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Autore persepolis
AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-02-2008 18:56  
ieri sno andata quasi per caso a vedere l'anteprima di questo film di animazione tratto dal libro atobiografico di una donna iraniana che cerca di affrontare la sua condizione sottomessa con coraggio e autoironia.
La guerra la colpisce impreparata da bambina e la plasma durante la crescita facendo emergere tutta la sua determinazione nel non arrendersi ad una vita nascosta ed infelice. Tenterà in tutti i modi di non essere una qualsiasi donna col velo nonostante le difficoltà e questo la porterà a viaggiare e vedere il mondo, ma senza mai poter dimenticare le proprie origini.

Il risultato è uno squarcio di vita su una realtà che raramente viene portata alla nostra attenzione in modo leggero (per quanto possibile) e piacevole. Interessante il tratto dei disegni, dei fumetti quasi statici che ogni tanto prendono vita e sporadicamente si colorano a seconda dei tempi della narrazione. Ottima la colonna sonora e azzeccata la scelta di Paola Cortellesi per la voce della protagonista.

Forse, soprattutto verso la fine, risulta un po' lento, ma questo non toglie nulla all'originalità di questo gioiellino animato.
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You have brains in your head.
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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 06-02-2008 19:04  
Quando lo passano normalmente nelle sale?
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Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!

Happiness only real when shared.

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AtIpIcA

Reg.: 04 Gen 2007
Messaggi: 4177
Da: Milano (MI)
Inviato: 06-02-2008 19:39  
mi pare il 22
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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 06-02-2008 19:54  
è vero, lo hanno anticipato di nuovo...
all'inizio era previsto per gennaio, poi marzo, ora fine febbraio.
l'idea della cortellesi come marjane mi fa un pò strano, ma speriamo bene...
che poi nella versione originale era chiara mastroianni, suppongo che avrebbe potuto ridoppiarsi anche in italiano, ma saranno intervenute questioni di mercato.

[ Questo messaggio è stato modificato da: pkdick il 06-02-2008 alle 19:57 ]

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-02-2008 20:53  
mmm mi ha deluso un pò. Ho scritto una recensione a fatica, nei prossimi giorni la posto
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 07-02-2008 13:21  
il trailer mi ha attizzato parecchio, non vedo l'ora
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 07-02-2008 13:57  
il fumetto è piuttosto bello

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AnnieHall

Reg.: 04 Nov 2005
Messaggi: 2375
Da: Firenze (FI)
Inviato: 28-02-2008 21:14  
A quanto ne so esce domani!
Non vedo l'ora di vederlo, aspetto che arrivi in italia da novembre! Poi ho visto i trailer e hanno confermato le mie aspettative..vedremo il film. Sembra un tema davvero interessante, trattato in modo intelligente e coinvolgente. Avevo già letto a stralci il fumetto e mi ero fatta una buona idea della storia. E la colonna sonora non deve essere malaccio..
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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 29-02-2008 16:11  
quote:
In data 2008-02-07 13:57, kagemusha scrive:
il fumetto è piuttosto bello


Non riesco a trovarlo nelle librerie (almeno qui da noi)
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Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 03-03-2008 05:50  
davvero ottimo

Trama:La vita autobiografica di Marjane Satrapi, tratta dal suo fumetto e trasposta in film sotto forma di cartone animato. Le paure, le difficoltà di una donna in cerca di libertà nella Teheran dai tempi della caduta dello Scià di Persia al rigido regime degli ayatollah. Tra privazioni del proprio gusto personale e difficili viaggi all’estero Marjane cresce e si consapevolizza della condizione delle donne musulmane e di quanto è difficile viverne la condizione.

Commento: Acclamato all’ultimo festival di Cannes dove ha vinto il gran premio della giuria, arriva finalmente in Italia il film d’animazione di Marjane Satrapi che narra la sua vita nella Teheran del velo, del proibizionismo per le donne e della repressione del pensiero e delle libertà. Cresciuta in una famiglia progressista e quindi venuta a contatto con realtà diverse rispetto a quelle di altre su coetanee, grazie a dei viaggi in Europa e una passione particolare per le letture e la musica occidentale, sviluppa un gusto proprio reazionario che la porta a scontrarsi con i pasdaran del governo venuti al potere dopo la caduta dello scià di Persia. Lì scopre che l’ideologia di libertà è totalmente fasulla dopo un iniziale stimolante momento di entusiasmo, accetta suo malgrado di tenere il chador (il velo islamico) , poi durante la guerra tra Iran e Irak emigra in Austria dove conosce nuove persone ma incontra tante difficoltà per la disillusione di trovarsi in un posto diverso da quanto si aspettava. Il ritorno in Iran dopo una cocente delusione d’amore corrisponde alla sua piena maturità e presa di posizione, conscia ormai di tutti gli sbagli commessi dal suo paese nel gestire la comunità femminile e il potere.
Alla fine, meno male che dopo inammissibili ritardi questo bel film viene distribuito dalla Bim nelle sale italiane.
Sarebbe stato un vero peccato perderselo per colpa della miopia del mercato cinematografico italiano, teso a promuovere e mettere in vetrina solo prodotti di facile richiamo e vacuo impegno.
Marjane Satrapi dirige (traendolo dal suo fumetto), coadiuvata da Vincent Paronnaud, con uno stile di animazione molto particolare, con i personaggi 2d che sono derivati dalla tecnica quasi underground del disegno schizzato e semplice, con giochi perfetti di luci ed ombre, lontano dagli scintillii del 3d, quasi totalmente in bianco e nero e solo con sprazzi di colore quando si è fuori dalla narrazione passata, ma completamente ideale per la tipologia di storia che viene mostrata sullo schermo.
La storia di questa ragazzina (poi donna) anticonformista che indossa il velo, scarpe nike e una scritta “Punk is not ded” ascoltando i Bee Gees e la musica Metal Rock, per trovare nella piena maturità sulle note di Eye of the Tiger le sue connotazioni complete, è davvero penetrante, ci appassiona e ci lascia stupiti di trovare una realtà tanto difficile per il nostro gusto occidentale, che conoscevamo sicuramente ma che forse non abbiamo mai davvero soppesato a dovere, in quanto pensavamo magari che le donne iraniane non si ponessero il problema di come esternare dei gusti occidentali in quanto non si preoccupavano di conoscerli neppure. L’incredibile è che a un certo punto del film, vedendola tanto emancipata e sofferente, pensiamo che se Marjane riuscisse ad arrivare in Europa o in America trovava la sua felicità, invece il film ci racconta che non è proprio così, in quanto in fondo i problemi, anche se ben diversi, da affrontare ci sono lo stesso, solo che non c’è nessuno che ti impedisce di gestire il tuo look oppure la tua camminata per strada (“non deve correre così ancheggia troppo” gli dice il pasdaran “e allora non guardate le mie chiappe!” risponde lei).
L’odio o l’invidia come la dabbenaggine sono uguali nel privare anche se si manifestano in forma diversa, dove l’amore per l’arte è una scusa per farsi uno spinello, come il fatto che la padrona di casa in Austria è grezza e insofferente verso ogni sua necessità. E quando poi crolla per la disillusione di un amore tradito, sembra che tutti i grandi sogni che poteva realizzare fuori dalla sua Teheran vengano spazzati senza nessuna pietà.
Sembra quasi che il dover fare le cose in sotterranea in Iran (le piccole feste proibite come i ritrovi illegali) renda il tutto più vero in quanto si è tutti uniti nelle difficoltà, mentre la libertà totale rimanda a delle cognizioni meno concrete che fanno vivere le emozioni in maniera leggera e poco personale, parlando della guerra come un avvenimento fico o delle lotte ideologiche per nulla studiate e capite come una sorta di icona rock (come dimostrato dagli annoiati amici che si lamentano di apssare il natale in famiglia, proprio in faccia a lei che adora i suoi genitori liberali).
Molto importante il personaggio della nonna, moderno e ispiratorio, che dimostra come la radice di pensiero delle donne iraniane anche di un altra generazione, abbia vissuto non solo il desiderio di non obbedire alla severa legge islamica (parla del chador come di una sorta di maschera claustrofobica, porta perle e ha sempre una acconciatura ricercata) ma anche di cercare un senso a quanto sono obbligate a fare senza trovarlo. Emblematica la scena del respiro del mare.
Da sottolineare anche le scene nell‘istituto d‘arte, dove una modella completamente coperta da lunghe vesti che sembra una pera tutta uguale da qualunque punto la guardi, mancanza di forme ed elementi visivi che impedisce ogni sviluppo di studio. E la ribellione contro questa privazione del mostrarsi che avviene successivamente, dove i maschi invece possono permettersi qualunque cosa, uno dei discorsi più belli sulla libertà di espressione personale.
Un film come si intuisce composito e disilluso, dallo stile anticonformista nel mostrarsi al pubblico (e non poteva essere diversamente) che non deve essere visto come un passatempo, ma che non è per nulla criptico, difficile o che parla per enigmi. Il messaggio è chiarissimo, parte e arriva diretto e completo, permettendosi di divagare a volte nelle forme e nelle espressioni dalla sua oscurità di base (dovuta alle scene di repressione o di privazione in Iran).
La versione italiana purtroppo ha la voce completamente inadatta di Paola Cortellesi (in quella francese abbiamo Chiara Mastroianni e Catherine Deneuve), troppo carica, eccessivamente squillante per il tipo di racconto, anche se dobbiamo ammettere che l’ideale sarebbe vederlo in lingua originale (magari con la Satrapi stessa) con i sottotitoli.
In definitiva un gran bel film, per pensare e riflettere senza scorticarsi il cervello, su quanto possa essere difficile convivere con le difficoltà di tenersi pensieri e stili di vita dentro un vestito che non vuoi portare.
E, soprattutto, che non basta cambiare locazione geografica per risolvere tutto, in quanto anche se la possibilità di espressione è più libera, bisogna sempre sapersi gestire a dovere in quanto maggiore è la consapevolezza che ci sono minori problemi di sopravvivenza, più facile è il dover guardarsi da chiunque in quanto possono e vogliono prendersi anche quello che non t‘aspetti per puro divertimento oppure crudeltà, privandosi di ogni ideologia, in modo peggiore di chi ti toglie la libertà ma almeno te lo dice e ti da i rigidi parametri di riferimento
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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 07-03-2008 22:18  
B E L L I S S I M O
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Kubrick5


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Da: San Zeno (BS)
Inviato: 08-03-2008 19:46  

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Anche la follia merita i suoi applausi

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AnnieHall

Reg.: 04 Nov 2005
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Da: Firenze (FI)
Inviato: 15-03-2008 17:54  
Eye of the tiger!
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coriander

Reg.: 23 Ott 2003
Messaggi: 98
Da: napoli (NA)
Inviato: 07-04-2008 20:55  
Le sagome nere e dai tratti netti, le sporadiche stlizzazioni orientali nella scena severa, l'animazione fluida ne fanno un'opera visivamente notevole, l'intreccio fra la storia di un popolo e la storia personale è accurato e coinvolgente. Marjane Satrapi chiude e congela ogni episodio in una tavola in cui traspare la grana della carta, un punto fermo nella memoria con un bianco che appena di spande. Le vicende, filtrate dall'interiorità dell'autrice, diventano tanto più realistiche, assumendo quell'umanità che viene negata dai reportage o dai superficiali servizi telegiornalistici che banalizzano realtà complesse, le semplificano mostrando solo la loro diversità, rendendole aliene nella loro rappresentazione parziale di cumuli di macerie e di folle urlanti coperte di polvere. Persepolis rivela l'esistenza di una normalità in guerra, di difficoltà umane con cui è molto più difficile fare i conti. Questo film d'animazione stilizzata è cinema della realtà al massimo grado, realtà in cui ti getta avvolgendoti con la più efficace delle sue finzioni, quella che consiste nel renderti partecipe di qualcosa che ti è estraneo, atteggiamento innaturale per l'essere umano, normalmente coinvolto dai problemi che riguardano esclusivamente la sua vita e la propria sfera affettiva. Poi, purtroppo e per fortuna, uscire da un film è facile quasi quanto entrarci.

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SlowFilm

...i'll tell you all my secrets but i lie about my past...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 07-04-2008 23:40  
visto ieri sera.
mi è piaciuto poco, più fumetto che cinema. soprattutto nella prima metà l'ho trovato piuttosto pesante da seguire.
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