ne venga fuori un miscuglio e basta.
Una cosa buona della riforma è il fatto che il referendum confermativo sarà sempre possibile, anche quando il testo di riforma costituzionale venga approvato con amplissime maggioranze.
Questo aspetto invece lo considero positivo : (da cittadinolex.kataweb.it) Se il premier decide di sciogliere la Camera, i deputati della maggioranza possono reagire presentando una mozione di sfiducia che deve indicare anche il nome del nuovo premier. Per salvarsi dalla sfiducia, il premier non potrà contare sul voto delle opposizioni: se si verificasse un caso del genere sarebbe costretto ugualmente alle dimissioni. Dunque sono impossibili i ''ribaltonì', cioè i cambi di maggioranza durante la legislatura.
Il maggior numero di giudici costituzionali nominati dal parlamento rischia di portare un'eccessiva politicizzazione della Corte, per questo son contrario.
Per concludere, purtroppo mi trovo contrario ai punti più importanti della riforma per poter votare si a un eventuale referendum confermativo (Devolution, premier forte con perdita di poteri del P.d.R. e perdita del bicameralismo perfetto), però sarei prontissimo a sostenere altri aspetti della riforma (diminuzione numero parlamentari, estensione possibilità referendum confermativo, norma antiribaltone e elezione diretta del premier).
[ Questo messaggio è stato modificato da: millio il 24-03-2005 alle 12:42 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: millio il 24-03-2005 alle 12:44 ] |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-03-2005 13:24 |
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quote: In data 2005-03-23 23:35, gatsby scrive:
- L'aumento dei giudici della Corte Costituzionale nominati dal parlamento (da 5 a 7) su un totale che rimane comunque di 15.
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Non cambierà molto. L'importante è che li eleggano.
[/quote]
Scusa ma su questo punto non si può essere così superficiali.
Si parla tanto di indipendenza della magistratura, si fanno battaglie perchè i giudici non possano fare politica, che abbiano carriere separate, e poi cosa succede?
Succede che le stesse persone che non vogliono che i magistrati si intromettano in politica sono favorevoli all'intromissione sempre maggiore della politica nella magistratura.
La situazione attuale è (qualcuno mi corregga) che dei 15 membri della Corte, 5 vengono eletti dal Parlamento, 5 dal capo dello Stato e 5 dai magistrati.
Con le modifiche diventano rispettivamente 7,4 e 4.
Mi sembra un'assurda politicizzazione,uno squilibrio dei poteri senza senso alcuno se non quello di poter controllare meglio l'operato dei giudici(e questo può avvenire sotto qualsiasi governo).
Come si può essere favorevoli su questo punto?Con quali argomentazioni?
[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 24-03-2005 alle 13:26 ] |
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gatsby
Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-03-2005 13:44 |
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Hai ragione, non sono favorevole neanche io.
Però...
I giudici eletti sono da sempre legati a correnti politiche interne alla magistratura che li fa eleggere quando si candidano alla Corte. In questo "nuovo" modo chi li elegge quantomeno è chi è stato eletto prima dai cittadini. Una delega da parte di delegati.
Anche io, ripeto, non avrei toccato questo punto, non vedendoci vera necessità, nè così come impostata veri cambiamenti in positivo, però a livello di intensità di gravità siamo davvero bassi.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-03-2005 14:08 |
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Oggi sul Giorno Nazione Carlino (non certo di sinistra)leggo:
La devolution penalizza i più deboli
Il ridisegno della Costituzione repubblicana è passato ieri al Senato. La riconferma , in seconda lettura, sembra scontata. Meno scontato è l'esito del referendum popolare necessario per l'entrata in vigore del nuovo testo, approvato a maggioranza semplice dalle due Camere. ......
.... la devolution incide su aspetti primari della vita dei cittadini. Il trasferimento totale alle regioni delle competenze legislative in materia di sanità e istruzione ne sono i due esempi più significativi.
La "regionalizzazione" delle competenze sanitarie e dell'istruzione rischia di produrre effetti negativi, di molto superiore ai benefici che è lecito attendersi. Essa non implica autonomamente un migliore funzionamento dei servizi. Al contrario, è plausibile ipotizzare che si affievoliscano enormemente le forme di tutela per i ceti meno abbienti e per i gruppi sociali più deboli.
Se, come prevede il nuovo disegno costituzionale, si lega i maniera più diretta al prelievo fiscale l'ammontare delle risorse delle quali ogni regione dispone, si finisce fatalmente per incrinare i meccanismi perequativi che sono alla base del sistema sanitario nazionale.
Le regioni più ricche disporranno di più soldi, quelle più povere dovranno arrangiarsi. Ciò rischia di accentuare le distanze tra le diverse parti del paese e di provocare lacerazioni profonde. Ragionamento analogo si può fare a proposito della disarticolazione dell'organizzazione ,su base nazionale, del sistema scolastico.
Le istanze autonomistiche hanno radici antiche e nobili. Fanno parte della nostra storia nazionale:come tali sono state sempre feconde e hanno fatto spesso da argine alle tendenze centralistiche. Ma è innegabile che le spinte a dare alle collettività locali maggior voce nelle decisioni che riguardano le singole parti del paese non erano mai state pensate nella logica della divisione e della contrapposizione ,bensì in quella del federalismo solidale. Se lo scenario si ribalta, le incognite si fanno preoccupanti.
Stefano Sepe.
24 marzo 2005 |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-03-2005 14:10 |
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E' il trionfo della Lega Nord: noi abbiamo più soldi e ce li vogliamo tenere; voi poveri del sud potete arrangiarvi con quello che avete. Addio Stato Sociale e solidale.
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ipergiorg
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 24-03-2005 14:28 |
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quote: In data 2005-03-24 14:10, Quilty scrive:
E' il trionfo della Lega Nord: noi abbiamo più soldi e ce li vogliamo tenere; voi poveri del sud potete arrangiarvi con quello che avete. Addio Stato Sociale e solidale.
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e forse addio anche a sprechi e ruberie. Se si è arrivati a questo punto è anche perchè gran parte dei soldi per il sud (sganciati da quelli del NORD) sono stati rubati e buona parte dei restanti spesi alla cazzo di cane. Ti meraviglia forse che al Nord si sia un po' stufi?
_________________ Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis. |
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ipergiorg
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 24-03-2005 14:31 |
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quote: In data 2005-03-24 13:24, Quilty scrive:
Scusa ma su questo punto non si può essere così superficiali.
Si parla tanto di indipendenza della magistratura, si fanno battaglie perchè i giudici non possano fare politica, che abbiano carriere separate, e poi cosa succede?
Succede che le stesse persone che non vogliono che i magistrati si intromettano in politica sono favorevoli all'intromissione sempre maggiore della politica nella magistratura.
La situazione attuale è (qualcuno mi corregga) che dei 15 membri della Corte, 5 vengono eletti dal Parlamento, 5 dal capo dello Stato e 5 dai magistrati.
Con le modifiche diventano rispettivamente 7,4 e 4.
Mi sembra un'assurda politicizzazione,uno squilibrio dei poteri senza senso alcuno se non quello di poter controllare meglio l'operato dei giudici(e questo può avvenire sotto qualsiasi governo).
Come si può essere favorevoli su questo punto?Con quali argomentazioni?
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Come ha detto Gatsby non mi sembra così tragico che una parte della magistratura venga eletta dai cittadini (per quanto ancora indirettamente). E poi non capisco perchè una sola persona, il presidente della repubblica (tra l'altro eletto magari in un'altra legislatura), debba avere ora la stessa capacità di nomina dell'intera assemblea del Parlamento
_________________
Stanco della Realtà? Leggi L'Unità!
[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 24-03-2005 alle 14:38 ] |
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millio
Reg.: 06 Gen 2005 Messaggi: 2394 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 24-03-2005 14:51 |
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Ho letto solo pochi minuti fa su un giornale locale che questa riforma inciderà molto anche sui finanziamenti per le regioni. Alla Sardegna prima venivano dati dallo Stato circa 2500 euro pro capite all'anno, che passeranno con questa riforma a 600 euro.
Oltre noi saranno profondamente colpite Basilicata e Calabria. Regioni del sud e regioni con molti problemi.
Questo comporterà tagli pesanti a livello regionale.
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pietro2004
Reg.: 28 Mag 2004 Messaggi: 1909 Da: Roma (RM)
| Inviato: 24-03-2005 17:00 |
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quote: In data 2005-03-24 09:18, ipergiorg scrive:
Infatti Scalfaro non era fazioso vero??
Poi concordo con Gatsby: non credo sia indispensabile avere un Presidente Garante della minoranza. Per esempio in Francia non è così e non ho mai sentito parlare di dittatura.
E onestamente a cercare troppo il dialogo si rischia la totale paralisi, che è poi fare il gioco dell'opposizione. Senza il federealismo questo governo nel 2006 non avrebbe alcuna speranza perchè la Lega o perde un sacco di voti o fa un casino della madonna come nel 1996.
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Il presidente è garante di tutti e non rappresentante di una maggioranza.
Cercare il dialogo si rischia una paralisi?
Ah ah ah.. questa è buona.
In Francia c'è una repubblica presidenziale, con meccanismi completamente differenti ai nostri e con altri sistemi di garanzia democratica, non è un esempio calzante.
E comunque Chirac, che ha un processo che lo attende al termine del mandato, non si è impadronito delle frequenze tv, case editrici e cinematografiche.
NOI siamo un caso da terzo mondo, compreso quanto sta avvenendo in parlamento. |
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ipergiorg
Reg.: 08 Giu 2004 Messaggi: 10143 Da: CARBONERA (TV)
| Inviato: 24-03-2005 17:07 |
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Mi pare che su alcuni punti della riforma ci sia il classico tema della sinistra: tutto ciò che fa Berlusconi fa schifo a prescindere
Da Il foglio
Dov’è lo scandalo della riforma costituzionale approvata in Senato dalla maggioranza? L’opposizione grida alla tirannide ma i poteri del premier sono più deboli di quelli previsti dalla sinistra in Bicamerale
La domanda da porsi di fronte al testo di riforma costituzionale approvato ieri dal Senato, con i voti della sola maggioranza, è se il centro e le sinistre guidati da Romano Prodi abbiano il diritto di gridare alla dittatura del premier e allo stravolgimento delle garanzie democratiche.
...
La sfiducia costruttiva rappresenta un contrappeso al potere di scioglimento della Camera da parte del premier. Perché offre ai deputati della maggioranza la possibilità di presentare una mozione di sfiducia (sottoscritta almeno dalla maggioranza dei componenti la Camera) in cui va indicato il nome del nuovo premier (che entro cinque giorni deve poi ottenere la fiducia della Camera sul suo programma). Lo ha notato perfino Mario Pirani ieri su Repubblica: “In una coalizione con ali estreme riottose, se una di queste vuol far saltare il banco, le basta votare anche da sola la sfiducia per ottenere lo scioglimento del Parlamento”.
Cosa disse Salvi nel 1997
E c’è dell’altro. Tanto la prima soluzione uscita da Palazzo Madama, quanto e a maggior ragione quella poi addomesticata di cui oggi si discute con tanta foga, possono essere scambiate per il prodotto edulcorato della fallita Commissione bicamerale di cui recepivano e recepiscono ampiamente alcune proposte avanzate dal centrosinistra. A cominciare da primo bersaglio grosso su cui l’opposizione si sta esercitando in queste ore, e cioè il potere di scioglimento parlamentare affidato al premier. E’ senz’altro interessante, allora, sfogliare i verbali della Bicamerale del 1997. E scoprire, anzi riscoprire sulla materia oggi incandescente le ammissioni della più serena sinistra di allora: “In Italia non abbiamo normato in Costituzione il potere di scioglimento. Non credo si possa ritenere che in tutto il resto del mondo dove questi meccanismi sono previsti ci sia una situazione di anomalia politica, istituzionale, costituzionale e democratica”, ammetteva il relatore di sinistra Cesare Salvi nelle sedute 28 e 29 del maggio 1997.
Con le ammissioni spassionate arrivarono le proposte per uscire dal vuoto normativo, ancora per bocca del relatore Salvi: “Come prevede il primo comma dell’art. 3, il primo ministro, sentito il Consiglio dei ministri, ma sotto la sua esclusiva responsabilità può sciogliere il Parlamento. A fronte della richiesta, e una volta acquisito il parere del Consiglio dei ministri, il decreto di scioglimento è un atto dovuto. Ricordavo all’inizio che si tratta di una soluzione che non credo debba suscitare eccessivi dubbi e preoccupazioni dal punto di vista della tenuta democratica del sistema. Mi limiterò ad osservare – diceva sempre Salvi – che quando qualcuno scioglie il Parlamento, non è che poi assume i pieni poteri e rinchiude i parlamentari in uno stadio di calcio: la parola viene data al popolo sovrano, e potrebbe verificarsi che, se la scelta non è ben calibrata, quello stesso popolo sovrano si formi anche un’idea ed esprima un giudizio sulla scelta stessa dello scioglimento e voti di conseguenza”.
L’argomentazione trovò quindi formulazione compiuta: “Il Primo ministro, sentito il Consiglio dei ministri, sotto la sua esclusiva responsabilità, può chiedere lo scioglimento del Parlamento, che sarà decretato dal Presidente della Repubblica”. Il decreto di scioglimento fissa la data delle elezioni” (art. 3 comma 1 del testo Salvi). In tale quadro, coloro che adesso lamentano un declassamento dei poteri presidenziali, dovrebbero ricordare che sin dal gennaio 1996 Franco Bassanini, Cesare Salvi, Domenico Fisichella e Giuliano Urbani immaginavano in una bozza chiaroveggente una riforma delle istituzioni secondo la quale “al Presidente della Repubblica, privato delle funzioni di responsabilità che comportano una ingerenza nella formazione dei governi e nella soluzione delle crisi di governo (scioglimento del Parlamento), potrebbero essere attribuiti significativi poteri di garanzia”.
Quanto all’impianto generale del premierato, per comprendere le oscillazioni della sinistra si può addirittura ripartire dalla tesi numero 1 del programma elettorale dell’Ulivo per le elezioni politiche del 1996. Dov’era scritto: “Appare opportuna nel nostro paese l’adozione di una forma di governo centrata sulla figura del Primo ministro, investito a seguito di voto di fiducia parlamentare in coerenza con gli orientamenti dell’elettorato. A tal fine è da prevedere, sulla scheda elettorale, l’indicazione – a fianco del candidato del collegio uninominale – del partito della coalizione alla quale questi aderisce e del candidato premier da essi designato”. Posizione identica fu poi espressa, nel maggio del 1997, da Cesare Salvi in qualità di relatore alla seduta numero 28 della Commissione bicamerale. Salvi argomentò, citò, propose in modo dotto e asseverativo: “Nel sistema britannico è determinante il congiunto effetto di meccanismi elettorali e istituzionali: formalmente gli elettori in Gran Bretagna eleggono solo il deputato del loro collegio; vorrei chiedere se qualcuno di noi ritiene che vi sia un cittadino di quel paese che non ritenga di aver ‘eletto’ Tony Blair Primo ministro. In realtà il loro voto nasce in modo indiretto ma trasparente, esplicito e chiarissimo, la scelta, l’elezione del primo ministro. Noi siamo andati oltre quella logica, proprio perché sappiamo che nelle condizioni del sistema politico italiano e del sistema costituzionale italiano occorre introdurre elementi ulteriori.
In questa bozza si propone che il nome del primo ministro sia presente nella scheda elettorale accanto al nome del candidato al collegio per l’elezione del Parlamento. Non credo che se si condivide la scelta dell’elezione contestuale tra primo ministro e la maggioranza, ci possono essere meccanismi costituzionali molto diversi da questi”. E’ ciò che l’attuale maggioranza ha realizzato otto anni dopo, se possibile accontentando anche le richieste di Armando Cossutta, presidente dei Comunisti italiani. Cossutta vede oggi nella riforma il “prodromo di una dittatura” ma nel maggio ’97, sempre in Bicamerale, si esprimeva così: “Sono favorevole al fatto – e lo considero molto significativo – che da ogni partito o da ogni raggruppamento che si presenta alle elezioni venga indicato agli elettori il nome del premier che si intende sostenere in caso di vittoria di quel partito o dello schieramento di cui quel partito fa parte. Ritengo persino utile che si indichi il nome di questo premier sulla scheda”.
_________________ Spock: We must acknowledge once and for all that the purpose of diplomacy is to prolong a crisis. |
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greenday2
Reg.: 02 Lug 2004 Messaggi: 1074 Da: reggio emilia (RE)
| Inviato: 24-03-2005 17:09 |
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quote: In data 2005-03-24 11:01, pietro2004 scrive:
quote: In data 2005-03-24 09:32, gatsby scrive:
quote: In data 2005-03-24 02:02, pietro2004 scrive:
quote: In data 2005-03-23 23:36, gatsby scrive:
quote: In data 2005-03-22 16:37, Quilty scrive:
Ma è giusto che tali riforme siano approvate solo da una parte?
Secondo me non lo è affatto e questa è la dimostrazione dello scarso livello di democrazia di questa destra.
Si fanno la loro Costituzione e tirano dritto.
Complimenti.
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Scusa ma per approvarle hanno violato la Costituzione? Non capisco davvero.Sono la maggioranza e hanno i numeri (datigli dalla gente) per fare anche questo.
Non farlo sarebbe antidemocratico.
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la Costituzione, caro Ga, fa parte del partimonio di tutti. Nel modificarla non violano alcuna legge scritta.
Ma minano il Paese. Perché potrebbero anche nominare un presidente della Repubblica fazioso e di parte, quando fino ad oggi i nomi sono stati scelti consultando la minoranza e cercando un nome di comune accordo. Con questi signori questa cosa non avverrà.
E questo è antidemocratico.
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Io mi ricordo anche di un Presidente, Scalfaro, che si rivelò non proprio imparziale. Con l'avvento del bipolarismo sarà sempre più diffciile trovare uomini che non abbiano veri legami con nessuna coalizione.
Qui c'è un paradosso di pensioer. mi sembra che si faccia di tutto per impedire che chi governe possa governare. Capisco ancora i tanti timori reconditi, ma se guardate nel resto d'europa vi accorgerete che c'è molta più fiducia e libertà.
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Non occorre che i presidenti scelti non abbiano legami con la coalizione. Come si farebbe, altrimenti? Guarda Casini, era leader di un partito di governo, ma si sta comportando bene nel ruolo super partes. Non così Pera..
Guardando l'Europa non ci sono casi eclatanti come l'Italia.
Non ci sono partiti xenofobi al governo, che minacciano secessioni, non ci sono presidenti del consiglio con conflitti d'interesse grandi come una casa, con inchieste che spuntano da tutte le parti. Non ci sono Paesi dove le tv sono in mano a due società sole (RAI e Mediaset).
Ecco perché c'è un reale pericolo.
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Perchè in Germania non c'è forse il partito neonazista che vuole la secessione della sassonia? |
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Quilty
Reg.: 10 Ott 2001 Messaggi: 7637 Da: milano (MI)
| Inviato: 24-03-2005 17:41 |
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quote: In data 2005-03-24 14:31, ipergiorg scrive:
Come ha detto Gatsby non mi sembra così tragico che una parte della magistratura venga eletta dai cittadini (per quanto ancora indirettamente). E poi non capisco perchè una sola persona, il presidente della repubblica (tra l'altro eletto magari in un'altra legislatura), debba avere ora la stessa capacità di nomina dell'intera assemblea del Parlamento
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Eletta dai partiti,non dai cittadini.
E' la politicizzazione di un organo ,alla faccia di tutti i discorsi - vuoti a questo punto e solo di facciata- sul fatto che i magistrati devono fare solo il loro dovere e non immischiarsi in politica. Ai politici e ai partiti però è concesso controllare i magistrati.
Falsi,ipocriti e reazionari. |
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