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Autore Vermicino. un trauma ancora attuale
dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 19-04-2007 21:00  
mercoledì 10 giugno 1981.
alfredino rampi, un bambino di 6 anni, sta passeggindo con il padre ferdinando e il fratello riccardo per le stradine di campagna di selvotta, una piccolissima frazione tra roma e frascati, lungo la via di vermicino.

alle 19:00 decide di tornare a casa da solo(la famiglia rampi è di roma e in quei giorni si erano trasferiti nella loro residenza di campagna per trascorrere alcune giornate di fine primavera).
a casa il bambino non arriva.

lo iniziano a cercare già mezz'ora dopo, senza esito positivo.

verso mezzanotte di giovedì 11 giugno arrivano sul posto gli agenti di polizia con le unità cinofile. lunghi minuti con le torce elettriche.

un sottoufficiale di polizia, dietro indicazione di alcuni abitanti che hanno parlato di un buco nel terreno pericoloso in zona, fa la scoperta:

alfredino rampi è precipitato all'interno di un pozzo artesiano in disuso, vicino alla casa dei suoi nonni.

il pozzo è lungo 80 metri ed è tutto fangoso.

alfredino si è incastrato a 35 metri.

vengono contattati i vigili del fuoco. l'ingegner elveno pastorelli, che li comanda, prende una decisione: far calare uno sgabello per permettere al bambino di aggrapparsi e tirarlo su.

una cazzata che praticamente toglie la possibilità di salvare alfredino dall'unico collegamento diretto e più sicuro che c'era fra lui e i soccorritori.

la tavoletta di legno infatti si incastra a 25 metri a causa del pozzo troppo stretto(il pozzo ha una larghezza di 30 cm che si riducono a 25 e poi a 20).

alle 4 del mattino arriva un gruppo di speleologi del soccorso alpino.

il loro comandante, il 22enne tullio bernabei e un suo assistente, maurizio monteleone, entrambi speleologi, decidono, poichè molto magri, di provare a calarsi nel pozzo a testa in giù per rimuovere la tavoletta e prendere alfredino.

inutile: il pozzo è troppo stretto. devono risalire.

pastorelli, il comandante dei vigili del fuoco, prende una nuova decisione: utilizzare una gigantesca trivella per perforare, 2 metri vicino al pozzo, il terreno, fare un altro profondo tunnel e poi, sottoterra, tagliare orizzontalmente per aprire un varco tra i due scavi e salvare il bambino.

bernabei e la sua equipe si oppongono: il terreno è troppo roccioso e ci vorrebbero ore e ore prima di completare il tutto.

pastorelli li allontana e guida in esclusiva il prosieguo delle operazioni di soccorso.

la trivella non si trova in zona e così, attraverso le tv private laziali, viene lanciato l'appello.

alle 8:30 di giovedì 11 giugno arriva il macchinario, e con gli altri soccorritori anche le tv private e nazionali.

i tg alle 13:00 aprono con vermicino e inizia una lunga maratona televisiva.

per tutto il pomeriggio, a stacchi alternati, il tg 1, 2 e 3 seguono con una diretta concitata i lavori attorno al pozzo artesiano.

attorno al pozzo, oltre a speleologi, polizia, carabinieri e pompieri, si è radunata una folla di centinaia di persone. molti sono curiosi e abitanti. altri gente qualunque che davanti alle telecamere rai propone, grafici e disegni alla mano, soluzioni improbabili e complesse per salvare il bambino.

tra i pompieri che tengono sveglio alfredino c'è nando broglio che instaura con lui un dialogo.

alfredino, cardiopatico, viene nutrito con una flebo che gli manda giù acqua e zucchero.

gli italiani si sono affezionati alla drammatica e tesa vicenda: picchi di milioni di telespettatori convince la rai a seguire fino alla seconda serata la vicenda con continue dirette.

solo verso le 23:00 i lavori di scavo vengono bloccati.

un siciliano cinquantenne, isidoro mirabella, magrissimo e piccolo di statura, si fa calare a testa in giù nel pozzo principale per tentare di prendere alfredino. niente da fare.

venerdì 12 giugno.

alle 7:15 il tg2 riapre con una edizione straordinaria e si collega con l'inviato che per tutta la notte è stato a vermicino a seguire i lavori.

la madre di alfredino, franca rampi, si sfoga davanti alle telecamere: la macchina va troppo a rilento, pochi cm per volta e il bambino si lamenta sempre di più.

intorno alle 10:00 entra in azione una nuova macchina, più potente. alfredino respira ancora.

alle 13:00 i tre tg rai riaprono, dopo altri collegamenti in diretta nel corso della mattinata, su vermicino: la vicenda ha coperto tutti gli altri fatti del fine settimana e già 14 milioni di italiani stanno seguendo le ultime notizie.

benchè i vigili del fuoco hanno detto che ci vorranno ancora 6-7 ore di scavi, un pompiere, maurizio, scende giù e inizia a scavare il collegamento orizzontale per legare i due pozzi.

alle 16:30 arriva a gran sorpresa il capo dello stato pertini, dichiarando che non se ne andrà di lì finchè i lavori non saranno terminati. resterà in tutto 15 ore. pertini ascolta con una cuffia la voce esile di alfredino.

alle 19:00 finalmente terminano i lavori di scavo.

salvare alfredino è ritenuto ormai un gioco da ragazzi. non è così.

a causa dei lavori di scavo delle due trivelle, che hanno provocato forti smottamenti nel sottosuolo, alfredino è precipitato per 30-35 metri ancora più giù.

a comunicarlo ufficialmente è lo speleologo tullio bernabei che, calcolando nel buio del pozzo strettissimo la distanza tra lui e alfredino quantifica la discesa del bambino a 60 metri di profondità.

lo scenario è molto tragico.

ci vogliono tentativi disperati di volontari magrissimi e bassissimi. i pompieri si fanno da parte.

alle 20:00 circa ci prova claudio aprile, un nano.

la prima volta niente.

ci riprova intorno alle 21:30.

il passaggio orizzontale tra i due pozzi è troppo stretto e lui non ce la fa a passare. rinuncia.

verso le 23:50 è la volta di angelo licheri.

scorticandosi la pelle a sangue tra le rocce del terreno, angelo licheri riesce a raggiungere alfredino rampi a 60 metri di profondità.

alfredino è tutto ricoperto di fango, non parla più, ansima frettolosamente.

licheri gli lega una imbracatura sotto le ascelle e dietro la testa.

quando comunica ai pompieri di tirare su c'è uno strattone enorme. l'imbracatura si spezza.

licheri non demorde: afferra alfredino per il gomito, inizia a parlargli, lo rassicura.

il braccio è troppo scivoloso per il fango, niente da fare.

prova ancora per la cannottiera: si spezza.

tenta infine per il polso: per la troppa forza esercitata con le dita licheri inavvertitamente spezza il polso di alfredino.

decide di tornare su.

dopo 45 minuti a 60 metri a testa in giù in un pozzo scuro, stretto e freddo licheri risale in superficie pieno di sangue.

la folla di migliaia di persone lo applaude.

da casa i telespetatori sono arrivati a 30 milioni.

tg 1 2 e 3 stanno filmando in diretta da ore. alla fine saranno in tutto 18 ore di diretta tv.

la madre di alfredino chiede a licheri se il figlio parla ancora: licheri risponde si ma non ancora per molto.

si prova con un ragazzino napoletano di 16 anni, ma il giudice lo blocca.

si offre un contorsionista. niente.

addirittura si pensa ad una scimmietta ammaestrata o a contorsionisti e circensi.

infine, alle 5:00 di sabato 13 giugno, si offre donato caruso, un abruzzese di avezzano che fa lo speleologo.

pertini lo incoraggia prima della discesa.

caruso tenta per due volte di agganciare alfredino: con delle fasce simili a quelle per legare i matti e poi con delle manette.

niente.

verso le 6:00 risale anche lui a mani vuote.

purtroppo comunica ai soccorritori in superficie che alfredino rampi non respira più e che era talmente coperto di fango che l'avrebbe dovuto tirare su a pezzi, con il rischio di rimanere anche lui incastrato lì sotto.

alle 7:15 il professor fava, un medico, ufficializza in diretta tv la presunzione di morte di alfredino rampi.

si scaverà ancora per un mese.

alfredino rampi verrà recuperato solo l'11 luglio: il suo corpo era congelato all'interno di un blocco di ghiaccio.

una vicenda che ha modificato tantissime cose.



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Jakkma

Reg.: 07 Mag 2003
Messaggi: 1168
Da: Busto Arsizio (VA)
Inviato: 02-05-2007 17:40  
Ero una bambina, all'epoca, ma ricordo questa vicenda terribile. Il mio babbo è stato sveglio una notte intera, per vedere se lo tiravano su, 'sto povero bambino... Qualche anno fa, qualcuno avanzò un'ipotesi tremenda: che Alfredino non fosse caduto, ma fosse stato gettato nel pozzo, magari da un pedofilo. Questo perché la posizione in cui era incastrato era molto strana, a dire di qualcuno. E poi, sempre secondo questi esperti, come fa un bambino a cadere in un pozzo poco più largo delle sue spalle, per quanto esili? Mah... Nel 1981, non si parlava di pedofilia, almeno non ai livelli di oggi.
_________________
La storia è maestra, ma nessuno impara quasi mai niente. -Marco Travaglio-
L'indipendenza è una bella cosa; purtroppo, non ci sono uomini liberi. -Peter Gomez-

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 02-05-2007 18:24  
hai sollevato un retroscena inquietante che realisticamente è stato seguito dai magistrati per qualche anno.

inizialmente, infatti, nel luglio 1984, il processo per la tragedia di vermicino si aprì per omicidio colposo:
amedeo pisegna, il proprietario del terreno sul quale c'era il pozzo artesiano, e l'operaio che lo aveva scavato, furono chiamati in causa.

non solo perchè il pozzo era stato costruito senza autorizzazione legislativa del comune.

ma anche perchè era stato lasciato incustodito senza cartelli di avvertimento.

emerse però un dubbio:
pisegna dichiarò che il pozzo era coperto con un pezzo di lamiera.

i giudici, stabilito che il pezzo di lamiera veramente c'era, si chiesero se era possibile che il bambino lo avesse sollevato e si fosse sporto troppo in avanti precipitando giù.

il dubbio però fu chiarito:
pisegna aveva lasciato il pozzo aperto quando il bambino ancora non ci era finito dentro. e lo richiuse dopo le 19:00, quando già alfredo stava lì sotto.

i dubbi maggiori vennero quando al processo deposero i medici che eseguirono l'autopsia sul cadavere del bambino:
furono scattate in sede autoptica una cinquantina di foto che provarono che alfredino aveva sulla pelle segni di imbracature strette.

chiamati in causa i soccorritori di alfredo rampi, tra i quali angelo licheri e donato caruso, nessuno asserì di aver imbracato attorno al corpo alfredo rampi per tirarlo su.

soprattutto per lo spazio ristrettissimo del pozzo che impediva una operazione simile.

i giudici allora formularono l'ipotesi che alfredo rampi era stato imbracato da qualcuno:
qualcuno gli ha fatto credere di riportarlo su dopo averlo fatto scendere nel pozzo legato a una fune, quando invece è stato mollato e lasciato lì sotto, a 35 metri di profondità(nel pozzo alfredo era quasi come seduto e aveva un braccio intrappolato dietro la schiena).

di conseguenza si fecero due ipotesi:

o qualcuno che ce l'aveva con la famiglia rampi o un pedofilo.

si fecero tante congetture: uno zio ivo che non esisteva; alcune frasi deliranti del bambino(stanza buia...sfondate la stanza buia...) che per i giudici potevano invece avere un significato che spiegava qualcosa....

l'inchiesta cambiò capo d'imputazione e si trascinò fino agli ultimi mesi del 1986.

nel febbraio '87 non è stata rinvenuta nessuna prova sulla tesi dell'omicidio e il caso è stato archiviato come incidente.

restano le ultime ricostruzioni di quel 10 giugno 1981:
verso le 19:00 alfredo rampi chiede al padre di avviarsi da solo a casa.

un familiare, quando il bambino era già scomparso, dichiarò di averlo visto intorno alle 19:00 giocare nei pressi del pozzo.

se non è stato un incidente io avrei una mia ipotesi:

forse stava giocando vicino al pozzo con un coetaneo. inavvertitamente il coetaneo può averlo spinto nel pozzo e accortosi del drammatico guaio causato è scappato via terrorizzato senza dirlo a nessuno(il bambino era gracile e pare che avesse la corporatura un pò più stretta del buco del pozzo).

forse.

come direbbe lucarelli è una ipotesi da romanzo giallo.

secondo la magistratura e la cronaca sarebbe un incidente.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 03-05-2007 16:05  
Dato che c'eri potevi tirar fuori i delitti seriali della Cianciulli...
_________________
Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata!

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 03-05-2007 17:03  
è ironico l'ho capito...ma cosa di preciso hai voluto dire con questa ironia?

è sulla mia ipotesi?

è solo una ipotesi, una opinione personale ovviamente: potrebbe, dico potrebbe, essere andata così.

ma è una probabilità su 100, lo so.

anzi, se vuoi sapere la mia opinione ufficiale: anche io penso che al 90% è stato un drammatico incidente di campagna.

avrei preferito però che i giudici avessero più approfondito: senza fare le classiche cose all'italiana.




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Riccio

Reg.: 03 Set 2003
Messaggi: 158
Da: Genova (GE)
Inviato: 03-05-2007 19:48  
"Ma quali difficoltà! Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia!"

Alfredino non poteva saperlo, dalla sua prigione di buio roccia fango, che la sua invocazione era stata presa alla lettera...

In quel giugno del 1981, che io ricordo solo per sentito dire perché avevo allora quattro anni meno di Alfredo, la televisione sfondava con prepotenza, per la prima volta, le barriere oscure del dolore e della decenza, per sbattere un dramma familiare, la storia più triste mai raccontata, sulle tavole serali estive degli italiani, tra un'insalata di riso e una pizza...

Io non vidi in TV la disperazione della madre né il pietismo di Pertini né le spalle scorticate dell'Angelo-tipografo che sfidò la morte nell'inutile tentativo di salvarlo, e se vidi tutto questo, probabilmente il mio cervello di appena due anni non capì nulla e cancellò quel ricordo.

Ricordo però mia nonna qualche anno dopo - avrò avuto sei anni - mettermi in guardia sui pericoli della campagna e raccontarmi, un po' edulcorata, questa storia terribile, perché vicino alla casa dei miei nonni il contadino Giulio aveva nell'orto un pozzo profondo e scoperto, stretto come le mie spalle di bimbo di 6 anni, pronto a inghiottirmi per sempre...

Lessi solo molto più tardi, nelle cronache dei giornali che puntualmente il 10 giugno di ogni anno riesumano il povero piccolo dal pozzo dell'oblio in cui tutta l'Italia l'ha gettato come una cosa troppo triste per essere vera, della sua agonia di 82 ore, dei fiumi d'inchiostro scorsi intorno alla vicenda, delle accuse rimbalzate più volte su di chi fosse la colpa...

E devo dire che pur non avendola vissuta in prima persona, questa storia mi fa ancora stare male, anche ora che sto scrivendo. Non dico altro, è stato detto e scritto fin troppo su quel bimbo... però anche io non l'ho dimenticato.
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Baciare con passione
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per il povero tucano

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 03-05-2007 20:45  
si, un altro aspetto della vicenda fu: di chi era la responsabilità?

si è detto tanto ma penso che la discussione vada affrontata con una immediata risposta: dei vigili del fuoco.

evidentemente loro erano sicuri che la soluzione degli speleologi, rimuovere la tavoletta e agganciarlo dallo stesso pozzo in cui era caduto, era la migliore e la meno rischiosa per compromettere l'incolumità di alfredo rampi.

ma vollero ricorrere alla trivella(per ottenere la quale ebbero inevitabilmente bisogno di lanciare l's.o.s. attraverso l'informazione televisiva) per dimostrare l'imponenza dello sforzo lavorativo dei vigili del fuoco in caso di drammatici incidenti.

quando invece, all'epoca, i pompieri non conoscevano neanche l'a b c di questo tipo di operazioni di soccorso: anni dopo hanno iniziato a fare corsi specifici con simulazioni in buchi stretti.e oggi sono espertissimi anche su certe cose.

sopravvalutarono la soluzione-trivella.

e questa fu la stronzata che a catena fece seguire tutto il resto.

la televisione, cioè i telegiornali?

bisogna considerare che loro volevano si catturare un evento tv in diretta.

ma non immaginavano l'esito drammatico che poi ci fu.

diciamo che l'estensione di durata delle dirette tv derivava dal fatto che loro da un momento all'altro erano convinti che si arrivasse all'esito conclusivo, e non volevano perdersi lo scoop.

come a dire: se stacchiamo la diretta è capace che proprio 5 minuti dopo alfredo rampi viene riportato in superficie e la diretta tv non lo ha filmato.

preferivano prolungare le dirette come un'attesa piuttosto che correre il rischio di spegnere un attimo prima che c'era la conclusione.

ecco perchè solo il 13 giugno, dopo 18 ore, c'è da parte dei giornalisti la constatazione di aver invece inconsapevolmente ingabbiato con le immagini un graduale fallimento in diretta molto drammatico.

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Riccio

Reg.: 03 Set 2003
Messaggi: 158
Da: Genova (GE)
Inviato: 04-05-2007 13:31  
Io ho letto da più parti che, anche se certo quella diretta di 18 ore non poteva essere né prevista né tantomeno programmata, costituì un "comodo" diversivo per distogliere l'attenzione pubblica da certi fatti poco puliti della nostra storia. Come dire, gettiamo l'attenzione degli italiani in un buco perché non pensino alla crisi del governo, alla loggia P2, al processo Calvi e a tutto quello che sta succedendo qui fuori. Ovviamente mi sembra un'ipotesi piuttosto ardita... è ovvio che si trattò di una coincidenza. Però è vero che il dramma di Vermicino cancellò con un colpo di spugna tutto il resto e fece dimenticare le beghe interne di un'Italia che appariva improvvisamente così unita e fraterna che persino il suo Presidente si muoveva dalla suo trono per scendere metaforicamente in quel buco infernale.
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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 04-05-2007 14:18  
il fatto è questo:
proprio la mattina di giovedì 11 giugno i responsabili di redazione dei tg stavano appositamente cercando un qualche argomento di cronaca, o cmq eclatante, per far passare in secondo piano alcune vicende di quei giorni che avevano procurato problemi anche agli ambienti rai.

seppero di vermicino perchè i vigili del fuoco, per trovare la trivella e scavare il pozzo parallelo, si erano rivolti alle tv private del lazio.in più, la prima delle due trivelle utilizzate in quei 3 giorni apparteneva a pierluigi pini, un inviato del tg2 rai.

e verso le 5:00 di giovedì 11 giugno una troupe di un tg laziale era già andata sul posto a filmare le prime fasi di quello che ancora sembrava un "tranquillo incidente" di campagna.

queste immagini furono inviate a loro volta al tg2 per riempire lo spazio sulla cronaca regionale.

il tg2 passò voce e così ci si rese conto che proprio quello era l'argomento migliore da esaltare.

anche perchè uno scoop unico già c'era: recandosi sul posto, la troupe del tg regionale aveva fatto calare un microfono nel pozzo, captando i lamenti di alfredo rampi.

insomma c'era già tutto l'occorrente per una notizia da trasformare da caso locale a caso nazionale.
e poi nessuno cmq immaginava(come ho già detto nell'altro post) un esito tragico dopo più di due giorni pieni di tentativi inutili e controproducenti.

ai tg è bastato solo esaltare enormemente il caso e cercare di coinvolgere molto a livello emotivo i telespettatori.

la fortuna loro è anche che la vicenda si prolungava e quindi c'era la possibilità di seguire appunto in diretta.

perchè in quei giorni altri due incidenti simili capitarono in sicilia: ma in questi due casi ne la stampa ne la tv hanno enfatizzato.

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 04-05-2007 14:18  
La morte in diretta.

Fu proprio in quei giorni che ascoltai per la prima volta il quartetto in la minore per archi "Der Tod und der Madchen", La Morte e la Fanciulla, di Franz Schubert. Sublime e struggente pagina musicale che mi è rimasta impressa, indistricabilmente fusa al sapore di morte e profonda pietas, per i fatti del piccolo Alfredino, che questa sorta di "colonna sonora" dell'anima non finirà mai più di rievocarmi. Questa musica mi aiutò non poco a superare il senso di repulsione e rabbia per l'ignobile battage mediatico che fu fatto intorno a quella tragica vicenda. Era estate, si era fuori, con gli amici, come quasi tutte le sere, nel parco sotto casa, a rollare, a suonare le chitarre, cantare, cazzeggiare.. Anzi no, durante quelle angoscianti notti eravamo atterritti, circondati da palazzi dalle finestre spalancate che vomitavano, ad alto volume, le dirette TV. Era quasi come duranti gli spensierati e felici giorni dei mondiali di calcio, con l'aria della sera che rinfrancava dal caldo assorbito durante il giorno. Ma allora non avevamo nè caldo, nè freddo, eravamo come cimiteriali statue d'angeli di pietra grigia.

"Ecco.., sembra ancora vivo" ... "è stato afferrato.." ... "no, e ricatuto!" ... "è morto.., no, è ancora vivo" ... "è arrivato Pertini..." ... "il dolore della madre..." ... Dal momento all'altro c'era da spettarsi un: "Gooooalllll!!" ...

Noi si era tristi, disgustati, cominciammo a capire allora che il mondo stava cambiando, che il "medium" industriale che seminava zollette di zucchero ci stava preparando in vero ai veleni che dovevano ancora venire. Ed io, una volta a casa, spentisi gli ultimi clamori, quelle macabre eco radiotelevisive, nel buio della notte, nel profondo silenzio, ascoltavo in cuffia La Morte e la Fanciulla di Schubert, e piangevo dentro per cose conosciute, maggiormente per cose di cui non sapevo e che però percepivo.

Per questa composizione Schubert si ispirò ai seguenti versi - già utilizzati per un suo Lieder - di Matthias Claudius:

La fanciulla:

Via, ah, sparisci!
Vattene, barbaro scheletro!
Io sono ancora giovane; va’, caro!
E non mi toccare.

La morte:

Dammi la tua mano,
bella creatura delicata!
Sono un’amica,
non vengo
per punirti.
Su, coraggio!
Non sono cattiva.
Dolcemente dormirai
fra le mie braccia!

Alla memoria di Alfredino.









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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 04-05-2007 14:26  
quote:
In data 2007-05-04 13:31, Riccio scrive:
Io ho letto da più parti che, anche se certo quella diretta di 18 ore non poteva essere né prevista né tantomeno programmata, costituì un "comodo" diversivo per distogliere l'attenzione pubblica da certi fatti poco puliti della nostra storia. Come dire, gettiamo l'attenzione degli italiani in un buco perché non pensino alla crisi del governo, alla loggia P2, al processo Calvi e a tutto quello che sta succedendo qui fuori. Ovviamente mi sembra un'ipotesi piuttosto ardita... è ovvio che si trattò di una coincidenza. Però è vero che il dramma di Vermicino cancellò con un colpo di spugna tutto il resto e fece dimenticare le beghe interne di un'Italia che appariva improvvisamente così unita e fraterna che persino il suo Presidente si muoveva dalla suo trono per scendere metaforicamente in quel buco infernale.




La tua non è un'ipotesi ardita, corrisponde al vero. Non c'era il calcio con cui oppieggare il popolo, nulla di meglio di tale "imprevisto" per distrarlo dalle questioni da te esposte.

Si è sempre fatto così.

Ottimo il tuo intervento.

_________________
"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

[ Questo messaggio è stato modificato da: AlZayd il 04-05-2007 alle 14:28 ]

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dan880

Reg.: 02 Ott 2006
Messaggi: 2948
Da: napoli (NA)
Inviato: 04-05-2007 16:26  
comunque a dirla tutta la rai pensò anche, la sera dell'11 giugno, di staccare la costante attenzione dall'accaduto.

infatti, alle 20:30 mandarono in onda una tribuna politica.

riferisce giancarlo santalmassi(all'epoca il conduttore del tg2 che diresse i collegamenti tv più drammatici su vermicino) che furono i centralini di via teulada ad impazzire non appena andò in onda la tribuna politica:

telespettatori che chiedevano loro di far riattivare la diretta per sapere cosa stava succedendo. e sostituirla ad una tribuna della quale esplicitamente non importava niente a nessuno.

si creò un coinvolgimento emotivo diretto e teso, giornalisti e telespettatori.
e naturalmente se tutti avessero immaginato dal primo momento un esito drammatico tutti se lo sarebbero voluto evitare.

anche per il capo dello stato:
perchè pertini si recò sul posto alle 16:30 del 12 giugno. mezz'ora prima infatti qualcuno aveva dichiarato che mancava pochissimo alla conclusione.


lo sbaglio è stato dei vigili del fuoco: se evitavano cazzate anche con 50 televisioni a seguire sul posto la vicenda l'operazione si sarebbe conclusa brillantemente.

sono i pompieri che hanno voluto fare i protagonisti televisivi per dimostrare le loro capacità operative.

in parte sopravvalutando l'effetto-trivella.

in parte non utilizzando adeguati accorgimenti e strumenti adatti di perforazione del terreno:
ad esempio si scoprì che per il tipo di sottosuolo di quella zona(molto roccioso) occorreva un martello pneumatico.

e che c'era un modo per evitare(come poi successe) che a mano a mano che il terreno veniva trivellato contemporaneamente alfredo rampi scivolava dall'altro lato sempre di più.

il fatto è che le operazioni dovevano condurle gli speleologi: sono loro che studiano i sottosuoli e sanno come intervenire in casi del genere.

ma c'era rivalità professionale, e i pompieri non potevano rendersi conto che degli studiosi sono più sagaci di tecnici operativi come loro.

negli stati uniti, nell' '87, successe un caso simile a questo: anche lì ci fu una imponenza di mezzi tv che enfatizzarono la vicenda.

ma ai pompieri americani bastò usare gli strumenti adatti.

e infatti questo "incidente americano" non si concluse tragicamente.

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badlands

Reg.: 01 Mag 2002
Messaggi: 14498
Da: urbania (PS)
Inviato: 04-05-2007 21:16  
è una vicenda che da sempre mi scuote,la conosco da piccolo,i miei me la raccontarono tante volte per mettermi in guardia,qua da me è pieni di piccoli pozzetti incustoditi.è impossibile non rimanere toccati,è una delle morti più atroci per una persona,figurarsi un bimbo.l'anno scorso su blob ridiedero quasi tutto il collegamento d'epoca,e vedendolo non credo che si possano dare colpe alla tv,invadente e mostruosa già allora,ma in fondo incolpevole.si sentivano i mille metodi,le decine di soluzioni pensate.il bimbo era piccolo e debole,si,ma strano che nessuno penso di inviare un gancio dove farlo aggrappare,anche perchè la sua non era una posizione impossibile,era praticamente seduto a testa in su.che angoscia pazzesca mette...
ciao.

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Riccio

Reg.: 03 Set 2003
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Da: Genova (GE)
Inviato: 05-05-2007 22:12  
quasi ventisei anni dopo…



…vi ricordate di Vermicino? Certo che sì, ma preferiamo non parlarne…

Ci sono cose che non si dimenticano, che segnano per sempre. Ci sono pezzi d’orrore da esorcizzare raccontandoli e ci sono inquietudini di cui è meglio invece non parlare mai più, se non quando qualche temerario le risveglia dall’oblio. Il dimenticatoio è un pozzo molto, molto profondo, pochi si arrischiano a scendervi. E una tragedia così, può starci bene, sul fondo di quell’abisso. Non ha nessun senso, nessun perché, nessun capro espiatorio. La gente vuole il sangue e la morte in diretta, ma vuole vedere in faccia il boia. E se il boia ha un volto sconosciuto, bisogna poterglielo disegnare, questo volto, bisogna ritagliarlo sulla faccia di qualcuno che già esiste e che, come dire, si presta. Chi assiste alla corrida vuole vedere il sangue vero del toro, ma anche poter maledire dentro di sé il torero carnefice. E quindi va bene se c’è un bimbo morto, più è piccolo e tenero e più interessa, ma deve esserci anche l’orco, il mostro su cui scaricare la rabbia in un linciaggio virtuale. Se un bimbo è morto, allora dov’è il mostruoso pedofilo che lo ha violentato e fatto a pezzi, la madre impazzita che ha fracassato il suo cranio, il pitbull imprudentemente lasciato libero che ha dilaniato le sue esili membra? Se tutto questo non c’è, manca qualcosa di importante, la tragedia diventa una cosa troppo grande per poterla sopportare, un fato disturbante e ineluttabile a cui non si può opporsi puntando l’indice contro un’intera schiera di improvvisati nemici, siano essi vicini di casa o mamme o cani, che devono essere eliminati perché non succeda più.


Si può accettare di buon grado di perdere qualche agnello, se dopo si potrà sparare al lupo.


Ma un bambino non può finire in quel modo giocando, non può e non deve essere stato un incidente, qualcuno deve averlo fatto apposta, per forza.


Chi? Nessuno lo sa? Inventiamocelo allora.


È stato il padre che non lo voleva perché era cardiopatico e lo ha buttato giù perché non aveva il coraggio di sparargli. È stato il proprietario del terreno che ha aperto il buco e lo ha dimenticato aperto e poi quando si è accorto che c’era dentro un bambino lo ha richiuso come niente fosse per paura di passare dei guai, tanto sarebbe morto di sicuro e nessuno lo avrebbe mai più ritrovato. È stato il tipografo che lo ha calato di proposito nel pozzo, del resto lo ha ammesso lui stesso di avergli messo quell’imbragatura che sarebbe stato impossibile mettergli in quel buco, vuol dire che glie l’ha messa prima e poi lo ha addormentato e calato giù.

E via con la lista dei potenziali colpevoli, fino a che non ci si rende conto che si scade nel ridicolo, ché gli anni passano e la soluzione è sempre più intricata, la verità sembra anch’essa scivolare sempre più giù e infangarsi fino a divenire inafferrabile, e comunque, al di là di tutto, probabilmente fu davvero un incidente, un incidente orribile, quel povero bimbo nel pozzo ci finì da solo.

E noi, questo non lo possiamo accettare: perché se non esiste un ciclope cannibale da torturare, allora vuol dire che i cannibali siamo noi, che abbiamo assistito impassibili all’agonia di un innocente davanti alla TV, sgranocchiando patatine e trangugiando birra gelata in quell’inizio di giugno già afoso, già estivo, mentre il Papa sciatore lottava in ospedale con le sue ferite, i fratelli Berlusconi si arricchivano con Milano 3 e quell’orribile buco sembrava ancora capace di contenere un’Italia sull’orlo dello sfascio.

Contenerla e nascondere ai più la verità che stava fuori da quel pozzo, là in superficie, il processo Calvi, la loggia P2 e tutto il resto, tutti quei fatti e personaggi che stavano ponendo le prime pietre per la costruzione di un decennio controverso e interlocutorio. Il cuore degli italiani batté nel cunicolo per tre giorni.


Ma quanti di noi sono riusciti poi a uscirne, da quel cunicolo, dal regno sotterraneo dei vermi e dell’angoscia?


Forse nessuno. Do un’occhiata in giro e ancora vedo fango scivoloso e roccia tagliente tutt’intorno a me. E vermi, tantissimi vermi. Cambia il teatro, cambiano gli attori, il dramma in scena è sempre lo stesso. Il degrado che ci circonda è un pozzo profondo, uscirne è davvero molto, molto difficile. Abbiamo cercato tutti insieme di salvare un bambino, un paese intero ha cercato di salvare un piccolo esile minuscolo bimbo cardiopatico caduto in un buco più piccolo dello schermo che ce lo ha servito in tavola. Grande come un piatto, appunto.


E adesso riusciremo noi a vedere la luce, prima o poi, a riemergere dal profondo del nostro abisso?

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"Con te non parlo, ho detto!"

"Adesso però mi hai parlato!"

"Beh, era l'ultima volta!"

"A-ha! E due!"

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
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Da: roma (RM)
Inviato: 05-05-2007 23:48  
quote:
In data 2007-05-05 22:12, Riccio scrive:
Abbiamo cercato tutti insieme di salvare un bambino, un paese intero ha cercato di salvare un piccolo esile minuscolo bimbo cardiopatico caduto in un buco più piccolo dello schermo che ce lo ha servito in tavola. Grande come un piatto, appunto.


E adesso riusciremo noi a vedere la luce, prima o poi, a riemergere dal profondo del nostro abisso?

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Magnifica chiosa per un ottimo pezzo che non quoto interamente per non sprecare spazio...


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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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