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Autore Miracolo a Sant'Anna - Spike Lee
AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-10-2008 15:24  
Apro le danze, visto che nessuno parla di questo film che è un po' un caso che sta facendo parlare di se.

Avevo scritto una sorta di recensione/approfondimento, o una via di mezzo.., gli tolgo il cappello, chi fosse interessato lo trova qui

Questa invece è la conf. stampa con Spike Lee e il cast che ho trascritto integralmente


... Film controverso, presentato al festival di Toronto, attualmente nelle sale degli States e al nono posto nel Box Office, ha diviso la critica d’oltreoceano e già fà parlare di se in Italia, spesso attaccato sul piano ideologico e politico, testuale, sulla presunta fedeltà o infedeltà della fiction al dato storico anch’esso controverso. Chi scrive non è particolarmente interessato a soffermarsi su tali aspetti marginali, non determinanti ai fini dell’analisi del film in quanto tale, dove nessun film è obbligato a restare fedele al romanzo, o alla cronaca, o al fatto storico, o qualsiasi altra fonte a cui si ispira. Conta semmai la coerenza etica, l’aderenza estetico-trasfigurante della “finzione” allo spirito della realtà. Altrimenti tanto varrebbe girare un documentario o realizzare un format televisivo nell’approccio saggistico sulle orme della storia

Il film. Un inizio che ha tutti i crismi del thriller mozzafiato. Lo stile serrato e “contrappuntante” dell’autore newyorkese c’è tutto, riconoscibile tra mille, come subito riconosciamo la sua rapidissima camera che compie virtuosismi tecnico-espressivi (alcuni invero ripetuti e manierati) in grado di costruire più di una sequenza degna di nota, una in particolare memorabile (ma non la riveleremo), per poi dover via via assistere, quanto più si entra nel vivo dell'intreccio, al complessivo scadimento dei registri formali e contenutistici. Già dalla sequenza del giornale “miracolosamente” finito in mano a un diretto “interessato”, un po’ troppo (e fanno due) capitato lì per caso, l'iniziale tensione comincia ad affievolirsi, di fronte a quello che ci è francamente sembrato un discutibile siparietto. Un incipit in cui si delineano le coordinate di una storia che, tra i repentini salti temporali del montaggio, si trasferisce per un lunghissimo tratto di pellicola in quel di Sant’Anna di Stazzema, prima di far ritorno nella metropoli americana degli anni ’80, dove avviene il vero “miracolo” annunciato nel titolo.

Miracolo a Sant’Anna è scritto male, principale difetto della pellicola aggravato da una regia ambiziosa ma incerta, approssimativa, che perde il senso primo ed “interno” alla (doppia) vicenda narrata, distratta da cento altre suggestioni collaterali ultili ma non essenziali ai fini del 'messaggio' e del plot, nell'approfondimento sommario, di difficile scavo, supponiamo, in quell’ansia di voler dire tutto finendo così per mettere troppa carne al fuoco. Il film ha tuttavia una sua coerenza da fiction televisiva di gran lusso, un buon ritmo, molta azione (il cinema bellico, genere affrontato da Lee per la prima, non è però nelle sue corde, le ingenuità sul piano della spettacolarità e del realismo sono molteplici ed evidenti), uno svolgimento logico, nonostante alcuni passaggi narrativi inverosimili e tuttavia perdonabili (non è questo il problema). Viene descritto tutto ciò che verosimilmente, e non, potrebbe essere accaduto all'epoca dei fatti, intorno al nocciolo della questione, e poco importa se tutto questo, trame e sottotrame, divagazioni e ritorni all'essenza narrativa, siano il fedele riflesso delle verità storiche o il risultato della finzione. Ma, in questo specifico caso filmico, più che di estetica trasfigurante, e dunque di poesia, dobbiamo purtroppo parlare di abuso della didascalia, della circostanza 'politica', umana, privata e collettiva, raccontata in modo prevedibile e retorico, di personaggi quasi caricaturali, di eccesso d'enfasi nelle prospettive sentimentali e ideologiche, nel risaputo gioco delle contrapposizioni tra le parti. Fatta salva, ciò nonostante, la sostanziale onestà intellettuale del regista, il suo corretto approccio sul fronte etico-morale e ideale.

Spike Lee crede molto nel suo progetto, e la sua fede è sincera e sicura, ma, nel raccontare una vicenda così delicata e terribile, di per se commovente e straziante, lì dove non serviva dunque rincarare la dose, lavora maldestramente per accumulo, agendo sulle corde del sentimento e dell'emozione di facile presa, quantunque mai a fini meramente ricattatori e qualunquisti.

Non contestiamo dunque all'autore di aver scelto una forma romanzata e melodrammatica per raccontare contenuti storici certi e tragici, nonostante gli aspetti non ancora del tutto chiariti. Al contrario, amiamo anche le 'leggende', oltre che le 'verità' assolute. E così, a mente fredda, dopo aver metabolizzato la prima emozione, si affievolisce in noi il ricordo di un film imperfetto, mentre ci sentiamo più 'attratti' da quella radice del male che restava nascosta, che andrebbe estirpata per sempre, e che, grazie a Spike Lee e al suo film, è stata utilmente dissotterrata.

Non possiamo infine non spendere qualche sincera parola di elogio per l'intero cast attoriale che pur nei limiti del film riesce ad esprimersi con grande entusiasmo e bravura. Gli interpreti afroamericani, i soldati della 92° Divisione “Buffalo Soldiers”, hanno dato il meglio di sé, le loro migliori emozioni, dimostrando grande professionalità, ben amalgamati con il folto gruppo di attori italiani altrettanto valido e ben assortito, in quello che sarà stato per tutti loro un ottimo e divertente gioco di squadra. Menzione speciale per l'intenso e maturo Pierfrancesco Favino, per il tenero incanto che il piccolo 'Angelo', Matteo Sciabordi, ha saputo regalarci pur tra tanti orrori. Abbiamo con piacere rivisto Omero Antonutti, attore di gran classe, colpevolmente trascurato dai nostri cineasti, già interprete di quel bellissimo film intitolato La Notte di San Lorenzo, 1981, dei f.lli Taviani, che ha molti punti in comune con quest’ultima e purtroppo deludente opera del pur sempre grande regista newyorkese.



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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: sloberi il 06-10-2008 alle 15:32 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-10-2008 15:27  
Chiedo scusa, ho sabagliato a scrivere il titolo del film. E' "Miracolo a Sant'Anna", qualche moderatore può cortesemente correggere? GraZZie!



EDIT: velocissimi, gazie!

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-10-2008 alle 15:35 ]

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
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Da: novafeltria (PS)
Inviato: 06-10-2008 19:14  
"I soldati bisonte", così gli indiani chiamavano i soldati di colore, alla loro immaginazione semplice e primitiva non erano sfuggite alcune delle caratteristiche peculiari della razza negroide (zazzere crespe, narici larghe, colore scuro) così incredibilmente simili a quelle del bisonte americano, animale chiave della loro "economia".
Quelli si sono fatte tutte le guerre in cui l'America s'è infoiata, dalla guerra di secessione fino all'Irak, i Buffalo soldiers hanno sempre combattuto e non raramente con onore. Il cinema li ha quasi sempre snobbati.
Forse Spike Lee conscio di questa lacuna non ha voluto perdere l'occasione per realizzare questo film che in effetti mancava, alla luce anche dei tanti film bellici realizzati negli ultimi anni.
Il romanzo alla base del film non va preso sul serio dal punto di vista strettamente storico, il massacro di S.Anna di Stazzema con tutta probabilità non è dovuto al tradimento di qualche partigiano rinnegato o cose del genere, inevitabili comunque le polemiche da parte delle associazioni di ex partigiani, argomento troppo caldo e tabù.
Il film ha troppa carne al fuoco (tipico di Spike Lee) si vuol condannare la guerra, il nazismo, il razzismo, un certo tipo di partigiani e lo sa Dio cos'altro, ma non manca di momenti notevoli come ad esempio l'attraversata del fiume della divisione Buffalo, con la suadente e malefica voce della troia tedesca che invita i soldati neri a rivolgere altrove le armi, perchè "i tedeschi vi amano e i bianchi americani no", un sinistro richiamo delle sirene effettivamente utilizzato durante quel conflitto.
Di grande resa e terribile impatto la scena del massacro dei civili davanti alla chiesa, uomini, donne e bimbi cadono crivellati come non ricordo di aver mai visto in altri film.
Piacevoli i momenti recitati prevalentemente dagli attori italiani in un toscano ineccepibile, sembra vero cinema di casa nostra a tutti gli effetti, molto bravi la Cervi e Favino.
Forse certe scene si dilungano troppo e certi caratteri sono un po' troppo stereotipati, ad es. il militare di colore perennemente affamato di figa caucasica che tesse le lodi al suo grosso uccello, gli ufficiali bianchi razzisti ed ottusi praticamente più odiosi degli stessi tedeschi, il finale troppo strappalacrime che ricorda gli ending analoghi dei film di Spielberg.
Nel complesso si vede più che bene, molto apprezzabile anche per gli irriducibili amanti del genere bellico a tutti i costi

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 06-10-2008 20:41  
Vero, leggo dal pressbook che Crispus Attack, un afroamericano, è stato il primo a cadere nel massacro di Boston del 1770 ... Nel corso della guerra civile 180.000 neri hanno indossato l'uniforme dell'Unione, mentre altri 30.000 prestavano servizi come operai, ingegneri e personale medico. Più 33.000 di loro hanno dato la vita per la libertà e il loro paese. Durante la I gerra mondiale i reggimenti composti esclusivamente da soldati di colore hanno dato prova di eroismo tant'è che i francesi assegnarono al comandante del 369° reggimento la loro massima onorificenza, la Legion D'Honneur, un riconoscimento praticamete ignorato dal pubblico Americano dell'epoca. Insomma.., i neri all'ammerikani gli hanno dato prestigio mondiale anche nello sport, hanno regalato all'America e al mondo intero una delle forme musicali più importanti del '900, il jazz, dal quale è arrivato anche il rock.., ecc, ecc, sarà il caso di dire: ma che zazzo vonno?! e che 'sta botta deve proprio vincere e vincerà se non si sono rincogliti ancora peggio e di brutto, Obama?!

Le sequenze della "troia" tedesca è in effetti molto bella, la cosa migliore del film.
Per il resto mi sembra che concordiamo sostanzialmente, mi hai quasi copiato... .., d'accordo anche sull'enfasi nel ritrarre gli ufficiali bianchi americani, però ci potrebbe stare in buona sostanza, visto che, come già detto nella mia recensione, quella divisione composta esclusivamente da soldati neri era un "esperimento" e che ... SPOILER!!! ... quei cazzoni culi bianchi gli hanno sparato addosso finendo per decimarli, insieme al fuoco tedesco.

La questione dei partigiani, del tradimento, ecc, è una cazzata, molta critica ha alzato un polverone per niente (in conf. stampa alcune domande era di un provincialismo imbarazzante.., sono tutte così...), chiaro che si tratta di una fiction che però racconta una verità storica inconfutabile. Non è, quel testo critica, un parametro valido di critica al film. Ma l'ho già detto meglio nel mio pezzo e nell'introduzione alla conf. stampa.

Edit: e poi c'è stata anche la benedizione del nostro presidente Napolitano. Nessuna offesa alla memoria della Resistenza. Ma non solo perchè lo dice Napolitano...



[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 06-10-2008 alle 20:47 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 06-10-2008 23:37  
quote:
In data 2008-10-06 20:41, AlZayd scrive:


La questione dei partigiani, del tradimento, ecc, è una cazzata, molta critica ha alzato un polverone per niente (in conf. stampa alcune domande era di un provincialismo imbarazzante.., sono tutte così...), chiaro che si tratta di una fiction che però racconta una verità storica inconfutabile. Non è, quel testo critica, un parametro valido di critica al film. Ma l'ho già detto meglio nel mio pezzo e nell'introduzione alla conf. stampa.


Vero che la fedeltà storica non è il criterio giusto per giudicare un film..ma io capisco benissimo chi si è offeso: se fai un film su quella che è una ferita ancora aperta della società e della storia italiana e che forse sempre aperta rimarrà, e non rispetti quella che è la verità dei fatti accertata anche da sentenze della magistratura inventandoti di sana pianta partigiani traditori, è normale che gli ex partigiani o comunque le persone legate a quei tragici eventi si sentano chiamate in causa e si offendano a maggior ragione in tempi di revisionismo come questi (vabbè questo Spike non poteva saperlo..)

Scusate se sono intervenuto, non ho nemmeno visto il film e non credo che lo vedrò (non al cinema, almeno) perchè mi puzza di boiata lontano un chilometro e i vostri pareri, sia pure benevoli, hanno confermato i miei sospetti.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 07-10-2008 alle 00:22 ]

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-10-2008 00:34  
Non sapevo che ci fossero state delle sentenze sulla strage di Sant'Anna, sapevo invece che la questione rimane a tutt'oggi controversa.
Ma a parte questo, il film esalta il ruolo e il valore, rende giustizia alla Resistenza, se poi si inventa un traditore, i traditori purtroppo agiscono in ogni ambito, non è così lontano dalla realtà. E poi è un solo traditore, non un complotto, è una mela marcia in contesto sano, leale, eroico. Ora però non verrei spoilerare, quindi non dico la provenienza di quel partigiano traditore...

Con questo espediente narritivo Lee non inficia tuttavia la verità storica, anzi.
Anche ciò che salva dei tedeschi in fondo rappresenta la verità dei fatti, non tutti erano dei mostri, tema (della grande civiltà e cultura tedesca che riaffiora in quella barbarie dell'impazzimento collettivo, dell'"ipnosi" hitleriana) trattato anche da Polansky ne Il pianista, e ancor prima dai f.lli Taviani in La notte di san Lorenzo, in questo film con una scena di una poesia indicibile... Taviani ad esempio gioca anche sull'ambiguità dei rapporti tra fascisti e antifascisti, dove si era nemici ma anche amici.., dello stesso paese, italiani, con le stesse identiche radici culturali. Se non l'avessi visto te lo consiglio vivamente. I Taviani raccontano un'altra vicenda tristemente vera, addirittura con i toni della fiaba, della mitologia.., con una libertà tramica forse ancora maggiore di quella di Lee (un capolavoro il loro film, un capolavoro del cinema italiano, niente a che vedere con Miracolo a Sant'Anna). Si tratta di un' altra strage nazista in Toscana, in San Martino (i tedeschi fecero esplodere una bomba dentro una chiesa piena di fedeli che assistevano alla messa), dove addirittura un fascista lascia intendere ad un amico antifascista - in un momento di ritrovata pietas e umanità - che ci sarebbe stato l'eccidio e che quindi era meglio prendere provvedimenti...

In ogni caso, sia il presidente della Repubblica, sia l’Anpi, associazione nazionale dei partigiani, come da link insertito nell'altro post, hanno assolto Lee che è stato anche lodato per aver riportato alla luce un fatto italiano (il titolo del mio pezzo è "provocatoriamente": Memorie italiane costudoti ad Harlem), che noi italiani avevamo bellamente dimenticato. Che ci vuoi fare.., tanto tocca sempre agli altri.., le guerre non toccano a noi.., beata "guoventù"! Il casino, credimi, lo ha alzato la solita critica gossippara.., e poi anche una politica un po' isterica...

Cmq io non ho parlato troppo bene del film in nquanto tale, anzi.., il mio voto è 5,5.., e poteva essere anche 5. Per quello che valgono i voti.

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 07-10-2008 alle 00:42 ]

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 07-10-2008 09:55  
quote:
In data 2008-10-06 20:41, AlZayd scrive:

Per il resto mi sembra che concordiamo sostanzialmente, mi hai quasi copiato... ..,



Non è possibile che ti abbia quasi copiato, dal momento che ho letto il tuo post subito dopo aver scritto il mio.
Comunque vedo che effettivamente "combaciamo" quasi su tutto
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Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 07-10-2008 10:03  
quote:
In data 2008-10-06 23:37, quentin84 scrive:
quote:
In data 2008-10-06 20:41, AlZayd scrive:


La questione dei partigiani, del tradimento, ecc, è una cazzata, molta critica ha alzato un polverone per niente (in conf. stampa alcune domande era di un provincialismo imbarazzante.., sono tutte così...), chiaro che si tratta di una fiction che però racconta una verità storica inconfutabile. Non è, quel testo critica, un parametro valido di critica al film. Ma l'ho già detto meglio nel mio pezzo e nell'introduzione alla conf. stampa.


Vero che la fedeltà storica non è il criterio giusto per giudicare un film..ma io capisco benissimo chi si è offeso: se fai un film su quella che è una ferita ancora aperta della società e della storia italiana e che forse sempre aperta rimarrà, e non rispetti quella che è la verità dei fatti accertata anche da sentenze della magistratura inventandoti di sana pianta partigiani traditori, è normale che gli ex partigiani o comunque le persone legate a quei tragici eventi si sentano chiamate in causa e si offendano a maggior ragione in tempi di revisionismo come questi (vabbè questo Spike non poteva saperlo..)

Scusate se sono intervenuto, non ho nemmeno visto il film e non credo che lo vedrò (non al cinema, almeno) perchè mi puzza di boiata lontano un chilometro e i vostri pareri, sia pure benevoli, hanno confermato i miei sospetti.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 07-10-2008 alle 00:22 ]


Quentin, invece di nascondere la testa tra la sabbia "a mo' di struzzo", evitando di vedere ciò che non ti è gradito per pregiudizio ideologico (è solo una fiction, ha ragione Alzayd), vatti a vedere il film e traine da solo tutte le conclusioni che credi
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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-10-2008 14:08  
quote:
In data 2008-10-07 09:55, eltonjohn scrive:
quote:
In data 2008-10-06 20:41, AlZayd scrive:

Per il resto mi sembra che concordiamo sostanzialmente, mi hai quasi copiato... ..,



Non è possibile che ti abbia quasi copiato, dal momento che ho letto il tuo post subito dopo aver scritto il mio.
Comunque vedo che effettivamente "combaciamo" quasi su tutto




Scherzavo, ovviamente, mi aveva fatto sorridere il fatto che si era usato lo stesso "mette troppa carne a fuoco"... Cosa che corrisponde al vero. Peccato perchè Lee, pur tra altri e bassi, è un regista che mi piace molto, mi era molto piaciuto il penultimo asciuttissimo Inside Man.

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[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 07-10-2008 alle 14:09 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 07-10-2008 14:54  
quote:
In data 2008-10-07 10:03, eltonjohn scrive:

Quentin, invece di nascondere la testa tra la sabbia "a mo' di struzzo", evitando di vedere ciò che non ti è gradito per pregiudizio ideologico (è solo una fiction, ha ragione Alzayd), vatti a vedere il film e traine da solo tutte le conclusioni che credi


Non ho detto che non lo vedrò mai, ma preferisco aspettare che esca il DVD.
Comunque i miei pregiudizi ideologici (non nego di averli quando si toccano in maniera così "libera" temi ed eventi storici come questi, ma cercherò di superarli) non si basano tanto sul fatto che ci sia 'sto traditore, come ho detto in altre sezioni gli eroi belli buoni e immacolati non esistono, ma se permettete continuo a provare fastidio per il fatto che abbia scelto la strage di Sant'Anna dove fino a prova contraria i partigiani non c'entrano per nulla e le sentenze del Tribunale militare di La Spezia parlano chiaro.
poi certo lo so che il vero tema del film non sono le contraddizioni interne alla Resistenza e in fondo non è nemmeno l'eccidio di Sant'Anna, bensì l'omaggio ai Buffalo Soldiers...sui quali mi par di ricordare, a titolo di curiosità, anche un altro film diretto da John Ford nel '60, un misto di dramma giudizario e western, I dannati e gli eroi.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 07-10-2008 alle 15:14 ]

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quentin84

Reg.: 20 Lug 2006
Messaggi: 3011
Da: agliana (PT)
Inviato: 07-10-2008 15:26  
quote:
In data 2008-10-07 00:34, AlZayd scrive:

Anche ciò che salva dei tedeschi in fondo rappresenta la verità dei fatti, non tutti erano dei mostri, tema (della grande civiltà e cultura tedesca che riaffiora in quella barbarie dell'impazzimento collettivo, dell'"ipnosi" hitleriana) trattato anche da Polansky ne Il pianista, e ancor prima dai f.lli Taviani in La notte di san Lorenzo

Ma ancora prima c'è stato Rommel-la volpe del deserto di Henry Hathaway e I giovani leoni con Marlon Brando nel ruolo del buon soldato tedesco sconvolto quando scopre il progetto nazista di sterminio.
Senza dimenticare quel film intenso, poeticissimo che è Hiroshima, mon amour di Resnais.

Quindi sul fatto che non sia giusto rappresentare tutti i militari tedeschi come dei nazisti di merda sono d'accordo con te...e anche sui traditori nella Resistenza (olandese nella fattispecie) Paul Verhoeven ha già detto la sua con Black Book (che come film è senza infamia e senza lode, ma non è questo il punto)..quello che mi preme sottolineare è che non penso che debbano esseci soggetti tabù al cinema e in qualunque arte...non vorrei aver dato l'impressione sbagliata.

[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 07-10-2008 alle 16:29 ]

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 07-10-2008 21:39  
personalmente mi ha stregato

Trama: Stati Uniti, anni 80. Un impiegato postale spara a un uomo che era venuto ad acquistare dei francobolli. Il perchè dell'apparentemente inspiegabile gesto ha delle radici molto profonde, bisogna tornare nel 1944 alla seconda guerra mondiale in Toscana quando 4 soldati americani della "Buffalo soldiers", una compagnia <i>all-colored</i>, vengono a contatto con una comunità del luogo che deve difendere il partigiano soprannominato "la farfalla". Il soldato Train, grosso bonaccione un po'ritardato,trova una testa di statua che tiene come portafortuna e salva Angelo, un bimbo finito sperduto in un casolare.
Dal comando militare i quattro ricevono un ordine preciso e perentorio:catturare un tedesco, in modo da interrogarlo per sapere le future mosse dei nazisti. Il tedesco è prigioniero, peccato che sia nelle mani del farfalla che non sembra minimamente intenzionato a cederlo agli americani ...



Commento: Che <i>Joint</i> incredibile questo di Spike Lee! Una autentica iperbole narrativa non comune per il talentuoso regista georgiano, autore di alcune significative e graffianti pellicole metropolitane. Stavolta l'autore della venticinquesima ora si cimenta con un genere totalmente nuoov per lui:il film di guerra. Partendo da un fatto vero, si costruisce una storia di finzione che in alcuni punti raggiunge anche tonalità sovrannaturali, estrapolendo dalla tragedia delle sensazioni spirituali di altissimo livello.
Il 12 agosto 1944 a Sant'anna di Stazzema furono trucidate 560 persone per togliere ogni collegamento e rifornimento ai partigiani, nel film invece, tratto dal libro di James McBride, l'eccidio viene addebitato alla rabbia dei nazisti che non riuscendo a catturare un capo partigiano (detto "il farfalla", interpretato in maniera dura e decisa da Pierfrancesco Favino) e i suoi uomini, procedono a una strage di massa ingiustificata e a danno di donne, vecchi e bambini inermi.
Lee va molto più avanti:deciso a rivendicare la nobiltà dei reparti neri nel corso della seconda guerra mondiale, volendo risolvere anche una controversia con Eastwood rispetto al suo ottimo Flags of our fathers, inserisce anche i Buffalo Soldiers, ovvero una compagnia di tutti neri, che l'esercitò americano creò per vedere se i "colored" erano adatti per dare lustro ai reparti di fanteria. Quel curioso nomignolo venne affibbiato dagli indiani d'america ai reparti di giubbe azzurre composte da neri, in quanto i loro capelli erano simili al vello dei Bufali.
Il bello è che il film, parte da tutt'altro. Nei primi anni '80, un impiegato postale di colore (lo stesso Spike Lee) spara apparentemente senza nessun motivo a un italoamericano giunto al suo sportello per prendere francobolli. L'indagine che ne segue fa scoprire una testa di statua, scomparsa ai tempi della guerra da un ponte bombardato di Firenze, di enorme valore, nella casa dell'uomo. Parte il lungo flash back che compone il film, che ci mostra i "Buffalo soldiers" alle prese con l'attraversamento di un fiume presidiato dai nazisti. L'inerzia del comando e la poca capacità direttiva di un nuovo ufficiale (Walton Goggins, il detective Shane Vendrell della serie The Shield) provoca una strage tra i soldati, solo 4 attraversano il fiume e si salvano sulle sponde opposte. Nella fuga trovano un bimbo, Angelo, che si affeziona al gigantesco bonaccione ritardato soldato Train (Omar Benson Miller) che porta con se la testa di statua, che considera un portafortuna, che abbiamo visto ritrovata nell'appartamento dell'impiegato killer. Accerchiati dai nazisti, i quattro trovano rifugio presso la comunità del luogo, dove la bella Renata (Valentina Cervi, senza tema di mostrarlo, avrete modo di ammirare in due scene il suo seno scoperto) li accolge come liberatori, dopo un primo momento di sfiducia. Ma il comando gli affibbia una missione ben precisa:prima di tornare tra i ranghi devono catturare un tedesco da cui sapere informazioni sui movimenti nazisti nei dintorni. Il tedesco è in mano al partigiano "farfalla" e ai suoi uomini, che non hanno nessuna intenzione di cederlo ai "Buffalo" superstiti prima di averlo interrogato loro. Intanto il soldato Train con il suo fare gentile e i suoi modi da bambinone, sta facendo amicizia con Angelo che potrebbe rivelare degli orrendi retroscena. I nazisti, nel frattempo, stringono la morsa su partigiani e americani, mentre il comando centrale sembra latitare.
Lee utilizza l'ambientazione di guerra (partendo con un evocativo John Wayne in bianco e nero che declama che i soldati americani non si abbandonano neppure morti, nel film il comando tralascia a lungo pure i vivi) per parlare di temi a lui molto vicini, emancipazione nera, diritto alla parità, orgoglio di appartenere completamente alla nazione stelle e striscie tanto quanto i bianchi, inserendo dei discorsi evidentemente polemici con l'amministrazione americana di oggi che tralascia di valorizzare a dovere frangie importanti del paese.
Omaggio assolutamente non velato al neorealismo italiano, il Miracolo di Sant'anna (per vedere quale sia questo miracolo dovrete attendere la fine della pellicola) si dipana con immagini crude e violente di sventagliate di mitra che falciano vite, pistole puntate alla tempia che fanno saltare cervella, strade anguste di paesini che non offrono fughe da attacchi, nazisti sfiduciati per l'evidente futura vicina debacle che reagiscono in maniera schizofrenica ai frustanti tentativi andati a vuoto di catturare i partigiani.
Sorretto in fotografia dall'immancabile e ottimo Matthew Libatique, l'inizio del film sembra una piccola sezione dell'inizio supersanguinoso de Salvate il soldato Ryan di Spielberg, la morte viene mostrata senza nessun velo davanti, il sangue scorre dai corpi esanimi, la telecamera indugia a lungo su volti su cui traspare il terrore di una morte senza gloria, avvenuta per molti praticamente senza combattere, in quanto il reparto dei "Buffalo soldiers" era ritenuto di secondo ordine e non adeguatamente difeso da un doveroso fuoco di artiglieria calibrato sulle posizioni nemiche (compito che nelle guerre moderne di oggi è stato preso dalla aviazione).
Quando poi si potrà combattere a viso aperto e non essere impediti nei movimenti in quanto impantanati in un fiume, i soldati sapranno mostrare il loro valore nobilitando il reparto e se stessi.
I quattro soldati superstiti, tutti totalmente diversi fra loro, vengono esplorati dall'occhio impietoso di Lee nei loro comportamenti, traspare la voglia di vivere ma anche quella di essere pietosi, di poter vivere le emozioni di un rapporto impossibile oppure quella di entrare nel cuore di un fanciullo, che vede un amico immaginario, con segni semplici (il codice picchiettato sul corpo di Train, definito "gigante di cioccolato").
Emozionalmente è un pugno nello stomaco, sembra un film senza speranza per lungo tempo, gli orrori sono a fior di pelle e i discorsi, esclusi quelli farneticanti di un fascismo decaduto che nulla ormai può valere, sono tutti improntati sulla follia dell'uomo che cannibalizza con l'odio se stesso.
I più sensibili avranno modo di bagnare i loro fazzoletti per lungo tempo, ma bisogna anche parlare del lato soprannaturale, che in molti punti traspare ("L'uomo che dorme"), lasciando molte cose da interpretare. Per esempio, come mai la pistola che spara a Rodolfo negli anni 80 è una luger nazista, tra l'altro tenuta chissà perchè nel cassetto di un tranquillo ufficio postale da un impiegato a tre mesi dalla pensione. LoCascio (nella sezione italiana del cast è presente anche lui) riceve il giornale con l'importantissima notizia in maniera del tutto rocambolesca da un infoiato Leguizamo provocato eroticamente da una splendida mulatta. Per ultimo, chi e perchè paga i due milioni di cauzione (lo verrete a sapere ma solo dopo una scena che suciterà in voi una miriade di domande)? Tutti segni di un destino che sembra pilotato da una forza soprannaturale, come può confermare il finale che presuppone che la giustizia divina tanto vituperata e denigrata nel suo non apparire nel film abbia voluto far capire che c'è. Per non dire della luce che torna dopo un colpo di mortaio andato a vuoto, segno che si riaccende la speranza per l'arrivo dei liberatori.
Ma è solo una delle tante affascinanti strade che il film propone, la verità unica e inderogabile è che la sigla finale è piena di croci accanto ai nomi dei protagonisti, tante croci quante sono quelle che ricordano le morti di Sant'Anna.
Da notare che anche i nazisti vengono visti con occhio onesto, tra loro ci sono le belve, ma abbiamo pure dei soldati obbiettivi e umani, pronti anche alla riflessione e del tutto privi di fanatismo nazionale, molto preoccupati anche dle fatto che non riescono a riempire la pancia affamata delle truppe stremate.
Come si vede un film multistrato che la durata extralarge non deve far intimidire, la sua dipanazione è fluida e senza ostacoli che potrebbero dare stanchezza.
Da segnalare la presenza di John Turturro nella parte di un detective, mentre la parte di Angelo è stata data a Matteo Sciabordi, per la prima volta sullo schermo.
In definitiva un film interessantissimo, imperdibile, coinvolgente, realizzato da un regista capace con la solita maestria pur se si muove su territori non suoi, su più piani e senza trionfalismi, da vedere senza indugio per riflettere, ricordare, riportare a galla un fatto terribile che moltissimi non conoscono, spunto tragico per poter parlare in modo trasportato nel tempo di problemi attuali d'integrazione razziale, dare un po'di chiarezza sull'importanza dei neri di fanteria nella seconda guerra mondiale. Si rasenta il tragico lirismo in alcuni punti, dove rimane impressa la reazione di un uomo semplice che non ha mai alzato un dito su nessuno, il peccato maggiore della guerra che snatura e risveglia i lati oscuri dormienti del nostro animo, corrodendo e incancrenendo ogni purezza.

pubblicata su cine zone
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Inviato: 07-10-2008 21:47  
Le sequenze della "troia" tedesca è in effetti molto bella, la cosa migliore del film.(alzayd)

assolutamente d'accordo, quasi surreale nel contesto e del tutto calzante per permettere a spike lee la severa critica contro l'uso quasi "annoiato" dei buffalo soldiers da parte dei comandi alleati.

offuscato da misticismo e dalla presa personale del film ho elaborato delle folli e assolutamente opinabili toerie sul finale "spirituale". sono assolutamente debordanti (la seconda) ma mi sono piombate nel cervello di botto.

s
p
o
i
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e
r

finale 1, quello più terreno e del tutto arido : Angelo risorge, il miracolo del titolo, e poi si avvia dietro l'angolo per cominciare la sua strada. diventa ricco e potente con un commercio di merce del tutto strano, paga la cauzione e in più riscatta la testa della statua.
come Angelo custode fa avere e poi tenere la pistola a Hector Negron sapendo che prima o poi ritroverà Rodolfo. Incontro sulla spiaggia
tra negron e angelo che si ritrovano dopo che angelo prende il giornale e sa dell'uccisione del traditore.

una vera ca**ata priva di fascino ...

finale 2 , quello che mi fa orgasmare : Dio annuncia la venuta di un angelo con l'accensione della luce e il ritorno dell'energia elettrica che era stata interrotta dalla guerra. Il razzo, novella stella cometa, è il vettore di questa energia.
Angelo è morto e diventa un angelo custode. La pistola viene fatta recapitare da lui attraverso il nazista a Negron, che segue inconsapevole il suo volere tenendola sempre con se. Rodolfo muore, vendetta compiuta. Lo spirito dell'uomo che dorme, passato da Train morto sulla chiesa a Negron con il passaggio della testa, dopo quaranta anni compie il suo dovere.
Angelo spirito adulto mentre cerca negron, riceve per volere del destino il giornale (dal cielo) in mood che possa aiutare l'amico finito in carcere.
Al processo la donna che appare somiglia tremendamente a Condoliza Rice, due milioni di dollari chi ce li ha? sembrerebbe che dio ha parlato a Bush tramite angelo in modo che il denaro sia erogato.
Negron, conclusa la sua missione muore. Gli abiti bianchi, il fatto che lui chieda di vedere e stare con la moglie morta, tutto indica che siamo in paradiso. il discorso delle cinture di sicurezza e le assicurazioni non sono un valore materiale, stanno ad indicare che l'angelo è presente, aiuta, protegge e sopratutto fa in modo che avvenga la giustizia. la testa è a firenze realmente ma la sua presenza iconografica indica che la reliquia sta nel paradiso ad aiutare ad essere buoni e genuini come train, di fatto anche negron dopo averla avuta parla poco, è un uomo molto mite e ha fatto della sua vita la modestia rinunciando ai soldi che poteva prendere rivendendola.
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AlZayd

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Inviato: 07-10-2008 22:42  
Ciao Kubr, ottimo, e a parte le diverse vedute siamo però d'accordo sulla grande "utilità" ed umanità di questo film che nel bene e nel male fa parlare di se e che mertita di essere visto.
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Inviato: 08-10-2008 23:17  
parole sante peppe, decisamente un po'di segno di neorealismo un po' barocco, per quanto non perfetto, sopratutto nelle interpretazioni degli italiani, riscalda l'animo.
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