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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > Gomorra, di Matteo Garrone   
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Autore Gomorra, di Matteo Garrone
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 11-01-2009 18:28  
il topic originale dedicato al film Gomorra è stato per errore cancellato dal sottoscritto.

usando google è stato possibile recuperare i contenuti del topic per la quasi totalità. eccoli immediatamente di seguito, dopodiché spero si possa riprendere la discussione.
chiedo scusa a tutti per l'inconveniente.

e grazie mille a tristam che mi ha spiegato come fare e che mi sta dando una mano.

_________________
Non vorrei mai far parte di un forum che accetti tra i suoi moderatori uno come me.

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 11-01-2009 alle 18:51 ]

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 11-01-2009 18:28  
kubrickfan


Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 866
Da: gessate (MI)

Inviato: 17-05-2008 16:41

Trama: Napoli, quartiere Scampia e zona del porto. La camorra affonda profondamente i suoi denti in ogni attività possibile, da quella edile, tessile, ma soprattutto nello smaltimento dei rifiuti tossici. Diversi personaggi di varia estrazione cercano di sopravvivere nel calderone pericoloso e movimentato, ma in un mondo dominato dai boss i nuovi padrini emergenti oppure i picciotti appena reclutati faranno fatica a sopravvivere tanto quanto gli abitanti del luogo che si ingegnano per sopravvivere alla meglio senza recare danni od offese a nessuno.

Commento: Film sottotitolato in quanto parlato in dialetto campano. E' tempo di denuncia nel panorama cinematografico italiano, sembra di essere tornati ai fasti dei film anni settanta di Petri con il grandissimo Gian Maria Volontè protagonista, ovviamente nel dovuto rispetto di queste grandi opere. L'operazione coraggiosa e determinata non poteva essere eseguita che da due autori che non hanno paura di parlare per immagini come Matteo Garrone (regista di questo ma anche degli ottimi Primo Amore e L'imbalsamatore) e Paolo Sorrentino (che arriverà a fine mese a parlare dell'argomento mafia con Il divo, il biopic su Giulio Andreotti). E tutti e due si affidano a uno dei migliori attori italiani in circolazione, il quarantanovenne Toni Servillo che è balzato all'onore delle attenzioni con la splendida interpretazione offerta ne Le conseguenze dell'amore.
In questa pellicola di Garrone (tratta dal romanzo/inchiesta omonimo di Roberto Saviano) Servillo (praticamente unico vero attore professionista in un cast di non professionisti), è un affarista intrallazzato che si occupa di smaltire illegalmente i rifiuti tossici (affidandoli a dei ragazzini visto che i camionisti non lo vogliono fare). In mezzo a questa storia tanto degrado con il quartiere Scampia ripreso nella sua connotazione senza nessuna edulcorazione, con giovani con il culto di Toni “Scarface” Montana (viene citata una scena del film di De Palma in un cantiere in costruzione, sporco e malandato, con annessa mega vasca da bagno) che con una pistola in mano pensano di avere la possibilità di comandare rispetto ai boss del luogo ritenuti deboli ed incapaci, giovani picciotti pericolosamente messi allo sbaraglio nel giro di droga e madri che devono vivere con i soldi che la camorra gli passa per i favori e il silenzio che compiono, sarti che devono affidarsi ai clan cinesi in clandestinità per sopravvivere.
Da Camorra a Gomorra (è citata anche Sodoma con una veloce scena nei privè, d'altronde anche lo sfruttamento della prostituzione rientra nelle attività illegali del giro) il passo descrittivo della parola è breve, e di fatto è terribile la lucidità descrittiva con cui viene mostrata la vicenda alla quale non solo si deve guardare indietro senza aver paura di diventare una statua di sale dopo averla lasciata (iconizzando il fatto di essere spettatori), ma bisogna intervenire direttamente denunciando il marcio. Garrone non eccede in nulla, lascia che a parlare siano la gente e le loro case, il cemento bianco sporco e gli sguardi che indicano cosa si deve fare senza necessità di dare ordini vocali.
Non c'è musica ridondante a sottolineare la schiavitù del posto, oppure le gesta di (non) eroi ma di comuni mortali che per sopravvivere devono lottare con forza contro il potere costituito da cui lo stato è lontanissimo (polizia e carabinieri si vedono solo in una fugace scena), racconto estremo ma reale che ci fa sentire impotenti nella bellissima scena dell'iniziazione dei picciotti a colpi di pistola sul giubbotto antiproiettile (marchiati da un livido) oppure in quella degli spari degli aspiranti illusi padrini che sparano all'impazzata dopo aver trovato l'arsenale. Non conta quante armi hai, ma quanto sei nella paura della gente e nel loro credito di terrore, quanto pietrifichi l'avversario nei comportamenti che ne impediscono ogni reazione.
Niente è peggiore dell'angoscia di vedere uno stato che non c'è, contratti puliti di facciata che si aggirano con facilità e bambini che non hanno altra aspirazione che diventare mebri di un clan, oltretutto divisi se aderiscono a uno diverso e costretti alla falcidazione contemporanea e opposta dell'amico fratello che improvvisamente diventa avversario.
La scelta dei sottotitoli è perfetta per calarci nell'ambiente che si deve raccontare, sarebbe stato uno scempio vederlo in lingua italiana senza dialetto. Non dimenticherete per molto tempo la denuncia che ne viene fuori, supportata da una fotografia sporca a dovere e una ambientazione sempre scura e mai totalmente solare. Tra l'altro il racconto è fruibilissimo, non si disperde in meandri paludosi fiacchi e si permea di fascino senza nessuno orpello particolare.
Questo è cinema di denuncia, di pura constatazione amara senza cavalleggeri che arrivano a salvare da chissà dove la truppa in difficoltà. Per uscire dai guai e liberarsi dalla piovra bisognerà essere decisi e determinati, e contare solo sulle proprie forze, ma prima bisogna far credere ai cittadini che veramente che possa esistere un mondo senza camorra perchè altrimenti non c'è nessuna possibilità.
Ci chiediamo come mai questo film vergognosamente non abbia la dicitura di film di interesse culturale, mentre invece lo danno a prodotti beceri e inutili (per dirla tutta l'ultimo insignito fu un filmaccio come L'anno mille)
In definitiva un potente film di denuncia sociale asciutto e sconsolante, ma per questo ancora più prezioso, che ci presenta la situazione nuda e cruda senza romanzare in occulto nulla, esempio di cinema italiano radicato nel passato come concezione che un bravo autore sa far vivere di vita propria. Uscendo dal cinema non ci sentiamo davvero bene, siamo a disagio nella nostra vita solo apparentemente tranquilla, la camorra non è una lontana gomorra che non potrà mai toccarci, questo indica che l'obbiettivo è stato centrato in pieno.
Il meraviglioso manifesto sottolinea nel modo migliore lo spirito del film.

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Chenoa


Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 10664
Da: Vittorio Veneto (TV)

Inviato: 17-05-2008 16:46

Un pugno allo stomaco. Tutti dovrebbero vedere questo film, tutti.
Chissà cosa diranno a Cannes, visto che è in concorso.

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oronzocana


Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 5656
Da: camerino (MC)

Inviato: 19-05-2008 12:01

quindi è bello? Ma Garrone, mi ispira molto.

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Chenoa


Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 10664
Da: Vittorio Veneto (TV)

Inviato: 19-05-2008 12:14
quote:In data 2008-05-19 12:01, oronzocana scrive:
quindi è bello? Ma Garrone, mi ispira molto.



Ovviamente non è bello nel senso canonico del termine, ma merita la visione assolutamente.

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kubrickfan


Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 866
Da: gessate (MI)

Inviato: 19-05-2008 21:12

imperdibile oronzo. assolutamente (vedrai che concorderemo in pieno sul valore di questa cruda e perfetta denuncia)

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Marcos

Reg.: 10 Lug 2003
Messaggi: 3193
Da: Tarquinia (VT)

Inviato: 20-05-2008 14:36

Si dice che il cantante Pino Daniele abbia dichiarato che "GOMORRA", presentato con successo a Cannes 2008, mostra al mondo solo il lato negativo di Napoli, che non è solo monnezza e camorra.

Marcos

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Chenoa


Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 10664
Da: Vittorio Veneto (TV)

Inviato: 20-05-2008 14:39
quote:In data 2008-05-20 14:36, Marcos scrive:
Si dice che il cantante Pino Daniele abbia dichiarato che "GOMORRA", presentato con successo a Cannes 2008, mostra al mondo solo il lato negativo di Napoli, che non è solo monnezza e camorra.



Vabbeh, ma di film sulla bellezza di Napoli ne sono stati fatti già parecchi, magari anche edulcorando la realtà. Che Pino Daniele impari ad apprezzare chi accende i riflettori sulla tragedia che sta vivendo quella città adesso, anche con immagini forti. E poi Gomorra di cos'altro dovrebbe parlare??

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 20-05-2008 14:48

A me sa che tocca stasera, anche se avrei optato per il Treno per Darjeeling ( ma avendo deciso il film io le ultime due volte (OTTIMI FILM, diciamolo), non posso dire nulla... ).

Io non sono tanto entusiasta.
Sarò pure cinica, ma è un genere che può incuriosire maggiormente (o aizzare, fate un pò vobis) chi vive dall'esterno le cose.
Il libro non l'ho letto ma mi hanno detto che merita.
La versione cinematografica mi puzza un pò, perchè mi sa troppo di manovra commerciale.
Vedremo..

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8827
Da: San Nicola la Strada (CE)

Inviato: 20-05-2008 19:08

Il libro è crudo, cronachistico e interessante, d'altra parte come si può essere diversamente espressivi quando si tratta un argomento così scottante? Io vorrei andare a vedere il film, ma oggi è bruttissimo tempo e non ho voglia di uscire, vedrò in questi giorni.Guardate attentamente Saviano, come vi appare? Determinato, cocciuto e così è anche il suo libro, audace e coraggioso.Non voglio tracciare un profilo da eroe, ma il giovanotto merita, anche se non servirà a nulla, la camorra è come le malattie infettive, anche quando tacciono, sono endemiche, praticamente come il colera a Napoli.
Alcuni giovani di quinta superiore intervistati hanno parlato male del libro, dicendo che è stato scritto solo a scopo di lucro,non credo invece sia questa la motivazione che ha mosso Saviano, quanto piuttosto il voler buttare fuori quello che ha visto, costi quel che costi.Chi glielo fa fare a rendersi difficile la vita, visto che gira sotto la protezione della scorta?
La reazione degli studenti che ho su citato, evidentemente è dettata dallo stesso spirito di rifiuto che ha spinto Pino Daniele a dare un giudizio non positivo, il non voler accettare che purtroppo Napoli è l'angelo e il demonio, angelo per le sue bellezze e diavolo per la sua criminalità. Amen

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Alucard


Reg.: 25 Apr 2008
Messaggi: 174
Da: Hellsing (es)

Inviato: 20-05-2008 22:41
quote:In data 2008-05-17 16:46, Chenoa scrive:
Un pugno allo stomaco. Tutti dovrebbero vedere questo film, tutti.
Chissà cosa diranno a Cannes, visto che è in concorso.

Il film non l'ho ancora visto, ma il libro l'ho letto eccome. Ed è un vero pugno nello stomaco, come dice giustamente Chenoa

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 9414
Da: urbania (PS)

Inviato: 20-05-2008 22:51
quote:In data 2008-05-20 14:48, utopia scrive:

La versione cinematografica mi puzza un pò, perchè mi sa troppo di manovra commerciale.
Vedremo..



non l'ho ancor visto(da noilo daremo i primi di giugno,ma avendo letto il libro e conoscendo il cinema di garrone,a tutto posso pensare tranne che a qualcosa di commerciale o a una furbata per incassare.speriamo possa vincere qualcosa a cannes,dove è stato apprezzatissimo.comunque garrone,sorrentino e crialese sono un grandissimo presente e futuro per il nostro cinema,speriamo il pubblico inizi a seguirli più fedelmente
ciao!

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utopia

Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 20-05-2008 23:30

Visto.
Beh, che dire?
La sala era piena e l'impatto è stato notevole.
Il bello è stato per la prima volta vedere qualcosa che non avesse nulla di inventato, vedere non la realtà attraverso il cinema ma il cinema attraverso la realtà.
Questo perchè c'è gente che, come me, vive nelle favole, convinta che la sicurezza si abbia non appena varcata la porta di casa o ai giardinetti lì vicino.
E' stato come sgranare gli occhi violentemente; non che si fosse all'oscuro di determinate cose ma, come dire, uno se le immagina solamente. Non le vede. Non le vuole vedere.
Al telegiornale ci offrono sempre il dopo, che consiste in una pozza di sangue e donne spettinate e sguaiate che urlano ed inveiscono contro le forze dell'ordine. Ma perchè quel sangue? A cosa sono dovute quelle urla? Per la prima volta qualcuno ce l'ha mostrato, senza romanzare, senza tentare di addolcire la pillola. La verità è stata sbattuta sullo schermo priva di mezzi termini o di filtri, attraverso un film documentario che deve far parlare di sè. Perchè sono già state soffocate troppe parole, troppe volte, per troppo tempo.

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revangier


Reg.: 05 Feb 2008
Messaggi: 1854
Da: NAPOLI (NA)

Inviato: 20-05-2008 23:51

Io l' ho sempre pensata così: finché di un problema ne parla chi lo vive, è sicuramente nel giusto ed obiettivo (come potrebbe non esserlo in un'autoanalisi critica) e va ascoltato.
Saviano non fa eccezione perché se ha avuto il coraggio di scrivere un libro 'scomodo' non è certo a scopo di lucro o per dare di Napoli un'ulteriore visione negativa, non ci voleva Saviano per questo, non ne avevamo bisogno, abbiamo bisogno invece di cambiare la realtà per dare un volto nuovo alla nostra Napoli perché ci viviamo noi.
Utopia? Se continuiamo a chiudere gli occhi e far finta di niente, sì, poi, non lamentiamoci troppo (sottolineo troppo) che il resto dell'Italia ci punti il dito contro.
Pino Daniele, in questo caso (perché quando ci vengono a riprendere telecamere "straniere", la penso uguale. Napoli è sempre la pecora nera dell'Italia, come se le altre città fossero linde e pinte ma stiamo scoprendo che non è solo Napoli la discarica), doveva esprimere un giudizio diverso giacché solo chi soffre di un male, un male comune, lo comprende a fondo e sa come spiegarlo e Saviano è dei nostri non contro di noi.

<< ... è un genere che può incuriosire maggiormente (o aizzare, fate un pò vobis) chi vive dall'esterno le cose. >>

Con questo, ovviamente, per quello che ho detto, non sono d'accordo, deve interessare prima noi, che tante cose, raccontate nel libro, ignoriamo e/o sono ignorate perché fa comodo.

PS= vedo che hai cambiato idea, uto. Bene. Lo consigli?

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 21-05-2008 08:34

Sì, lo consiglio.

E con il ... è un genere che può incuriosire maggiormente (o aizzare, fate un pò vobis) chi vive dall'esterno le cose. ero un pò 'ironica', nel senso che intendevo che avrebbe contribuito a farci vedere sotto un'ottica ulteriormente negativa da chi vive fuori napoli.
Anche se ammetto io stessa di essermi chiesta, ad un certo punto: "ma viviamo davvero nella stessa regione?"

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Hamish


Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 21-05-2008 10:00

Bel film, molto bello, vero, crudo.

Una tuffo in una giornata di ordinaria camorra per chi certe cose le vede dall'esterno, e forse non le comprende nemmeno fino in fondo, un pugno forte e diretto nello stomaco di chi con questa realtà bene o male ci convive suo malgrado tutti i giorni.

Le critiche di Pino Daniele sono strumentali e inutili, un film non deve indagare per forza tutti gli aspetti di una realtà complicata e variegata come quella di Napoli. L'obiettivo di questo film è scegliersi un aspetto da spiegare e farlo nel modo più realistico possibile e in questo Gomorra centra in pieno il bersaglio. Poi che Napoli non sia solo quella è quasi inutile dirlo per lo meno a chi ha un minimo di cervello.

Se è per questo il film ignora (volutamente) anche tutti i legami tra camorra e istituzioni. Indagare contemporaneamente troppi aspetti ti fa perdere di vista l'obiettivo che ti sei prefissato.

Ottima anche la scelta di girare il film in "lingua originale"; tra l'altro chi ha un pò di dimestichezza col dialetto napoletano noterà che ci sono differenze anche da questo punto di vista. Basta vedere un film di Totò, Troisi o una commedia di Eduardo per notarle.

Finalmente un film che non pone una visione stereotipata della camorra, con i boss che sembrano contadini o gente che fa una vita semplice. I guappi di oggi, come ho letto in un'intervista al regista, vogliono essere dei divi, si fanno le lampade, vanno dall'estetista... Potrebbero essere scambiati per tronisti della De Filippi.

Nelle "Vele", quegli orribili edifici situati a Scampia dove è stato girato buona parte del film, si vive grosso modo così. Anche chi vuole tenersi fuori da certe dinamiche sa e vede tutto e non può non esserne in qualche modo coinvolto, nonostante a Scampia ci siano tantissime persone oneste.

Lì la camorra è datore di lavoro, welfare e polizia allo stesso tempo. E' zona fuori il controllo dello Stato, occupata militarmente dai clan. Fortunatamente io vivo in una realtà totalmente diversa, in un posto normale e la camorra la "conosco" solo marginalmente. E' facile dire a quella gente di ribellarsi.. Lì i bambini vengono su così, "educati" in quel modo. La prima cosa da fare è far vedere con i fatti la presenza dello Stato che deve essere insieme presidio del territorio, repressione dei fenomeni criminali ma anche reiserimento dei soggetti "recuperabili", inoltre deve fornire quelle prospettive di vita e di guadagno che ora come ora sono gestite in toto dalla camorra.

Finalmente ho visto un film realista sull'argomento e devo dire che sono uscito dalla sala parecchio angosciato.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 11-01-2009 18:29  
Alocin

Reg.: 13 Ago 2004
Messaggi: 10214
Da: Cimitile (NA)

Inviato: 21-05-2008 11:35
quote:In data 2008-05-17 16:46, Chenoa scrive:
Un pugno allo stomaco. Tutti dovrebbero vedere questo film, tutti.
Chissà cosa diranno a Cannes, visto che è in concorso.

Dissi già nell'agenda che era un film duro, che ci fa capire realmente come si non-vive nelle nostre zone. E' inutile nasconderlo.
Bambini-soldato, piazze di spaccio, lotte fra clan rivali, terre contaminate da chissà quali schifezze sono all'ordine del giorno; basta volgere lo sguardo alla parte più buia della nostra regione.

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Hamish


Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 21-05-2008 11:56

Tra l'altro il film non fa nomi però cita fatti molto circostanziati e reali, come ad esempio la faida di Scampia che ha opposto il clan Di Lauro ai cosiddetti scissionisti.

Così come è difficile non riconoscere in alcuni personaggi del film protagonisti reali della camorra campana come Francesco Schiavone detto Sandokan capo del ferocissimo clan dei Casalesi.

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utopia

Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 21-05-2008 14:18
quote:In data 2008-05-21 10:00, Hamish scrive:
Le critiche di Pino Daniele sono strumentali e inutili


Amisc, se venerdì sera incontriamo di nuovo il fratello di Pino Daniele al Làit lo riempiamo di botteeeeeeeeeeeeee

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coriander

Reg.: 23 Ott 2003
Messaggi: 99
Da: napoli (NA)

Inviato: 21-05-2008 18:38

A volte non si ha voglia di scrivere di un film, perché quel che è fatto di film è troppo importante e particolare per avere in comune qualcosa fatto con le parole. Non è questo il caso di Gomorra. Di Gomorra non si vorrebbe scrivere perché significherebbe razionalizzarlo, trovarne le imperfezioni ed in questo modo crearsi uno scudo. È per se stessi che bisogna non scriverne, non per il film. O almeno, come intendo fare, scriverne senza pensare al cinema.

Quando si scrive su un film, ma credo quando si analizza più o meno qualsiasi cosa, se ne prendono le distanze; anzi, lo analizzi proprio perché quella distanza c’è già. Ancora, più che altro si parla della distanza, non del film. Se questo sguardo, almeno in buona parte, viene a mancare, allora ci si rende conto che l’opera può essere meno costruita della struttura con cui pretendi di coprirla per poterla leggere. Dopo Gomorra ho pensato che magari anche Satantango, che sto vedendo in questi giorni, in realtà non faccia nient’altro che parlare della vita contadina nelle pianure ungheresi.

Il mondo per guardare Gomorra ha bisogno di tradurlo, l’Italia l'affronta come una presa di coscienza, come se avesse scoperto un suo lato oscuro. E così ridiventa un film, su cui si può scrivere. Chiunque viva o abbia vissuto a Napoli, pur non essendo camorrista o non avendo assidue frequentazioni camorriste, sa che Gomorra mostra l’assurda semplicità della violenza napoletana, riconosce atteggiamenti e parole e non ha bisogno di tradurli.

Non ho letto il libro di Saviano, un po’ per scelta un po’ per caso, ma rimasi stupito dalle reazioni furiose dei “protagonisti” del libro. Deve aver creato un’attenzione davvero scomoda, e deve averlo fatto senza dar vita a niente di ambiguamente affascinante. Quella del film, per l’ovvia differenza di mezzi, è una portata differente, sia dal punto di vista dell’impatto che da quello del contenuto. Non ho provato rabbia, vedendo Gomorra, ma tristezza e un po’ di vergogna. Con ogni probabilità non potrà fare a meno di essere l’opera che sancirà la definitiva diversità di Napoli e del Sud, con la raffigurazione di una realtà inaccettabile per chi ne è fuori; la visione non di un problema, ma di un tumore, un corpo estraneo, che in quanto tale va temuto, estirpato, distrutto. Gli unici rimandi al mondo esterno sono nel vestito d’alta moda che dalla piccola impresa malavitosa arriva alle passerelle internazionali, ed il breve monologo di Servillo sull’opportunità di avvelenare la propria terra per favorire l’economia nazionale. Per il resto, il mondo di Gomorra è assolutamente chiuso, feroce, ottuso e distruttivo.

Quel che c’è di buono, è che ho scoperto di essere bilingue. Fa curriculum.

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utopia

Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 21-05-2008 19:48
quote:In data 2008-05-21 18:38, coriander scrive:
Non ho provato rabbia, vedendo Gomorra, ma tristezza e un po’ di vergogna. Con ogni probabilità non potrà fare a meno di essere l’opera che sancirà la definitiva diversità di Napoli e del Sud


All'inizio anche io ho avvertito tristezza e vergogna. Però penso che uno dei messaggi fondamentali di tutto consista nel fatto che qui si vive male, in maniera indiscussa e per colpe che sarebbe troppo tedioso e complicato andare a ricostruire, ma che un pò tutti trovano comoda questa situazione... da Nord a Sud.

quote:In data 2008-05-21 18:38, coriander scrive:
con la raffigurazione di una realtà inaccettabile per chi ne è fuori


In effetti, mi son chiesta: " Ma è davvero QUESTA l'immagine che diamo?".
E' un'immagine in cui io per prima non mi rispecchio... Figurarsi come va vista ed interpretata da occhio esterno.

quote:In data 2008-05-21 18:38, coriander scrive:
Quel che c’è di buono, è che ho scoperto di essere bilingue. Fa curriculum.


T spacc la chep!

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Hamish


Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 22-05-2008 12:09

No, è "t tagl a chep". Ma sul serio parlano così a Casal di Principe? Io pensavo che fosse barese...

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8827
Da: San Nicola la Strada (CE)

Inviato: 22-05-2008 12:13
quote:In data 2008-05-21 18:38, coriander scrive:
A volte non si ha voglia di scrivere di un film, perché [...] Fa curriculum.



Complimenti, mi sei piaciuto.

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Hamish


Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 22-05-2008 12:15
quote:In data 2008-05-21 19:48, utopia scrive:


In effetti, mi son chiesta: " Ma è davvero QUESTA l'immagine che diamo?".
E' un'immagine in cui io per prima non mi rispecchio... Figurarsi come va vista ed interpretata da occhio esterno.



Ma del resto chi di noi non gira in mutande con un Ak 47 o un lanciagranate sottobraccio. Andiamo, mi sembra il minimo, soprattutto considerando che tra un pò sarà pure legale.

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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 175
Da: fano (PS)

Inviato: 22-05-2008 15:42

Naturalmente nel cinema in se c'è sempre un po di eccesso, ma ciò non toglie che Gomorra sia un film importante e reale

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saretta86

Reg.: 13 Mag 2008
Messaggi: 3
Da: milano (MI)

Inviato: 23-05-2008 10:05

Mi sa che stasera tocca anche a me!
Mi turba solo il fatto che sia tutto parlato in napoletano stretto... Mi risulta un po difficile seguire due ore e 15 di sottotitoli....

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Hamish


Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 23-05-2008 10:18

Ma questo l'ho detto pure io. Rispondevo semplicemente a chi crede che ci sia il rischio di identificare con Gomorra tutta Napoli e i napoletani.

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 1846
Da: Genova (GE)

Inviato: 23-05-2008 11:48
quote:In data 2008-05-20 14:39, Chenoa scrive:
quote:In data 2008-05-20 14:36, Marcos scrive:
Si dice che il cantante Pino Daniele abbia dichiarato che "GOMORRA", presentato con successo a Cannes 2008, mostra al mondo solo il lato negativo di Napoli, che non è solo monnezza e camorra.


Vabbeh, ma di film sulla bellezza di Napoli ne sono stati fatti già parecchi, magari anche edulcorando la realtà. Che Pino Daniele impari ad apprezzare chi accende i riflettori sulla tragedia che sta vivendo quella città adesso, anche con immagini forti. E poi Gomorra di cos'altro dovrebbe parlare??


Pino Daniele, così come tutti coloro che hanno criticato questo monumento moderno in forma di pellicola, magari adducendo scusanti del tipo manca una trama , o sembra più un documentario che un film , dovrebbe accorgersi che Garrone non ha mai avuto la pretesa di dirigere una bella storia di Napoli, una sorta di cartolina in movimento, come lo erano alcune opere americane degli anni Sessanta, costruite su un'atmosfera più che mai artefatta e priva di fondamento nella realtà, pittorica, idilliaca e che probabilmente conservava ancora alcuni rettaggi (seppur essendo passata attraverso il Neorealismo ) di un Cinema fascista che mistificava l'icona italiana - spesso proprio napoletana - identificando la città con una sorta di quadro dal sapore tutto Virgiliano. Pini marittimi, Vesuvio e strade eleganti erano più un teatro, in cui il percorso visivo era totalmente obbligato ed in cui determinati dedali o vicoli erano completamente interdetti all'ingresso della mdp, che doveva restare al di fuori della bassezza, ma elevarsi in alto, sopra i giardini, attendendo solamente che un Fritz Lang mostrasse l'altro volto della Metropoli, la parte subterrena, in cui il popolo pulsava ed in cui le sottoclasi marcivano e si decomponevano nella dura lotta per sopravvivere.
Quel tipo di Cinema moriva, per lasciare lo spazio, appunto, al Neorealismo , per poi andare a risiedere, in seguito, in opere come Le mani sulla città , di F. Rosi, ma per tornare alla ribalta nei momenti bui del nostro paese, in cui il popolo preferiva sentirsi raccontare qualcosa che non era ciò che si vedeva scendendo pe le strade.
Oggi, invece, sembra essere tornata quela coscienza sociale, da parte dei cineasti italiani, sembra essersi ri-radicato il bisogno di denunciare, di presentare ciò che la gente - mai come adesso - preferisce lasciare come sfondo sonoro, in un servizio del Tg, mentre consuma il comodo pasto della domenica.

Ma il film di Garrone, differentemente dal suo creditore del 1963, il sopra citato Le mani sulla città (a cui deve proprio la scelta di ambientazioni che rifuggano l'amenità della forma, ma che irradiano, piuttosto, un gelo ed un'aridità che fa pugni con l'immagine da cartolina della Napoli che conoscevamo), però, manca un determinismo di fondo, manca il concatenarsi degli eventi, tipici di buona parte del Cinema contemporaneo, così come di quello passato. Qui c'è una violenta frammentarietà. E' questa la mancanza di trama, di storia, di movente, di ragione. Non c'è un motivo, né una melodia narrativa. La regia di Garrone non è invisibile come lui steso vuole farci credere, ma è scissa in differenti piani che non comunicano fra loro, si intrecciano senza tovarsi l'un l'altro, senza percepirsi come compagni in una storia, ma solo come frammenti di una realtà distrutta, spaccata, fatta a pezzi, appunto, a frammenti.
L'aparente coerenza è data da un finale che segna la morte dei personaggi menbo coinvolti nella vicenda, quelli che pensano di giocare alla guerra senza sapere di essere parte di un conflitto e di un'ostilità che nasce da retroterra oscuri a ciascuno die personaggi. Tutti sono coinvolti, ma nessuno di essi conosce tutti gli altri potagonisti.

Eppure tutti soffrono della medesima sorte, quasi si trattase di un fato beffardo che muove le sue pedine su una scacchiera ridotta ad un rudere.

Nelle traballanti ed insistenti riprese di Garrone, piene di uomini, donne, di carne, talvolta si avverte l'abbandono stesso dell'essere umano, proprio in quei momenti in cui la camera smette di pedinare i personaggi, cessa di ingigantire la loro presenza - che pareva volerli rendere tangibili e farli protrudere dallo schermo - per giungere a mostrarci spazii aperti, squarci di vuoto, di desolazione, totale, di decadenza. Gli enormi casermoni, grigi e fatiscenti covi di vizii e violenza, ricordano i bianchi e neri del film di Rosi, rammentano la stessa incapacità di dar colore ad un Mondo che si è perso nel suo piattume morale. Proprio il loro ergersi come sculture imponenti, sulle strade secche di verde, prive di linfa, vuote di vita vera, li rende prova certa della crisi del dominio umano. La testimonianza di un potere che è venuto mneo, per lasciare lo spazio ad un controllo apparente, precario. Sembra davvero di calarsi in un Mondo in cui i palazzi hanno l'aspetto dei resti di una civiltà defunta, rioccupati da una vita provvisoria, che sciovola inesorabilmente e vistosamente verso un'irrimediabile rovina.

Così l'opera di Garrone esiste, fluttuando sulle corde di u temp che rimane fermo ormai da anni, senza concederci un inizio ed una fine. La morte sopraggiunge a chiudere un solo frammento, ma il senso di tutto rimane sospeso, come lo è da sempre, del resto.
Non c'è una sorgente, nè un affluente, così come manca una foce. Il mare aperto, al rapido tamonto di un Sole che illumina questi luoghi solo per inerzia, è posto in lontanznza, nell'ultima lacerante inquadratura di questo film. Il fiume della vita stenta a giungere ad una meta certa, solo la morte inaspettata arriva a porre fine a qualche momento. Ma è la cessazione di qualche istante, di qualche frammento.
Tutto il resto continua a macerare nel ventre chiuso di una madre morta, nei resti diroccati di dimore abbandonate, nei muri alti e austeri, di un carcere a cielo aperto.

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stilgar

Reg.: 12 Nov 2001
Messaggi: 4999
Da: castelgiorgio (TR)

Inviato: 23-05-2008 11:51

Mi ero innamorato di Garrone dopo aver visto il magnifico L'Imbalsamatore un film dai toni onirici e caratterizzato da una poesia a livello di linguaggio filmico, come pochi altri.
E' con questo spirito che sono andato a vedere Gomorra.
Vedere tutta quella gente per un film di Garrone mi è sembrato subito molto strano.

-Stacco-

Le luci si riaccendono. Ho capito tante cose.
Ho capito perchè così tanta gente a vedere il film, che non è un film di Garrone nel senso stretto del termine. E' piuttosto un film diretto da Garrone. Ho capito come mai è stato accolto così calorosamente a Cannes sia da pubblico che da critica. Ho capito, infine, perchè il libro di Saviano da cui è tratto, ha venduto così tanto nel nostro Paese.

Gomorra è un perfetto esempio di come, quando si ha del talento, si è capaci di "raccontare" esattamente tanto quanto si può "mostrare". Se nei suoi precedenti lavori Garrone aveva mostrato di essere bravissimo nell'esercizio del raccontare, con questa sua ultima opera ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio anche nell'altra pratica.
Più che un pugno nello stomaco, questo Gomorra è un vero e proprio calcio che sembra prenderti in pieno volto fin dai primi minuti e da cui non ci si riesce a riprendere fino alla fine.
La scelta di campi strettissimi e camera a mano contribuisce molto a questo senso di angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.
Un film che potrebbe rilanciare un genere, quello del film di denuncia, che ha segnato una stagione importante del nostro cinema.
Speriamo riesca a muovere qualcosa.

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utopia

Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 12875
Da: Smaramaust (NA)

Inviato: 23-05-2008 12:47
quote:In data 2008-05-23 11:51, stilgar scrive:
La scelta di campi strettissimi e camera a mano contribuisce molto a questo senso di angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.


Quoto, è una cosa a cui ho fatto da subito caso anche io e che mi è piaciuta molto.

Poi considera che ero in seconda fila nella sala più grande della multisala, quindi...

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 1846
Da: Genova (GE)

Inviato: 23-05-2008 13:13

Completo con qualche riflessione sui "luoghi" e sulle "atmosfere":

La dimensione del post atomico emerge proprio nelle riprese operate all'interno e all'esterno di questi casermoni. Le luci gelide, talvolta offuscate e rese nebulose anche dalla particolare messa a fuco dei soggetti (come l'ottima ripresa del dialogo fra uno dei protagonisti ed un cinese), non avvolgono i personaggi, ma li coprono come una pellicola trasparente, come il filtro che si frappone fra un passato devastante ed un presente vissuto fra i rottami.
Sembra che il Cinema si muova fra le macerie, davvero, fra i resti di una deflagrazione sociale che ha avuto luogo in tempi imprecisati. Pare che la mdp sia scossa, sia percorsa da un brivido di disagio, sia disarcionata dai soggetti stessi che pedina, spesso seguendolo alle spalle, sembra che inciampi sulle pietre sparse e sulle strade che cedono all'abbandono.
Il male che straborda da questo film sembra scaturire da un big bang rintacciabile agi albori stessi del genere umano, da un brodo pimordiale che è esploso nella sua incandescenza e si è riversato a coprire luoghi e crateri, deserti e città. Da esso sono nati i figli della violenza, intrisi di una tensione che affiora fin da bambini, fin da adolescenti: Voglio sparare. Non resisto sensa sparare! , afferma uno dei personaggi. Ma dalla propagazione di questo panteistico ed a-temporale "tutto" maligno, emergono le singoe esistenze, slegate, scisse, che imploderanno, invece che espandersi, crolleranno su se stesse, preservando nell'omertoso silenzio quel vizio stesso che è imasto bloccato sotto una cappa di fumo tossico.

Proprio in questi giorni sto leggendo un libro che raccoglie tutti i saggi che Giuseppe De Santis - in veste di critico e non di regista - pubblicò fra il 1940 ed il 1943 sulla rivista Cinema , diretta all'epoca da Vittorio Mussolini. Ho sotto mano il libro e ne approfitto per riportarne un brano:

L'importanza di un paesaggio e la scelta di esso come elemento fondamentale dentro cui i protagonisti dovrebbero vivere recando, quasi, i segni dei suoi riflessi, così come intesero i nostri grandi pittori quando vollero sottolineare maggiormente la drammaticità di una composizione o il sentimento di un ritratto, sono aspetti di un problema quasi sempre risolti nel Cinema di altri Paesi, ma quasi mai nel nostro. Se si pensa che tutto un gruppo di opere cinematografiche appartiene ad un genere dove il paesaggio sostiene la parte più importante - "Ombre bianche", "Tabù", "Lampi sul Messico", "tempeste sull'Asia"- vien fatto di sostenere che il Cinema ha un bisogno sempre maggiore di servirsi di un simile elemento che certamente risulta il più immediato ed il pià comunicativo agli occhi dello spettatore, il quale, anzitutto, vuole "vedere".

Ecco, in un periodo in cui il Cinema italiano sembra lentamente uscire da una crisi concettuale, tematica e da qui anche, e soprattutto, stilistica, verrebbe da dire che il punto di vista di De Santis è condivisibile sacrosanto, oltre che rassicurante, se si pensa che veniva espresso alla vigilia del Neorealismo (di cui egli stesso sarebbe poi stato uno dei massimi esponenti, come regista). All'ora come oggi, quindi, il Cinema italiano attraversava periodi di crisi. Ma ne veniva fuori proprio dandosi degli scopi che esulassero dall'accondiscendere alle rischeiste del pubblico.
Ecco, tenendo a mente il problema legato al apesaggio sollevato da De Santis, non è conveniente pensare che l'opera di Garrone sia costruita, proprio, sull'osmosi fra uomini e paesaggi, sia incentrata proprio su quei momenti di estrema umanità, in cui la mdp è satura di primi piani, di pelle e di respiri, a cui seguono invece squarci incredibilmnte vuoti di vita, ma sapidi di una visione oculare soprassedente all'uomo stesso, fermi ed immobili ad immortalare quegli spazi immensi (laghi, fiumi, strade, mari, spiagge) che plasmano lettralmente i personaggi?
La visione di Gomorra, allora, scaturisce proprio da qui: dalla genesi di un aborto incompleto di vita, che nasce da un intruglio bituminoso di violenza, qualcosa che contaminò i luoghi stessi anni ed anni adietro, ma di cui i figli odierni, i pronipoi o i discendenti continuano a soffrire.
I protagonisti di questo film prendono la forma fatiscente, flaccida, decadente dei luoghi da cui nascono.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:35  
PAG……. 3
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Hamish

Inviato: 23-05-2008 15:24
quote:In data 2008-05-23 12:47, utopia scrive:
quote:In data 2008-05-23 11:51, stilgar scrive:
La scelta di campi strettissimi e camera a mano contribuisce molto a questo senso di angoscia che accompagna lo spettatore per tutta la durata del film.

Quoto, è una cosa a cui ho fatto da subito caso anche io e che mi è piaciuta molto.
Poi considera che ero in seconda fila nella sala più grande della multisala, quindi...
A Servillo gli si vedevano distintamente i peli nel naso.

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Fakuser

Inviato: 24-05-2008 01:55
Splendido, prima di tutto da un punto di vista prettamente cinematografico, ma anche una disamina (non una denuncia!! ) lucidissima e credibile di una certa realtà... Non ci sono filtri artistici nè mediazioni ideologiche di nessun tipo. L'uso quasi esclusivo della camera a mano all'inizio può stranire, ma ci impiega poco a diventare la cifra stilistica più adeguata a descrivere la banalità (meschinità ? ) del male.

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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 10:10
quote:In data 2008-05-21 11:56, Hamish scrive:
Tra l'altro il film non fa nomi però cita fatti molto circostanziati e reali, come ad esempio la faida di Scampia che ha opposto il clan Di Lauro ai cosiddetti scissionisti.

Così come è difficile non riconoscere in alcuni personaggi del film protagonisti reali della camorra campana come Francesco Schiavone detto Sandokan capo del ferocissimo clan dei Casalesi.
e poi la casa dove i ragazzi giocano a Tony Montana è la villa sequestrata a Sandokan, se non ho visto male.
Ah... il film è fenomenale. Tra poco due righe arrivano.


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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 11:48
Accese le luci del cinema sono rimasto interdetto. Ho pensato: «… e adesso cosa scrivo?» Essì, perché il film di Garrone è un pugno nello stomaco. Lascia tramortito lo spettatore, abbandonato a se stesso in una sorta di dopo sbronza. Un po’ come l’ubriaco si domanda, la mattina dopo, «ma veramente ho fatto questo?» così il pubblico incredulo si chiede se è così la vita in alcune zone d’Italia. Si, certo, è così. Cosa c’è di strano? Basta guardare i TG, anche se oramai sono rotocalchi rosa della peggior specie. Viene in mente il “classico” morto ammazzato fuori, o dentro (non fa differenza), la pizzeria: telecamere, flash, ma il giornalista (altro epiteto attribuibile a pochi) ci racconta poco. Ci descrive l’aspetto fisico, ci dà il nome e qualche informazione completamente inutile. Allora chi ascolta la notizia non comprende. Non capisce perché uno debba essere ammazzato tra una pizza margherita e una panna cotta ai frutti di bosco.
Ecco però che arriva la manna. Prima Saviano scrive Gomorra e poi Garrone lo mette in scena. Si parte con una mattanza in un centro estetico, tra manicure e lampade ci scappano quattro/cinque morti ammazzati. Si badi bene che l’aggiunta di “ammazzato” dopo “morto” è fondamentale perché, come dice un boss nel film «aimme a fa’ i morti».
E’ proprio questa quotidianità che tramortisce il pubblico. Non c’è una realtà edulcorata, fatta di figure romantiche, che si muovono tra bene e male, sviluppando e maturando conflitti interiori. I killer operano come persone normali che a vederli senza una pistola in mano sarebbe fin troppo facile scambiarli per sciatti uomini di mezza età o ragazzi modaioli usciti da un video di Gigi D’Alessio. La macchina da presa non scruta, ma mostra naturalmente quello che vede. C’è molto poca profondità di campo, il fuoco si ferma spesso a qualche decina di centimetri, quasi a rimarcare un’assenza di prospettiva ultrafilmica. Non ci sono colpi di scena e non ci sono neanche musiche extradiegetiche, tutto è suggerito consapevolmente. Lo sviluppo narrativo è come una puntina di un vecchio giradischi che salta da un punto ad un altro, ma la durezza e la semplicità delle immagini costruiscono un vero capolavoro che Cannes ha mostrato di apprezzare in pieno.


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oronzocana

Inviato: 25-05-2008 12:11
Spoiler.

Fantastiche sono due scene. Anzi la prima e una inquadratura sola, se non ricordo male, dove in uno dei tanti corridoi delle vele di Scampia c'è un matrimonio. Il dolly parte dal basso, sale come a dare un senso di solennità alla cerimonia (non religiosa), ma poi entra nell'inquadratura un altro corridoio speculare, che sovrasta il primo. Qui è frenetica l'attività della manovalanza, come in un formichiere, a suggerire che il Sistema è sopra a tutto. La vita privata non esiste e tutto è vagliato e censurato (anche con la morte) dal clan.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.


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utopia

Inviato: 25-05-2008 12:19
@ Oronzo

SPOLIER

E la scena dove il ragazzino, Totore, chiama la casalinga per farla uscire di casa perchè ha avuto il compito di ingannarla affinchè gli altri potessero ucciderla?

In quella, secondo me, è stato riassunto tutto il lato spietato di questa organizzazione.
Totore, che fino a pochi giorni prima c'era rimasto male al fatto che non potesse mangiare neanche più una pizza con l'amico, oramai di clan opposto, è stato artefice della morte di una signora che aveva in lui fiducia assoluta... Come a volerci far capire che i sentimenti passano, ad un certo punto, in secondo luogo, anche in coloro che sembrano aver inizialmente sofferto e sembrano essere stati incantati dal lato oscuro del potere piuttosto che dalla scelta consapevole di quello a cui stavano andando incontro.

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kubrickfan

Inviato: 25-05-2008 12:19
possibile spoiler

per tutto quanto ha detto oronzo la scena finale è praticamente perfetta. Non poteva essere girata meglio, altro che la gloria sognata della fine di Tony "Scarface" Montana che schernisce le pallottole dei suoi killer.


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roccomedia

Inviato: 25-05-2008 12:48
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)


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Hooligan

Inviato: 26-05-2008 17:57
Un vero pugno allo stomaco; è verissimo che uscendo dalla sala non ti senti affatto bene. Comunque il film è ottimo e il premio assegnatogli a Cannes è strameritato.
Andatelo assolutamente a Vedere!



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oldboy83

Inviato: 27-05-2008 02:16
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.



l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

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utopia

Inviato: 27-05-2008 09:04
quote:In data 2008-05-27 02:16, oldboy83 scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:
Spoiler.
La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

l'ascensione al cielo dei due ragazzi tramite la benna dello scavatore alzata al massimo è geniale.

Lo sai che il collegamento non l'avevo fatto?
Ottimo.


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pensolo

Inviato: 27-05-2008 09:32
Visto ieri sera.

Certo esci dal cinema con una brutta sensazione allo stomaco ma anche alla testa. Però avercene.

A metà tra film e documentario...forse non dice niente di nuovo..ma lo dice bene.E poi c'è sempre chi ignora e ha bisogno di vedersi spalancato un mondo che magari ha anche intorno ma che finge di non vedere o lo accetta come la normalità delle cose.

Forse la visione non servirà a questi ultimi.Però la sensazione che sia un film necessario non te la togli comunque.


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porcupine

Inviato: 29-05-2008 01:27
Ho appena visto il film Gomorra.
Sono colpito, arrabbiato e profondamente deluso da come una realtà italiana stia attraversando una crisi che appare così radicata e senza via d'uscita da rendermi attonito. Mi sento così lontano dalla realtà di Scampia, il film poteva essere stato girato anche in un altro continente che non me ne sarei accorto. Eppure mi sono sentito chiamato in causa. Questo film non parla solo di Napoli ma di una realtà ben più complessa e che ci coinvolge tutti, nessuno ma proprio nessuno escluso. Dal Milanese al Veneziano dal Romano al Palermitano, la Camorra tocca tutti. Forse per le linde strade della mia città non si vede, questo non significa che il suo effetto non ricada anche sulla nostra vita. Nel film la frase "per salvare un operaio di Mestre bisogna sacrificare una famiglia di Mondragone" mi ha fatto molto riflettere.
Com'è possibile che esistano ancora dei giovani inesorabilmente destinati a vivere senza un futuro nel nostro paese, ma dov'è finito il nostro orgoglio? Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.



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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 02:38
quote:In data 2008-05-25 12:48, roccomedia scrive:
quote:In data 2008-05-25 12:11, oronzocana scrive:

La seconda scena è quella finale. Dove muoiono i 'uaglioni. Costruita alla perfezione, con un montaggio quasi neutro, senza mai aggredire il naturale percorso narrativo. E' tutto normale, così quotidiano che i killer ammazzano in canotta e ciabatte. Fantastico.

Qui c'è la totale rinuncia a qualsiasi tipo di spettacolarizzazione della violenza. Questo è un film "vero" fin dentro la scelta dei registri lingiustici che rinunciano a priori al fasullo "napoletano-italianizzato" che da De Sica a Nanni Loy passando per Tornatore e Sorrentino, si era sempre scelto per raccontare Napoli. Questo film è molto più vicino a "La terra trema" di Visconti che non a "Il Camorrista" (con ovvia delusione di tutti i "Mao-Mao" che a Napoli hanno saccheggiato le bancarelle abusive per acquistarne una copia pirata...)


Si parla il dialetto della disperazione, verace, duro, chiuso, tronco, sgradevole. Impressionante, inquietante, a pelle. Tali inflessioni suonano minacciose, sembrano la voce della violenza, vogliono distinguersi con determinazione dall'idioma ufficiale, o "colto.., per rimarcare l'estraneità, nell'appartenenza ad un contesto sociale "altro"; si percepisce la violenza cieca, la fredda determinazione, la sub-cultura che, a differenza di quella raccontata da Pasolini, per fare un esempio, non ha un "codice d'onore", un retaggio "morale" di alcun genere, se non quella della legge della giungla, quasi allo stato animale. E' la voce del sottosviluppo economico e culturale, dove in fondo si è carnefici ed insieme vittime. Concordo con
l'accostamento a La terra trema, e, ovviamente con tutte le rimarchevoli differenze del caso, mi viene in mente anche L'albero degli zoccoli di Olmi, che recupera l'"accento" psicologico specifico, non solo linguistico, dunque "accessorio", delle culture che mette in scena, e naturalmente Salvatore Giuliano di Rosi, nell'approccio "realistico",semidocunemtario. Concordo sul finale asciutto, tesissimo ma non compiaciuto, al pari di tante altre sequenze di cinema davvero alto, con maiuscola, così lontano, anche nella "scrittura", dagli stereotipi del "genere". Gomorra è un film fisico, degli umori rappresi, "minerale"... Ha tutte le carte in regola per ricongiungersi con il cinema di Rosi, ecc, con le grandi stagioni del grande cinema italiano che fu. Un segnale positivo il riconoscimento di Cannes anche per Il Divo, che non ho ancora visto, ma non dubito sul suo valore. Intanto è notizia ufficiale che Sorrentino farà parte della giuria al festival di Locarno, e che il festival spagnolo di San Sebastian, dedicherà una retrospettiva su Monicelli.., dopo Berlino che ne aveva dedicata una a Rosi. Importanti segnali internazionali, verrebbe voglia di ridire che nessuno è profeta in casa propria.., quelli di casa nostra lo diventano solo ce c'è in giro odore di soldi...


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AlZayd

Inviato: 29-05-2008 17:30
quote:In data 2008-05-29 01:27, porcupine scrive:
Come si fa a vivere nell'indifferenza della tragedia che accade ogni giorno tra quelle tetre mura di Scampia... Oggi non è solo Napoli la protagonista ma tutti NOI.


Ben detto! Questa è, tra le altre, la vera "emergenza" nazionale, ma preferiamo prendercela con i presunti untori che, a ben guardare, tolto il marcio che alberga radicalmente anche in noi, sono spesso più dignitosi e puliti di noi.
Se un film, un fatto di cultura, riesce far riflettere su tali tematiche, è segno che non tutta la nazione dorme.., però è anche vero che la macchina dello spettacolo, manovrata dal sistema di "potere", farà del tutto per edulcorare la portata vera e sporca, quella con cui varrebbe la pena sporcarsi pe tentare una risalita, come la metafora del "fondo del pozzo", di questa "lezione", tracciando subito i limiti di confine tra la finzione e la realtà. Dove invece, la finzione è lo strumento migliore per denunciare, analizzare, smarcherare la realtà stessa. Non c'è nulla di più "vero" dell'"estetica", che va oltre la morale costituita, le falsità della politica, della politca corrotta, che da una parte si compiace, in veste "istituzionale", del risultato ottenuto dal cinema italiano, e bla, bla, bla, e dall'altra spinge verso la repressione, la vanificazione dei contenuti delle tematiche emerse, per fiaccare le poche volontà di chi crede nell'arte non come astrazione dal reale, bensì come affermazione di quello.
Hai ragione, i protagonisti in questo stato di cose siamo tutti noi; inutile parlarne se poi non ci crediamo in ciò che "vediamo".
Ma al cinema, si sa, come i mostri, le paure, le tragedie, ecc, è tutto "finto"...

_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Tristam
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Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:36  
PAG….4
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TomThom

Inviato: 30-05-2008 16:18
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.
Nel frattempo in giro per la mia città, e non solo, ho notato per terra ed attaccati ai muri degli adesivi "GOMORRA" di color rosa...
Sperem ben.

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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 15:38
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.

eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


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Hooligan

Inviato: 31-05-2008 21:24
Per HoldBoy83:
Ottima intuizione, geniale. Non ci avevo pensato, e forse non è stata fatta di proposito nemmeno da Garrone.


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TomThom

Inviato: 31-05-2008 21:51
quote:In data 2008-05-31 15:38, Fakuser scrive:
quote:In data 2008-05-30 16:18, TomThom scrive:
Devo ancora vederlo ma molti segnali mi stanno indisponendo.


eccerto, da uno che grida al capolavoro davanti a quella porcata dei Coen, c'è da aspettarsi anche di peggio che questo...

Quali sarebbero i segnali indisponenti, scusa?


Uhm...vediamo...Non ti bastano gli adesivi color rosa stile discoteca?
Ci aggiungo la sovraesposizione mediatica, le comparsate di Garrone al tg, Saviano perennemente in mezzo ai coglioni e il fatto che vedere Gomorra sia tremendamente chic, visto che la monnezza di Napoli fa notizia "perché non farci anche un bel venerdì sera tra i camorristi che parlano il loro slang"?

Ti basta? Mi auguro si sì.


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Fakuser

Inviato: 31-05-2008 22:14

No. Non mi basta. Le tue argomentazioni sono al solito ridicole. Devo spendere del tempo a risponderti?
No, perchè sto ascoltando il Principe, e mischiarlo con te sarebbe alquanto pernicioso.

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TomThom

Inviato: 31-05-2008 22:24
Lascia stare De Gregori, non è cosa per te.


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oronzocana

Inviato: 01-06-2008 16:22
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile. Se non fosse marchigiano come me direi: "è una cazzata".

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oldboy83

Inviato: 01-06-2008 16:53
quote:In data 2008-06-01 16:22, oronzocana scrive:
... che poi quello che ha scritto old è una forzatura interpretativa incredibile.


SPOILERS

A parte gli scherzi... io quella scena l'ho interpretata così.
E alla fine mi sembra una lettura abbastanza coerente alla narrazione del film.
La salvezza, e, paradossalmente, l'ascesa ai cieli, seppur simbolica e spazialmente rappresentata, caratterizza tutti i micro episodi, da quello dei ragazzi a quello del sarto, costretto a "migrare" verso il nord, verso una "salvezza" chiamata assenza.
Anche Don Ciro, dopo essere scampato alla sparatoria, e dopo un lungo piano sequenza, sale verso l'alto, verso il mondo "normale" affollato di anonime automobili, asettico ma allo stesso tempo protettivo.

Ma, ripeto, sono interpretazioni personali e assolutamente opinabili.


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utopia

Inviato: 01-06-2008 16:58
quote:In data 2008-06-01 16:53, oldboy83 scrive:
SPOILERS

Io son d'accordo, parola per parola

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 11-01-2009 18:41  
Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 1846
Da: Genova (GE)

Inviato: 03-06-2008 10:19
quote:In data 2008-05-23 11:48, Richmondo scrive:
Pino Daniele, così come [...] a cielo aperto.


quote:In data 2008-05-23 13:13, Richmondo scrive:
Completo con qualche [...] da cui nascono.



Inseriti nel mio blog , a cui devo la citazione per ragioni di licenza Commons e per puro spirito di spam.

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Fakuser

Reg.: 04 Feb 2005
Messaggi: 2660
Da: Milano (MI)

Inviato: 03-06-2008 12:28

Non sono cazzate, sono interpretazioni simboliche che possono essere fatte o meno, ma di certo non sono del tutto arbitrarie, dato che qualsiasi segno nel cinema ha un significato preciso, cioè a dire che non è posto lì a caso....

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ginestra

Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8827
Da: San Nicola la Strada (CE)

Inviato: 06-06-2008 15:24

Ho visto Gomorra, con un po' di ritardo rispetto all'uscita del film nelle sale. A me è piaciuto e mi sono trovata d'accordo con molti giudizi dei vostri, quindi è inutile ripetere ciò che è stato già detto, voglio soltanto aggiungere che il paesaggio postatomico e il riferimento a registi come Nanni Loy,citati da qualcuno qui,è stata anche la mia impressione.Io in più posso dire che ho pensato anche a Pasolini.Ciao

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maverick44

Reg.: 04 Giu 2008
Messaggi: 2
Da: pratola peligna (AQ)

Inviato: 07-06-2008 12:03

film-verità

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Granvia

Reg.: 24 Nov 2002
Messaggi: 204
Da: Salamanca Spagna (es)

Inviato: 13-06-2008 10:55

La mia compagna di visione: <<Mi sforzo di non leggere i sottotitoli, ma non riesco a capire quello che che dicono! ..Davvero parlano così a Napoli? Sembra un altro mondo...>>
Lo è.

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ginestra

Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8827
Da: San Nicola la Strada (CE)

Inviato: 14-06-2008 16:27
quote:In data 2008-06-13 10:55, Granvia scrive:
La mia compagna di visione: <<Mi sforzo di non leggere i sottotitoli, ma non riesco a capire quello che che dicono! ..Davvero parlano così a Napoli? Sembra un altro mondo...>>
Lo è.



E' vernacolo strettissimo, perciò non lo capisci.Quelli parlano veramente così, e la rabbia con cui pronunciano le parole li rende ancora più incomprensibili.

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 299
Da: Roma (RM)

Inviato: 14-06-2008 20:33

Visto da poco.
Credo sia uno dei film più importanti degli ultimi trent'anni.
Di gran lunga superiore al Divo.
Ogni scena è un capolavoro, ogni frase, ogni gesto.
Un modo di raccontare neutrale ma che non puà lasciare indifferenti

Voto 10

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Skizotrois

Reg.: 12 Nov 2007
Messaggi: 185
Da: Aosta (AO)

Inviato: 28-06-2008 14:42

grande film

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ermejofico

Reg.: 17 Ago 2005
Messaggi: 660
Da: roma (RM)

Inviato: 04-07-2008 10:36

Ebbene sì, ci si sono messi in parecchi attorno al tavolo di sceneggiatura, autore del best seller compreso, e non hanno saputo inventarsi niente di meglio dell’espediente “povero” del film ad episodi intrecciati (cioè tagliuzzati e rimescolati, non legati fra loro), ciascuno dei quali potrebbe avere la sua moraletta scritta sotto, oscillante fra l’impegnato ed il ridicolo (tipo: “mai fidarsi del camorrista con il polipo alle corde vocali” oppure “i boss di Scampia saranno cattivi ma anche gli imprenditori milanesi non scherzano”… e via ammonendo).
A riscattare il sicuro disastro che una tale sceneggiatura comporterebbe, ci ha pensato l’ottimo Garrone.
E d ecco che la ricerca dei siti dove far sparire i rifiuti speciali, una delle più lucrose attività del malaffare Campano (e non solo, come sapremo ben presto) inizia da un distributore di benzina “sconsacrato”, riconoscibile perfettamente nella sua forma e funzione ma privo di ogni attributo segnaletico, insegne, colori, marchi che lo riconducano ad un ciclo produttivo, rete di distribuzione ecc…. Due sagome in campo lungo che escono dal terreno materializzandosi nella scena vuota in cui avevano già cominciato a dialogare: lo spettatore si trova davanti alla tragedia ma nello stesso tempo imprigionato in una sorta di sospensione metafisica.
Ogni tanto, forse, il regista si sbilancia un po’ troppo sul versante del simbolico, ad esempio quando mostra il labirinto degli alberi in cui i due sfortunati aspiranti re del crimine hanno nascosto le armi che ora non riescono più a trovare o, nello stesso episodio, nel furto delle armi nella stalla fra le bufale campane (come dire: “malavita e mozzarelle: eccoli qua i DOP del territorio”), ma subito si riscatta con la scena del ruggito della finta tigre, seguito dallo sbadiglio di una comparsa durante il trasloco (micro – panoramica di connessione fra i due oggetti): frammento di mondo che entra nel film lateralmente, una comparsa che sbadiglia all’ottantesimo ciak della stessa inquadratura.
E poi il film prende il largo: un breve carrello segue la conversazione in macchina dai sedili davanti a quelli posteriori, alla “cappelliera”, da cui emerge solo la testa del sarto, e sembra di vedere lo Zang ke di “Still Life” (ma riusciremo mai a vederlo, “24 city” ? Fate qualcosa!). La linea grigia che si restringe sempre più non basta a coprire la figura del “pagatore” in fuga che ha appena attraversato, in punta di piedi, una terra di nessuno cosparsa di cadaveri, ripreso in verticale dall’alto (una ripresa “stretta”, sull’attore, non il classico “a piombo” distanziante, geografico).
Ormai da antologia (fosse pure solo quella dei programmi di approfondimento del tg3) è la sequenza dello sparare a vuoto dei due ragazzi sulla spiaggia con le armi rubate. In un montaggio ( e qui un elogio a Marco Spoletini è assolutamente necessario) apparentemente casuale, pieno di iati e di riprese sovrapposte, i due personaggi entrano in campo a metà inquadratura, innocenti e semisvestiti come sul bordo di un fonte battesimale, sfogando sulla riva del mare una gioia feroce contro il nulla di futuro che si schiude davanti loro.
Altra grande arma del film è il cast. Accanto all’ormai consolidato, ambiguo Servillo (che troneggia in questo bimestre sulla copertina di “Segnocinema” nella tuta anticontaminazione) una ridda di ottimi interpreti, professionisti e non, dai fisici irregolari e “parlanti” (i bagnini – becchini sovrappeso delle scene conclusive), i due ragazzini protagonisti, uno avviato alla pinguedine, l’altro, dal viso lungo e tragico, troppo fragile e leggero per reggere alla durezza della realtà (come ben evidenziato dalla sua “danza” sopra il parapetto e attorno alla colonnina della veranda dopo la riuscita della prima impresa criminale, il furto della droga). Teatro poco (dove serve, per carità) e visi presi dalla vita a fare la parte del leone. Si legge in giro che autentici malavitosi avrebbero partecipato alle riprese, anzi insistito per partecipare, ma l’aneddoto è fin troppo dimostrativo (e langhiano) per essere facilmente creduto.
La prima inquadratura nella cabina solare, lo straniante campo lungo dello scalo dei container, sottolineato dal respirare di Sorrentino attraverso la maschera di protezione potrebbero essere prese a prestito da “The Wild Blue Yonder” e il carnevale dei bambini che guidano i camion in circolo nella cava sembra frutto della visionarietà di “Anche i nani hanno cominciato da piccoli”. Allora non è vero che si può interessare il pubblico con vicende nere solo copiando gli “stilisti” americani ed i loro collaudatissimi stratagemmi di genere, oppure con le storie di matrice fiction-televisiva nostrana, come gli amanti dei mostricciattoli tipo “Romanzo criminale” si ostinano a dire. Gli Scorsese, i Coppola, (i Placido!), **aquì no alcanzan parte** e i brividi più veri, in un film di malavita italiana, sono addirittura di natura herzoghiana.

ULTIMORA!: hanno arrestato uno degli interpreti (che appare nella prima scena, il solarium) per reati di camorra.

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DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 709
Da: Desda (es)

Inviato: 25-09-2008 12:06

Ieri sera sono andato a vederlo. Globalmente mi e' piaciuto, ma meno di quello che avrei ipotizzato.
Tanto per cominciare non ho apprezzato molto questo correre dietro a molte storie, a molte vicende, a molti personaggi (peraltro tutti interessanti, ci mancherebbe...). E' una scelta comprensibile e che in altre occasioni ho anche apprezzato, ma che qui mi ha lasciato come un'impressione di enciclopedismo, di 'tutto quello che avreste voluto sapere sulla camorra'.
Ed inoltre a volte trovavo troppo fini a se stesse certe scelte visive, quasi estetizzanti e compiaciute, dalla sequenza iniziale (che avrei visto bene in un film di Mann) a certi insistiti dettagli architettonici. Anche qui, ci sara' qualcuno a cui tutto questo e' piaciuto, e di certo Garrone se lo e' anche potuto permettere, non ha svaccato (quasi) mai. Ma personalmente avrei gradito qualcosa di piu' asciutto.
I pro, naturalmente, oltre alla profonda verita' di quanto rappresentato (che trascende, se vogliamo, impegni documentaristici o neorealismi assortiti), stanno nella straordinaria coesione di tutti i mezzi espressivi per raggiungere il risultato, da regia a recitazione a "dettagli" come la scelta delle canzoni per la colonna sonora, e nell'apparente casualita' delle vicende che in realta' nasconde un senso di inevitabilita' che spiega il Sud meglio di tante analisi sociologiche.
Insomma, bel film, ma non del tutto nelle mie corde.

P.S. E' meglio che non apro il discorso sul doppiaggio tedesco (si, era doppiato!) con parole lasciate in italiano (peraltro pronunciate male) che fanno tanto folklore, buonasera, arrivederci, mamma mia...
P.P.S. Ed e' meglio che non apro il discorso sull'ignoranza di certo pubblico tedesco che di fronte ad una realta' che non conosce reagisce con il riso, pure a sproposito, e con battutine sceme (una dietro di me, nella scena in cui Servillo e il suo assistente visitano la stazione di servizio abbandonata: "Ah, la bella Italia!". Ma maremma boia, allora non hai capito una cippa!). Vero che la mia amica tedesca mi ha assicurato che molti reagiscono cosi' anche se si tratta di film di Spike Lee o di "Cidade de deus", ma ho come l'impressione che un gangster nero "Yo Yo Bro" lo prenderebbero piu' sul serio di un mafioso italiano, che fa tanto pittoresco.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 8148
Da: novafeltria (PS)

Inviato: 29-09-2008 18:25

Non l'ho ancora visto, e devo dire che leggendo i vostri post la voglia mi è salita a mille.
Ho letto il libro, ma mi pare di capire che il film non è un mero ricalco dell'opera di Saviano (magari con un io narrante in sottofondo) ma un film neo - neoralistico sostanzialmente liberamente tratto dal libro.
Sapete per caso se è già uscito in dvd?

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fuffina

Reg.: 30 Mag 2007
Messaggi: 154
Da: Milano (MI)

Inviato: 02-10-2008 11:45
quote:In data 2008-05-17 16:41, kubrickfan scrive:
Trama: Napoli, [...] del film.


Ecco, questo è un film davvero meraviglioso, anche se a tratti è struggente. A me è piaciuta tantissimo la sua struttura narrativa, che somiglia davvero a quella di un quadro, uscito dal quale si entra in un altro quadro.
Nulla in comune con il mio amatissimo Vincent ok, ma comunque...non saprei come dire....mi sembra che non abbia continuità e questo mi è sembrato un pregio, come tante raffigurazioni differenti, di storie diverse, ecco.
purtroppo non so come rendere meglio questo concetto, ma spero si sia capito quello che intendo.

Bellissima recensione kubrik!

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gmgregori

Reg.: 31 Dic 2002
Messaggi: 4791
Da: Milano (MI)

Inviato: 26-11-2008 06:36

Purtroppo rimarrà solo un film che contribuirà ad alterare ancor più la visione dell'Italia al mondo. Secondo un sociologo é il paese più stereotipato del globo. Il demone della mafia sarà sconfitto quando di gomorra ne arriveranno tanti, senpre più pregnanti di denuncia. E' strano pensare che questo è il primo film documento sulla camorra.
Ciao.

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 1846
Da: Genova (GE)

Inviato: 26-11-2008 09:46

Ma....ma....
Bentornato, vecchio mio (non ti ricorderai, lo so, ma fa lo stesso).

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Hamish

Reg.: 21 Mag 2004
Messaggi: 6335
Da: Marigliano (NA)

Inviato: 26-11-2008 10:11
quote:In data 2008-06-13 10:55, Granvia scrive:
La mia compagna di visione: <<Mi sforzo di non leggere i sottotitoli, ma non riesco a capire quello che che dicono! ..Davvero parlano così a Napoli? Sembra un altro mondo...>>
Lo è.


Bè, a Napoli non parlano tutti così. Il dialetto che senti usare nel film è il dialetto che si parla in certe zone. Diciamo che qui è considerato il dialetto "da cafone", stretto, marcato e a tratti poco comprensibile anche a chi è di qui. Il dialetto che parla il napoletano medio è quello che senti per esempio nelle commedie di De Filippo. Si nota una bella differenza, se non sbaglio lo scrissi anche in un post precedente.

Comunque per chi non abita da questa parti vedere Gomorra senza sottotitoli è praticamente impossibile.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:42  

PAG…..6
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Alzayd
quote:In data 2008-11-26 06:36, gmgregori scrive:
Purtroppo rimarrà solo un film che contribuirà ad alterare ancor più la visione dell'Italia al mondo. Secondo un sociologo é il paese più stereotipato del globo. Il demone della mafia sarà sconfitto quando di gomorra ne arriveranno tanti, senpre più pregnanti di denuncia. E' strano pensare che questo è il primo film documento sulla camorra.
Ciao.

Un tempo il cinema italiano era anche di denuncia, "documentava" con coraggio le varie forme di criminalità organizzate, non solo mafia, non solo camorra, ecc, basti pensare a Processo alla città, Le mani sulla città, Salvatore Giuliano, Il giorno delle civetta, Il sasso in bocca, Lucy Luciano, perfino il Mafioso con Sordi, ecc. Erano film duri, alcuni anche "romanzati", ma indagavano dietro i lindi altarini democattofasciocristiani, del boom.., miracolo economico italiano, turbando i sogni del rag. rossi che voleva sognare solo la fiat 600.., spesso non meno duramente di quanto non abbia fatto Gomorra, film che dati i tempi berlusconiani (e della varie inoffensive Piovre..) resta una solida eccezione, anche se purtroppo l'arte non può fare quasi nulla contro la barbarie e le varie superstiziose forme d'inciviltà dei normali cittadini afflitti dalla sindrome del gregario.


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MissDiane

Inviato: 27-11-2008 13:51
Non è semplice denuncia, a parer mio. Esprime dei concetti universali, collocabili in qualsiasi spazio.


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AlZayd

Inviato: 27-11-2008 16:53
Non volero stilare un saggio sociopolitico, ma in ciò che ho segnalato, a fronte di quando denunciato e documentato dalle pellicole citate che trattano uno specifico contesto geografico riflesso dell'intero mappamondo, si ravvisano implicitamente implicazioni di carattere universale. La criminalità, nomi e forme di azioni differenti, è una sola, ovunque.

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MissDiane

Inviato: 28-11-2008 13:06
Si si, il mio commento era in risposta a ciò che ha scritto gmgregori che vede le tematiche trattate in Gomorra tutte italiane, tra l'altro se il film è stato apprezzato anche all'estero è proprio perchè se ne riconoscono i valori universali.


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louise1979

Inviato: 29-11-2008 12:37
Io vivo in questa realtà e vi dico sinceramente che avrei voluto non vedere il film, non perchè sono come gli struzzi,ma per proteggere quella piccola speranza che avevo nel cambiamento.Immagino che sia solo la punta dell'iceberg quella che ci viene mostrata.Ahimè sarà difficile e mi rammarico per Saviano(che ammiro!!)perchè è stato una goccia.
Sono d'accordo quando si dice che le tematiche di questo film siano da inserire in un contesto mondiale,umano in senso lato: rguarda tutti noi. Ma è vero anche che per i miei figli vorrei qualcosa di meglio: i mali di questa società non appartengono solo a Napoli ma ci sono città anche più piccole in cui il grado di vivibilità non è a livelli così bassi.

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eltonjohn

Inviato: 03-12-2008 16:32
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario. Manca un io narrante, manca gran parte del resto del libro, è tutto troppo ultraneorealista, i dialoghi sono incomprensibili così come le situazioni stesse se lo spettatore non si è letto il libro rischia seriamente di smarrirsi. Salvo solo la recitazione del solito Servillo, come sempre bravissimo, ho goduto quando i due stronzi fans di Tony Montana sono stati al dunque accoppati, due simili idioti è giusto che vengano eliminati almeno dalla camorra visto che lo stato non ne sarebbe capace


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kagemusha

Inviato: 03-12-2008 20:02
quote:In data 2008-12-03 16:32, eltonjohn scrive:
Non mi è piaciuto neanche un po'. A parte che penso sia praticamente impossibile tradurre Gomorra di Saviano dal punto di vista cinematografico senza irrimediabilmente perdere ogni confronto con l'originale letterario.


Il libro è più informativo, più importante forse,
il film è più bello


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mary93

Inviato: 11-12-2008 18:14
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????


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eltonjohn

Inviato: 11-12-2008 22:33
No se c'è giustizia divina

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mary93


Inviato: 12-12-2008 20:06
Ke vuoi dire? non ho capito
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piskello

Inviato: 14-12-2008 01:48
questo film è bellissimo

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ssj4gohan

Inviato: 15-12-2008 23:12
quote:In data 2008-12-11 22:33, eltonjohn scrive:
quote:In data 2008-12-11 18:14, mary93 scrive:
Ragazzi, sn una nuova arrivata. nn ho visto il film Gomorra ma mi dicono ke è bello..... cmq secondo voi riuscirà a vincere qualcosa nella notte degli oscar?????

No se c'è giustizia divina



Appoggio in pieno (non in senso fisico)
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Tristam
ex "mattia"

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Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:43  
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Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:13
C'è un'idea sbagliata alla base di certe scelte, ovvero l'idea che tanto più un racconto si avvicina al mondo della reale (e quindi a tematiche strettamente collegate e intrecciate alla vita, al suo degrado in particolare) tanto meno il cinema debba (ri)costruire.
Gomorra è un film importante. Perchè già l'idea di dover fare un film da un libro così aperto nella struttura, a metà tra il reportage crudo, la mistificazione e il racconto avventuroso, è comunque un'idea 'grande'. Enorme. Coraggiosa perchè si promette di dover sintetizzare un discorso (amoroso?) orizzontale e riproporlo per immagini verticali.
Uno dei problemi principali di Gomorra però è questa sua volontaria necessità di dover essere invisibile, di dover essere immagine prima che cinema, di voler visualizzare elementi narrativi attraverso la presentazione (e non ripresentazione) come se il passaggio dal reale al cinema non producesse per forza di cose dei capovolgimenti o delle torsioni.
Stiamo attenti, non sto affermando che qualsiasi inquadratura vada bene, né tanto meno che chiunque dietro la macchina da presa sarebbe riuscito a tirare fuori questa immagine. Sto semplicemente parlando di quanto questa immagine sia più un’immagine inevitabilmente letteraria che cinematografica. O di come questa immagine colpisca per la sua inevitabilità di contenuti. Ovvero per quello che la macchina-cinema in quel momento, davanti al suo obiettivo, nella scena, ci sta facendo vedere.
Il che va anche bene, perché spesso sono i soli contenuti a fare bello un film, ma in Gomorra il problema principale è questa fuga improvvisa dai sistemi di produzione (di significato, of course) cinematografici in favore di una presentazione di determinati elementi scenici e narrativi combinati assieme per esplodere come sarebbero esplosi se visti su youtube, al tg5, o ripresi da un amico. In Gomorra c’è il rituale di vestizione delle immagini però, ovvero la ‘normalizzazione’ di una situazione in precisi ordini sceneci e direzionali (da qui quindi il termine regia).
E si, Gomorra è un film di regia.
Regia degli attori, regia delle luci, regia dei dialoghi, dei costumi, delle scenografie, dell’entrate e delle uscite degli attori, dei movimenti di macchina. Ovvero si potrebbe anche dire che Gomorra è la presentazione del suo profilmico, perché il filmico è abbattutto, cancellato, impossibilitato ad essere.
Si costruisce una situazione nei dettagli, quindi si stabilisce quale siano i movimenti degli attori, della macchina da presa, le diverse posizioni, le battute, i dialoghi, i gesti (ma sono sempre meno importanti in un cinema così, senza montaggio) e via. La macchina segue, più che anticipare o guidare, segue una situazione bloccata e prestabilita senza quasi intervenire, se non fosse che osserva semplicemente quello che è già stato detto e scritto e organizzato.
Inoltre il cinema è immobile. Tanto più si muove questa macchina da presa, attraversando spazi o seguendo i suoi attori, tanto più il montaggio svanisce. Svanisce per limitarsi a funzionare non più come montaggio, ma come elemento di pulizia, che accorcia ciò che c’è di lungo e pulisce ciò che c’è di sporco, eppoi, si, per mettere assieme un racconto e intrecciarlo assieme. Ma non produce scontri, non produce significati, perché il taglio qui è un taglio inerte.
E quindi a latere delle più grandi produzioni frastagliate del cinema americano che si basano sul precetto opposto e contrario formulato da Bazin (ovvero che l'evoluzione del cinema ha portato al piano sequenza o all'inquadratuta lunga che dir si voglia) e quindi si appoggiano sulla significazione per montaggio esistono ancora film come questo Gomorra e il suo perfetto contralatare americano ovvero The Wrestler che si ripromettono di ‘seguire’, ripercorrere assieme ai suoi attori, gli spazi di un ‘palcoscenico tragico’.
Non solo: la pretesa di voler essere occhi invisibili su una situazione tanto costruita e organizzata è ancora più incredibile (non credibile) se pensiamo che i modelli a cui si rifanno sono quelli che governano alcune tipologie di documentario. E’ vero che Gomorra non include nel suo cinema ritualizzato e vestito le deviazioni dell’atto performativo del documentarista che per forza di cose si pone nei confronti del suo oggetto con l’immediatezza di chi deve costruire tutto sul momento (anche se qui ci sarebbe da discutere per ore sulla verità di questo metodo) o comunque attraverso una leggerezza (di troupe se non altro) diversa, ma ne ripropone determinate questioni. Ad esempio: la mancanza di intervento specifica del cinema di fiction. O comunque tende a mascherarla in funzione di un discorso ampio, liquido, più congruo (a suo avviso) al tipo di racconto da raccontare. Ma così estremizzato che il liquidismo gomorriano diventa annacquamento e trasforma il cinema di Garrone in pura contemplazione del suo profilmico. Lasciando a questo tutti gli irrisolti e i risolti morali di una vicenda che esiste per essere immagine (savianiana) più che cinema (garroniano).

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gatsby

Inviato: 10-01-2009 11:19
è sostanzialmente quindi la stessa critica che potresti rivolgere a United93?


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Tristam

Inviato: 10-01-2009 11:32
Non l'ho visto intereamente. Piuttosto solo qualche pezzo sparso, mi pare proprio su sky. Ma credo di no, credo che il problema di United 93 sia un altro. Nel senso che non voglio puntare il dito sulla questione (pseudo)documentaristica di Garrone. Così come non mi danno assolutamente fastidio le invasioni finzionali all'interno del documentario, così non mi importa che un film di fiction sia costruito sull'idea di un documentario. Mi preoccupa principalmente che un film funzioni in termini filmici. The Blair witch project ha un'idea e la costruisce, September Tapes anche. Grizzly Man, che è un puro film di fiction, anche.
Gomorra può anche essere un film fantastico sotto molti punti di vista. A me è piaciuto vederlo, moltissimo, così come mi è piaciuto ascoltare Saviano leggere Gomorra.
Ma per quanto mi sforzi, e per mia deformazione (inevitabile) non vedo nel film di Garrone l'occasione trovata, quanto una perduta. Vedo un film troppo costruito a livello di set (anche se poi è invece il suo contrario) e poco invece in termini visivi (di riproduzione).

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"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"


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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
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Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 18:45  
ottimo. Tutto in una pagina è una follia allucinante.
Comunque manca l'ultima parte. Ovvero il dialogo tra me e oronzo di cui io ho solo le mie risposte e precisazioni. Aspettiamo di vedere se lui abbia salvato qualcosa e aggiorniamo. Altrimenti metto solo le mie cose e bon.

Il posto di sandrix è salvo.
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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
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Da: Roma (RM)
Inviato: 11-01-2009 19:00  
peccato, gli si stava già preparando la zappa per sotterrare un carico di rifiuti virtuali tossici del nord
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 11-01-2009 19:16  
io intanto aggiungo le mie precisazioni alle domande di oronzo, poi vediamo se integrarle con le sue parti:
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oronzocana
Inviato: 10-01-2009 12:39
Quindi vuoi dire che, pur essendo nei contenuti una sorta di reportage, è nella sua finale realizzazione un profilm (nel senso di apologia del profilmico), ma non un film?

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tristam:
inviato: 10-01-2009 14:10
apologia nella sua accezione di celebrazione?

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oronzocana:
inviato: 10-01-2009 16:02
si

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tristam:
comunque...
non ho detto che sia una sorta di reportage. Al contrario. Anzi, non mi interessa che sia un reportage come invece è September Tapes, per intenderci. Potrebbe essere qualsiasi cosa.
Il punto è che le tensioni di Gomorra si stemperano nella sua conclamata profilmicità, e la costruzione del set viene vissuta come sua messa in immagine.
Quindi è un film, perchè fatto di immagini, ma la sua immagine si risolve in come e quanto il set è dispiegato e la macchina da presa si limita troppo spesso a riprendere questo stesso set (ciò che sta davanti alla macchina da presa, ovvero il profilmico) senza trasformare attraverso la specificità cinematografiche quelle energie che esplodono soltanto quando si parla e si produce (o si dovrebbe produrre) senso col cinema.
Cioè oltre a delle belle immagini non vedo molto altro.


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tristam:
inivato: 10-01-2009 16:29
non voglio puntare il dito sulla questione (pseudo)documentaristica di Garrone. Così come non mi danno assolutamente fastidio le invasioni finzionali all'interno del documentario, così non mi importa che un film di fiction sia costruito sull'idea di un documentario. Mi preoccupa principalmente che un film funzioni in termini filmici. The Blair witch project ha un'idea e la costruisce, September Tapes anche. Grizzly Man, che è un puro film di fiction, anche.
Gomorra può anche essere un film fantastico sotto molti punti di vista. A me è piaciuto vederlo, moltissimo, così come mi è piaciuto ascoltare Saviano leggere Gomorra.
Ma per quanto mi sforzi, e per mia deformazione (inevitabile) non vedo nel film di Garrone l'occasione trovata, quanto una perduta. Vedo un film troppo costruito a livello di set (anche se poi è invece il suo contrario) e poco invece in termini visivi (di riproduzione).


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oronzocana:
ok, quindi diciamo che indipendentemente dalla compenetrazione filmico/profilmico, in questo caso, cioè Gomorra, Garrone è asservito al secondo. Invece che costruire un film con il pennello dell'autore, lo riprende, o forse lo riproduce, in modo troppo asettico. Se così è, non potrebbe questo essere il suo pregio, la sua grande qualità? Relegare il filmico a mero medium di immagini, dove l'autorialità è annullata, è una scelta voluta ed efficace.
Voglio dire, chissenefrega se emerge l'uno o l'altro, l'importante è suscitare una reazione congrua al tema trattato: una emozione onesta.

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tristam:
se il motivo per cui esiste Gomorra è suscitare un'emozione onesta allora può starci.
Poi potremmo parlare di cosa vuol dire emozione onesta per ognuno di noi. Cosa è per te, cosa è per me. E poi potremmo passare a chiederci cosa 'vogliamo' individualmente dal film. Il grado di necessità stabilisce in gran parte il grado di soddisfazione.
Io credo che tutti i film che si limitano ad essere troppo profilmici perdanoun sostanziale punto di vista. Tanto più se derivati da prodotti letterari o da una realtà sociale (chiamiamola così, anche Cannavaro ne ha parlato!).
Non è infatti dovere primario del cinema crerare un contesto sociale in cui si possano crogiolare o riconoscere o beare degli esseri umani.
Un film è un costrutto metaforico. Perché le immagini sono giù di per loro metaforiche e tanto un film si allontana dal reale tanto più acquista un grado di purezza o astrazione. Un film non rappresenta mai una realtà attraverso l'immagine, al massimo dovrebbe suscitarne una (mentale e non descrittiva) che origina dai suoi meccanismi.
Un film come "Sotto le bombe" di Aractingi, ad esempio, sfrutta il reale in maniera molto interessante spezzando il film in tasselli frastagliati che mai combaciano tra di loro. Data una realtà (un profilmico) pochissimo controllata, inserisco un elemento finzionale (un attore, due attori) e trasformo il tutto attraverso una procedura di 'filmicizzazione' approcciandomi alla materia profilmica così come ci si approccerebbe un documentarista. Con tutti gli scontri visivi, gli errori di ripresa, di audio, di montaggio, tutti le asprezze del combattimento: quindi abbiamo un profilmico bizzarro che si fa controllato e incontrollabile continuamente e un regista che lotta per normalizzare una realtà impossibile da domare (non a caso è un pò anche il tema della trama stessa). Da qui l'evidente recitazione dei protagonisti contemporaneamente all'entrate in campo del microfono... tutto nella stessa inquadratura che diventa conquista.
In Gomorra è proprio la pedanteria del profilmico a tenere abbassato il cinema alla sua pianificazione da set e la macchina da presa a elemento di trascrizione di questo controllo: E' tutto così già scritto. Non nella trama, non nel libro di Saviano.

Nell'immaginifico comprendo l'importanza di questo film. E l'accetto. Ma se per assurdo! mettevi in mano questo film a un Renny Harlin, ad un Antoine Fuqua, a un Timur Bekmambetov, a un Ki-Duk Kim, a un Choon-Woo Park, a un Leterrier (per citare francesi, russi, americani, coreani) problemi del genere non si sarebbero avuti.
Nonostante tutto credo che Gomorra abbia anche dei pregi, ma la ripetizione costante dello stesso meccanismo cinematografico, nonostante la bellissima scrittura e l'interessante intreccio, dopo un pò ammazza il film... o quanto meno la sua importanza cinematografica.
I pregi di Gomorra infatti saranno altri.

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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 11-01-2009 21:12  
bastardi, state tramando contro di me!
cmq non ho salvato una ceppa.
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Partecipare ad un'asta, se si ha il Parkinson, può essere una questione molto costosa.
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ssj4gohan

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Da: Capurso (BA)
Inviato: 11-01-2009 21:25  
Probabilmente è per quello che hanno fatto finta di aver sbagliato

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83Alo83

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Da: Palermo (PA)
Inviato: 11-01-2009 21:37  
tristam, che ne pensi dei precedenti lavori di garrone?
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Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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oronzocana

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Da: camerino (MC)
Inviato: 11-01-2009 21:44  
ma perché solo io non ho recuperato? Tristam, dove ce le avevi salvate?
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