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Autore E voi sareste favorevoli in linea di principio all'eutanasia?
Marxetto

Reg.: 21 Ott 2002
Messaggi: 3954
Da: Milano (MI)
Inviato: 28-09-2003 20:37  
Favorevolissimo.
_________________

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sloberi

Reg.: 05 Feb 2003
Messaggi: 15093
Da: San Polo d'Enza (RE)
Inviato: 29-09-2003 00:51  
E' un tema delicatissimo e affrontarlo con un "favorevole o contrario" è troppo riduttivo.
In linea di massima anch'io sono favorevole ma il tutto andrebbe regolamentao in modo iper-minuzioso quasi in modo che la legge diventi in grado di regolamentare la questione caso per caso.

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Jakkma

Reg.: 07 Mag 2003
Messaggi: 1168
Da: Busto Arsizio (VA)
Inviato: 29-09-2003 08:14  
Il problema di argomenti come l'eutanasia è che il rischio che si corre è quello dell'abuso, come nel caso degli annullamenti di matrimoni, tramite la Sacra Rota, sfruttati ampiamente per evitare di versare assegni al coniuge che è finanziariamente più debole. Credo che anche dal punto di vista di un cattolico, l'accanimento terapeutico sia, il più delle volte, una crudeltà. Giusto che esista una regolamentazione, e che ci si faccia sempre un serio esame di coscienza, medici e parenti, prima di staccare la spina.
_________________
La storia è maestra, ma nessuno impara quasi mai niente. -Marco Travaglio-
L'indipendenza è una bella cosa; purtroppo, non ci sono uomini liberi. -Peter Gomez-

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kaladj

Reg.: 24 Giu 2003
Messaggi: 2365
Da: Roma (RM)
Inviato: 29-09-2003 10:42  
Sono favorevole senza limitazioni, sia per decisione dell'interessato e, se invece non è più in grado di prendere una decisione, anche per scelta della famiglia una volta accertato (consultazione col medico) che le sofferenze non sono sopportabili ed inutili.
_________________
Quante gioie Troppo dolore

d

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 30-09-2003 12:40  
Favorevole solo se la decisione viene presa dal malato in stato di piena facoltà delle sue funzioni mentali,oppure in caso di morte cerebrale accuratamente appurata.
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E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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moxfurbona

Reg.: 04 Mar 2003
Messaggi: 1194
Da: lucca (LU)
Inviato: 03-10-2003 23:26  
Anche secondo me è riduttivo dire 'favorevole o contrario' e per Dio se vorrei trovarmi a dover decidere sul serio...
Sono d'accordo anche se la spina la tocca un parente e non un medico è meglio per tutti ,un medico andrebbe contro i suoi principii (guarire ,dare speranze...) mentre un parente che stacca la spina compie un gesto di amore estremo verso il suo caro.
Il punto secondo me è :Ha diritto lo Stato di impedire questo atto d'amore (ad esempio di uno di quei coniugi anziani o di una moglie che invece di aspettare 10 anni di stato vegetativo può cercare di 'andare avanti'...) o di impedire ad un soggetto cosciente di disporre della sua vita?
Secondo me ,in questo caso ,al di là di qualunque idea politica e religiosa (anche se è un paradosso) dovrebbe essere 'No ,lo Stato non ha questo diritto' ,perchè si entra nel campo dei diritti naturali ,cioè antecedenti allo stato stesso.E' inutile costruirci attorno un castello di aricoli e precetetti ,ognuno ha diritto come essere umano a decidere se accettare di 'vivere' da vegetale.Poi è chiaro che chi crede nei miracoli non staccherà nessuna spina ,ma questo non deve togliere il diritto di scelta degli altri.

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pibedeoro

Reg.: 26 Giu 2003
Messaggi: 1866
Da: Carrara (MS)
Inviato: 04-10-2003 09:07  
quote:
In data 2003-10-03 23:26, moxfurbona scrive:
Anche secondo me è riduttivo dire 'favorevole o contrario' e per Dio se vorrei trovarmi a dover decidere sul serio...
Sono d'accordo anche se la spina la tocca un parente e non un medico è meglio per tutti ,un medico andrebbe contro i suoi principii (guarire ,dare speranze...) mentre un parente che stacca la spina compie un gesto di amore estremo verso il suo caro.
Il punto secondo me è :Ha diritto lo Stato di impedire questo atto d'amore (ad esempio di uno di quei coniugi anziani o di una moglie che invece di aspettare 10 anni di stato vegetativo può cercare di 'andare avanti'...) o di impedire ad un soggetto cosciente di disporre della sua vita?
Secondo me ,in questo caso ,al di là di qualunque idea politica e religiosa (anche se è un paradosso) dovrebbe essere 'No ,lo Stato non ha questo diritto' ,perchè si entra nel campo dei diritti naturali ,cioè antecedenti allo stato stesso.E' inutile costruirci attorno un castello di aricoli e precetetti ,ognuno ha diritto come essere umano a decidere se accettare di 'vivere' da vegetale.Poi è chiaro che chi crede nei miracoli non staccherà nessuna spina ,ma questo non deve togliere il diritto di scelta degli altri.



Ora posso farti una domanda, si parla solo se si è favorevoli o no all'eutanasia e trovi l'appiglio per parlare dello stato, per una voltache non se ne parlava...
Cmq per il resto sono d'accordo con te quasi in tutto, sul malato terminale o sul vegetale non avrei problemi a staccare la spina, ma quante volte i medici magari si sbagliano, a me è capitato pocotempo fa che ad un amico di famiglia fosse statoriscontrato untumore ai polmoni, e dopo neanche un mese non aveva più niente, era solouna brutta bronchite o polmonite ora non ricordo...
_________________
Non può piovere per sempre

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moxfurbona

Reg.: 04 Mar 2003
Messaggi: 1194
Da: lucca (LU)
Inviato: 05-10-2003 01:18  
Scusa Pibe ma secondo me se alcune persone rischiano la galera perchè hanno staccato la spina ad un famigliare lo Stato c'entra e come.Non nei termini di destra o sinistra ma di laico o confessionale.Volevo solo dire che è alla coscienza delle persone che povrette ci si trovano dire :'Staccate'-'Non staccate' ma che nessun governo dovrebbe contraddire i medici quando questi dicono 'Ci dispiace ,ormai non c'è più nulla da fare'.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 05-10-2003 11:12  
Art 32 Costituzione

"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti .
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge . La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana ."



Il fatto è che ogni individuo all’interno del nostro sistema giuridico la tutela dei diritti è valutata sia a livello personale, quindi individualmente, che a livello di collettività.
Ogni danno all’individuo, è di conseguenza un danno all’intera collettività.
La tutela della salute, fa parte di quei diritti; il tentato suicidio è infatti un reato. E così l’eutanasia si configura all’interno di quei danni alla collettività che non possono essere consentiti.
Questo nel nostro sistema, perché da altre parti la tutela dell’integrità fisica ha valore solo individualmente.
Potremmo dire che ognuno è padrone della propria vita, ma siamo effettivamente noi in potere di decidere se togliercela o no?
Effettivamente mica ce la siamo donata noi l’esistenza; noi siamo nati e basta, senza alcuna volontà.

Nonostante tutto io sarei favorevole solo in precise e incontrovertibili condizioni, e solo con l’assenso, anche preventivo, della vittima.
Comunque prima di prendercela con lo Stato, pensate a cosa succederebbe se l’eutanasia fosse consentita qui in Italia. Credo il finimondo.
Ed oltretutto, pensate davvero che la maggior parte dei nostri compatrioti sia d’accordo? Non credo proprio.
Ed in fondo, se la nostra Nazione è dichiaratamente cristiana, esso non dovrebbe confermare che crediamo anche ai miracoli?




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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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pibedeoro

Reg.: 26 Giu 2003
Messaggi: 1866
Da: Carrara (MS)
Inviato: 06-10-2003 17:02  
Bhe sono cristiano ma purtroppo ai miracoli non credo molto e oltretutto non credo che ad ogni malato sia risevato un miracolo...
Sarebbe troppo semplice...
_________________
Non può piovere per sempre

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 03-10-2006 17:37  
Riporto un lucidissimo articolo di Massimo Fini.

"La vicenda di Piergiorgio Welby, che ha scritto al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendo in pratica la "grazia" di poter morire in santa pace, è stata configurata come un caso di eutanasia. Ma in realtà ci troviamo su un terreno del tutto diverso che non coincide con la questione dell'eutanasia anche se ad essa si intreccia perchè molto spesso ne è all'origine e meglio è all'origine dell'emergere del problema eutanasia. Quello sollevato da Welby è infatti un classico caso di "accanimento terapeutico".
Piergiorgio Welby, sessantenne, malato di distrofia muscolare, una patologia degnerativa, ha passato metà della sua esistenza senza poter camminare, un terzo senza poter parlare e negli ultimi mesi non è più in grado di far assolutamente nulla ed è tenuto in vita da un respiratorie artificiale e da un'alimentazione forzata. Ma è perfettamente lucido ed in grado di comunicare la sua volontà.(Segue a pagina 11)


E la sua volontà è che sia staccata la spina di questi macchinari eccezionali, che la malattia faccia il suo corso e lo porti alla morte in modo naturale. Rifiutare quei macchinari è un suo diritto. È fuori discussione infatti che nessuno possa essere sottoposto a cura contro la sua volontà. Un malato di tumore, per esempio, può rifiutare la chemioterapia e anche ogni altro tipo di terapia. È significativo che se lo fa e se la fila dall'ospedale dove i medici lo vorrebbero internare la direzione sanitaria gli faccia firmare un documento in cui dichiara di assumersi la responsabilità di questo suo rifiuto proprio per sollevare i medici dalla propria, di non aver cioè sottoposto il malato a tutte le cure che ritenevano opportune (il "diritto alla cura"). Vuol dire che la decisione ultima spetta al malato, non ai medici che devono sottostare alla sua volontà. Come esiste un "diritto alla cura" esiste anche un diritto, a rifiutarla. Diritto superiore al sommo, perchè la vita non è proprietà del medico ma del malato che si affida - o non si affida - alle sue cure. E anche se si ritenesse, come i cattolici, che la vita non appartiene nè all'uno nè all'altro ma a Dio, sarebbe il medico che vuole mantenere artificialmente in vita il malato, con macchinari eccezionali a violare le leggi naturali (il diritto a una morte naturale) e quindi divine in nome di un laicisssimo e modernissimo obbiettivo dell'allungamento della vita a tutti i costi.
Il caso di Welby è quindi semplice. Ed è del tutto arbitrario che i medici lo mantengano in vita contro la sua volontà, imponendogli cure che egli non vuole, o non vuole più, solo perchè Welby non è in grado fisicamente di ribellarsi loro. Come invece potrebbe fare senza che i medici possano opporsi colui cui è stato diagnosticato un cancro. E' un grave abuso quello dei medici perchè scippano Welby del diritto che nemmeno i cattolici possono contestare, di avere una morte secondo natura.
La questione vera si pone quando il malato, a differenza di Welby, non è in grado di manifestare la sua volontà. Fra un malato che non può manifestare la propria volontà e quella dei medici è ovviamente questa a prevalere. Ecco perchè sarebbe quanto mai opportuna l'approvazione di quella proposta di legge presentata tempo fa dall'onorevole Luigi Manconi sul "testamento biologico".Nel testamento biologico, spiega Manconi "ciascuno di noi può dare disposizioni relative a trattamenti sanitari futuri qualora non sia in grado di intendere e di volere e può indicare un fiduciario che prenda decisioni in sua vece". E fin qui siamo sempre fuori dall'eutanasia ma nel campo dell'accanimento terapeutico, cioé del sacrosanto diritto dell'individuo a rifiutare le cure. L'eutanasia, o "diritto alla bella morte" (il termine fu coniato, pare, da Francesco Bacone) è un'altra cosa. È la pretesa del malato che il medico, o chi per lui, accorci "artificialmente" la sua vita (con un'azione, per esempio un'iniezione letale, o con un'omissione, per esempio negandogli il cibo se è ancora in grado di alimentarsi naturalmente). Siamo qui in una posizione speculare a quella dell'accanimento terapeutico. Come nell'accanimento si allunga artificialmente la vita, sottraendo l'individuo alla sua morte naturale in nome di un altrettanto moderno ed edonistico rifiuto della sofferenza e del dolore.
E su questa possibilità oggi vietata dal codice penale perchè rientra nella fattispecie dell'«omicidio del consenziente» che dovrebbe aprirsi oggi il dibattito. Personalmente e per quanto vale la mia opinione, sono contrario. Oltretutto è evidente, come dice l'attuale presidente della Commissione Sanità del Sonato, Ignazio Martini, che se si impedisse l'accanimento terapeutico anche il problema dell'eutanasia avrebbe un minor rilievo: "Spesso si è costretti a interrogarsi sull'eutanasia perchè non si è fermato prima ciò che si configura come accanimento terapeutico".
Del tutto inaccettabile mi pare invece un molto peloso «omicidio per pietà» senza il consenso del malato o dandolo per scontato in assenza di un "testamento biologico" e di un fiduciario autorizzato a decidere in sua vece. Perchè si aprirebbero le strade dell'abisso. Da qui infatti molto breve è il passo verso quella eutanasia "eugenetica" o economica, di hitleriana memoria, che prevede l'eliminazione degli handicappati allo scopo di migliorare la razza o la soppressione degli invalidi e dei vecchi per alleggerire la società da bocche inutili e costose."

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 03-10-2006 alle 17:38 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 03-10-2006 alle 17:40 ]

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sgamp2003


Reg.: 21 Ago 2004
Messaggi: 11260
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-10-2006 17:47  
Un tempo sarei stata contraria ma una vicenda personale mi ha fatto cambiare completamente idea.

Ora sono favorevolissima.

_________________
tesserò i tuoi capelli come trame di un canto,
conosco le leggi del mondo e te ne farò dono...

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martha72

Reg.: 08 Ago 2005
Messaggi: 6235
Da: san lorenzo isontino (GO)
Inviato: 04-10-2006 18:26  

Favorevole e dato che non godo di buona salute ho già dato disposizioni in tal senso, ossia che mi venga consentito di scegliere una morte dignitosa..

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 04-10-2006 19:01  
Ognuno è padrone del proprio corpo.
Se un malato terminale, ormai senza più speranze, decide in piena facoltà, di voler morire, gli deve essere consentito, ma ci si deve accertare, senza il minimo dubbio, che quella sia la reale volontà della persona malata, in questo senso, il testamento biologico, credo sia la giusta soluzione.
E se il malato terminale è un minore? Penso che se è abbastanza grande da capire cosa gli sta accadendo, la decisione spetti di diritto a lui.Se la persona malata è totalmente incapace di decidere, penso che l'eutanasia vada esclusa.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 29-11-2006 17:00  
Continua la polemica sul caso Welby e la disinformazione dei media.
Anche oggi Repubblica continua a parlare di eutanasia e a pubbliare sondaggi sull' argomento , quando in realtà il caso Welby è solo ACCANIMENTO TERAPEUTICO contro un essere umano che sarebbe morto di morte naturale già da un bel pezzo.
Ma quale eutanasia!
La disinformazione di Repubblica

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