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Autore Un giorno perfetto
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 07-09-2008 11:38  
Trama: Emma fa la precaria presso un call center, Antonio fa l'autista per un onorevole. I due sono divorziati da un anno, lui non ha voluto per tutto questo tempo vedere più Kevin e Valentina, i loro due figli, che vivono con la madre e la nonna. Ma Antonio è rancoroso e pieno di difficoltà psicologiche, vuole tornare con la moglie ma lei non ne vuole sapere, convinta che lui sia sempre un uomo violento. Assistiamo a un giorno della loro vita assolutamente determinante, passato il quale le loro vite non saranno più le stesse.



Commento: Dallo scritto di Melania Mazzucco. Ferzan Ozpetek torna dopo aver diretto nel 2007 il non perfetto Saturno contro, con una pellicola che si svolge come un lungo flashback che dura un giorno intero. Abbandonato il cinema delle storie improbabili che si sviluppano in maniera inaspettata presentando un variegato microcosmo di individui eterogenei, come fu anche Le Fate ignoranti, film che lo portò alla notorietà del grande pubblico, il regista di origine turca riprende le difficoltà familiari di coppia che aveva già elaborato in maniera diversa con l'ottimo la finestra di fronte. La trama narra di una donna che sente degli spari e chiama la polizia. Da lì in poi assistiamo alla giornata precedente, vissuta da Emma (una intensa Isabella Ferrari, sugli schermi in questo week-end anche con Il seme della discordia) e Mario (Valerio Mastandrea, in versione barba incolta e sempre più convincente anche dopo l'ottimo Non pensarci), ma anche dai loro due figli Kevin (il più piccolo, afflitto da pipì notturna e difficoltà ad un occhio) e Valentina, una adolescente di buone maniere che sta vivendo la sua prima vera cotta, per il figlio (interpretato da Federico Costantini, il ragazzino sedotto dalla Romanoff in Cardiofitness)del senatore Fioravanti presso cui lavora il padre come autista. Emma ha fortemente voluto un anno prima il divorzio da Mario, uomo violento e inaffidabile, ora vive con i figli, di cui l'ex marito sembra non voler più interessarsi, e la madre (Stefania Sandrelli).
Mario ossessiona Emma continuamente, lei però non si fida e gli chiude ogni porta in faccia, nonostante la figlia la esorti a perdonarlo. Nel giorno raccontato nel film ai personaggi succede un po' di tutto, di buono e cattivo, fino ad arrivare al crepuscolo che chiude la giornata. Da lì in poi le loro vite non saranno più le stesse.
Un racconto asciutto e determinato, privo di fronzoli che arriva dritto al cuore presentandoci come una fucilata i problemi che stanno vivendo un po' tutti (neppure il senatore ne è esente) e che li rendono insicuri, nervosi anche verso la propria prole. Interessante notare la chiave di lettura del filmato "la marcia dei pinguini", con narratore Fiorello, che scorre sul televisore nei momenti finali e determinanti. Il film di sottofondo a quanto succede è un parametro spietato di come vengono tenute in considerazione le vite dei figli : il pinguino imperatore affronta geli artici di massimo livello pur di portare a schiudere il suo uovo che cova tra le zampe correttamente, attende pazientemente la femmina che torna con il cibo, poi condivide il miracolo della nascita e della crescita. Emma e Mario hanno distrutto tutto questo : per i loro problemi personali li hanno lasciati con una famiglia spezzata, vivono di rancori che non gli permettono di credere (forse giustamente) che si possa tornare indietro.
Anche gli occhiali di Kevin sono un simbolo : un occhio sano è coperto perchè l'altro, malato, è pigro e deve sforzarsi, in pratica ci esorta a cercare di dare ogni sforzo per capire e poter vedere i limit del giusto o sbagliato, ma anche del recuperabile.
Ozpetek è bravissimo a sintetizzare goccia per goccia queste cose e a ritornarcele di rimando nell'arco del racconto di un giorno di ordinaria "perfezione" (inversa? beffarda? distruttiva?), lavorando nell'esposizione dell'animo dei due protagonisti che giocano a superarsi in bravura recitativa, dove la Ferrari non disdegna minigonne e tacchi a spillo per urlare la sua voglia di emancipazione (che il destino gli rifiuta sistematicamente) lontana da un uomo che non la farebbe più vivere ("io senza di te vivo!" detta nel momento culminante di una scena drammatica a due), Mastandrea disegna il ritratto di un uomo che invece è emancipato in quanto ha un buon lavoro, ma totalmente alla deriva moralmente in quanto solo e senza un vero scopo nella vita se non di riprendere la moglie. Se la fase di costruzione drammatica è praticamente perfetta, non si sa bene perchè nel finale, quando sarebbe stato il momento di raccogliere i frutti del lavoro, si crolla decisamente, ci si abbandona a delle scene inutilmente melodrammatiche (come il temporale che arriva a presagire) e alle lungaggini di un incontro con la professoressa di Valentina (interpretata da Monica Guerritore) che disperdono di parole il profumo del quadro d'insieme, risultato fino a quel momento completo inserendo varie buone cose laterali alla vicenda principale (gli amorini di Kevin e Valentina, tenerissimi quelli del bimbo, le difficoltà del senatore Fioravanti, la madre di Emma e la sua voglia di volare via da quellla casa e ne deve rimanere inchiodata, come l'aquilone dimostra e la frase "Sto uscendo" ma poi deve rimangiarsela). Peccato decisamente, con una chiusura meno lacunosa saremmo di fronte invece che ad un buon lavoro a un ottimo film, ma si è voluto giocare in sceneggiatura anche sulla forza di maglio di certi avvenimenti sul pubblico, che viene coinvolto a seconda della sua sensibilità anche solo per quanto succede indipendentemente da come succede.
Gradevole il cammeo della "Pina" Milena Vukotic nel ruolo di una insegnante corretta che non regala voti al figlio del senatore. A proposito di questa figura anche l'uomo di spicco non è granchè come padre, in quanto esorta suo figlio a studiare, ma ne addomestica i voti con la sua influenza politica per poi rinfacciargli che se voleva poteva rifiutarli, non certo un insegnamento limpido e cristallino da cui il giovane prende le distanze (ma anche lui ha qualcosa da nascondere che non vi possiamo rivelare).
Da segnalare il lavoro tecnico pulito e preciso, inquadrature profonde, come quelle delle scale, e primi piani intensi che la bravura dei protagonisti valorizza.
In definitiva un buon film drammatico familiare che consigliamo a tutto il pubblico adulto, per riflettere ed emozionarsi, non criptico ma diretto e preciso, che scandaglia bene nell'animo tormentato di chi presenta, peccato che al momento della chiusura non riesca ad essere convincente e ficcante perchè si addormenta su delle didascalie d'immagine e discorsi che rasentano la banalità. Un grido disperato di sofferenza multistrato sia da una parte che dall'altra, che rimane comunque nell'animo subito dopo la chiusura del film a dimostrazione della sua bontà di fondamento, riconfermando la bravura di una coppia di affermati attori e di un regista che quando non inscena tragedie di gruppo improbabili dà il meglio di se (escludendo le fate ignoranti).

pubblicata su cine zone
qui : http://cinema.tv-zone.net/

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 1478
Da: Desda (es)
Inviato: 07-09-2008 12:50  
Questo film l'ho trovato una schifezza immonda. Mal fatto, mal recitato, a livello di una fiction televisiva, con una storia banale, insignificante, prevedibile e priva di personaggi che rimangano impressi.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-09-2008 13:55  
Spero vorrai perdonarmi Kfan, ma questo film è di un bruttezza a tratti imbarazzante.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-09-2008 13:58  
quote:
In data 2008-09-07 12:50, DeadSwan scrive:
Questo film l'ho trovato una schifezza immonda. Mal fatto, mal recitato, a livello di una fiction televisiva, con una storia banale, insignificante, prevedibile e priva di personaggi che rimangano impressi.



La storia di per sè non sarebbe male, ma è malamente raccontata/caratterizzata.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 07-09-2008 14:36  
quote:
In data 2008-09-07 12:50, DeadSwan scrive:
Questo film l'ho trovato una schifezza immonda. Mal fatto, mal recitato, a livello di una fiction televisiva, con una storia banale, insignificante, prevedibile e priva di personaggi che rimangano impressi.



Male male.
Invece per me è il miglior Ozpeteck che si sia visto finora, di un'asciuttezza crudele e di una freddezza glaciale. Dirige gli attori in maniera ottima, perfino la Sandrelli, che è difficile riuscire a far recitare.
La Ferrari per me è poi in forma recitativa strepitosa e Mastrandrea è volutamente in bilio fra il patetico (quasi compassionevole) e l'odioso.
PAtlando della regia più in generale, ho trovato invece lo stile di Ozpeteck davvero importante, nella misura in cui concede continuità e ben poco sollievo con i suoi lunghi piani sequenza (bello quello iniziale, in cui si esplora la casa e si rivelano le pedine di una "famiglia" nel suo momento più vero: il sonno, in cui incubi, ombre e fantasmi della fantasia si proiettano al di fuori delle menti, fra occhi chiusi e palpebre spalancate - che cosas mi ricorda più? Ah già sì, ma non lo dico che poi mi lapidate).
La sua violenza, quella più cruda e disperata, si mantiene sulla soglia del fuori campo, senza mai palesarsi davanti all'obiettivo. A parte la scena del tentato stupro, in cui però l'atto in sé va a danneggiare la protagonista (la Ferrari), la quale bene o male ha scelto da sé il proprio destino....la crudeltà e l'ingiustizia (SPOILER!) del tragico finale non ci vengono mai mostrati, ma rimangono come spezzati ed evitati, eppur così atrocemente intuiti, nel sangue sui muri, suoi divani, nelle sirene dell'ambulanza. Nello squillo di un telefonino che rompe l'illusione di una passeggiata notturna, in una città deserta.
_________________
E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-09-2008 18:19  
Avendo dell'Ozpe fino ad ora visto per fortuna solo 'sto film, non oso immaginare, se dici che è il migliore, come potrebbero essere gli altri!
Rich, la tua critica è di buona volontà ma poco ispirata, come il film. Tutto della tua analisi corrisponde a verità, ma ciò che resta un dato di fatto testuale,(e siamo alle solite...), una mera intenzione, non necessariamente significa che lo spunto letterario sia stato ralizzato con un eccellente o solo soddisfacente LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO. Ciò che rappresenta la mera tecnica, una scelta stilitica alla portata di tutti, come l'oramai abusato piano sequenza e il fuoricampo (che non coincide automaticamente con l'inespresso), ce ne vuole per poter parlare di missione compiuta! I tuoi argomenti non dicono nulla, alla stregua di questa tua frase "A parte la scena del tentato stupro, in cui però l'atto in sé va a danneggiare la protagonista (la Ferrari), la quale bene o male ha scelto da sé il proprio destino..." che non dice nulla se non sul piano della semplice sinossi, della letteratuta che peraltro, nel caso di questo film, è di grana grossa e stra-risaputa. Davvero sai fare molto meglio.., cancella quel post e mettici con più impegno!
Questo film è scritto con i piedi. Tra la storia centrale e quella collaterale non c'è collante, nè l'armonia dell'incastro e del contrasto. La figura del deputato e di tutto il misero mondo che lo circonda (situazioni e personaggi) è semplicemente ridicola, rimanda alle meste mastrurbazioni radical-chick della piccola borghesia italiana (di ci frega proprio niente), le cui stantie rappresentazioni annegano nel psico-socio-politicismo di castrante provincialismo della nostra peggiore cinematografia malata di piccoli ideologismi, a cui manca l’ampio respiro estetico in grado di trasfigurare ed universalizzare il “testo” casareccio.
Battute e dialoghi ridicoli, i personaggi, ad esclusione forse della volenterosa coppia protagonista che però viene risucchiata da quel pozzo nero che è l'insieme, sono scolpiti con l'accetta e dunque hanno la stessa credibilità e spessore delle varie scialbe figure delle fiction televisive fatte in serie.
Non vorrei spoilerare troppo, quindi resto sul vago.., ma il contrasto tra i dialoghi de la marcia dei pinguini" e il fattaccio.., ho provato vergona io per il regista. Non so se hai presente questa situazione...
Siamo alla metafora più rozza e volgare, ruffiana, ricattatoria, spregevole!



[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 07-09-2008 alle 18:25 ]

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Hegel77

Reg.: 20 Gen 2008
Messaggi: 298
Da: Roma (RM)
Inviato: 07-09-2008 20:57  
quote:
In data 2008-09-07 14:36, Richmondo scrive:
quote:
In data 2008-09-07 12:50, DeadSwan scrive:
Questo film l'ho trovato una schifezza immonda. Mal fatto, mal recitato, a livello di una fiction televisiva, con una storia banale, insignificante, prevedibile e priva di personaggi che rimangano impressi.



Male male.
Invece per me è il miglior Ozpeteck che si sia visto finora, di un'asciuttezza crudele e di una freddezza glaciale. Dirige gli attori in maniera ottima, perfino la Sandrelli, che è difficile riuscire a far recitare.
La Ferrari per me è poi in forma recitativa strepitosa e Mastrandrea è volutamente in bilio fra il patetico (quasi compassionevole) e l'odioso.
PAtlando della regia più in generale, ho trovato invece lo stile di Ozpeteck davvero importante, nella misura in cui concede continuità e ben poco sollievo con i suoi lunghi piani sequenza (bello quello iniziale, in cui si esplora la casa e si rivelano le pedine di una "famiglia" nel suo momento più vero: il sonno, in cui incubi, ombre e fantasmi della fantasia si proiettano al di fuori delle menti, fra occhi chiusi e palpebre spalancate - che cosas mi ricorda più? Ah già sì, ma non lo dico che poi mi lapidate).
La sua violenza, quella più cruda e disperata, si mantiene sulla soglia del fuori campo, senza mai palesarsi davanti all'obiettivo. A parte la scena del tentato stupro, in cui però l'atto in sé va a danneggiare la protagonista (la Ferrari), la quale bene o male ha scelto da sé il proprio destino....la crudeltà e l'ingiustizia (SPOILER!) del tragico finale non ci vengono mai mostrati, ma rimangono come spezzati ed evitati, eppur così atrocemente intuiti, nel sangue sui muri, suoi divani, nelle sirene dell'ambulanza. Nello squillo di un telefonino che rompe l'illusione di una passeggiata notturna, in una città deserta.




Se c'è stato un miglior Ozpetek è forse quello delle Fate Ignoranti poi c'è stato un lento declino con il punto più basso nell'orrido Cuore sacro

forse è meglio che il regista torni alle sue tematiche preferite (quelle omosessuali), in questo film davvero non sa di cosa sta parlando...

e non può essere un piano sequenza in apertura a salvare questa ciofeca


_________________
Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio

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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 08-09-2008 11:54  
Non è piaciuto molto nemmeno a me. Un film senza mordente, che si appoggia troppo sulle lacrime del pubblico

Ciao

_______________
Un giorno perfetto

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DeadSwan

Reg.: 05 Apr 2008
Messaggi: 1478
Da: Desda (es)
Inviato: 08-09-2008 12:23  
quote:
In data 2008-09-07 14:36, Richmondo scrive:
quote:
In data 2008-09-07 12:50, DeadSwan scrive:
Questo film l'ho trovato una schifezza immonda. Mal fatto, mal recitato, a livello di una fiction televisiva, con una storia banale, insignificante, prevedibile e priva di personaggi che rimangano impressi.



Male male.
Invece per me è il miglior Ozpeteck che si sia visto finora, di un'asciuttezza crudele e di una freddezza glaciale. Dirige gli attori in maniera ottima, perfino la Sandrelli, che è difficile riuscire a far recitare.
La Ferrari per me è poi in forma recitativa strepitosa e Mastrandrea è volutamente in bilio fra il patetico (quasi compassionevole) e l'odioso.
PAtlando della regia più in generale, ho trovato invece lo stile di Ozpeteck davvero importante, nella misura in cui concede continuità e ben poco sollievo con i suoi lunghi piani sequenza (bello quello iniziale, in cui si esplora la casa e si rivelano le pedine di una "famiglia" nel suo momento più vero: il sonno, in cui incubi, ombre e fantasmi della fantasia si proiettano al di fuori delle menti, fra occhi chiusi e palpebre spalancate - che cosas mi ricorda più? Ah già sì, ma non lo dico che poi mi lapidate).
La sua violenza, quella più cruda e disperata, si mantiene sulla soglia del fuori campo, senza mai palesarsi davanti all'obiettivo. A parte la scena del tentato stupro, in cui però l'atto in sé va a danneggiare la protagonista (la Ferrari), la quale bene o male ha scelto da sé il proprio destino....la crudeltà e l'ingiustizia (SPOILER!) del tragico finale non ci vengono mai mostrati, ma rimangono come spezzati ed evitati, eppur così atrocemente intuiti, nel sangue sui muri, suoi divani, nelle sirene dell'ambulanza. Nello squillo di un telefonino che rompe l'illusione di una passeggiata notturna, in una città deserta.




Stai scherzando vero?
Oppure hai visto un altro film...
_________________
Dresda, Sassonia, Germania
Se non riesci ad uscire dal tunnel, almeno arredalo

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 08-09-2008 12:43  
Lessi Un Giorno Perfetto qualche tempo fà e lo piantai in asso per la banalità del plot, perchè scritto senza maestria, privo di mordente, di poesia, di sangue e nervi.
Immagino il "trattamento" di Ozpetek come line-up all'abusato cinema italiano "digestivo" col retrogusto all'Amaretto di Saronno.
Ozpetek continua a non convincermi, nonostante alcune pregevoli butade (forse l'ultima è La finestra di fronte);troppa faciloneria nel trattare alcuni temi che si vogliono impostati in modo trasversale sul culo di belle promesse e attori consumati.
Peccato,non ha ereditato neppure un soffio di grazia, malinconia e forza dal lontano "congiunto" Hikmet.

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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 08-09-2008 13:06  
quote:
In data 2008-09-07 18:19, AlZayd scrive:
Avendo dell'Ozpe fino ad ora visto per fortuna solo 'sto film, non oso immaginare, se dici che è il migliore, come potrebbero essere gli altri!
Rich, la tua critica è di buona volontà ma poco ispirata, come il film. Tutto della tua analisi corrisponde a verità, ma ciò che resta un dato di fatto testuale,(e siamo alle solite...), una mera intenzione, non necessariamente significa che lo spunto letterario sia stato ralizzato con un eccellente o solo soddisfacente LINGUAGGIO CINEMATOGRAFICO. Ciò che rappresenta la mera tecnica, una scelta stilitica alla portata di tutti, come l'oramai abusato piano sequenza e il fuoricampo (che non coincide automaticamente con l'inespresso), ce ne vuole per poter parlare di missione compiuta! I tuoi argomenti non dicono nulla, alla stregua di questa tua frase "A parte la scena del tentato stupro, in cui però l'atto in sé va a danneggiare la protagonista (la Ferrari), la quale bene o male ha scelto da sé il proprio destino..." che non dice nulla se non sul piano della semplice sinossi, della letteratuta che peraltro, nel caso di questo film, è di grana grossa e stra-risaputa. Davvero sai fare molto meglio.., cancella quel post e mettici con più impegno!
Questo film è scritto con i piedi. Tra la storia centrale e quella collaterale non c'è collante, nè l'armonia dell'incastro e del contrasto. La figura del deputato e di tutto il misero mondo che lo circonda (situazioni e personaggi) è semplicemente ridicola, rimanda alle meste mastrurbazioni radical-chick della piccola borghesia italiana (di ci frega proprio niente), le cui stantie rappresentazioni annegano nel psico-socio-politicismo di castrante provincialismo della nostra peggiore cinematografia malata di piccoli ideologismi, a cui manca l’ampio respiro estetico in grado di trasfigurare ed universalizzare il “testo” casareccio.
Battute e dialoghi ridicoli, i personaggi, ad esclusione forse della volenterosa coppia protagonista che però viene risucchiata da quel pozzo nero che è l'insieme, sono scolpiti con l'accetta e dunque hanno la stessa credibilità e spessore delle varie scialbe figure delle fiction televisive fatte in serie.
Non vorrei spoilerare troppo, quindi resto sul vago.., ma il contrasto tra i dialoghi de la marcia dei pinguini" e il fattaccio.., ho provato vergona io per il regista. Non so se hai presente questa situazione...
Siamo alla metafora più rozza e volgare, ruffiana, ricattatoria, spregevole!





Ma no, dai. Cioè....sfatiamo una volta per tutte questo falso mito che Richmond badi troppo alle intenzioni. Tanti errori, strafalcioni e quant'altro mi si posono imputare, ma non questo. Che vuoi che ne sappia io delle intenzioni di Ozpetek? Io giudico quello che vedo, che molto probabilmente ha un significato dl tutto diverso da quello che io gli attribuisco, ma che in ogni caso valuto sempre e comunque a cose fatte, solamente dopo l'atto del vedere, che è la prima cosa che conta.
Per auanto riguarda il discorso del campo e fuori campo, è effettivamente un argomento complesso, oggi più che mai materia di approfondimento, nella misura in cui il cinma odierno tende amostrare e astrabordare di tutto ciò che aveva sempre occultato, quindi una simile scelta estetica sicuramente balza all'occhio e fa pensare. ma...circa il suo significato, beh.....qui sì che andremmo a scavare (forse futilmente) nelle intenzioni del regista, importanti fino ad un certo punto. Ciò che a tutti gli effetti vediamo, bene o male, è quello che ho scritto: non ci giurerei che ciò sia stato contemplato sin dalla fase della sceneggiatura o del soggetto. Sarei piuttosto incline a pensare che invece sia una scelta registica, laddove la stesura di un film, nella sua fase letteraria, non invade il campo della rappresentazione, ma butta se mai un paio di linee basi a proposito del soggetto che si andrà a rappresentare.
In fin dei conti, che piaccia o no, il cinema è una tecnica per raccontare....e la differenza fra uno stile ed un altro (so che può risultare una presuntuosa banalità, ribadita così come sto facendo io) emerge solo in funzione del suo significato finale, elaborato nella mente di chi vede. Lo stesso soggetto, magari Tarantino avrebbe sbanfierato ai quattro venti, con cervelli esplosi e crani in deflagrazione competa, andando a significare molto di più o molto di meno. Qui si è scelto il fuori campo, che non significa un pregio rispetto all'esaurienza visiva più insistita, quanto piuttosto una differente tecnica di racconto che non si può di certo ignorare. Ma è naturale che, nel complesso, non mi sento di giudicare positivamente o negativamente il film solo per un ben congeniato piano sequenza, o per l'abilità nel generare ambiguità anche laddove ci sia un esplicito riferimento ad un fatto concreto e decisamente ben intuibile. Diciamo piuttosto che tutto fa, che tutto fa parte di un insieme che anche grazie a determinati tasselli assume un significato importante, secondo me.

Non ho visto quell'artefazione di cui parli, quella grettezza (ideologica) e finto moralista, figlia culturalmente dell'Italia delle fction e delle sit com, in quanto la filosofia è proprio opposta, qui sì, sicuramente già fin dal soggetto, qualcosa di estremamente impopolare.

Ah...e per quanto riguarda il contrasto finale, quell'apparente (quanto fraudeolento) tentativo didascalico di commentare e giudicare l'atto in sé, fulcro di tuta l'opera, dipende a mio avviso dai punti di vista: io non l'ho trovato affatto così, bensì proprio il contrario di una valutazione soggettiva (che manca a tutti gli effetti, nel film), cioè la crudele pennellata di grottesco, quasi di un humor atroce ed inaccettabile, che però ha sicuramente dato un tono di voluta e ricercata acidità, sicuramente di suscitata repulsione, nel nostro approccio con questo film e con la sua inquietante freddezza.
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E' meglio essere belli che essere buoni. Ma è meglio essere buoni che essere brutti.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 08-09-2008 19:57  
quote:
In data 2008-09-08 13:06, Richmondo scrive:
In fin dei conti, che piaccia o no, il cinema è una tecnica per raccontare....e la differenza fra uno stile ed un altro (so che può risultare una presuntuosa banalità, ribadita così come sto facendo io) emerge solo in funzione del suo significato finale, elaborato nella mente di chi vede.



La mia mente mi porta a ritenere che il risultato finale della tecnica cinematografica di questo film raggiunge risultati finali letterari - invero assai banali - e non cinematografici, e questo perchè il cinema è molto di più di "una tecnica per raccontare". A prescindere se detta tecnica e la storia che racconta mi siano piaciuti o meno.

Uno stile può più che legittimamente prendere o non prendere lo spettore, a seconda del suo stato mentale, ma se uno stile è buono o cattivo resta una questione da valutare con gli strumenti dell'oggettività, del linguaggio che è anche "codifica".


_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 08-09-2008 alle 20:01 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 08-09-2008 20:34  
un film di merda

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fireballki

Reg.: 24 Gen 2008
Messaggi: 16
Da: firenze (FI)
Inviato: 08-09-2008 23:45  
E' un film veramente brutto... Se si toglie cuore sacro (peraltro incompiuto come film) anche i film precedenti sono dei "filmetti" tutto al più delicati nella descrizione dei personaggi, ma del tutto privi di originalità e sguardo registico...non si capisce come faccia ad essere stato inserito tra i film in concorso...

CineWeb!


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Richmondo

Reg.: 04 Feb 2008
Messaggi: 2533
Da: Genova (GE)
Inviato: 09-09-2008 10:59  
Boh, continuo a valutare con il metro dell'oggettività, cosa che non metto in dubbio facciate anche voi. Il punto è che in entrambi i casi presumo che il filtro della soggettività passi sempre al setaccio anche le considerazioni più obiettive, finendo per mischiare i gusti personali (perché il Cinema oltre che "linguaggio per raccontare" è anche un'esperienza sensoriale) con una disamina anche solo lontanamente lucida.
Peppe ribadisce di analizzare oggettivamente, ed io non posso non credergli, quando tutte i suoi commenti offrono sempre spunti interessanisimi. Ma qui agiunge che il film in questione sfocia nel "letterario", andando a perdere la potenza iconica ed immaginifica dell'arte cinematografica, che da questo stesso suo valore intrinseco trae la forza per elevarsi al di sopra d'ogni altro tipo di linguaggio meno immediato o che punti meno alla sfera interiore dello spettatore. Boh, io sostengo il contrario, e cioè che sia proprio il soggetto, la storia (che nel cinma rimane la base letteraria) a condizionare il giudizio su un flm che ci si aspettava di una "morale" ben differente. In fin dei conti, non metto in dubbio l'indiscussa intelligenza di tutti coloro che hanno postato qui, ma credo anche che proprio in virtù dell'esperienza sensoriale che rapresenta la settima arte, una storia cruda e troppo poco cinematografica come questa (in cui i tagli, l'eliminazione dei buchi, delle pause e dei tempi morti conducano ad un finale irrisolto, indipendentemente dal modo indiscutibilmente puntuale e stilisticamente preciso con cui sono stati gestiti....finiscano, in fi dei conti, a racontare una vicenda che ha troppo dell'ordinario, del quotidiano, pe rrisultare interessante, coinvolgente, avvincente, ma in cui soprattutto la negatività umana più bieca finisca per vincere sull'innocenza pi semplice)....dicevo..una storia come questa abbia irrimediabilmente influito sul giudizio...proprio oggettivo del film.
Dopo tutto, tutte le critiche che avete mosso, hguarda caso, vanno a parare proprio sull'aspetto letterario, liquidando in due parole la tecnica e lo stile (di narrazione, ebbene sì) che Ozpetek ha qui ottimamente utilizzato.
Rispetto le vostre opinioni. Probabilmente sbaglierò, ma continuo a credere che questo sia un film che venga sotovalutato proprio in virtù di ciò che crudelmente e senza tanti fronzoli ci viene a raccontare.
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