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Autore DERSU UZALA
Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-05-2006 08:57  
DERSU UZALA di Akira Kurosawa (sull'amicizia) 1975

Dopo la crisi depressiva e il tentato suicidio, il capitano Kurosawa decide di ritemprare lo spirito con una storia sull'amicizia tra Dersu Uzala (piccolo grande uomo mongolo che vive cacciando nella tundra siberiana) e il capitano russo Solomin esploratore e ridisegnatore di mappe e carte geografiche che ha bisogno dell'aiuto del piccolo cacciatore per potere vincere gli ostacoli della terribile natura siberiana. Grandi spazi, grandi immagini (su tutte quella con sole e luna contemporaneamente presenti e quella della tempesta), sentimenti puri e ripuliti dalle scorie ipocrite della società civile. La solitudine di Dersu (cui la peste ha portato via tutta la famiglia) si trasforma in amicizia leale, in lucida autocoscienza della propria caducità, in rispetto delle leggi sacre della natura.
Kurosawa si cura con la sincerità di Dersu, e può riprendere il suo cammino cantando, come i soldati russi.
Un pò lento nella prima parte, il film ha uno sviluppo narrativo in crescendo (i due si salvano a vicenda la vita) fino ad arrivare a un bellissimo finale, beffardo da un lato (il fucile regalato con intenzioni di difesa diventa causa di offesa) e sacro. Film equilibrato, lirico, profondamente religioso (anche se non viene fatto alcun accenno diretto alla religione). Una riconciliazione dell'uomo Kurosawa con il senso profondo della vita. Uno sguardo umanamente piccolo verso grandi scenari e infiniti spazi al di là della siepe.
Oscar Miglior Film Straniero 1976

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Il lavoro è il rifugio di coloro che non hanno nulla di meglio da fare (Oscar Wilde)

[ Questo messaggio è stato modificato da: Schizobis il 07-05-2006 alle 10:31 ]

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 07-05-2006 10:21  
quote:
In data 2006-05-07 08:57, Schizobis scrive:
DERSU UZALA di Akira Kurosawa (sull'amicizia)

profondamente religioso



perchè affermi ciò?
più che religioso è un film naturale...
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Paolo

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-05-2006 10:30  
Si sente Dio dentro la natura.
Dersu si inchina a una volontà che identifica sopra di lui, invisibile e soprannaturale.
Lo stesso capitano è coinvolto da questa spiritualità panteistica (una sorta di The New World ante litteram)
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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 07-05-2006 10:38  
quote:
In data 2006-05-07 10:30, Schizobis scrive:
Si sente Dio dentro la natura.
Dersu si inchina a una volontà che identifica sopra di lui, invisibile e soprannaturale.
Lo stesso capitano è coinvolto da questa spiritualità panteistica (una sorta di The New World ante litteram)




abbiamo due modi di intendere le cose, dio non c'entra, è la natura stessa che si pone ad un piano superiore...
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-05-2006 10:47  
Dersu, dopo avere ucciso la tigre, nomina una non meglio definita entità che gliene invia poi un altra per ucciderlo.
Lo stesso capitano di fronte alla tempesta e alla furia degli elementi naturali, invoca un Dio a protezione.
Anche il seppellimento finale si ricopre di spiritualità.

Forse è il mio punto di vista soggettivo a interpretare così la realtà.

Ma c'è qualche dato oggettivo.

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 07-05-2006 11:08  
quote:
In data 2006-05-07 10:47, Schizobis scrive:
Dersu, dopo avere ucciso la tigre, nomina una non meglio definita entità che gliene invia poi un altra per ucciderlo.
Lo stesso capitano di fronte alla tempesta e alla furia degli elementi naturali, invoca un Dio a protezione.
Anche il seppellimento finale si ricopre di spiritualità.

Forse è il mio punto di vista soggettivo a interpretare così la realtà.

Ma c'è qualche dato oggettivo.



forse per il capitano hai ragione ma non per dersu che segue un pensiero più animista...
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-05-2006 11:23  
Forse sì, non saprei.
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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 07-05-2006 11:24  
credo che l'interpretazione nasca dalla nostra visione personale opposta...
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 07-05-2006 11:28  
Io identifico la paura di Dersu come la paura dell'indigeno che vede nella rivolta della Natura la forma di espressione di un Dio incavolato con l'uomo per qualche torto subito.
Tu identifichi spirito e natura combacianti e la natura stessa sarebbe DIO.

Credo sia così.
Forse.
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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 08-05-2006 15:18  
Il film più commovente che io ricordi.

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RICHMOND

Reg.: 03 Mag 2003
Messaggi: 13088
Da: genova (GE)
Inviato: 19-09-2007 16:00  
Credo che pochi film sappiano riconciliare l'essere umano con sè stessto, come Dersu Uzala .
Perché, se non si fosse capito, Dersu Uzala è luomo così come Kurosawa non ce lo aveva mai presentato. E' l'essere umano in simbiotica fusione con una natura che certa parte razionaloide di sè stesso è stata capace di rinnegare (basti ricordare le primissime sequenze, girate in una foresta denaturalizzata dall'invadenza disboscatrice, personificata in un gruppo di asociali civili russi). E' l'essere umano che intravede spiriti e "persone" in ogni manifestazione della natura. E' l'essere umano miope nel leggere le differenze fra l'uomo e la tigre, fra la foresta e la città.
Ma è l'uomo genuino, calato nella sua dimensione naturale, capace di spaziare con lo sguardo nel suo universo semisferico, di baciare con gli occhi la luna ed il sole contemporaneamente, di cambiare pelle e vestirsi di paglia, di inchinarsi all'imponenza della natura e talvolta di subire da essa stessa un'umiliazione.
In fondo, Kurosawa, approdando ad un genere che non ha genere, ad una lirica che non trova eguali neppure nella sua precedente filmografia, altro non fa che raccontarci che ciò che ci disse in Rashomon o anche ciò che riprenderà in Kagemusha , sono il lato scuro dell'uomo, che non sa rapportarsi con la natura che lo ha messo al mondo e che, corrotto dalla sua stessa presunzione (in grado di indurlo a credere di esere qualcosa di diverso dalle pietre, dagli uccelli, dagli alberi che animano il Mondo), ha eretto un muro invalicabile fra sè stesso e l'universo vero di cui inconsapevolmente fa parte.
Kurosawa incentra tutto, quindi, ancora una volta sull'uomo. Solo che intravede un orizzonte positivo e, invece che mostrarci l'essere umano in affanno e romanticamente (ma, soprattutto, negativamemnte) inferiore alla natura, lo dipinge..sì...come piccolo e minuscolo, ma pur sempre un piccolo e minuscolo mattone che compone quel magnifico spettacolo che è l'Universo.
Così la foresta non è più il nemico che era in Trono di sangue o in Rashmon , ma è il luogo in cui l'uomo potrà ritrovare sè stesso.
Del resto, poi, la mano di Kurosawa è talmente leggera, nel dipingere malinconicamente - sempre con immagini dall'incommensurabile valenza poetica - le sequenze del film, che la semplicità di quest'opera non risulta limitativa per un autore come lui ma, al contario, esalta il messaggio che il regista intende rappresentare: Dersu Uzala , è il titolo più semplice che ci si poteva immaginare. E' il nome del protagonista. Ma è forse qualcosa di più? E' forse proprio l'essere umano, fulcro della sua opera? Chissà...Nel quasi musicale susseguirsi delle immagini (particolarmente equilibrate fra il ritmo temporale e quello musicale, appunto: si veda la superba sequenza in cui a rimto di ogni nota il regista ha montato fotografie dei prtagonisti), sicuramente, quel mattacchione di Akira avrà pensato anche a questo.
E, in fondo, a ben vedere, questo film si chiude con una sola, unica parola: Dersu . L'uomo.

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- Ma almeno ha un lieto fine?

- Di quelli che solo la celluloide sa dare...

[ Questo messaggio è stato modificato da: RICHMOND il 19-09-2007 alle 16:05 ]

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