DeadSwan
Reg.: 05 Apr 2008 Messaggi: 1478 Da: Desda (es)
| Inviato: 28-09-2008 19:05 |
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Diario di una donna perduta di G.W. Pabst, con L. Brooks (1929)
E con questo ho concluso il dittico della collaborazione Pabst-Brooks. Lievemente inferiore allo straordinario Vaso di Pandora, in se' e' un ottimo film che paga magari lo scotto di una vicenda lacrimosa e definitivamente 'old style'.
Thymian Henning, figlia di un farmacista, viene sedotta dal collaboratore del padre e rimane incinta. Si rifiuta di dire chi e' il padre, e di sposarlo una volta che questi viene scoperto, e cosi' le viene sottratto il figlio e viene mandata in una casa per 'ragazze perdute'. Da li' fugge, per scoprire che sua figlia e' morta, e comincia una discesa nel demi-monde e nella prostituzione.
A nobilitare questa vicenda da romanzo d'appendice interviene la regia di Pabst, notevole e appropriata come nell'altro suo film, anche se non cosi' creativa. Piu' andante nei momenti intensamente drammatici, si concede il lusso di un paio di interludi comici alquanto azzeccati, e soprattutto di scene di grande asciuttezza e plasticita', come quelle girate nella casa di correzione: una rappresentazione di ordine maniacale e soppraffazione fisica e psichica, in cui i movimenti scattosi e coordinati delle ragazze ormai piegate dai loro guardiani contrastano con lo smarrimento di Thymian.
E naturalmente, c'e' Louise. Meno intensa ed esplosiva che nei panni di Lulu', a causa anche del maggior moralismo e della figura nettamente piu' positiva che viene ad incarnare, non ha perso nulla della sua spontaneita', della gamma di reazioni con cui riesce ad inserirsi in ogni situazione (reazioni tra cui parecchie esplosioni di gioia fanciullesca, meravigliose a vedersi), della straordinaria espressivita' dei suoi movimenti corporei. L'azione ruota attorno a Thymian come ruotava attorno a Lulu', ma qui lei appare piu' umana, piu' partecipe del mondo che la circoda. La sequenza del suo ingresso nel bordello, in cui la gioia per ritrovarsi in un ambiente luminoso, colorato e gioioso lasciano pian piano spazio alla consapevolezza e all'abbandono al destino, rappresenta il punto culminante del film.
Che donna, che donna!
_________________ Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo |
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