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Autore E morto Gerard Damiano!
roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 28-10-2008 21:04  
Il più grande Maestro del cinema oltre censura. "Gola Profonda" gli diede la popolarità internazionale e il successo economico (costato 25000 dollari ne incassò oltre 600 milioni divenendo uno dei più grandi affari della storia del cinema). Il successivo "The Devil in Miss Jones", pur non avvicinando il record d'incassi di Deep Throat, è stato rivalutato dalla critica, ed oggi è considerato da molti il più grande film hard di tutti i tempi. Dal suo obiettivo sono passati i più grandi personaggi della storia dell'hardcore: da Linda Lovelace a Georgina Spelvin, da Robert Kerman a Ron Jeremy, da Nina Hartley a Moana Pozzi, e ancora Peter North, Ilona Staller e Jessica Rizzo.
Aveva 80 anni e da oltre un decennio si era ritirato a vita privata.

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 28-10-2008 21:18  
R.I.P.

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Marcos

Reg.: 10 Lug 2003
Messaggi: 3463
Da: Tarquinia (VT)
Inviato: 27-11-2003 20:14  
Amen.

Marcos
_________________
Salve, sono Marcos.

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Comedy

Reg.: 03 Set 2007
Messaggi: 635
Da: Siracusa (SR)
Inviato: 29-10-2008 23:18  
quote:
In data 2003-11-27 20:14, Marcos scrive:
Amen.

Marcos



già lo sapevi nel 2003 che sarebbe morto?

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 31-10-2008 13:37  
mi dispiace moltissimo. un grande dell'hard. memorabile per un soft-core diventato di culto, gola profonda.

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roccomedia

Reg.: 15 Lug 2005
Messaggi: 3829
Da: Bergamo (BG)
Inviato: 31-10-2008 13:52  
quote:
In data 2008-10-31 13:37, dan880 scrive:
memorabile per un soft-core diventato di culto, gola profonda.



Ma che softcore...

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TheSpirit

Reg.: 21 Set 2008
Messaggi: 3605
Da: Napoli (NA)
Inviato: 31-10-2008 14:07  
Un articolo di Sergio Grmek Germani in ricordo di Gerard Damiano, pubblicato due giorni fa sul quotidiano Il Manifesto.

LUTTI Gerard Damiano, regista di «Gola profonda»
Il corpo come un destino, «luogo» intimo e dadaista
Sergio Grmek Germani

Con Gerard Damiano muore uno dei grandi cineasti newyorkesi, tra i maggiori (Robert Rossen, Shirley Clarke e il Cassavetes che fu ammiratore di Deep Throat, «Gola profonda») che hanno prolungato la fisicità californiana in un'idea di cinema insieme mentale e di flagranze fisiche più dirette. Nato a New York nel 1929, la parallela avanzata dell'hard, alla fine degli anni '60, a San Francisco (con Alex DeRenzy e i Mitchell) e appunto sulla East Coast, lo rende la figura d'avanguardia del porno newyorkese. Egli giunge al cinema quasi per caso, da parrucchiere per donna che nella realizzazione dei film prosegue anzitutto una capacità di concentrazione sui volti femminili. Il cinema di Damiano somma infatti la capacità del lavoro sulle attrici di un George Cukor con la fissazione dello sguardo sulle presenze di un Dwoskin. Ne abbiamo avuto conferma l'unica volta che una manifestazione cinematografica italiana aveva pensato di invitarlo, alla rassegna romana L'amour fou, realizzata nel 1982: una rassegna (con bellissimo catalogo di Roberto Palazzi) capace di coinvolgere nell'organizzazione la Biennale, e di unire Klossowski, Brocani, Damiano e altre punte del cinema che vive il corpo come pulsione permanente, senza dimenticare la «condanna» all'immagine.
Ci parlò lungamente in quell'occasione Damiano, di come sentiva l'attrazione verso la costruzione delle immagini a partire dallo sguardo sui corpi. In ciò il suo cinema è stato davvero unico nel panorama dell'hard, e da molti anni ci si chiedeva cosa fosse successo ad aver provocato l'abbandono del cinema da parte di Damiano.

A differenza di un Russ Meyer che, da nemico dell'hard, coltivò l'ossessione per l'immagine fino all'ultima vecchiaia, Damiano sembra aver vissuto profondamente ciò che più rende onore all'hard: sentire l'attrazione del corpo come un destino.
Non sembri strano che la «parabola» del cinema di Damiano ci appaia così confrontabile con quella di un regista che era lontano da un cinema sessualizzato: ci riferiamo a Mario Camerini che, attraverso il cinema, ha vissuto il passaggio dallo slancio giovanile alla fatalità dell'invecchiamento. E così come fino agli ultimi film di Camerini si preservava l'amore verso le presenze all'interno di un cinema indebolito, anche il tardo Damiano restava un cultore delle proprie attrici(tra cui varie italiane: Moana Pozzi, Milly D'Abbraccio, Jessica Rizzo) ma non ritrovava più quel senso della giovinezza che anche in America ebbe nell'hard la realizzazione vitale della volontà di godimento nata dopo il '68. Talmente impolitico da confondere (durante l'incontro che avemmo a Roma) la guerra di Corea con quella del Vietnam, egli visse però nell'intimità l'anarchia dell'incarnazione che, da Dreyer in poi, sappiamo essere la vera natura del cinema.

Andrebbero visti con attenzione anche i suoi film minori giovanili (da We All Go Down con cui esordì nel 1969 all'apocrifo Waterpower) ma intanto va ribadito che i suoi film maggiori tra il 1972 (Deep Throat) e il 1981 (The Satisfiers of Alpha Blue) costituiscono alcune tra le opere più importanti per quel decennio. In qualche modo, la citata rassegna romana avvenne nel momento più compiuto del percorso del regista; vi seguiranno più che altro delle postille interessanti (Return to Alpha Blue e Throat: 12 Years After segnalano un significativo esplicitarsi del tempo e della ripetizione, con alcuni film ulteriori si arriverà all'esito dadaista di rendere il titolo la vera realizzazione di un film: pensiamo a quel Splendor in the Ass che chiosa uno dei capolavori del mélo.
In quel decennio Damiano è tra i maggiori reinventori dell'idea di genere, dalla commedia di Deep Throat al fantastico di The Devil in Miss Jones al mélo di Memories Within Miss Aggie all'erotico di The Story of Joanna all'animazione di Let My Puppets Come al film a episodi di People alla fantascienza di The Satisfiers of Alpha Blue, con un costante progetto destinato a non realizzarsi, quello di un musical per la Mgm. Non bisogna pensare tuttavia a un lavoro puramente mimetico sui generi. Tutti quei film sono innanzitutto delle cattedrali ospitanti presenze fisiche: opere nelle quali Linda Lovelace, Georgina Spelvin, Darby Lloyd Rains, Tina Russell, Jody Maxwell, Terri Hall, Susan McBain, Serena, Lysa Thatcher, Annie Sprinkle s'impossessano dell'immagine, spezzano l'infinito universo del fuoricampo e rivelano che questo impossessarsene è la verità del cinema.



[ Questo messaggio è stato modificato da: TheSpirit il 31-10-2008 alle 14:15 ]

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 31-10-2008 14:14  
quote:
In data 2008-10-31 13:52, roccomedia scrive:

Ma che softcore...



era un hard agli inizi, ancora in "fase di rodaggio".

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 04-11-2008 18:15  
quote:
In data 2008-10-31 13:52, roccomedia scrive:
quote:
In data 2008-10-31 13:37, dan880 scrive:
memorabile per un soft-core diventato di culto, gola profonda.



Ma che softcore...


Già, con tutti i cazzi che entrano ed escono da Linda Lovelace, alla faccia del "soft"

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