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Autore Questioni di cuore di F. Archibugi
oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 12-10-2009 16:07  
Dopo il brutto (per non dire peggio) Questioni di volo, Francesca Archibugi torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia d’amicizia in una Roma multietnica che fa incontrare nord e sud, borghesia colta e quartieri dal folklore assai pittoresco, immigrati e autoctoni (con tanto di frecciatina morbida, troppo, alla pratica incivile della caccia all’immigrato nei quartieri popolari della capitale). Alberto e Angelo si incontrano casualmente nel reparto di rianimazione di un ospedale capitolino, accompagnati dalla grande mietitrice che sembra quasi far gli onori di casa in quell’angusto reparto pervaso da uno zefiro assai lontano dall’alba dell’amicizia che di lì a poco sarebbe iniziata.
Uno scrittore e un carrozziere. Due mondi praticamente inconciliabili. Anzi, due realtà. Punto e basta. Senza alcun tipo di contatto, apparentemente. Invece, oltre l’intensa amicizia, viene sviluppata una sorta di apologia del borgataro (senza offesa), che oltre ad essere generoso “de core” diventa un abile economista assistenzialista grazie a conti correnti nascosti, migliaia di euro al riparo dallo Stato e dalla Guardia di Finanza ed a prestanome utili, forse fondamentali, nei momenti di difficoltà per aiutare e sopperire all’inesistenza dello Stato, il quale si manifesta fugacemente e con piglio assai mansueto.
La Archibugi disegna un bell’affresco costruito da due universi paralleli comunicanti, e fusi, grazie al buco nero della morte. L’infarto che colpisce i due diventa, allo stesso tempo, il punto di contatto e il risolutore dell’anomalia spazio-temporale di cui Alberto e Angelo sono la personificazione. Le belle immagini di Roma divengono complementari agli eventi narrativi che procedono fluidi e con un ritmo perfetto per la storia che, fortunatamente, non scade mai in pietismi dalla lacrima facile, ma anzi si avventura in anfratti sia da film comico (l’intermezzo di Verdone, nella veste di se stesso, è esilarante) che da commedia. Se proprio vogliamo andare a cercare un difetto, meglio mancanza, è la scarsa caratterizzazione dei figli di Angelo, praticamente inesistenti considerando che la pellicola ruota attorno a tre bravissimi attori: Antonio Albanese (il migliore), Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzoti (brava oltre che bella).
Bel cinema italiano.


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