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Autore Sympathy for Mr.Vengeance di PARK chan-Wook
kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 14-01-2006 19:40  
io ho preferito old boy
più trascinante, più sentito
_________________
http://trifo.blogspot.com

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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 14-01-2006 19:42  
si, credo di preferire anche io old boy tutto sommato

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karmapaolo

Reg.: 14 Mar 2005
Messaggi: 1607
Da: Rovato (BS)
Inviato: 14-01-2006 20:04  
Io credo di preferire Sympathy for Lady Vengeance fra i tre
_________________
there is not way to happiness
happiness is the way

Paolo

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McLusky


Reg.: 24 Nov 2005
Messaggi: 68
Da: Lugo (RA)
Inviato: 15-01-2006 13:55  
secondo me, aparte old boy, i due film sono decisamente un pugno allo stomaco... anime sensibili astenersi... per ripigliarmi guardero film tamarri per una settimana dopo lady vendetta...

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Bash84

Reg.: 28 Dic 2005
Messaggi: 446
Da: Ascoli Piceno (AP)
Inviato: 07-02-2006 01:45  
Mi sono iscritto oggi stesso e mi sembra bello inaugurare il mio ingresso su film-up dicendo la mia su una delle più sconvolgenti e sublimi sorprese che abbia percosso ultimamente la mia dura sensibilità:
Dopo aver visto Old Boy sono corso subito con impazienza a procurarmi l’opera che ha dato i natali a questa trilogia. Intuivo già il capolavoro ma, cosa che mi succede molto di rado, ho trovato mr Vengeance al di sopra delle mie altissime aspettative (più eccelso per i miei gusti dello stesso Old Boy). Beh, bando alle ciance! Ho letto i commenti di voi altri e ne ho trovati molti interessanti, soprattutto l’analisi di Hawke84, pertanto non mi resta molto da dire. Mi limiterò ad osservare tre aspetti particolari e secondo me degni di nota, rispettivamente il primo tematico, il secondo figurativo, il terzo linguistico.
1) La vendetta è un tema che ha vissuto gli albori della storia del cinema, spesso reso mero espediente per giustificare l’azione più scriteriata. Un’altra cosa è l’analisi profonda che si fa di tale sentimento nel film, da espediente viene elevato a tema e indagato sin nei suoi meccanismi più profondi. E’ straordinario come tutti (protagonisti e antagonisti tra cui il confine non è mai stato tanto labile) si ritrovino spietati carnefici pur conservando in qualche modo un’innocenza quasi ingenua, quasi infantile. La vendetta è il divino protagonista del film, cade fatalmente sui protagonisti e si espande fagocitando tutto ciò che incontra, come un processo ineluttabile che prevarica i concetti di volontà, colpa, e giustizia finendo per divorarsi da sola. Persino i “ladri di organi”, gli unici personaggi del film che potremmo definire davvero negativi, ci appaiono degni di compassione nell’immagine della madre schiavizzata e distrutta dalla droga e i due uomini che operano in sua funzione.
2) Connessa alla vendetta è la morte. Concetto che appare nel film connotato da una freddezza allucinante e non romanzata. Siamo abituati a vedere nei film americani che trattano la vendetta centinaia di uomini, essi appartengono alla categoria degli “scagnozzi”, nati e vissuti soltanto in funzione di quel mezzo secondo in cui appariranno solo per essere uccisi dall’eroe. In mr. Vendetta la morte è centellinata. Per rendere una morte sconvolgente, il regista non si abbandona a pietosi ricami moralistici ma ci pone su un piedistallo delle immagini tanto forti da sconfiggere la nostra abitudine a vedere cadaveri sullo schermo. La cura pittorica con cui i corpi vengono dipinti è magistrale e testimonia un’attenzione ad un’estetica dell’inquadratura che sembrava perduta dai tempi del neorealismo (con le dovute eccezioni). Basti pensare alla bambina annegata con quell’occhio aperto tagliato dal pelo dell’acqua (che disillude immediatamente ogni speranza assicurandoci che la piccola è morta), o sul tavolo dell’autopsia, o nel forno crematorio, oppure alla sorella suicida, o alla ragazza nell’ascensore. La morte parla di se stessa senza bisogno di intermediari, il protagonista che piange sul corpo della sorella non può parlaci, a farlo è solo il corpo di lei. Le immagini non necessitano dialogo e le poche sporadiche battute acquistano l’importanza e la poetica delle didascalie del cinema muto.
3) In fine è opportuno parlare dell’importanza meta-cinematografica del mutismo. Il cinema ha la facoltà di essere (volendo) onnisciente, di farci vedere cose che sono all’oscuro dei personaggi, ed è provato che il fatto stesso di non poterle comunicare loro da parte degli spettatori generi in essi un senso di disagio e impotenza. In diverse analisi del genere tragico tra il ‘700 e l’800, emerge il modello dell’Edipo Re come tragedia perfetta: lo spettatore è a conoscenza del destino di Edipo eppure non può che osservare inerme la sua corsa verso lo sfacelo; anche l’elemento della sua cecità auto-inferta, nel finale, appare simbolico. Questa tecnica è da sempre patrimonio del cinema ma Park la porta ai limiti estremi, difatti grazie alla sordità del protagonista egli riesce a comprimere il processo in un unica inquadratura, quando lo lascia mangiare tranquillo mentre la sorella geme di dolore, o quando durante la sepoltura la bambina annaspa chiedendo aiuto. Lo spettatore è preso dal panico e dal desiderio irrefrenabile di saltare nello schermo e scuoterlo, perché la sua stessa impossibilità di impedire la tragedia è più sconcertante della tragedia stessa. Per questo (perdonate l’esagerazione) Simphaty for mr. Vengeance è forse il più perfetto esempio tragico nel cinema...

Beh, per ora è tutto... forse aggiungerò qualcosa dopo aver visto Lady Vendetta. A presto!

_________________
Cosa puoi perdonare ad un essere perfetto?

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kornnet

Reg.: 27 Nov 2004
Messaggi: 156
Da: Salerno (SA)
Inviato: 07-02-2006 15:54  
quote:
In data 2006-02-07 01:45, Bash84 scrive:
Mi sono iscritto oggi stesso e mi sembra bello inaugurare il mio ingresso su film-up dicendo la mia su una delle più sconvolgenti e sublimi sorprese che abbia percosso ultimamente la mia dura sensibilità:
Dopo aver visto Old Boy sono corso subito con impazienza a procurarmi l’opera che ha dato i natali a questa trilogia. Intuivo già il capolavoro ma, cosa che mi succede molto di rado, ho trovato mr Vengeance al di sopra delle mie altissime aspettative (più eccelso per i miei gusti dello stesso Old Boy). Beh, bando alle ciance! Ho letto i commenti di voi altri e ne ho trovati molti interessanti, soprattutto l’analisi di Hawke84, pertanto non mi resta molto da dire. Mi limiterò ad osservare tre aspetti particolari e secondo me degni di nota, rispettivamente il primo tematico, il secondo figurativo, il terzo linguistico.
1) La vendetta è un tema che ha vissuto gli albori della storia del cinema, spesso reso mero espediente per giustificare l’azione più scriteriata. Un’altra cosa è l’analisi profonda che si fa di tale sentimento nel film, da espediente viene elevato a tema e indagato sin nei suoi meccanismi più profondi. E’ straordinario come tutti (protagonisti e antagonisti tra cui il confine non è mai stato tanto labile) si ritrovino spietati carnefici pur conservando in qualche modo un’innocenza quasi ingenua, quasi infantile. La vendetta è il divino protagonista del film, cade fatalmente sui protagonisti e si espande fagocitando tutto ciò che incontra, come un processo ineluttabile che prevarica i concetti di volontà, colpa, e giustizia finendo per divorarsi da sola. Persino i “ladri di organi”, gli unici personaggi del film che potremmo definire davvero negativi, ci appaiono degni di compassione nell’immagine della madre schiavizzata e distrutta dalla droga e i due uomini che operano in sua funzione.
2) Connessa alla vendetta è la morte. Concetto che appare nel film connotato da una freddezza allucinante e non romanzata. Siamo abituati a vedere nei film americani che trattano la vendetta centinaia di uomini, essi appartengono alla categoria degli “scagnozzi”, nati e vissuti soltanto in funzione di quel mezzo secondo in cui appariranno solo per essere uccisi dall’eroe. In mr. Vendetta la morte è centellinata. Per rendere una morte sconvolgente, il regista non si abbandona a pietosi ricami moralistici ma ci pone su un piedistallo delle immagini tanto forti da sconfiggere la nostra abitudine a vedere cadaveri sullo schermo. La cura pittorica con cui i corpi vengono dipinti è magistrale e testimonia un’attenzione ad un’estetica dell’inquadratura che sembrava perduta dai tempi del neorealismo (con le dovute eccezioni). Basti pensare alla bambina annegata con quell’occhio aperto tagliato dal pelo dell’acqua (che disillude immediatamente ogni speranza assicurandoci che la piccola è morta), o sul tavolo dell’autopsia, o nel forno crematorio, oppure alla sorella suicida, o alla ragazza nell’ascensore. La morte parla di se stessa senza bisogno di intermediari, il protagonista che piange sul corpo della sorella non può parlaci, a farlo è solo il corpo di lei. Le immagini non necessitano dialogo e le poche sporadiche battute acquistano l’importanza e la poetica delle didascalie del cinema muto.
3) In fine è opportuno parlare dell’importanza meta-cinematografica del mutismo. Il cinema ha la facoltà di essere (volendo) onnisciente, di farci vedere cose che sono all’oscuro dei personaggi, ed è provato che il fatto stesso di non poterle comunicare loro da parte degli spettatori generi in essi un senso di disagio e impotenza. In diverse analisi del genere tragico tra il ‘700 e l’800, emerge il modello dell’Edipo Re come tragedia perfetta: lo spettatore è a conoscenza del destino di Edipo eppure non può che osservare inerme la sua corsa verso lo sfacelo; anche l’elemento della sua cecità auto-inferta, nel finale, appare simbolico. Questa tecnica è da sempre patrimonio del cinema ma Park la porta ai limiti estremi, difatti grazie alla sordità del protagonista egli riesce a comprimere il processo in un unica inquadratura, quando lo lascia mangiare tranquillo mentre la sorella geme di dolore, o quando durante la sepoltura la bambina annaspa chiedendo aiuto. Lo spettatore è preso dal panico e dal desiderio irrefrenabile di saltare nello schermo e scuoterlo, perché la sua stessa impossibilità di impedire la tragedia è più sconcertante della tragedia stessa. Per questo (perdonate l’esagerazione) Simphaty for mr. Vengeance è forse il più perfetto esempio tragico nel cinema...

Beh, per ora è tutto... forse aggiungerò qualcosa dopo aver visto Lady Vendetta. A presto!





ottima recensione, non hai fatto riferimento però alla quasi totale mancanza di musica (nonostante il tema composto a posta per il film e che si può sentire nel trailer sia magnifico PCW ha voluto rinunciarci) e a quanto influenzi a una visione distaccata degli eventi. Prendendo ad esempio la scena della bambina in acqua con l'occhio aperto, con della musica avrebbe assunto un'altro significato, dipendente anch'esso della musica.
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"Ridi, ed il mondo riderà con te. Piangi, e piangerai da solo" - Old Boy
"Lo so che sei un bravo ragazzo. Ma tu lo sai perchè io devo ucciderti? Lo capisci? Huh? Lo sai?" - Sympathy for Mr.Vengeance

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Madsen

Reg.: 08 Feb 2006
Messaggi: 21
Da: Gabicce Mare (PS)
Inviato: 08-02-2006 16:59  
Ehilà!

Intanto devo premettere che ho visto, come tanti, prima Old Boy, poi Sympathy for Mr. Vengeance. Probabilmente questo fatto mi ha influenzato. Old Boy sembra un film più attuale, il grattacielo, il tipo vestito bene con una stanza megatecnologica, quasi futuristica. la televisione nella stanza di Oh-Tae-Su, unica finestra del mondo (nn ho apprezzato che abbiano fatto vedere il gol che ha escluso l'italia dai mondiali _naturalmente skerzo_). L'ipnosi? Forse la sospensione dell'incredulità un po' ne risente, pochi possono credere che una cosa simile possa succedere, ma rende l'idea, e la trama non subisce "traumi".

Parlando del primo. Chissà perché mi ritorna in mente BRIGHT FUTURE di Kyiochi Kurosawa. Atmosfera tipicamente giapponese. Realistico fino all'esasperazione. Sangue, violenza, reni, sigarette. Film più realistico del seguito, e anche per questo più crudo. Violenza gratuita? Forse. Ma anzhe azioni dettate dagli eventi, magari non volute.
Scena più bella: quando i tre tipi salgono in contro luce le scale.

Non so se sono stato esauriente, ma se avete dubbi chiedete.

Ciao!

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kornnet

Reg.: 27 Nov 2004
Messaggi: 156
Da: Salerno (SA)
Inviato: 08-02-2006 20:33  
quote:
In data 2006-02-08 16:59, Madsen scrive:
Ehilà!

Intanto devo premettere che ho visto, come tanti, prima Old Boy, poi Sympathy for Mr. Vengeance. Probabilmente questo fatto mi ha influenzato. Old Boy sembra un film più attuale, il grattacielo, il tipo vestito bene con una stanza megatecnologica, quasi futuristica. la televisione nella stanza di Oh-Tae-Su, unica finestra del mondo (nn ho apprezzato che abbiano fatto vedere il gol che ha escluso l'italia dai mondiali _naturalmente skerzo_). L'ipnosi? Forse la sospensione dell'incredulità un po' ne risente, pochi possono credere che una cosa simile possa succedere, ma rende l'idea, e la trama non subisce "traumi".

Parlando del primo. Chissà perché mi ritorna in mente BRIGHT FUTURE di Kyiochi Kurosawa. Atmosfera tipicamente giapponese. Realistico fino all'esasperazione. Sangue, violenza, reni, sigarette. Film più realistico del seguito, e anche per questo più crudo. Violenza gratuita? Forse. Ma anzhe azioni dettate dagli eventi, magari non volute.
Scena più bella: quando i tre tipi salgono in contro luce le scale.

Non so se sono stato esauriente, ma se avete dubbi chiedete.

Ciao!



non so perchè dici tipicamente giapponese se il film in questione è sud-coreano, forse ti sei confuso al paragonarlo con Bright Future che non trovo sia ambientato in egual modo.
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"Ridi, ed il mondo riderà con te. Piangi, e piangerai da solo" - Old Boy
"Lo so che sei un bravo ragazzo. Ma tu lo sai perchè io devo ucciderti? Lo capisci? Huh? Lo sai?" - Sympathy for Mr.Vengeance

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Madsen

Reg.: 08 Feb 2006
Messaggi: 21
Da: Gabicce Mare (PS)
Inviato: 09-02-2006 18:22  
ihih, mi sono confuso... comunque intendevo tipicamente asiatico, ecco...

in Bright Future ci sono due ragazzi, scene al chiuso nella stanza, luce soffusa, penombra, dialoghi realistici e il tutto mischiato da maestria. Secondo me si possono paragonare...

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penny68

Reg.: 14 Nov 2005
Messaggi: 3100
Da: palermo (PA)
Inviato: 15-02-2006 10:31  
Guardando Oldboy devi assolutamente stare incollato ad ogni fotogramma,pena l'incomprensione totale dell'intreccioMr.Vendetta rispetto a Oldboy è un film che gioca a carte scoperte,dolce per quel pizzico di innocenza che si cela dietro le intenzioni,amaro perchè non può prescindere dalla sua radice culturale.In Ryu e i suoi,ci trovi tutte le tonalità dei colori,non solo percettivi:dell'amore,dell'ingenuità,della forza,del malinteso e della ferocia.
Ti strappa il cuore e te lo getta nello stagno senza farti lanciare neppure un gemito.Certo..manca la genialità di Oldboy..è un altro film,non c'è alcun dubbio!

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Atreiu

Reg.: 14 Gen 2006
Messaggi: 24
Da: Torino (TO)
Inviato: 15-02-2006 11:08  
oldboy é più scorrevole e divertente, ma Mr Vendetta mi ha emozionato molto di più, e secondo me rimane insuperato: uno dei film orientali più belli che abbia mai visto, con una poetica della morte e della vendetta che non esistono assolutamente nel cinema occidentale.

Attendo con ansia Lady vendetta che ovviamente vedrò in dvd

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 25-09-2006 10:28  
Quoto tutto sulla fiducia.
_________________
[ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ]

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Katina

Reg.: 13 Set 2006
Messaggi: 25
Da: napoli (NA)
Inviato: 25-09-2006 17:56  
secondo me old boy é troppo artificioso nello sviluppo, se la sogna l'incisivitá di mr vendetta, che ha sequenze davvero indimenticabili (SPOILER-la stretta di mano al cadavere in ascensore-SPOILER, solo per citarne una)

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Midknight

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3555
Da: Perugia (PG)
Inviato: 26-09-2006 16:38  
L'avevo scaricato qualche mese fa e ora leggendo il topic mi era venuta voglia di vederlo,ho pigiato play ed è partito un pornazzo...So che non è un gran contributo alla discussione ma a qualcuno dovevo raccontarlo.

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HistoryX

Reg.: 26 Set 2005
Messaggi: 4234
Da: cagliari (CA)
Inviato: 26-09-2006 19:17  
Io direi che è l'intervento più significativo...
_________________
[ Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. (Johann Wolfgang Göethe) ]

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