Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 28-10-2007 11:07 |
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David è uno stimato impiegato di un’azienda newyorkese. Una splendida moglie, un’adorabile bimba: ha tutto quello che la vita gli avrebbe potuto concedere. Improvvisamente, però, si accorge di quanto rumore ci sia nella sua città, e a disturbarlo sono, in particolar modo, gli antifurti, molto numerosi fra case, macchine e negozi. Tutto suona, e per lo più nei momenti meno opportuni: decide così di intraprendere una vera e propria battaglia contro il rumore, adottando mezzi leciti e non...
Henry Bean è stato il provocatorio regista di The believer, film che narrava di un giovane ebreo simpatizzante per idee neonaziste. E Noise ("rumore") si colloca, nelle intenzioni dell’autore, come il secondo capitolo di una ipotetica trilogia sugli eccessi: se il primo era incentrato su una distorta visione della religione, Noise si produce nella satira politica, e scandaglia gli eccessi e l’invadenza dell’amministrazione nei confronti del cittadino. Il rumore che permea l’appartamento di David (Tim Robbins), insinuandosi nella vita dell'uomo qualunque, è simbolo del potere, che si può solo ascoltare, che ti raggiunge senza diritto di replica; così Robbins si improvvisa supereroe con l'identità de "Il Correttore" - balzano personaggio a metà fra Don Chisciotte e Robin Hood - che si aggira per la città spaccando specchietti e tagliando cavi di batterie, in una solitaria battaglia contro gli antifurti. E quando cerca di incanalare il proprio fastidio nella battaglia politica (attraverso la raccolta firme per una petizione) l’amministrazione cittadina gli gira le spalle, e non gli rimane che tornare ai vecchi metodi: in questo modo Bean trasmette un’idea un po’ sfiduciata della partecipazione, della reale possibilità di cambiare le cose, anche se l’intera pellicola è strutturata, molto intelligentemente, con un tono ironico e scanzonato, che cattura l’attenzione e permette di evitare la noia. Con questa chiave di lettura, invece, la pellicola risulta divertente e godibile, nonostante qualche sporadico - ma forse fisiologico - appesantimento qua e là. Robbins gigioneggia quel tanto che basta per rendere ancora più grottesco il tutto, e Noise riesce, seppur per un attimo che magari sarà fugace, ad emergere dal rumore di fondo della cinematografia contemporanea.
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