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(S)parlando del cubismo... |
denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 06-03-2003 15:24 |
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Il Cubismo è un movimento pittorico che nacque in Francia il 1907 dopo l’apertura di una vasta retrospettiva di Cèzanne, a un anno dalla sua scomparsa, egli fu determinante nello sviluppo di quella pittura che, proprio per l’evidenza dei suoi volumi, fu detta cubista.
Questo movimento aveva come obiettivo il rinnovamento nel campo delle arti figurative e sorse come reazione alla pittura impressionista che nella ricerca di valori coloristici puri si disinteressava totalmente della plasticità delle cose. Diede un nuovo valore dimensionale all’oggetto e, mentre l’impressionismo traeva ancora origine dalla contemplazione del reale, nella nuova pittura vi fu tutto un ripudio della vecchia logica realistica; nella nuova rappresentazione la semplificazione delle forme di Cèzanne fu portata alle estreme conseguenze. Ma il cubismo fu anche una visione mentale della realtà. Gli artisti vollero rappresentare i soggetti non come l’occhio li vede in realtà, bensì come la mente le pensa, guardandovi dentro raffigurandone i vari aspetti e immaginandone la funzione scomponendo l’immagine. I cubisti abbandonarono l’idea di dipingere le cose come appaiono, si posero l’obiettivo di realizzare un’immagine totale, con una prospettiva libera, non quella che il nostro occhio registra. Dissociando le parti materiali dell’oggetto intendevano suscitare nell’osservatore percezioni tattili, oltre a percezioni visive. Quindi, anziché descrivere in modo fedele il mondo circostante, i pittori cubisti lo scomponevano in piani e forme geometriche elementari e sintetizzavano in un’unica composizione punti di vista diversi, che nella realtà non potrebbero essere adottati simultaneamente.
Il cubismo fu una pittura “difficile”, ripensata, intellettualistica, non più sensazione ed impeto emotivo, quanto lucida costruzione geometrica, vivisezione dell’oggetto guardato nella sua realtà meccanica, in una simultanea e molteplice visione prospettica.
Nell’esperienza visiva di Picasso e Braque, iniziatori del cubismo, entrò un nuovo codice visivo, estraneo alla nostra cultura: il codice dell’arte tribale, dell’Africa nera, attraverso il quale gli artisti ripensarono la figura umana, da loro poi resa incoerente, aguzza, deformata e costituita da forme cilindriche, espressive ma non realistiche con una spiccata semplificazione dei visi e rappresentata da elementi di anatomia fortemente plastici e volumetrici.
Come già detto il nome più noto tra gli artisti cubisti è quello di Pablo Picasso (Malaga 1881 – Mougins 1973). Pittore e scultore spagnolo, ritenuto uno dei massimi artisti del nostro secolo e un maestro dell’incisione. Per tutta la vita continuò a rinnovare il proprio modo di fare arte, anche dominando mezzi espressivi diversi. Figlio di un insegnante di disegno (Josè Ruiz Blasco), mostrò un talento precocissimo, vincendo a quindici anni una borsa di studio che tuttavia non utilizzò per l’Accademia Reale di Madrid. Le sue prime prove, di sapore accademico, a partire dal 1901 sono firmate con il cognome della madre, che da allora egli adottò per tutte le sue opere.
Tra il 1900 e il 1902 Picasso visse nel vivace ambiente artistico e intellettuale di Barcellona e, dopo tre viaggi a Parigi, si stabilì nella capitale francese nel 1904.
Frequentando gli ambienti artistici conobbe Kees van Dongen e Henri Matisse, e la sua opera si avvicinò al post-impressionismo di Paul Gauguin con suggestioni fin-de-siècle che gli venivano da Edgar Degas e Henri de Toulouse-Lautrec. Di quest’ultimo condivideva l’interesse per i soggetti tratti dalle strade e dalla vita notturna, che Picasso rappresentò con immagini dolorose e malinconiche, per qualche anno dominate dal colore blu, da questo prende il nome di Periodo Blu.
Poco dopo il suo arrivo a Parigi Picasso prese alloggio in una casa detta Bateau-Lavoir, dove visse con Fernande Olivier, la “belle Fernande” di tante opere. La sua tavolozza ora prediligeva le sfumature rosa: di qui prese il nome il periodo tra il 1904 e il 1905 (Periodo rosa). I suoi soggetti sono spesso tratti dal circo, come in Famiglia di acrobati (1905, Konstmuseum, Göteborg). Risalgono a questi anni le sue prime prove importanti di incisore, come pure la conoscenza dei poeti Max Jacob e Guillame Apollinaire, dei mercanti d’arte dei quali dipinse importanti ritratti.
Nell’estate del 1906, durante una vacanza in Spagna, Picasso, che già aveva cominciato a interessarsi ai problemi del volume, entrò in una nuova fase segnata dall’influenza della scultura iberica e dell’arte africana. Con Les Demoiselles d’Avignon (1907, Museum of Modern Art, New York), prese l’avvio la sperimenta-zione cubista. Il titolo “les demoiselles d’Avignon” venne molti anni dopo, nel 1925, quando il dipinto fu riprodotto per la prima volta sulla rivista “Révolution surrèaliste“. Diversi studi e disegni precedettero la realizzazione dell’opera. Le forme qui costruite con superfici piane e linee di contorno angolose, spezzate, presentate contemporaneamente da punti di vista diversi, non tengono più conto delle regole che nella pittura governavano i rapporti tra spazio e volumi dal Rinascimento in poi. “Les demoiselles d’Avignon” è una pittura enorme e sbalorditiva, in cui tutta l’arte rinascimentale viene dimenticata, la prospettiva evitata, la stessa figura umana appare scomposta in volumi ed elementi geometrici, al posto dell’equilibrio e dell’armonia si trovano incoerenza e sfaccettata, quasi deformata.
Stimolati dalla grande mostra retrospettiva di Paul Cèzanne, nel 1907, Picasso e Braque dipinsero paesaggi in uno stile descritto dai critici come composto di piccoli cubi: di qui il termine cubismo. Inizialmente i due artisti scomposero e analizzarono le forme giungendo al cosidetto cubismo “analitico”, che rappresenta i soggetti da vari punti di vista contemporaneamente e con immagini monocromatiche, come nel Ritratto di Ambroise Vollard (1910, Museo Puškin, Mosca). Nel 1912, incollando carta e tela e combinandole con zone dipinte, Picasso creò il suo primo collage Natura morta con sedia di paglia (Museo Picasso, Parigi). Questa tecnica, che egli avrebbe praticato tutta la vita, segnò il passaggio al cubismo “sintetico”: nella rappresentazione dell’essenza di un oggetto, il pittore tornò a usare il colore senza più adattarlo necessariamente alle forme. Picasso applicò anche alla scultu-ra il principio dell’autonomia dell’opera d’arte rispetto alle apparenze visive, realizzando una serie di opere con i materiali più disparati, tra le quali Mandolino e clarinetto (1913, Museo Picasso, Parigi), una combinazione di legno, metallo, carta e altri materiali.
Durante la Grande Guerra Picasso andò a Roma, Napoli e Pompei, collaborò con Sergej Diaghlev e disegnò costumi e scenografie per i Ballets Russes. Una delle ballerine diventò la sua prima moglie. Dopo aver esplorato le possibilità del cubismo, Picasso operò un recupero del figurativo dipingendo immagini plastiche, talvolta provenienti dal repertorio classico, in uno stile che è stato definito “neoclassico”. Contemporaneamente creò immagini mostruose e deformate, dalle teste piccole e le pose contorte (Donna in riva al mare, 1930, Museum of Modern Art, New York). Benchè non si sia mai riconosciuto nel movimento surrealista, molte sue opere di questi anni ne mostrano alcune caratteristiche.
La guerra civile spagnola rappresentò per Picasso uno dei momenti più significativi della sua vita. Nel 1935 l’artista aveva terminato la serie della Minotauromachia, tra i suoi capolavori di incisore.
Il 28 aprile 1937, quando questa guerra divampava da quasi un anno, aerei nazisti bombardarono all’improvviso l’antica cittadina di Guernica (Spagna) provocando una strage, anticipatrice di quelle che di li a poco avrebbero sconvolto tante città d’Europa. Fu in effetti il primo bombardamento terroristico, che destò un’eco vastissima di indignazione ispirando a Picasso quello che è forse il suo dipinto più famoso: Guernica, appunto. L’opposizione di Picasso al “franchismo” era nota da tempo. Intanto in quel momento di estrema tensione politica si apriva a Parigi, nel giugno del 1937, una grande Esposizione internazionale dedicata ai temi della pace, del lavoro, del progresso. Vi partecipò anche la Spagna, considerandola un’occasione per invocare la solidarietà delle democrazie di tutto il mondo, per dare la maggior risonanza possibile alla tragedia appena iniziata. A Picasso, la più prestigiosa “bandiera” dell’arte spagnola, era riservata un’intera parete del padiglione nazionale, dove l’artista si proponeva di esporre una composizione che subito dopo il bombardamento nazista decise di dedicare a Guernica. Il dipinto, al quale l’artista prese a lavorare a caldo, sotto la violenta impressione della tragedia, fu preceduto da una fase attivissima di preparazione, che la fotografa Dora Maar, allora compagna di Picasso, fissò in una quantità di riprese e che è del resto testimoniata da un gran numero di schizzi, disegni, dipinti, molti dei quali si possono considerare opere autonome. Nell’opera definitiva, un grande dipinto esteso in lunghezza (misura 3,51x7,82 metri), Picasso rinunciò al colore impiegando solo tonalità di bianchi, neri, grigi, e non rappresentò il bombardamento di Guernica, bensì la violenza della guerra, in una serie di immagini spezzate, violente, drammatiche (il guerriero morto, il toro, il cavallo morente, la donna che fugge dalla casa in fiamme, un'altra con un bambino morto tra le braccia) articolate col rigore di una composizione classica. La violenza universale, di sempre, il cui significato supera il riferimento a Guernica; la stessa che di lì a poco avrebbe sconvolto tutto il mondo. Nel quadro i bianchi, i grigi e i neri hanno l’intensità dei colori più fiammanti, scandiscono uno spazio che è tutto un incastro di forme, spasmodicamente tese in un equilibrio al limite della rottura: l’artista assume su se stesso lo strazio e l’offesa fatta ai fratelli e la eterna in un conto drammatico e glorioso. Ritornando al significato delle immagini sono rappresentative donne che piangono, con lacrime divenute aculei fitti nella carne: donne sedute, stravolte e mostruose, animalesche, dai tratti fisionomici scomposti e furiosamente espressivi: busti di donne irriconoscibili, assemblaggi di forme senza nulla di umano, se non fosse per quegli occhi che guardano e angosciano. Anche le “nature morte” vivono lo stesso clima di inquietudine, la stessa angoscia di morte: teschi nei quali è viva la disperazione di non vedere più, di non divorare. Nelle rappresentazioni degli animali, come la "testa del cavallo" (cavallo che rappresenta il popolo spagnolo distrutto dai bombardamenti) e il “gatto con l’uccello” è sempre la brutalità e la violenza ad imprimere il suo dolore: quasi che tutti gli esseri viventi siano toccati dalla stessa furia distruttrice.
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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Lunatika
 Reg.: 14 Gen 2003 Messaggi: 3310 Da: roma (RM)
| Inviato: 06-03-2003 15:45 |
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Preferisko i quadri Impressionisti
_________________ ‡ .:Dalla terra germoglia una lucciola:. ‡ |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 06-03-2003 15:47 |
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Allora adesso scrivo qualcosa sull'Impressionismo
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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ilaria78
 Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 06-03-2003 21:22 |
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come sei brava
dalla mia ignoranza in materia,posso parlare solo dell'emozione che suscita in me la visione di tali quadri,premetto che la pittura cubista a parte i quadri più famosi di picasso(tipo guernica)non la conosco molto,mi affascina di più la pittura surrealista,magritte ,ernst forse perchè la conosco di più,perchè ho potuto vedere le mostre fatte recentemente a roma,ma questo genere di pittura mi affascina molto di più dell'impressionismo. Teoricamente l'impressionismo è molto bello e poetico,però guardando quei quadri(posso parlare solo di cezanne,che ho visto sempre a roma)non mi emoziono più di tanto,mi piace guardare quadri il cui significato non è chiaro,o comunque va interpretato...mi piace coglierne i significati,chiedendomi se quello che ho intuito io sia proprio quello che i pittori volevano comunicare oppure no,e questo mi risulta più facile con questa nuova pittura del novecento piuttosto che con l'impressionismo.
naturalmente è un parere personale,oltretutto di una che non conosce la materia più di quel poco che si studia a scuola...
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 06-03-2003 22:06 |
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Ilaria ti dirò la verità, io inizialmente gli Impressionisti non li apprezzavo molto.
Esempi? 'Impression, soleil levant' (di Monet), che è il quadro cha ha dato nome al movimento impressionista, non mi è mai piaciuto. Nonostante ora, avendo approfondito un pò tutti i movimenti artistici, mi sia avvicinata anche all'Impressionismo, rimane tra i quadri che meno apprezzo in assoluto (e se tieni conto che tra i più odiati da me stà pure "La Gioconda con i baffi" di Duchamp... opera totalmente dissacrante!!!).
C'è da dire che comunque l'Impressionismo è stato una buona innovazione.
Quando Manet espose "Colazione sull'erba" (nel 1863 se non sbaglio, ma potrei sbagliare benissimo di qualche anno) scoppiò un vero e proprio scandalo!
Mai erano state raffigurate persone vestite da borghesi intente a fare colazione con una ragazza nuda e, addirittura, un'altra semi svestita intenta a lavarsi a poca distanza!
Puoi immaginare per la mentalità del tempo ciò che cosa mai avrebbe potuto significare!
Che poi, questo miscuglio, non era affatto lontano da ciò che succedeva in realtà infatti i visitatori delle mostre d'arte si riconobbero nella rappresentazione e la definirono sconveniente e amorale.
Tecnicamente, inoltre, gli impressionisti, utilizzarono una tecnica piuttosto sommaria, approssimativa, mentre le opere accademiche erano rifinite in ogni dettaglio.
Altra innovazione, ad esempio, è stata la pittura en plain air, i pittori si mettevano all'aria aperta a dipingere per poter cogliere direttamente le variazini della luce e dei colori e segnarle su tela (questa tecnica si sviluppò sia tra gli impressionisti sia tra i macchiaioli, anche loro al culmine artistico verso la metà del XIX secolo).
Si può dire che l'impressionismo non è stato solo una rivoluzione stilistica ma anche una rivoluzione del modo di vedere.
L'attenzione si sposta verso la percezione della luce, l'osservazione dei colori, che venivano rappresentati nelle opere in ogni cambiamento di luce e di stagione (come ad esempio i Covoni di Monet, rappresentati alla fine dell'estate e con l'effetto della neve).
I quadri non erano più disegni colorati ma erano direttamente costruiti con il colore...
Interessante anche il voler rappresentare gli aspetti più spontanei e semplici della vita quotidiana... le ballierine di Degas, le feste di Renoir ('Al moulin de la galette' è un ottimo esempio di rappresentazione cromatica: il gioco di luci ed ombre viene evidenziato sui vestiti colorati e, volendo, si riesce a cogliere l'atmosfera festosa e le diverse luci), la natura di Monet... tutto estremamente vivo...
ora scappo perchè dubliner si agita se non parlo con lei!
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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Lunatika
 Reg.: 14 Gen 2003 Messaggi: 3310 Da: roma (RM)
| Inviato: 06-03-2003 22:36 |
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_________________ ‡ .:Dalla terra germoglia una lucciola:. ‡ |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 06-03-2003 22:43 |
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I baci erano per Dubli che mi ha fermata?
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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Lunatika
 Reg.: 14 Gen 2003 Messaggi: 3310 Da: roma (RM)
| Inviato: 06-03-2003 22:59 |
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ihhiihhi
No veramente erano x te, xkè hai avuto 1 idea ke ho gradito moltissimo
_________________ ‡ .:Dalla terra germoglia una lucciola:. ‡ |
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gatsby
 Reg.: 21 Nov 2002 Messaggi: 15032 Da: Roma (RM)
| Inviato: 06-03-2003 23:13 |
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Credo che il quadro a cui tu fai riferimento e cioè "Impression, soleil levant" non ha grande valore artistico. O almeno non è un quadro a se stante.La copia che infatti oggi possiamo osservare al Musée Marmotton non è altro che una delle tele raffiguranti il medesimo soggetto in momenti diversi della stessa giornata quando la Luce e il movimento delle acque è differente.
Il quadro non è infatti famoso per la propria valenza artistica, quanto per la famosa reazione scatenata dalla visone dello stesso da parte del critico Leroy:
"Impressione,ne ero sicuro.E poi mi dicevo,visto che sono impressionato, deve esserci dell'impressione...e che libertà, che facilità nella resa!La tappezzeria alloastato embrionale è ancora più finita di quella marina"
e che inorgogliendo il piccolo gruppo di espositori del Boulevard des Capucines ne presero la denominazione per il proprio movimento.se dovessi quindi far riferimento alle prime opere degli impressionisti farei riferimento agli schizzi in bianco e nero al Cafè Guerbois fatti da tutti gli impressionisti della prima ora.
Come è stato citato, il cambiamento operato dagli Impressionisti fù prima di tutto nei soggetti.
Le Dejeuner sur l'Herbe e l'Olympia, non essendo infatti ancora opere stilisticamente impressioniste suscutarono scandolo nel mondo artistico dominato all'epoca dalle opere realistiche di Courbet e Daumier.
Bisogna però ricoradare che Manet non si allontanò poi tanto dalla concezione classica che gli era stata insegnata visto che per ambedue le tele aveva ripreso dei soggetti già proposti da Tiziano e Corot.
Era però un periodo di mutazione nel mondo artistico.Gli impressionisti legano infatti la propria storia a quella della letteratura e dei Poeti maledetti.
Lo stesso Baudelaire incoraggiò Manet a continuare a dipingere nonostante le aspre critiche ricevute per l'Olympia.
Lo stile di pittura si allontana così come la letteratura sempre più dai canoni classici.La linea seppur sottile dell'Olympia scompare nel "Bar alle Folies-Bergère".
Ma dopotutto è inutile e restrittivo scrivere della storia di un movimento così impotante. Ognuno di voi può aprire un libro e leggere cose più dettagliate di quelle che ho scritto io.
Quando si vede un quadro non bisogna apprezzarlo per ciò che ha rappresentato, ma per ciò che ci dice a noi personalmente, per le emozioni belle o brutte che ci suscitano.
Quindi cosa altro posso fare oltre che affermare che soffermarmi ad ammirare La regata ad Argenteuil mi fa sognare belle giornate, sole e allegria.
Che i famosi ritratti di massa di Renoir mi fanno immaginare la piacevolezza d'un ballo o l'eleganza dei tempi che furono.
Che Gauguin mi fa fantasticare sulla pace dei sensi e sull'esoticità di posti lontani.
Queste poche e semplici considerazioni posso affermare mentre una moltitudine indescrivibile di emozioni posso provare.
E di queste veramente non posso parlare.
_________________ Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è |
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stilgar
 Reg.: 12 Nov 2001 Messaggi: 4999 Da: castelgiorgio (TR)
| Inviato: 07-03-2003 10:46 |
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Neanch'io sono un intenditore di pittura (ancora meno di cubismo) ma ho avuto la fortuna di vedere quella magnifica opera carica di emozioni e significati che è "Guernica" al museo di arte moderna di Madrid. C'è un' intera stanza dedicata al più famoso lavoro di Picasso in cui sono anche esposte le foto della realizzazione a cui avevi fatto riferimento. Ti consiglio di vederla
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Profundis - L'anima nera della rete |
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ilaria78
 Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 07-03-2003 22:48 |
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grazie grazie per le notizie sull'impressionismo,fra poco inizierò a studiare per un esame su impressionisti e macchiaioli..se mi serve qualche dritta corro da te
_________________ ...quando i morti camminano signori..bisogna smettere di uccidere... |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 07-03-2003 23:11 |
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In effetti qualcosa in comune lo hanno Impressionisti e Macchiaioli... l'esperienza impressionista è maturata quasi contemporaneamente a quella macchiaiola... questo è un punto in comune... il dipingere en plein air per poter cogliere la luce nelle diverse sfumature... Macchiaioli e Impressionisti (ma questi ultimi soprattutto all'inizio) furono quasi totalmente incompresi dai critici d'arte.
Anche i personaggi hanno un punto in comune: sono figure tratte dalla vita quotidiana... per gli impressionisti sono ballerine, canottieri e giovani alle feste... per i macchiaioli... soldati...
Entrambi i movimenti artistici si soffermano poco sui dettagli e lavorano sulla luce e le varie sfumature dei chiaroscuri...
E comunque quasi tutto in ambienti esterni...
Poco conosciuti, i Macchiaioli... peccato
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ilaria78
 Reg.: 09 Dic 2002 Messaggi: 5055 Da: latina (LT)
| Inviato: 08-03-2003 00:02 |
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grazie grazie!!!per questo esame ho anche una visita OBBLIGATORIA alla galleria d'arte nazionale...quindi mi farò una scorpacciata di macchiaioli e impressionisti...
però Cezanne non lo riesco proprio a digerire..con tutti quei ritratti della moglie(?)con quella faccia triste...ma era mica malata???
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 08-03-2003 01:29 |
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quote: In data 2003-03-06 22:06, denisuccia scrive:
(e se tieni conto che tra i più odiati da me stà pure "La Gioconda con i baffi" di Duchamp... opera totalmente dissacrante!!!).
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No e perchè ... quell'opera sfiora il sublime ... adoro Duchamp e Man Ray con l'introduzione dei Ready Made e l'arte non più pensata solo come 'pittura' (inteso il modello pittorico) ma come 'concetto' ha rivoluzionato un intero secolo ... Grazie a dio sono esistiti ...
ah altra opera di incomparabile bellezza avete presente la merda di artista di Manzoni? assolutamente geniale ...
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