| Autore |
La "morte di Dio" |
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:43 |
|
La “morte di Dio” è una delle parti del pensiero di Nietzsche che, assieme al tema del “Superuomo” viene più nota e “volgarizzata”.
Mentre la maggior parte di coloro che hanno avuto il piacere (spero!) di studiare questo filosofo prendono tale dottrina “alla lettera” associando tale espressione ad uno sterile ateismo, in realtà il pensiero di Nietzsche è molto più profondo.
Io non ho assolutamente la conoscenza né l’intelligenza né la presunzione né la pretesa di “spiegare” questa parte della storia del pensiero che ha significato una vera e propria “rivoluzione” culturale; ma mi limiterò a cercare di tracciare alcune linee tematiche per aiutare a comprendere meglio questa dottrina, seguendo il percorso tracciato da Giovanni Fornero in “Protagonisti e Testi della Filosofia” manuale che viene adottato da quasi tutti i professori di liceo.
|
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:44 |
|
Il pensiero di Nietzsche, come si sa, risulta caratterizzato da una radicale messa in discussione della civiltà e della filosofia dell’Occidente, che si traduce in una distruzione programmatica delle certezze del passato. In “Ecce Homo” il filosofo di Röcken esclama: «Conosco la mia sorte. Un giorno sarà legato al mio nome qualcosa di enorme – una crisi, quale mai si era vista sulla terra, la più profonda collisione della coscienza, una decisione evocata contro tutto ciò che finora è stato creduto, preteso, consacrato. Io non sono un uomo, sono dinamite».
Per Nietzsche Dio è sostanzialmente:
1) il simbolo di ogni prospettiva oltremondana e anti-vitale che ponga il senso dell’essere al di là dell’essere, ovvero in un altro mondo contrapposto a questo mondo. Quindi contrastante con la sua ammissione dionisiaca della vita.
2) La più antica delle “bugie vitali”, ovvero la personificazione delle varie certezze metafisiche, morali e religiose elaborate dall’umanità per dare un senso “plausibile” ed un ordine “rassicurante” al caos della vita e del mondo. Infatti di fronte ad una realtà che risulta verificabilmente contraddittoria, disarmonica, crudele e non-provvidenziale, gli uomini, per poter sopravvivere, hanno dovuto convincere se stessi e i loro figli che il mondo è qualcosa di “logico”, di benefico e di provvidenziale. Da ciò il proliferare delle metafisiche e delle religioni.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:44 |
|
La coscienza di vivere in un mondo “sdivinizzato”, in Nietzsche, è così radicata da spingerlo a ritenere superflua ogni contro-dimostrazione della non esistenza di Dio. Per il filosofo è la realtà stessa, cioè l’essenza malefica e caotica del mondo, a confutare l’idea di Dio.
Nella sua opera “La gaia scienza” Nietzsche “drammatizza” il messaggio della “morte di Dio”:
egli racconta di un “uomo folle” che accesa una lanterna di mattina corre al mercato affermando di “cercare Dio”. Sul posto si trovano molte persone non credenti le quali udito l’uomo scoppiano in grasse risate, schernendosi di lui. Allora l’uomo aggiunge che Dio è morto e sono stati gli uomini stessi ad ucciderlo. Ora tutto è un «eterno precipitare nello spazio vuoto» e vi è la necessità «noi stessi di diventare dei». Terminata l’operazione l’uomo dapprima tace, poi getta la lanterna in terra e aggiunge che il suo è un annuncio troppo prematuro.
Tale passo nietzscheano contiene una ricca simbologia filosofica, emergono molti messaggi di pensiero. L’uomo folle sta a raffigurare il filosofo-poeta; con le risate ironiche degli uomini invece si allude all’ateismo ottimistico e superficiale dei filosofi dell’Ottocento; il precipitare nello spazio vuoto rimanda al senso di vertigine e smarrimento che seguono al venir meno delle certezze assolute; la necessità di divenire noi stessi dei è un richiamo al fatto che per “reggere” la morte Dio l’uomo deve farsi superuomo; con il “giungere troppo presto” della notizia Nietzsche vuole affermare che la coscienza della morte di Dio non si è ancora concretizzata in fatto di massa.
Con la “morte di Dio” Nietzsche vuole quindi alludere al venir meno di tutte le certezze assolute che hanno sorretto gli uomini attraverso i millenni. Egli allude certamente al Dio cristiano, ma il suo messaggio ha una portata più generale.
La formula del filosofo è un “trauma” solo in relazione a un uomo-non-ancora-superuomo e che, proprio in virtù di essa, può diventare tale. La morte di Dio coincide infatti con l’atto di nascita del superuomo. Solo chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà e di prendere atto del crollo degli assoluti è ormai maturo per varcare l’abisso che divide l’uomo dall’oltre-uomo. Il superuomo ha dietro di sé, come condizione necessaria del suo essere, la morte di Dio e la vertigine da essa creata, ma ha davanti a sé possibilità di conquista.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:45 |
|
L’ateismo di Nietzsche vuole essere così radicale, che egli non contesta soltanto Dio, ma anche ogni suo ipotetico “sostituto”, ben conscio che gli uomini, abbattute le antiche divinità, tendono inevitabilmente a crearne altre. Esempio lampante a tutto il forum è l’utente sandrix che ha eletto come suo dio personale Tiziano Sclavi. Oppure in Marienbad il cui Dio, dice lei, è Godard. (Sto scherzando eh… anche se c’è del vero in quello che ho detto!
).
Nelle pagine finali di “Così parlò Zarathustra” il filosofo racconta di uomini che si mettono ad adorare un asino, con grande ira del filosofo profeta, il quale constata che il passaggio dall’uomo al superuomo sia lento e difficile. L’asino è il simbolo di ogni sostituto idolatrico di Dio ed allude probabilmente alle varie forme dell’ateismo “positivo” dell’Ottocento nelle quali il vecchio Dio si trova “rimpiazzato” da altrettanti supplenti: lo Stato (Hegel), l’Umanità (Feuerbach), la scienza (i Positivisti), il Socialismo (Marx), che vengono a riempire il vuoto lasciato dalle precedenti strutture metafisiche.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:46 |
|
Dopo la morte di Dio si aprono due possibilità: l’ultimo uomo e il superuomo, l’uno l’opposto dell’altro; Zarathustra insegna il superuomo mostrando l’abiezione dell’ultimo uomo.
Il superuomo (“Übermensch”) è un concetto del quale si serve il filosofo per esprimere il progetto di un tipo di uomo qualificato di una serie di caratteristiche che coincidono con i temi di fondo del suo pensiero. Il superuomo è colui che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca dell’esistenza; capace di dir di sì alla vita; di “reggere” la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute; di far propria la prospettiva dell’Eterno Ritorno; di emanciparsi dalla morale e dal cristianesimo; di porsi come volontà di potenza; di procedere oltre il nichilismo. Il superuomo in quanto tale, non può che stagliarsi nell’orizzonte del futuro.
Infatti come ha evidenziato il filosofo Gianni Vattimo (quello che si è candidato alle scorse elezioni con Rifondazione) nel voler cercare di comprendere la differenza tra l’uomo e il superuomo, si può tradurre con “oltreuomo” l’espressione “Übermensch”, dove il prefisso “über” più che indicare un tipo di uomo “potenziato”, sta a indicare un uomo-oltre-l’uomo, cioè un uomo che si colloca al di là di ogni tipo antropologico dato, un uomo diverso da quello che conosciamo. Un uomo capace di crearsi nuovi valori e di rapportarsi in modo inedito alla realtà.
Nietzsche sottolinea la fedeltà del superuomo alla terra e al corpo, la quale rivendicazione fa tutt’uno con l’accettazione totale della vita che è propria dello spirito dionisiaco.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 26-05-2005 19:46 |
|
Il filosofo nel discorso “Delle tre metamorfosi” descrive la genesi e il senso del superuomo. Ci sono appunto tre passaggi: da spirito a cammello, da cammello a leone, e da leone a fanciullo. Il cammello rappresenta l’uomo che porta i pesi della tradizione e si piega di fronte a Dio e alla morale, all’insegna del “tu devi”. Il leone rappresenta l’uomo che si libera dai fardelli metafisici ed etici, all’insegna dell’”io voglio” e nell’ambito di una libertà ancora negativa: liberà “da”, e non libertà “di”. Il fanciullo rappresenta l’oltreuomo, cioè quella creatura di stampo dionisiaco che, nella sua innocenza sa dir di sì alla vita e inventare se stessa al di là del bene e del male, a guisa di “spirito libero”.
Qualche studioso ha scorto nel superuomo l’incarnazione di una “umanità liberata”, e in Nietzsche una sorta di filosofo progressista. In realtà il superomismo del filosofo di Röcken presenta espliciti connotati antidemocratici e reazionari. Egli auspicava si la “liberazione”, ma tale non è una liberazione che riguarda tutta l’umanità, ma soltanto una parte di essa, ovvero un’èlite di individui superiori. Da ciò la valenza filosoficamente progressista, ma politicamente reazionaria, del concetto nietzscheano.
Nietzsche verrà poi inserito nella lista dei “maestri del sospetto” assieme a Marx e Freud, e molti filosofi a partire da Heidegger fino ad arrivare a Derrida hanno impostato a loro volta il loro pensiero a partire da quello di Nietzsche. E’ per questo che la filosofia nietzscheana rappresenta una linea di demarcazione nel tempo ed una rottura definitiva con il passato.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 26-05-2005 20:09 |
|
alessio, è sempre bello sentire parlare di nietzsche, è sempre bello leggerlo...
dunque la tua è un'iniziativa sicuramente lodevole.
ma non in questo modo!
vorrei capire il perchè di questo trattato che in realtà è un mero collage.
l'abbagnano-fornero l'ho letto e riletto moltissime volte, non solo per esigenze scolastiche (anche perchè il liceo l'ho finito da un pò di anni), e mi sarebbe piaciuto sentire parlare di nietzsche anche sul forum (al di là delle piccole citazioni che spesso si possono leggere) ma non con le stesse parole...
Hai specificato di esserti ispirato a quei testi, ma leggendo ho avuto immediatamente un "dejavù stilistico", anche "lessicale", tanto da riconoscere perfettamente i periodi del "protagonisti e testi...", e anche il loro ordine cronologico...omettendo qualche proposizione qui, qualche periodo là.
lungi da me voler criticare una così lodevole iniziativa, ma la trovo utile al pari del topic di londoner sulla lingua inglese...
avrei preferito leggere ad esempio un percorso bibliografico sul "dio è morto", dalla prima citazione nel quarto libro della gaia scienza, al "così parlò zarathustra" e la narrazione della morte di dio, la successiva aggiunta del quinto libro della gaia scienza tutto (o quasi) sulla morte di dio...(cosa che non è affatto semplice, molto meno che tagliuzzare le proposizioni più significative di un testo ed incollarle in posizione diversa...)
invece trovo piuttosto deprimente una simile riproposizione "statica" si un pensiero danzante...
_________________
Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.
[ Questo messaggio è stato modificato da: 83Alo83 il 26-05-2005 alle 20:12 ] |
|
83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 26-05-2005 20:14 |
|
preciso che ho letto soltanto i primi 3 interventi e da lì ho cominciato a postare il mio messaggio (gli altri li hai postati mentre scrivevo), non ho letto dunque quello che hai scritto dopo e non ho il tempo di farlo adesso perchè devo andare, spero però che tu ne abbia parlato diversamente(da quanto fatto da fornero) in seguito
_________________
Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.
[ Questo messaggio è stato modificato da: 83Alo83 il 26-05-2005 alle 20:15 ] |
|
Marienbad
 Reg.: 17 Set 2004 Messaggi: 15905 Da: Genova (GE)
| Inviato: 26-05-2005 23:37 |
|
Ma ti pare il modo Alo?
Vergognati!
_________________ Inland Empire non l'ho visto e non mi piace |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 27-05-2005 00:49 |
|
Beh già sapevo che ci sarebbero stati interventi in questo senso semplicemente per il fatto che sapevo che molti di voi hanno studiato su Fornero.
Probabilmente ho stuprato Nietzsche, ma l'ho specificato all'inizio del thread: non sono assolutamente in grado di scrivere un saggio di filosofia, nè tantomeno su un filosofo. Thread tipo questi dovrebbero essere aperti da esperti del "settore" tipo Silvia.
Comunque se si apre un dibattito su Nietzsche sarò ben lieto di interveniro esponendo il mio pensiero.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 27-05-2005 01:08 |
|
quote: In data 2005-05-27 00:49, alessio984 scrive:
Probabilmente ho stuprato Nietzsche
|
no,anzi, ne parli bene (ne parla bene fornero), però mi domandavo quale fosse l'utilità di un riassunto in qusti termini...
ovviamente un compendio di filosofia non è facile per nessuno!
_________________ Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini. |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 27-05-2005 01:12 |
|
quote: In data 2005-05-27 01:08, 83Alo83 scrive:
quote: In data 2005-05-27 00:49, alessio984 scrive:
Probabilmente ho stuprato Nietzsche
|
però mi domandavo quale fosse l'utilità di un riassunto in qusti termini...
| [quote]In data 2005-05-26 19:43, alessio984 scrive:
La “morte di Dio” è una delle parti del pensiero di Nietzsche che, assieme al tema del “Superuomo” viene più nota e “volgarizzata”.
Mentre la maggior parte di coloro che hanno avuto il piacere (spero!) di studiare questo filosofo prendono tale dottrina “alla lettera” associando tale espressione ad uno sterile ateismo, in realtà il pensiero di Nietzsche è molto più profondo.
_________________ Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle |
|
Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 27-05-2005 12:55 |
|
in effetti concordo con alo. più che altro, alessio, non ccapisco il senso di questo mini compendio nicciano, al di là che fosse scritto con parole tue o del fornero, questo poco conta.
voglio dire: e chi risponde nel topic cosa dovrebbe fare? esprimere i suoi pareri su nietzsche? o ringraziarti del riassunto?
mi sembra un topic molto vago.
il discorso bibliografico proposto da alo è invece fin troppo complesso, e anche quello sterile, se non da un punto di vista di ricostruzione storica. ma questo più che altro è costretto ad esser tale proprio dalla scrittura stessa del filosofo tedesco, dal suo pensiero, del tutto asistematico, dalla sua biografia, tutti elementi che rendono davvero danzante il suo pensiero. una danza che neitzsche avrebbe amato chiamare dionisiaca. il pensiero della morte di dio non è certo il punto focale nei suoi scritti, anche perchè UN punto focale non esiste. si compie spesso lo sbaglio di ricordare nietzsche come paradigma dell'ateismo, mentre invece la sua filosofia è pregna di religione, pur non assumendo le sembianze di nessuna religione canonica.
è molto più ateo schopenhauer rispetto a nietzsche! altrettano famosi sono i suoi pensieri sul superuomo (che io chiamo oltreuomo, anche se suona peggio) e sull eterno ritorno, quest'ultimo in particolare da sempre oscuro e dibattuto. ma la sua produzione aforistica (al 90% si tratta di aforismi o cmq brevi discorsi o capitoletti)
si presta a questa frantumazione del pensiero, che credo neppure il suo autore avrebbe voluto fosse riscostruito (col rischio poi, come fu in effetti , di esser manipolato). per me è di particolare interesse il rapporto di nietzsche con la cultura greca, dalla tragedia, al quale dedicò un saggio che era destinato a segnare la critica e la storiografia fino ad oggi; fino alla filosofia greca, da lui ampiamente disprezzata, da socrate in poi.
(oh vabbeh mi fermo, sennò vado avanti a valanga)
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
|
alessio984
 Reg.: 10 Mar 2004 Messaggi: 6302 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 27-05-2005 17:30 |
|
Come ho detto nel mio post però molti autori successivi partiranno dalla filosofia di Nietasche per poi arrivare ad alte conclusioni.
Non pensi quindi che il filosofo in questione sia stato il punto di partenza per arrivare alle contemporanee teorie post-moderniste? |
|
Ayrtonit ex "ayrtonit"
 Reg.: 06 Giu 2004 Messaggi: 12883 Da: treviglio (BG)
| Inviato: 27-05-2005 19:08 |
|
quote: In data 2005-05-27 17:30, alessio984 scrive:
Come ho detto nel mio post però molti autori successivi partiranno dalla filosofia di Nietasche per poi arrivare ad alte conclusioni.
Non pensi quindi che il filosofo in questione sia stato il punto di partenza per arrivare alle contemporanee teorie post-moderniste?
|
ma certo, senza dubbio. nietzsche è il padre di tutta la filosofia contemporanea, o meglio di tutta la post filosofia.
ha segnato il punto di rottura con la filosofia occidentale e ha aperto una nuova era.
è stato un grande precursore e se vogliamo un grande veggente, se consideriamo che è morto nel 1900, ed ha anticipato tendenze e messaggi costruiti nel XX secolo.
_________________ "In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH |
|
|