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Autore Lezioni di volo
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 17-03-2007 09:04  
Cattleya e Rai Cinema puntano su un film che non ti aspetteresti. Lezioni di Volo, infatti, è l’ultima opera dell’Archibugi, film in bilico fra la storia di formazione, le controverse dinamiche generazionali, la riscoperta delle proprie origini e l’incontro/scontro tra diverse culture.
Insomma, un potenziale film contenitore, che parla di tutto e di niente, girato con la tipica cifra italiota dell’involuzione su sé stessi e sull’intimismo sentimentale.
E in effetti, la storia di Pollo e di Curry (non storcete la bocca, si chiamano proprio così…), il primo figlio di una ricca e annoiata coppia ebrea, il secondo indiano di origine ma adottato, che partono per l’India ufficialmente per cercare i veri genitori di Curry, ma in realtà per scappare da situazioni familiari rispettivamente scomode, è un po’ di tutto questo. E i primi piani sono creati ad arte, le scene di raccordo sono troppo lunghe e troppo sentimentalmente smaccate, il livello globale di dialoghi e interpretazione si sforza vanamente per superare il semplice ammiccamento.
Nonostante ciò, in Lezioni di Volo si intravede qualcosa che mitiga, almeno in parte se non del tutto, gli aspetti negativi della pellicola.
Si intravede, infatti, un modo di rapportarsi al disagio e alla sofferenza di due adolescenti qualunque, in modo non banale, sganciato da possibili cliché, teso a far emergere a 360° l’umanità dei ragazzi, non ingabbiandoli in parti preconfezionate né ricercando il giovanilismo a tutti i costi.
In questa dinamica descrittiva si inseriscono i rapporti padre/figlio, non del tutto pacificati ma mai esasperati in nessun modo, una semplice, seppur appena accennata, ricerca di senso, un approccio non ideologico all’aspetto religioso.Tutti elementi che è difficile bilanciare in maniera soddisfacente, soprattutto se messi in mano a registi e sceneggiatori nostrani, tutti presi in un certo modo di fare cinema che risulta ripiegato su di sé. Alcune difficoltà emergono anche nel rapporto ambiguo tra uno dei due ragazzi (veri protagonisti del film), Pollo, con una dottoressa volontaria di sedici anni più grande, interpretata da Giovanna Mezzogiorno (che si conquista i tre quarti della locandina).
Ma in definitiva, pur tra tante difficoltà, tanti momenti poco riusciti, il film della Archibugi semina qualcosa di buono, qualcosa di raro da scorgere in tanta altra produzione nostrana.
Non ci sentiamo dunque di cestinarlo del tutto. Andrebbe visto, se non altro, per questa ragione, considerando il fatto che chi scrive non è mai stato un grande sponsor di, per parafrasare un grande critico, ‘una certa tendenza del cinema italiano’.

già pubblicata qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 25-03-2007 14:58  
ne ho parlato qui:
http://www.cinemaplus.it/leggi-recensione.asp?id=2176
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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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sognatrice

Reg.: 27 Mar 2007
Messaggi: 4
Da: milano (MI)
Inviato: 27-03-2007 21:35  
hai pienamente ragione...xrò se devo essre sicera mi aspettavo qulakosa di più da questo film..cmq nn male

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braulio

Reg.: 19 Feb 2007
Messaggi: 44
Da: Milano (MI)
Inviato: 29-03-2007 11:27  
concordo..anche io mi aspettavo di più da questo film...

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Small982

Reg.: 15 Mar 2007
Messaggi: 185
Da: fano (PS)
Inviato: 29-03-2007 19:10  
sono d'accordo anche io

gradevole, ma nulla di piu'
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oronzocana

Reg.: 30 Mag 2004
Messaggi: 6056
Da: camerino (MC)
Inviato: 03-11-2007 15:51  

Per l'ennesima volta esce fuori l'Italiano. Noi siamo il popolo del luogo comune, della pizza,della pasta, del mandolino e del "basta fare casino, italiani".
A malincuore, ma siamo anche il popolo del cinema che fu. Spiace ricordare sempre le stesse cose ed effettivamente neanche serve più rimembrare la magnificenza del cinema passato; in fin dei conti ancora possiamo cullarci su dei ottimi allori: siamo il paese con più oscar, con più palme d'oro dopo gli USA, con più leoni d'oro e forse anche a Berlino siamo ben messi. Quasi mi viene in mente Fantozzi quando nei pressi di Cortina fu colto da balle competitive e così dovrebbe fare un critico che analizzando la carenza di riconoscimenti ufficiali importanti esclamerebbe: "saranno 10 anni che non vinciamo un leone d'oro!" (La stanza del figlio è l'ultimo ed isolato successo).
Dio mio che pena. Ormai siamo la caricatura di noi stessi con pellicole sfornate solo per arrabattare i finanziamenti del FUS; che si ricopiano l'una con le altre e con una banalità contenutistica e stilistica quasi imperante, come fosse uno standard imposto a priori.
Ci affidiamo alla Bellucci che sculetta e mostra il suo "defloscè" in ogni rassegna e manifestazione possibile immaginabile come madrina nazionale, di pari passo con la Loren (ormai tenuta in piedi con quattro(cento) lifting); andiamo elemosinando premi da "contentino" saltuariamente ai vari festival e cerchiamo di resuscitare un divismo da terza categoria con attori come Scamarcio (che poi a me neanche dispiace: in Mio fratello è figlio unico è molto bravo) et affini. Ci troviamo di fronte ad una situazione ormai irreversibile e dire che un film come Lezioni di volo dimostra qualcosa (poi...non si sa neanche cosa) di salvabile o che non è proprio da buttare diventa nient'altro che benzina su un fuoco che già di suo non riesce ad esaurirsi.
Ancora ci presentiamo con la Mezzogiorno che recita sottovoce, con dialoghi da baci perugina ("non sono io che sono cambiato...ma tu!" oppure "aspetto sempre qualcosa, qualcuno...non vivo, ammazzo il tempo") e con la parolaccia che fa sempre belle figura ("sei un cazzo di medico del cazzo e dello stracazzo nel cazzo te lo piazzo"....ci mettevamo Sgarbi, facevamo prima). Il conflitto generazionale è d'obbligo e quindi neanche deve essere interpretato: quello è, e sempre sarà...presumo. Espedienti narrativi di bassissima lega e, tra l'altro, fini a se stessi pullulano nel film della Archibugi, come la divisione di Pollo e Curry (che non è un miracolo, ma magri ne venisse ad esistenza uno). Ma poi..."Pollo e Curry"!!! Ma come si fa?! Al meno un minimo di originalità (che non conta alcunché, ne sono conscio) si abbia la dignità di tirarla fuori; sdoganiamo l'incassino garantito dal format collaudato. Sveglia!
Ah, quasi dimenticavo! La Finocchiaro ormai la mettono ovunque visto che si sono accorti che è l'unica attrice italiana degna di considerazione; ultimamente fa più film lei che Hollywood e in fin dei conti ben venga.
Prendersela con questo film è anche troppo facile e non riesco neanche ad andare oltre, ma comunque Lezioni di volo rimane uno dei film italiani peggiori degli ultimi anni.

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