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Poesie scritte di proprio pugno.... |
cabal22
 Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 23-04-2006 12:27 |
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IL COLLARE
Ti stringe ma non soffochi
nessuno te lo mise mai
nessuno te lo potrà mai levare.
Lo posero i tuoi e i miei padri
attorno alle gole dei loro sudditi
un giorno che si riunirono
e dissero: "Insieme siam più forti".
Come fosse un gesto di clemenza,
un rimedio per salvarci tutti.
Da che cosa non è detto sapere.
Sta di fatto che è un dono
che dall'alto discese.
E non ce lo leveremo nemmeno un giorno.
Godi ma non godi veramente.
Vederlo sarebbe già un gran vantaggio.
Toglierlo non è possibile:
solo i pazzi lo fanno.
Gli eremiti o i condannati,
quelli che speranza più non hanno
o quelli che di speranza ne hanno troppa.
Vedi ma non vedi veramente.
Un paraocchi per non disturbarci,
un laccio per farci star sicuri.
La lingua corre e sputa le idee
ma sono idee già domate.
Pensieri su binari già stesi da millenni.
Ai lati stazioni già occupate
alle quali non si può scendere.
Non si può cambiar percorso.
Grandi saluti e sbracciamenti di folla
l'unico scambio di questa ferrovia.
Un treno iperveloce senza fermate
su cui trotta un invisibile controllore.
Ami ma non ami veramente.
Le gioie e i dolori sono già scritti,
incanalati anche quelli da tempo immemore.
Dighe e argini colossali,
eretti da ciclopi umani
incantati e accoppiati con democratiche sirene.
La gola inesorabile stringe
e regola il tuo flusso sanguigno,
a volte in maniera insopportabile,
il collare che alla nascita ti posero
dicendo fra loro che era necessario,
che era in memoria di enormi ciclopi
talmente potenti che non potevano morire
se non soffocati.
Un giorno ti svegli e ti guardi allo specchio
controlli il segno che il giogo ha lasciato sul collo.
E ti scopri con le tue mani
intento a stritolare te stesso.
[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 23-04-2006 alle 12:31 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 23-04-2006 alle 12:50 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 23-04-2006 alle 17:08 ]
[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 23-04-2006 alle 20:22 ] |
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LeStAtH
 Reg.: 10 Mar 2005 Messaggi: 380 Da: / (es)
| Inviato: 06-05-2006 01:35 |
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quote: In data 2006-03-02 16:29, Plaster scrive:
Questa non è mia ma l'ho voluta cmq postare.
E' bellissima!
tutti i vicini pensano
che noi siamo
strani.
e noi pensiamo
lo stesso di loro.
e facciamo
tutti
centro.
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E QUESTA INVECE?
quote: In data 2006-03-13 00:28, Plaster scrive:
nell'aria torpida messicana vidi morire il toro
e gli recisero l'orecchio, e il suo testone
non faceva più paura d'un sasso.
l'indomani tornando in macchina ci fermammo alla Missione
e vedemmo i fiori rossi azzurri e oro
contorcersi nel vento come tigri.
mettilo in versi: il toro, e il forte di Cristo:
il matador in ginocchio, il toro ucciso il suo bebè;
e il prete che guardava dalla finestra
come un orso in gabbia.
puoi discutere nella piazza del mercato e tirare
i tuoi dubbi con serici fili: io ti dirò soltanto
questo: ho vissuto in entrambi i loro templi,
credendo tutto e nulla - forse, ora,
essi morranno nel mio.
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Il Messico dev'essere una figata, ma il vecchio è morto da 12 anni.
_________________ "e quando io abbia reciso la tua rosa, non potrò renderle la sua forza vitale...ed ella avizzirà." L. deLioncourt |
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superman18
 Reg.: 26 Dic 2005 Messaggi: 3231 Da: trevignano (TV)
| Inviato: 06-05-2006 14:11 |
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"tanto va la gatta al lardo che ci lasca lo zampino"
questa si che profonda!!
_________________ Quando i giorni sono musica
fermiamoci a sentire.
Se sono muri salta di là
se sono amori abbracciali.
È un ballo che continua
in mille passi brevi. |
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RICHMOND
 Reg.: 03 Mag 2003 Messaggi: 13089 Da: genova (GE)
| Inviato: 21-09-2006 16:37 |
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[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 19-12-2006 alle 12:02 ] |
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roccomedia
 Reg.: 15 Lug 2005 Messaggi: 3829 Da: Bergamo (BG)
| Inviato: 30-11-2006 14:30 |
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Nelle oasi della mia mente
vivo una realtà imprigionata di sogni
dove nullo è l’orrore che sembra ad occhi svegli
e il cuore rinnega il dolore e le sue metastasi.
E’ lo spazio metafisico delle parole mai dette
il luogo dove l’Addio non bagna gli occhi d’eternità
dove la paura di pronunciarne il nome si dissolve
sui resti inanimati dei miei demoni decomposti.
E’ lei il pretesto da cui ogni spunto felice trae vigore
il bagliore dell’alba e la dissolvenza del crepuscolo
che rende la notte lontanamente vicina
e il dolore più prossimo e distante.
Ne conservo il ricordo per ritrovarla un giorno
in quel luogo alla fine del tempo e dello spazio
a parlarmi ancora di lei e del suo mondo
con quegli stessi occhi verdi che non aveva
e quello stesso ventre piatto che non le donava
per tornare a giocare all’immortalità
e morire subito dopo averla raggiunta
tra le pagine dei libri che amava e non ho letto.
CIAO MARILENA!!! |
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cabal22
 Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 30-11-2006 16:39 |
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quote: In data 2006-11-30 14:30, roccomedia scrive:
Nelle oasi della mia mente
vivo una realtà imprigionata di sogni
dove nullo è l’orrore che sembra ad occhi svegli
e il cuore rinnega il dolore e le sue metastasi.
E’ lo spazio metafisico delle parole mai dette
il luogo dove l’Addio non bagna gli occhi d’eternità
dove la paura di pronunciarne il nome si dissolve
sui resti inanimati dei miei demoni decomposti.
E’ lei il pretesto da cui ogni spunto felice trae vigore
il bagliore dell’alba e la dissolvenza del crepuscolo
che rende la notte lontanamente vicina
e il dolore più prossimo e distante.
Ne conservo il ricordo per ritrovarla un giorno
in quel luogo alla fine del tempo e dello spazio
a parlarmi ancora di lei e del suo mondo
con quegli stessi occhi verdi che non aveva
e quello stesso ventre piatto che non le donava
per tornare a giocare all’immortalità
e morire subito dopo averla raggiunta
tra le pagine dei libri che amava e non ho letto.
CIAO MARILENA!!!
|
Bellissima.
UNA CONCHIGLIA FRA LE LENZUOLA
Lenzuola cobalto per velare il tuo volto
e i tuoi occhi color zaffiro
troppo belli per lasciarli fuori
esposti alla salsedine del libeccio.
Il tuo respiro dà il tempo ai miei sogni
ed i tuoi battiti mi allungano le ciglia,
qui, sotto le coperte della nostra spiaggia,
fra le dune t'osservo, mia nuda conchiglia.
La pesantezza del sonno evapora,
si disperde nella brezza del mattino
e nel momento esatto in cui ti sfioro
l'avambraccio in arco sopra il cuscino
diviene morbido fruscio marino.
TI VEGLIO
Assorto nella penombra del plenilunio,
al tuo fianco ti osservo e ti veglio:
un velo di stelle sui tuoi verdi occhi,
un alito di speranza ti carezza il petto.
Veglio su ogni palpito del tuo cuore,
guardiano di ogni battito delle tue ciglia,
dei sogni che vivi da me lontana,
veglio te, moglie, amica, madre e figlia.
La notte non avrà i tuoi sogni:
io li ho fissati con un bacio
alle tue palpebre frementi di pace.
CONCHIGLIA
Liscia conchiglia
dispensatrice di sogni,
sicuro rifugio
dalle alte maree,
dei miei dubbi
sul bagnasciuga mi spoglio
e,
nudo,
di te mi vesto
ma non mi pesi.
Trasformi i miei crucci
in strati del tuo carapace
e addosso solo mi lasci
voglia d’abbracciare
tutte le onde del mare.
[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 30-11-2006 alle 16:41 ] |
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Velvetone
 Reg.: 20 Nov 2006 Messaggi: 604 Da: milano (MI)
| Inviato: 03-12-2006 22:33 |
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primi due movimenti di un poemetto incompiuto (e che mai vedrà la fine,perchè l'ispirazione si è persa ) su alcuni personaggi di un romanzo di Baricco,che all'epoca adoravo
I.
Jun
Il peccato subito di un collo senza fine
Fa vibrare le corde della vanità
Il sorriso vivo del rosso vivo
Risveglia fuochi sopiti
Germoglia sane passioni.
Il peccato subito di un’attesa assente
Richiama la tristezza ancestrale
Innesta una morbosa speranza
Serpeggia una impotente paura
Il peccato celato di una carne danzante
Ammicca una passione invivibile
Ravviva pulsanti turbinii
Erutta un dovere stanco.
Il peccato osato di un soffio germogliante
Soffoca l’infinito della conoscenza nel momento del piacere
Frusta la devozione sicura
Esplode la dolce felicità
Oh!
Quando cogliesti quel frutto,
Quando il momento negletto
Ti si offerse perduto
Nell’oceano di suoni puri e molti
Tu non guardavi già lontano?
In bilico non era il tuo sguardo
Tra il fiume vischioso
E la piana collina?
Il tacito segreto
Nelle pieghe di una carta…
Volteggiava il tuo olfatto
Dall’acre aroma dell’istinto
Al tenue tepore del riposo?
Nuotava la tua mano
Sull’increspata onda del furore?
Solcavano le tue bianche piume
I soffici cuscini dei sogni?
Mozza aria colpevole
Stillava nella tua bocca di ciliegia?
Fresca brezza nutriva
Il paziente suono della tua voce?
Abbrancava istantanei brani
Di vita piena
Si ripeteva sogni perpetui
La mente?
Arrivò e ti indicò la strada… arrivò e scelse per te.
Vai,Jun.Non voltarti Jun.
Non voltarti.
O saremo tutti perduti.
II.
Mormy
Nato dal truce mistero di due gambe sconosciute
Te ne cibavi silenziosamente
E lo cercavi
Ansimavi per trovarlo
Ma la vita non ti piaceva.
Un luccicante vetriolo nell’aria della sera
Un poderoso mostro ferrato gaudente
Su un tappeto di erba dura.
Due occhi vuoti e seri
Non erano i tuoi;
tu avresti voluto due perle dolci e bianche.
Aria celeste,grigie strade:canti
Sgangherati,sicurezza popolana.
Tu guardavi tutto questo
E non vedevi niente.
Tu guardavi lontano.
Piccole pezze di vita ti si appiccicano addosso
Molecole d’esistenza saziano
La tua feroce voglia di mistero
Ma guardi lontano.
E d’un botto,gli occhi si chiudono
Il flusso si interrompe
Lei,cosi inaspettata eppure cosi
Antica appare…Incarnazione viva
Di un anelito rarefatto.
Il suo collo,bianco come la neve,
Lungo come un sospiro trattenuto
Nel fantasma del culmine
Riporta a momenti d’incoscienza
Labbra di ciliegia,umide come un
Bacio stentato nella notte lorda
Di passioni imitate
Riecheggiano momenti di oblio.
Il suo corpo,potente altare
Da violare con barbara determinazione
Come quella notte lorda
Di godimenti insinceri
Rimbalza attimi primigeni
Le sue gambe,intatto nido
Per fugaci inosati bagliori
Di dolce redenzione
Raccontano momenti oscuri
…(Come sono belle le gambe di una donna quando sono belle…)
Oh!Come realizzasti!
Quando capisti la tua fortuna maledetta…
Quando la vita ti si offerse
Lorda di pieno antico denso sangue
Tuoi non erano già i sospiri?
Non afferravi ancora il sublime del tuo compimento?
O già inorridivi in fronte alla perigliosa biglia
Che ti toccò in sorte?
Tuoi non erano già gli spasimi?
Ancora non indagavi la seducente vedetta?
O impietrivi,incredulo di fronte
A tale dolce rovina?
Ti sembrò di scegliere…. Sulla tua carta di vetro c’era scritto Felicità.
Silente era la tua voglia
Nascosta nelle pieghe dei vestiti
Protetta da civili veli
Serpeggiante era il tuo desiderio
Frenato dalle pietre della novità
Impedita da comuni deviazioni
Sublime era il ‘tuo’ mistero
Rinchiuso nella cassaforte del Tempo
Inchiodato alle catene del sangue.
Il Mistero si rivela in uno sguardo.
E ci sei solo tu.
Solo,col mistero della tua vita tra le braccia.
Una lieve carezza annuncia la fine
Rimbomba l’inizio
Un fervido sfrigolio è
Vessillo di resa
Laggiù,nell’Oceano di suoni molti e puri
Mormy si toglie quel dolore dagli occhi
Mormy ritrova se stesso.
Ti parve di scegliere… sulla tua carta di marmo c’era scritto VENDETTA
La vita bisogna viverla,
Anche a cento all’ora
Quando la si è scoperta
Come un proiettile,in linea retta,
A spezzare un pensiero,
A mozzare un respiro
Dritto,al centro
Di un cuore rinato.
Il Mistero si è svelato in uno sguardo.
E tu non ci sei più
Con la tua rude nudità
Di una vita barbaramente scempiata.
[u]Odore di silenzio,ferreo silenzio intangibile
Un destino meschino-si dice- sacrificato
All’altare del mistero spezzato.
E la carta recita: GIUSTIZIA [/u ]
Non voltarti,Jun. Non voltarti o saremo perduti.
Scappa,Mormy,scappa.O non potremo più salvarci.
[ Questo messaggio è stato modificato da: Velvetone il 03-12-2006 alle 22:49 ] |
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Velvetone
 Reg.: 20 Nov 2006 Messaggi: 604 Da: milano (MI)
| Inviato: 03-12-2006 23:08 |
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poesie di uno scrittore irlandese inedite in italia e tradotte (malamente ) da me. La legislazione di questo nostro grande paese le considererebbe pertanto 'opera ' del sottoscritto...
Bambino non(ancora)nato
Sono già giunto alle soglie
Della dipartita.Ancora un mese o poco più
E avrò sgombrato questa accogliente camera.
Mi sta perfettamente,quasi come un guanto
E pure mi lascia lo spazio per una mano libera.
Comincio a fare miei i modi del mondo,
Percepisco la luce scissa sopra la mia testa,
Mentre me ne sto raggomitolato in silenzio.
Simili arcani comunicano con me
Tramite l’oscuro canale del corpo di mia madre
Mentre sta seduta a cucire i bianchi sudari
Della mia apoteosi.Conosco il contorto gattino
Che sta a prendere il sole là sotto il tubero spoglio,
Mentre nuvole di pesci rossi vanno in giro per l’acquario-
Sono già stato conferito di tali informazioni.
Le sento nelle mie ossa,ossa
Che non abbracciano nulla,
Poiché sono del tutto egocentrico.
Il groviglio di pesi e tormenti che mi assorbirà,anima e corpo,
Le complicazioni,la corsa al successo,
Tutto questo posso solo immaginarlo.
Per quanto opprimano e tirino,come fossero mani,
Finché le nocche non si rompono,
Non possono far diventare la mia mano un nano.
Devo rimettere insieme i pezzi con calma,qui
Nel centro nervoso di questa madrepatria,non devo agitarmi-
Anche se qualche volta la notte,quando la città dorme,
Resto in contatto con lei,ascoltando il rosso liquido caldo
Scorrere nelle cloache del corpo di mia madre-
Oppure ascolto le farfalle,soffici come palpebre,
O la pioggia che asciuga le sue ali bagnate sul vetro della finestra
E qualche volta,poi, nelle prime ore del mattino,
Quando il filo interrotto ha smesso di suonare-
Dopo che i pesci rossi sono spariti nelle tenebre
E il gattino si è rincantucciato a palla tra la spesa e il cucito,
Sfuggo alla trappola delle mie briglie
Per enumerare quelle ombre in un calcolo prudente,
E battendo sulla cavità della mia caverna,
Formo con la bocca queste parole:VOGLIO VIVERE-
Questa è la mia prima protesta e sarà l’ultima.
Sono innocente,tutto ciò che faccio o dico
E’ affermazione.
Voglio vedere sentire toccare quelli che devono essere i miei pesi.
Forse non mi devo preoccupare-prendere o dare un giorno o due
Ho i giorni contati.
Lasciti
(ispirato) da Villon
I
Nell’anno millequattrocentocinquantasei
Proprio alla fine dell’inverno,
Quando i lupi hanno fame e le notti sono grigie,
Io,Francois Villon,impiegato,
Dopo essere stato sconfitto dalle difficoltà,
Sono intenzionato a spezzare il giogo
Con cui l’amore mi opprime
E ho deciso di riprendere il governo su di me.
Perciò agisco come credo sia meglio
Considerato che lei,senza nemmeno nascondersi
Osserva con mite disinteresse
La frenesia dei miei occhi bramosi
Mentre la mia anima grida vendetta
Al cielo degli dei superni
Che difendano l’amante prostrato
Dai colpi dell’amore.
E se mai scelsi di equivocare
Una parola casuale o uno sguardo tenace
Che mi hanno oppresso totalmente il corpo
Ammesso che questo abbia importanza,
Ora ho imparato la lezione-
Mi è stato sradicato il cuore.
Devo andarmene altrove
Altri campi a coltivare
Non c’è davvero cura
Quanto mi resta è fuggire.
Addio,buona fortuna a tutti e a ciascuno-
Vi dico,morii per amore
E morto sono tutt’intero.
Presto sarò annoverato
Lassù tra gli eletti dall’amore.
Poiché non posso che andarmene
E garanzia di ritorno non è concessa
(Ineccepibile non sono e lo so,non fui fatto
Col bronzo o col ferro.
La vita è incerta e ci hanno insegnato
Che la morte non fa ammenda in nessun caso)
A tutti coloro per cui può essere di interesse
Offro questo testamento,le mie estreme volontà.
II
A colei che come ho detto
Così crudelmente mi gettò
Che i miei sensi ne morirono
E il piacere mi pare pura assenza-
Dono il mio cuore spezzato
Che ne faccia ciò che vuole.
Anche se mi ha trattato come feccia,
Che Dio le conceda la pietà che ella rifiuta.
Al maestro Jean Cornu e
Al maestro Ithier Marchand,
Ai quali debbo una qualche ricompensa
Lascio la mia spada,tanto affilata quanto lunga,
Che ora è in pegno,
La riscattino,prima che il tempo sia scaduto,
E se ne dividano il costo.
Con compassione lascio
Ai bambini che soffrono la fame nella neve
Qualcosa che dia loro sollievo.
Scriverò qui sotto i nomi di tre di loro.
Che Dio li aiuti,
Fra tutti loro
Hanno a malapena una scarpa e un vestito
Poveretti.
Voglio aiutarli a tirare avanti
Almeno fino alla primavera incipiente.
Prima di tutto,a Colin Laurence,
Jean Marceau e Gerard Gossin
Che niente hanno che possano chiamare loro
E indossano qualche straccio-
Dono una parte consistente di tutti i miei beni
O sei pence per ciascuno,contro il freddo.
Dio sa che cibarie o vini raffinati potranno
Scaldar loro i cuori,quando vecchio sarò.
A chi è in ospedale,
Ecco le ragnatele delle mie finestre,
A quelli che dormono sotto le bancarelle del mercato
Un pugno in un occhio e un bel mal di testa-
E che congelino là ,ingrugniti dentro cappotti laceri,
Con cappelli malconci e la barba incolta,
Magri e pieni di boria,bagnati fradici e duri come il legno.
Infine,lascio al barbiere
Il mio ammassato groviglio di capelli,
Davvero completamente in dono-
Al calzolaio le mie scarpe,
E quando avrò finito con quelli,
mangiati come sono dai pidocchi e dalle falene,
Darò i miei vestiti allo straccivendolo
A un prezzo alquanto inferiore a quello d’acquisto.
III
Fin qui ero arrivato stanotte,
Solo nel silenzio di questa stanza,
Con l’anima predisposta a scrivere,
Quando venni interrotto dal boato
Del grande orologio della Sorbona
Che suona l’angelus delle nove,
E quindi misi da parte questo mio testamento,
Per pregare,come sempre faccio.
Dopo un po’,calmatosi il fervore devozionale,
Riebbi,con mio sollievo,tutte le mie facoltà intellettive ,
E mi rivolsi di nuovo al testamento.
Ma secco era il calamaio e sciolta l’ultima candela-
Così,coperto da cappotto e cappello,
Chiusi gli occhi per dormire fino a giorno
Abbandonando il mio testamento lì dove era stato interrotto.
Scritto in suddetta data
Da Villon,di tanto grande fama
Gettata via dalla fame e dal freddo,
Magro come un chiodo e nero come la pece.
Tutto ciò che aveva,baracca e burattini
A genti diverse è stato dato-
Quasi ogni cosa muta e ciò che uguale rimane
A stento dura oltre il volgere del giorno.
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CrazyDuck
 Reg.: 21 Set 2006 Messaggi: 85 Da: Mugnano di Napoli (NA)
| Inviato: 06-12-2006 12:56 |
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Ti porterei in un sogno e solo i tuoi occhi basteranno, a renderlo tale.
Ti parlerei in lievi sussurri, con un sospiro sposterei dal viso i capelli e baciandoti dolcemente sulla fronte ti direi....Buona notte dolce sogno!
_________________ "Quasi a ghermir le stelle le mie parole fluttuano,pensieri vaganti come nuvole al vento,sono la mia risorsa primaria..." |
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cabal22
 Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 16-12-2006 20:53 |
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SHE – GRACE GONE INSANE
One day I was settling my court for grain
when your eyes struck my heart from above :
not a way to escape, not a chance, good Lord;
I had become like a puppet to behold.
Always twisting and dancing at your sign,
all time steady and kind you could me find,
in any way fulfilling the pleas of your mind,
I was ready to commit acts of all kind.
One day you said "I want you to serve me no more".
From that moment on I'm stuck on this shore,
no one in the horizon. Can't stop this sore.
I was hit and bleeding by the she I adored.
There was a time when I was settling my court for grain,
at that time I was capable of working hard to obtain
what was right for me in spirit and mundane.
Now I'm sick and tired: grace gone insane.
Oh, I'd love to portray in my mind your face:
I fought the Lord, I fought the balance,
but our hearts had so a different pace.
That day you condemned all the human race.
_________________ I am the Nemesis. I am the Warlock. The Lord of the flies. The shape of things to come. The one who waits on the edge of your dreams.
Visita il nuovo Piccolo Cinema Indipendente!!! |
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DiTraverso
 Reg.: 02 Gen 2006 Messaggi: 409 Da: Bruino (TO)
| Inviato: 16-12-2006 21:25 |
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quote: In data 2006-12-06 12:56, CrazyDuck scrive:
Ti porterei in un sogno e solo i tuoi occhi basteranno, a renderlo tale.
Ti parlerei in lievi sussurri, con un sospiro sposterei dal viso i capelli e baciandoti dolcemente sulla fronte ti direi....Buona notte dolce sogno!
| -_-'
_________________ Papa', tu sei come Babbo Natale e Topolino messi insieme: cosi' incantevole e cosi' finto...". (da "Big fish") |
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cabal22
 Reg.: 15 Mar 2006 Messaggi: 2812 Da: Livorno (LI)
| Inviato: 19-12-2006 11:00 |
|
titolo:PERLE AI PORCI
Svolgimento:
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[ Questo messaggio è stato modificato da: cabal22 il 19-12-2006 alle 11:01 ] |
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Schizobis
 Reg.: 13 Apr 2006 Messaggi: 1658 Da: Aosta (AO)
| Inviato: 19-12-2006 14:17 |
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GIRASOLI
Fiori in silenziosa attesa
di una bustina di luce
chinano la corolla
stroncati da improvvisa overdose
sotto il cielo grande spacciatore.
_________________ True love waits... |
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Thomwitt
 Reg.: 29 Dic 2006 Messaggi: 394 Da: Treviso (TV)
| Inviato: 29-12-2006 17:23 |
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| Solitudine è viaggio silenzioso. Solitudine resta il peso senza il riposo. Ma non è il cielo a suggerire, il grigio fiato oscura il fato. E noi culliamo tombe vuote. Noi aspettiamo una fasulla estate. |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 09-07-2007 21:04 |
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TU
Vidi il mare nel sangue dell'albatross
Coagularsi in rosse striature di marea
Quando il fiore dell'alga sbocciava lieve
Tra i tuoi capelli di sabbia bagnata.
_________________
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