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Autore Monella - di Tinto Brass
paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 15-04-2005 19:12  
Contiene Spoiler.

Trama dall'intrigo tuttavia facile, molto brassiano: giovane e lolitesca ragazza è in procinto di sposarsi con tale Masetto, fornaio bacchettone e bigotto che pretende di farla arrivare vergine al matrimonio. Lei, tendenzialmente frivola e libertina, non acconsente. E conosce Andrè, amante della madre e suo presunto padre, al quale mostra di essere legata da reciproca attrazione.
Seguiranno complicazioni.
Chi conosce Brass può facilmente intuire lo sbrogliarsi della trama e il finale goliardico: Lola sposerà Masetto non rinunciando però a tradimenti ed avventure extraconiugali, la prima delle quali è proprio con Andrè, durante il banchetto matrimoniale.

Per accontentare anche il volgo e lo spettatore meno attento ed interpretativo, Brass lascia intuire nel finale una moralina facile facile, di per sè già conosciuta in alcune sue opere precedenti: che cosa c'entra l'amore con la fedeltà? Eros e amore non sono complementari e non lo devono essere. L'eros è un atto, un divertimento, una neccessità fisiologica o - tutt'al più - un inarrestabile desiderio, tanto godereccio e genuino quanto fine a sè stesso, auotoreferenziale; l'amore, invece, è un sentimento, un legame, una poesia tra anime: insomma, due concetti molto differenti tra loro, se non opposti.
Non c'è dubbio che, poi, il tutto, in modo alquanto sarcastico e sornione, si vada ad allacciare (nel finale) ad un ritratto negativo dell'Istituzione-sacramento del matrimonio e alle regole ecclesiastiche più bigotte e integerrime.
Ma, d'altra parte, l'opera non meriterebbe tanta attenzione se si limitasse a questi concetti già visti e sentiti nel cinema brassiano, così poco originali e ormai scipiti nella loro ripetitività.

Sono ben altri i fattori più significativi di "Monella", datata 1998, facente parte già dell'ultimo periodo di Brass.
In questo e nei post successivi, seguiranno alcune interessate e dettagliate analisi dell'opera, con le quali il sottoscritto ha la pretesa - megalomane - di portare all'aria la vera essenza del cinema del maestro dell'eros.

GLI OGGETTI, I DETTAGLI E LE ARCHITETTURE IN BRASS - PARTE 1
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così metaforico ad oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, del metafisico.
Già nella prima sequenza di "Monella" si va incontro ad un paio di invenzioni visivo-scenografiche di questo tipo.
Masetto, uscito dal forno, entra nel negozio dei suoi genitori e chiede, immediatamente, quando sarebbe arrivata Lola, la sua fidanzata. La madre, impettitta e preoccupata, lo apostrofa dicendo che aveva eseguito quella domanda già due minuti fa, e chiedendogli che cos'abbia, che cosa lo turbi.
A questo punto, la macchina da presa di Brass scende ad inquadrare (in dettaglio) la mani di Masetto, impastate e infarinate, e quindi tutte bianche.
"Cosa vuoi che abbia" dice il padre rivolto alla moglie, "ha quello che avevo io alla sua età", e conclude il discorso carezzando bonariamente il fondoschienza della consorte.
L'istante che più ci interessa è, ovviamente, il dettaglio sulla mani di Masetto. Futile da un punto di vista razionale, ma geniale da un punto di vista metaforico: il colore bianco che riporta al liquido spermatico e lo strusciarsi delle mani tra loro, l'attesa della fidanzata e il breve discorso del padre, tutto questo fa pensare a un ipotetico atto masturbatorio - precedente o contemporaneo, non importa - e a un'attività onanistica repressa o malcelata del personaggio stesso.


_________________
L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass

http://arteonline.blog.excite.it/

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-04-2005 19:57  
Bah, quella che tu citi qui mi sembra un classico doppio senso. Se esci con i miei amici in certe serate allora ti appariremmo tutti dei Kaufmann
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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donnie84

Reg.: 27 Ago 2004
Messaggi: 781
Da: Marsala (TP)
Inviato: 15-04-2005 20:02  
non facciamoci delle inutili seghe mentali...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 15-04-2005 20:16  
quote:
In data 2005-04-15 19:12, paolo14 scrive:
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così metaforico ad oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, del metafisico.


eggià, prendiamo il signor Murnau e buttiamolo nel cesso. o Lubitsch. o Hitchcock. o Argento.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 15-04-2005 20:18  
Io ci aggiungerei pure : sti cazzi !

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Ludovico

Reg.: 13 Giu 2004
Messaggi: 188
Da: Milano (MI)
Inviato: 15-04-2005 20:30  
Forse il + brutto film di Brass; e a me gran parte della sua filmografia piace molto.

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 15-04-2005 20:54  
quote:
In data 2005-04-15 19:57, gatsby scrive:
Bah, quella che tu citi qui mi sembra un classico doppio senso. Se esci con i miei amici in certe serate allora ti appariremmo tutti dei Kaufmann




Appunto, perchè la metafora non è anche un doppio senso?
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Tinto Brass

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 15-04-2005 20:57  
quote:
In data 2005-04-15 20:16, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2005-04-15 19:12, paolo14 scrive:
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così metaforico ad oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, del metafisico.


eggià, prendiamo il signor Murnau e buttiamolo nel cesso. o Lubitsch. o Hitchcock. o Argento.




Pardon, mi devo correggere.
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così allusivamente metaforico a così tanti oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, dell'eccessivo, del metafisico.
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Tinto Brass

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 15-04-2005 21:00  
quote:
In data 2005-04-15 20:54, paolo14 scrive:
quote:
In data 2005-04-15 19:57, gatsby scrive:
Bah, quella che tu citi qui mi sembra un classico doppio senso. Se esci con i miei amici in certe serate allora ti appariremmo tutti dei Kaufmann




Appunto, perchè la metafora non è anche un doppio senso?



qeullo che ti volevo dire è che i doppi sensi dopo una birrozza con la gente giusta, li trovi anche nelle buste della spesa, figuriamoci con la farina sulle mani!

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Me, we
Mohammed Alì

[ Questo messaggio è stato modificato da: gatsby il 15-04-2005 alle 21:47 ]

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
Messaggi: 778
Da: Ferrara (FE)
Inviato: 15-04-2005 21:30  
GLI OGGETTI, I DETTAGLI E LE ARCHITETTURE IN BRASS PARTE 2
E' importante, però, anche nel cinema di Brass, trascurare e non intrattenersi troppo sull'irrivererenza anarocide di numerose allusioni, simboli fallici e doppi sensi fini a sè stessi, rappresentati spesso a mero scopo scandalistico e/o emotivo e/o, per l'appunto, allusivo.
Ci riferiamo con ciò alle ripetute inquadrature della frivola Lola che succhia - in primo piano - il dito di Andrè per disinfettargli il sangue (ricorso metaforico all'eros orale) o, ancora, alle numerose mani di uomini sui propri falli in erezione, ecc.
Interessante è invece studiare il simbolismo - sempre fallico, ma non autoreferenziale - delle architetture e delle "forme edili" (in assenza di altri, passetemi questo termine) nelle sequenza più significative dell'opera.
Nella sequenza, infatti, durante la quale Lola si distende sul letto, si sollazza giuocherellando con la vagina (strappando peli enuncia: "mi sposo... non mi sposo, mi sposo...", chiara allusione alla denominazione più pudica e agreste dell'organo sessuale femminile, ovverossia la margherita - tramite la quale, però, si è soliti, tradizionalmente, alludere alla vagina, e non viceversa) e prende, spontaneamente e con voluttà, a solleccitarsi e a masturbarsi.
E' alquanto interessante studiare una delle inquadrature di Brass, con la macchina da presa situata dietro all'appendino del letto, incuneata tra un semicerchio attraversato da una linea (verso il basso) in modo tale che, molto palesemente, questa forma raggiunga l'immagine di un fallo (con tanto di glande all'apice). Certo il tutto potrebbe sembrare fine a sè stesso e meramente allusivo, se non si attendesse - dopo alcuni istanti - la sequenza onirico-masturbatoria di Lola. Il suo sogno consiste nella visione di Andrè che, dopo averle dipinto un tatuaggio sul seno destro, penetra nel fondoschiena la di lei madre - Zaira - in compagnia del suo fido amico-assistente fotografo.
La sagoma del fallo perpendicolare al culo viene proiettata nell'ombra e quest'immagine ci riconduce, intuitavamente, all'inquadratura sull'appendino del letto. Non solo le due immagini sono complementari, ma l'una anticipa l'altra: il motivo per il quale la prima inquadratura non è fine a sè stessa consiste nel suo compito anticipatorio, di preparare il terreno a quella che sarà una penetrazione anale nel sogno di Lola (e per l'appunto, la riga che simulava il fallo nell'appendino era rivolta verso il basso).


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Tinto Brass

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leonessa

Reg.: 09 Ago 2002
Messaggi: 5315
Da: Abbiategrasso (MI)
Inviato: 15-04-2005 22:56  
quote:
In data 2005-04-15 20:02, donnie84 scrive:
non facciamoci delle inutili seghe mentali...



... e fisiche...

1bix8
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I'm impossible to forget but hard to remember

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 15-04-2005 22:58  
quote:
In data 2005-04-15 20:57, paolo14 scrive:
quote:
In data 2005-04-15 20:16, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2005-04-15 19:12, paolo14 scrive:
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così metaforico ad oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, del metafisico.


eggià, prendiamo il signor Murnau e buttiamolo nel cesso. o Lubitsch. o Hitchcock. o Argento.




Pardon, mi devo correggere.
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così allusivamente metaforico a così tanti oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, dell'eccessivo, del metafisico.



e la correzione dove sarebbe? nell' "allusivamente"?
allora ribadisco: e Lubitsch?

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"Non vorrei mai appartenere ad un club che accettasse tra i suoi soci uno come me." (Groucho Marx)
"Ci vuole tutta la vita per vivere.O anche: ci si mette tutta la vita per imparare a vivere.Si può dire in tutt'e due i modi." (Tiziano Sclavi)

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 15-04-2005 alle 22:59 ]

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paolo14

Reg.: 16 Giu 2004
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Da: Ferrara (FE)
Inviato: 16-04-2005 00:38  
quote:
In data 2005-04-15 22:58, sandrix81 scrive:
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In data 2005-04-15 20:57, paolo14 scrive:
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In data 2005-04-15 20:16, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2005-04-15 19:12, paolo14 scrive:
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così metaforico ad oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, del metafisico.


eggià, prendiamo il signor Murnau e buttiamolo nel cesso. o Lubitsch. o Hitchcock. o Argento.




Pardon, mi devo correggere.
Nessun regista come Tinto Brass ha consegnato un valore così allusivamente metaforico a così tanti oggetti ed architetture da risultare, talvolta, ai limiti dell'astratto, dell'eccessivo, del metafisico.



e la correzione dove sarebbe? nell' "allusivamente"?
allora ribadisco: e Lubitsch?

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"Non vorrei mai appartenere ad un club che accettasse tra i suoi soci uno come me." (Groucho Marx)
"Ci vuole tutta la vita per vivere.O anche: ci si mette tutta la vita per imparare a vivere.Si può dire in tutt'e due i modi." (Tiziano Sclavi)

[ Questo messaggio è stato modificato da: sandrix81 il 15-04-2005 alle 22:59 ]



Non solo, anche nel "così tanti oggetti ed architetture".
Le peculiarità che mi aveva interessato in Brass era la quantità abnorme di oggetti metaforicamente allussivi, anche eccessivi, che per accumulo e ridondanza originavano figurazioni quasi metafisiche.
Ma sì, nel primo topic andavo di fretta ed avevo scritto male.

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sandrix81

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Inviato: 16-04-2005 00:49  
ok, scusa la pignoleria
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paolo14

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Inviato: 16-04-2005 00:56  
Tutt'altro, è un piacere discutere con te di un'opera di un genio quale è Tinto Brass.
E soprattutto, con un minimo di acutezza e interesse, al contrario di quella mastodontica valanga di ottuse e astiose ritrosie e analfabeti preconcetti nei confronti delle mie analisi e delle opere del sopracitato Maestro.

"Non ti curar di lor / ma guarda e passa"


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Tinto Brass

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