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Autore Storia del rock-anni 50'
Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 20-10-2004 16:20  
Visto che è stato richiesto da più voci molto
autorevoli in materia,ho deciso di aprire un
(il primo,poi si vedrà)topic sulla storia del
rock.Io partirei dalle origini...e mi sovviene
subito il nome del disc-jockey Alan Freed,che
per primo nel 51' utilizzò il termine rock and
roll per indicare un nuovo tipo di sound che
affonda le proprie radici nella musica popolare
afroamericana,sviluppatasi nei primi decenni
del 900',e denominata poi ryhtm and blues proprio per la sua natura di blues più ritmato,
più precussivo.Nel 1951 esce "Rocket 88" dei Kings Of Rhythm di Ike Turner,primo album
rock'n'roll della storia.Negli anni successivi emergeranno le prime icone della
storia del rock,come Little Richard,Chuk
Berry(che John Lennon considera il vero
padre di questo genere,per il suo rivoluzionario modo di rapportarsi e di suonare la sua chitarra).Il rock diviene
un fenomeno di massa anche per la popolazione
bianca nel 1956,quando debutta un certo
Elvis Presley,con l'album "Heartbreak Hotel", numero 1 in tutte le classifiche.
Esplode il suo mito.Musicalmente parlando
Elvis ha meriti molto limitati...però la portata del suo personaggio e l'importanza
storica della sua immagine sono straordinarie.Credo che,da questo punto di
vista,possa essere considerato come il vero
simbolo della musica popolare del 900'.
Uno straordinario show-man,un inimitabile
front-man (una sua esibizione all'Ed Sullivan Show tiene inchiodati al video
54 milioni di telespettatori).Negli anni
successivi spopolerà la moda dei teen-idol
con Jerry Lewis e Carl Perkins.
Nel frattempo la musica nera ci regala un'altra splendida creatura:quel soul che
affonda le proprie radici nel gospel(canti
di Chiesa)e che trova nei giovanissimi Ray
Charles e Aretha Franklin(entrambi debuttano
a 18 anni)i maggiori esponenti.
Nel 1961 debuttano una band ed un giovanissimo cantautore di importanza epocale
per la storia del pop e del rock:sto parlando
dei Beach Boys ("Surfin" inaugura la stagione della musica "surf" in California)e di Bob
Dylan,che nel 1961 tiene il suo primo concerto,dimostrandosi subito uno dei maggiori esponenti del folk che sta per
spopolare al Greenwich village di New York.
Per ora mi fermo qui...se qualcuno vuole
postare le proprie riflessioni circa la grandezza di questo o quel personaggio,circa
la loro importanza o semplicemente trae da quel che ho scritto lo spunto per determinate riflessioni di qualunque genere,ne sarei ben lieto.Ho cercato di essere il più breve
possibile e credo di esserci riuscito.Se
qualcuno ha qcs da aggiungere,ben venga.
_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-10-2004 16:56  
quote:
In data 2004-10-20 16:20, Julian scrive:
Negli anni
successivi spopolerà la moda dei teen-idol
con Jerry Lewis .






_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 20-10-2004 17:07  
Nel 1962 debuttano quattro ragazzi di Liverpool.I Beatles.Sono la più famosa rock band di tutti i tempi. La portata della loro vicenda travalica i confini strettamente musicali, condizionando mode, costumi e comportamenti non solo degli anni '60: la loro influenza si estende anche nei decenni a seguire, se si considera che a tutt'oggi la loro esperienza costituisce un modello imprescindibile e insuperato per intere generazioni di musicisti. Nell'arco di una carriera discografica relativamente breve (7 anni, dal 1963 al 1970), i quattro Fab Four incidono moltissimo materiale, grazie alla creatività debordante della coppia di autori Lennon-McCartney, autori, tra l'altro, anche di uno dei primi singoli dei loro futuri rivali Rolling Stones ("I Wanna Be Your Man"). Partendo da una forma primordiale di rock’n’roll ispirato al blues e al rhythm&blues, The Beatles plasmano l'evoluzione stessa del rock, sviluppando uno stile eclettico, e portandolo, per la prima volta, a livello di fenomeno di massa.
Nel 1962 Lennon e McCartney(che formarono
i primi gruppi a fine anni 50',con George
Harrison,amico di Paul e che cambiarono
diversi batteristi prima di giungere a Starr)
debuttano con il singolo "Love me do",che
regala loro grande celebrità nella zona
di Liverpool.Stipulano un contratto con
la Decca,grazie ad un arragiatore e produttore di altissimo livello che li accompagnerà per buona parte della loro
carriera,George Martin.
Nonostante il successo locale del singolo, è solo con il successivo "Please Please Me" che i Beatles schizzano in testa alla hit parade inglese agli inizi del 1963: il brano li impone come i nuovi fenomeni della musica giovanile, grazie alla melodia orecchiabile, e alle armonie vocali accattivanti. Anche il successivo "From Me To You" ha le stesse caratteristiche, bissando il successo di classifica e spianando la strada al primo album Please Please Me (pubblicato il 22 marzo 1963), registrato l'11 febbraio 1963 in una sessione di appena 10 ore e destinato a rimanere al primo posto della chart inglese per ben 30 settimane.Fra il 63' ed il 64'
esplode la Beatlemania:i quattro di Liverpool
divengono la più famosa rock-band di ogni
epoca(e lo rimarranno),grazie a singoli
come "I want to hold your hands",che li
rendono celebri anche negli Usa.
Con gli abum "An Hard day's night" e "Help!"
,i Beatles sgretolano ogni record di vendite:
il successo fu tale che John Lennon arrivò
ad affermare che "i Beatles sono più celebri
di Gesù Cristo,e presto si sostituiranno
al cristianesimo".
Esaltanti concerti in tutto il mondo (Italia compresa, come dimostra, per esempio, l'esibizione del 27 giugno 1965 al Teatro Adriano di Roma) accompagnano il trionfo dei "Fab Four" (il 15 agosto 1965 suonano allo Shea Stadium di New York davanti a 55.600 fan scatenati: per l'epoca, una folla da record). Nel giugno dello stesso anno vengono perfino ricevuti a Buckingham Palace e insigniti dalla regina Elisabetta dell'Mbe (Member of the Order of the British Empire), l'alta onorificenza britannica che vale loro il prestigioso titolo di baronetti. Come ogni vicenda legata ai Beatles, l'episodio, amplificato a dismisura dai media, suscita scalpore, scatenando polemiche e discussioni (alcuni anziani membri dell'Mbe restituiscono le loro medaglie in segno di protesta).
Nel 1965 si conclude la prima fase della
carriera dei Beatles.Alcuni ritengono che
anche con i primi album la portata del
loro sound fu totalmente rivoluzionaria,e
gettl le basi per la nascita e lo sviluppo
di buona parte del pop e del rock moderni.
Altri li accusano di aver fossilizzato le
masse europee nella metà di secolo da poco
conclusasi,riallacciandosi essenzialmente al
canto popolare europeo,mentre altri gruppi
come gli Who,i Kinks o i Rolling Stones si
erano appropriati sin da subito del rivoluzionario repertorio musicale degli afroamericani,gettando così le basi per
la nascita del rock.In questa seconda iopotesi,pur non disconoscendo il grandissimo
talento melodico dei Fab Four,la loro importanza risulta estremamente ridotta:
essenzialmente sarebbe di natura mediatica,
ma non strettamente musicale.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 20-10-2004 17:08  
quote:
In data 2004-10-20 16:56, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2004-10-20 16:20, Julian scrive:
Negli anni
successivi spopolerà la moda dei teen-idol
con Jerry Lewis .









Hai ragione...volevo dire Jerry Lee lewis!!
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paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-10-2004 17:41  
Il Rock è una musica da ballo nata verso la metà degli anni Cinquanta negli Stati Uniti.
L'espressione rock'n'roll è stata coniata nel 1952 da Alan Freed; alla lettera, si potrebbe tradurre in italiano con "scuotiti e rotola", il verbo to rock allude però, nei blues, all'atto sessuale.

Il rock si caratterizzò in contrasto con la compassata musica di consumo del tempo, per una marcata fisicizzazione dell'interpretazione, che investiva sia il rapporto esecutore-strumento, sia l'aspetto mimico e la danza. Il suo ritmo, alquanto accentuato e continuamente a terzine, gli derivava dalla musica da ballo popolare negro-americana, il rhythm and blues, e buona parte del repertorio portato al successo da cantanti rock bianchi era stato tratto da quello di cantanti neri. Per la sua dimensione provocatoria nei confronti del sentimentalismo interpretativo tradizionale, il rock ha costituito il primo esempio di musica generazionale.

Il padre del rock'n'roll fu probabilmente Bill Halley, che introdusse nella musica da ballo negro-americana un beat (battito, pulsazione ritmica) continuo con cui il pubblico potesse battere le mani e anche ballare. Famoso fu il suo brano Rock around the clock, inserito nella colonna sonora del film Il seme della violenza. Il rock di Halley aveva un sound rauco ed eccitante, egli infatti gridava, più che cantare, mentre le chitarre elettriche suonavano frasi musicali insistentemente ripetute (riff) con un notevole volume di suono per creare eccitazione ritmica.

Il rock'n'roll divenne subito la musica dei giovani, caratteristica dei suoi balli è che i due partner ballano l'uno di fronte all'altro staccati.

Il rappresentante più significativo del rock'n'roll fu Elvis Presley, idolo dei giovani e simbolo della musica rock e della ribellione giovanile negli USA e in Europa. Il sound di Elvis era dovuto alla sua voce limpida e potente, e la sua originalità è consistita nell'aver innestato sui nuovi moduli ritmici e interpretativi il filone melodico country statunitense. Egli lanciò la moda di "dimenarsi" cantando, atteggiamento considerato provocatorio dal pubblico conservatore di allora.

Oltre ad Elvis, il rock ebbe interpreti di buon livello in nomi come Chuck Berry, Jerry Lee Lewis, Paul Anka, Neil Sedaka, e favorì inoltre il successo di quegli artisti neri più vicini ai suoi moduli, da Fats Domino ai Platters.

Negli anni Sessanta sulla scena degli USA comparve Bob Dylan (vero nome Bob Zimmermann), con le sue canzoni contro la violenza, il razzismo e la guerra, e con il suo stile originale, in cui si fondono le cadenze folk con i modi del nuovo rock, e con la sua inconfondibile voce nasale e leggermente velata.
Nella battaglia sociale e politica emerse anche una cantante chitarrista, Joan Baez, che diede voce agli ideali della non-violenza. La sua canzone We shall overcome divenne l'inno dei movimenti giovanili di protesta del mondo occidentale degli anni Sessanta e Settanta.

Negli anni Sessanta, tuttavia, il primato della musica rock passò dagli USA all'Inghilterra, per merito di tre famosi complessi: i Beatles, i Rolling stones e i Velvet underground.

I Beatles (nome nato dall'unione della parola Beat, elemento ritmico della loro musica, con Beetles, scarafaggi; anche il loro nome, così come l'adozione della moda dei capelli lunghi, voleva essere una provocazione) erano un complesso vocale-strumentale formato da quattro ragazzi di Liverpool. All'inizio suonavano un beat vigoroso e privo di regole, poi il loro stile si fece sempre più morbido e sofisticato. Dal 1966 non effettuarono più concerti dal vivo perché avevano adottato un sound riproducibile solo in sala di registrazione, e impossibile da riprodurre in concerto.

I Rolling stones, più spregiudicati dei Beatles, provocatori sia nei contenuti dei testi che negli atteggiamenti, si videro spesso censurare le proprie canzoni. Tuttora sono uno dei complessi più affermati e la loro musica, apprezzata anche nelle nuove generazioni, è sempre trascinante, martellante, con un ritmo vertiginoso.

I Velvet underground, meno noti degli altri due complessi, erano un gruppo formato da Louy Reed; la loro musica, d'avanguardia fino agli anni '70, ha anticipato le esperienze punk; in seguito, dopo vari mutamenti d'organico, il gruppo ha ceduto al commercialismo.
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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 20-10-2004 19:26  
San ti sei spinto molto avanti..io volevo affrontare un pò per volta l'evoluzione della
musica rock passando per i complessi più importanti.Cmq i Velvet Udenrground erano
New-yorkesi e non inglesi!!
Per il resto,spero che qualcuno si interessi
al nostro lavoro e che possa nascere una discussione interessante...sennò io ripeto a me stesso cose che so e ciò non ha senso.
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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
Messaggi: 6177
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 20-10-2004 19:42  
Nella seconda parte della carriera,che inizia
con "Robber Soul" e termina con Abbey Road(
Let it be fu registrato prima,ma pubblicato nel
1970)i Bealtes,dopo aver battuto ogni record
di vendite decisero di avventurarsi in territori musicalmente più complessi,ad abbandonare il tema cuore-amore per dedicarsi
sempre più spesso a tematiche differenti e più
complesse.le nuove direzioni musicali e poetiche sono evidenti già alla fine del 1965 quando escono in contemporanea l'album Rubber Soul (3 dicembre 1965), considerato uno dei dischi più importanti della musica rock, e il singolo "Day Tripper" (lato B: "We Can Work It Out"), due brani non inclusi nell'Lp. L'album è il primo concepito come tale (e non come raccolta di singoli di successo), le canzoni si arricchiscono di testi più introspettivi ("Nowhere Man")la musica si apre a nuove influenze (l'uso del sitar in "Norwegian Wood") e il quartetto inizia a utilizzare le nuove tecnologie di incisione multitraccia, sperimentando sonorità inedite e intrecci chitarristici inusuali.
Il percorso evolutivo continua con il successivo 45 giri "Paperback Writer" (lato B: "Rain") dell'aprile 1966, con cui i Beatles abbandonano i temi romantici a favore di parole e suoni tratti dall'immaginario psichedelico.Dopo Robber Soul,i Beatles pubblicano un altro album epocale:Revolver.
Revolver (5 agosto 1966) è un album vario e articolato che fa registrare i nuovi traguardi raggiunti in studio: "Tomorrow Never Knows" regala sonorità rivoluzionarie (ottenute ascoltando nastri riprodotti al contrario), "Eleanor Rigby" è eseguita con un quartetto d'archi e regala sonorità mai sentite prima in una canzone rock.
Nel 1967 i Beatles pubblicano l'epocale
"Sgt Pepper's lonely hearts club band"
:Il disco è destinato a diventare un simbolo: dalla coloratissima copertina alla musica, dai testi visionari agli ambigui riferimenti (più o meno volontari) alla nuova cultura giovanile (in molti leggono un invito all'Lsd nelle iniziali di "Lucy In The Sky With Diamonds" e le presunte allusioni alla droga vengono rinforzate dall'ambiguità di un'espressione come "Fixing A Hole").Il disco,preceduto dal famoso singolo "Penny Lane",segna una svolta epocale nell'ambito
della musica pop-rock,e riesce a tradurre
in fenomeno di massa le istanze della psichedelia.In questo ambito i Beatles non
furono i primi e certo cavalcarono una sorta
di moda(ricordo che l'abum che segna l'inizio
della carriera dei Pink Floyd esce parecchi
mesi prima,e lo stesso vale per i Velvet,che
cmq erano poco conosciuti in Europa.).
Ciò nonostante ci hanno regalato un capolavoro assoluto,che si conclude con una
delle canzoni più belle mai scritte dai
Beatles,"A dai in the life".
Nel 1968 i Fab Four sembrano rinnegare totalmente la vena psichedelica,ricca negli
arrangiamenti e visionaria di Sergent Pepper
e pubblicano un altro disco epocale:il White album(fra l'altro il mio preferito).Fra le
30 canzoni si ritrova una varietà straordinaria..si passa dal rock elettrico
a canzoni quasi acustiche,al blues.
Ci sono pezzi che ritengo bellissimi tipo
"Happiness is a warm gun","I'm so tired",
"While my guitar gently weeps".
Appare tuttavia evidente che l'album non si ciba degli umori di un gruppo unito, bensì di quelli dei suoi singoli componenti: la maggior parte delle canzoni sono messe a punto autonomamente dai quattro artisti e ognuno di essi impiega i compagni come session men. A distanza di anni, si verrà anche a sapere che Starr abbandonò addirittura il gruppo per un paio di settimane durante la lavorazione perché si sentiva "inutile". Le forze centrifughe (tra cui vanno annoverate anche il matrimonio di McCartney con la fotografa Linda Eastman e l'unione di Lennon con l'artista d'avanguardia giapponese Yoko Ono) allontanano progressivamente i quattro musicisti.
I Beatles chiudono la carriera con il bellissimo "Abbey Road".Abbey Road (26 settembre 1969), forse l'album più unitario e omogeneo della loro carriera (sicuramente quello di maggior successo commerciale), fortemente caratterizzato dalla ricercatezza di arrangiamenti strumentali e vocali.
Ci sono pezzi meravigliosi come Something,
Oh Darling,Come together.
Nel 1970 esce la raccolta Let it be che contiene l'omonima stupenda ballata al
pianoforte,a firma di McCartney.
Ora spazio ad opinioni,valutazioni,critiche
etc...

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 20-10-2004 20:41  
quote:
In data 2004-10-20 19:26, Julian scrive:
Cmq i Velvet Udenrground erano
New-yorkesi e non inglesi!!


Gasp!
stavolta l'ho fatta proprio grossa.
mi cospargo il capo di cenere. anzi, faccio una palla di carta e me la brucio direttamente sulla testa.

e intanto vado a studiare.
_________________
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Chenoa

Reg.: 16 Mag 2004
Messaggi: 11104
Da: Vittorio Veneto (TV)
Inviato: 20-10-2004 20:54  
ragazzi volevo farvi i miei complimenti per il topic,che reputo interessantissimo!!
oltretutto mi sto rendendo conto di quante lacune possiedo ancora in questo ambito,per cui continuate continuate,vi prego!

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alex82

Reg.: 19 Giu 2004
Messaggi: 1068
Da: Volpago del Montello (TV)
Inviato: 20-10-2004 23:09  
sottoscrivo. Peccato che non ho tempo altrimenti interverrei volentieri.. spero nei prossimi gg..
_________________
"Poi improvvisamente ogni cosa fu in tutto e per tutto simile al jazz [...] vidi Japhy che scendeva la montagna con immensi balzi di sei metri [...] e in quel baleno mi resi conto che è impossibile cadere giù da una montagna idiota che non sei altro!"

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Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 21-10-2004 06:46  
Qualche precisazione relativa alla nascita del rock n'roll.

Tanto per cominciare è molto difficile stabilire con precisione quelle che furono le modalità e le influenze musicali che condussero allo sviluppo effettivo di questo genere. E' vero, il termine rock n'roll venne coniato a Cliveland, da Alan Freed, nel lontano 1951. All'epoca questo noto disc-jockey conduceva una celebre trasmissione radiofonica chiamata "Moondog rock'n'roll party". Ma trasmetteva più che altro brani di rhythm n' blues. E' dunque altrettanto vero che il termine "rock n'roll" venne coniato prematuramente. Certo i cambiamenti erano nell'aria, quasi tangibili, ma era ancora troppo presto per poter parlare di rock n'roll nella sua più nota accezione, occorrerà aspettare ancora qualche anno.

Nel 1953 i "Chords", un gruppo di colore a metà tra il rhythm n'blues e il doo-wop, incisero "Sh-boom".

"Sh-boom" è un brano particolare, dal notevole impatto innovativo per quei tempi. La maggior parte dei critici americani lo considerano tutt'ora il primo vero brano di rock n'roll. La prima volta che ascoltai questo pezzo, in verità, ne rimasi quasi deluso, ero sicurissimo che non potesse trattarsi di rock n'roll. Non era cattivo, non era sporco, non incarnava quello che io ritenevo, e ritengo ancora, essere lo spirito del rock. In realtà, lo capii solo più tardi, avrei dovuto giudicarlo diversamente. Qui parliamo di rock n'roll allo stadio embrionale, una sorta di rhythm n'blues mutaforma che adatta le sue sembianze ai gusti dell'epoca, a quel sentore di fermento che di lì a poco sarebbe esploso. Fu soltanto un piccolo passo, ma di certo importante.

Nel frattempo un altro genere musicale stava prendendo piede: Il doo-wop. Nacque come genere di "bassa lega", diretto discendente del rhythm n' blues, principalmente tra i ragazzi di colore. Era caratterizzato da una ritmica lievemente più accelerata del consueto e puntava principalmente sulle melodie vocali. Questo genere musicale fu molto importante per la spinta che diede allo sviluppo del rock n'roll, ma chissà perchè rimase sempre come un qualcosa di estraneo e marginale al fenomeno. Fu comunque determinante per la nascita del "surf" qualche anno più tardi.

Nel frattempo, la prova che dei cambiamenti fossero in atto nei gusti musicali dei giovani americani fu data dal diffondersi di un particolare fenomeno: gruppi di ragazzi bianchi riadattavno brani di complessi neri, al fine di renderli "socialmente appetibili" alla maggioranza etnica degli Stati Uniti. Celebre fu proprio il caso di "Sh-boom", riarrangiato dai "Crew Cuts", pessima band che raggiunse la fama riproponendo in forma "depurata" i più grandi successi dei gruppi di colore. Ma fu solo l'esempio più eclatante di un fenomeno che si stava sempre più consolidando. La musica nera veniva apprezzata anche dai bianchi, eppure ammetterlo era tutt'altro che facile: come sarebbe stato possibile unire due culture così diverse e così in conflitto l'una con l'altra?

La vera svolta avvenne nel 1954. E a darla fu Elvis, c'è poco da fare. Elvis è stata forse la più grande icona musicale di tutti i tempi, eppure è ancora oggi anche uno dei miti più difficili da comprendere. Cosa fece di fatto Elvis? Si vestiva in modo stano e appariscente? Si lasciava andare a movimenti scandalosi quando si esibiva? Si, anche questo, sicuramente. Elvis fu anche la moda, fu l'atteggiamento... ma prima ancora fu la musica.
Nel 1954 Sam Philips era proprietario di una piccola etichetta discografica indipendente, la Sun Records. L'obiettivo primario che quest'uomo, tanto intuitivo, quanto sfortunato negli affari, si impose di raggiungere era uno solo: scovare un bianco che cantasse come un nero. Ed Elvis era solo uno dei tanti che Sam Philips teneva d'occhio. La prima volta che lo sentì cantare si limitò ad annotarne il nome in un foglietto. Niente di più.
Un giorno Sam decise di convocare Elvis per una session, così, solo per vedere se sarebbe potuto venir fuori qualcosa di buono. Gli affiancò due musicisti di studio, Bill Black e Scotty Moore. I tre suonrono per qualche ora, ma senza risultati soddisfacenti. Durante una pausa, proprio mentre Sam meditava ormai di lasciar perdere e guardare avanti, Elvis prese in mano la chitarra e cominciò a fare il buffone, intonando un vecchio pezzo di Arthur Crudup, "That's all right (mama)". Elvis storpiò il brano completamente, singhiozzando più che cantando e muovendosi come un pagliaccio. Gli altri due gli andarono dietro. D'un tratto Sam Philips spalancò la porta della sala di registrazione e chiese che diavolo stessero combinando. Elvis si limitò a rispondere: "Non lo so". E a quel punto Sam disse: "Beh, qualunque cosa fosse, rifatela identica, perchè la voglio assolutamente incidere".

Fu quella la svolta. "That's all right (mama)", reinterpretato da Elvis, era un brano come pochi, spettacolare, innovativo, unico. Elvis, senza saperlo, aveva creato un genere ibrido una sorta di miscuglio ritmico a metà tra rhythm n'blues e il country. In quel momento aveva unito, musicalmente parlando, due culture che mai prima d'ora si erano così ben amalgamate in ambito musicale. Non dimentichiamo che l'America di quegli anni, e in particolare il sud degli Stati Uniti, era ancora profondamente ancorata alle questioni razziali. "Il blues è dei negri, il country è dei bianchi. Così dev'essere e così dovrà rimanere per sempre". La promiscuità era tutt'altro che ben vista, in qualunque ambito.
E' questa la chiave di tutto, la svolta che diede veramente origine al rock n'roll: "That's all right (mama)". Elvis. Ma innovativi furono anche il suo modo di cantare, il suo modo di muoversi, il suo modo di vestirsi, il suo modo di pettinarsi, Elvis fu un'innovazione sotto tutti i profili. Ed io non tollero che lo si sottovaluti con frasi come "Musicalmente parlando Elvis ha meriti molto limitati". E' proprio nella musica (ma anche in tutto ciò che ad essa è più o meno strettamente collegato) che Elvis fu una svolta. Ma non si fermò a quel brano. Tutti i singoli che uscirono sotto etichetta Sun records, furono qualcosa di micidiale, di assolutamente innovativo. Avete idea di quanto sia geniale la sua interpretazione di "Blue moon of Kentucky"? Elvis ha preso un brano di musica Country e l'ha trasformato in qualcosa di... di assurdo, di meraviglioso, a cavallo tra le sonorità western e il blues spinto all'ennesima potenza. Elvis è stato un genio come pochi e non è possibile non riconoscerlo.

In seguito la sua fama divenne sconfinata, andò via dalla Sun Records, firmò un contratto con la RCA e il resto è storia. A quel punto esplose una moda, tutti lo imitarono, neri o bianchi che fossero, tutti si misero a cantare come Elvis. Ci furono poi le menti creative, come Berry che diedero ulteriore vitalità al rock n'roll. Ma le sonorità di Chuck Berry, che pure scrisse quasi tutti i pezzi più belli del genere, furono solo una naturale evoluzione di ciò che Elvis, circa un anno e mezzo prima, aveva creato quasi dal nulla. Beh... poi ci fu "Rock around the clock", uno dei primi, se non il primo, brano di rock n'roll bianco ad entrare nella classifica nazionale. Ma a quel punto fu ben poca cosa.

Il rock n'roll fu un portento, un fenomeno inarrestabile fino alla fine del 1958. Poi si spense come una fiamma. Elvis partì militare, Jerry Lee si invischiò in una brutta faccenda legale in seguito al suo matrimonio con la cugina quattordicenne, Bopper, Holly e Valens perirono in un tragico incidente aereo, Cochran e Vincent ne ebbero invece uno in macchina che costò la vita al primo e una prolungata convalescenza al secondo, Little Richard attraversava una profonda crisi mistica, e così via... tutti i grandi del rock si persero e il genere si spense inesorabilmente. Fu allora che subentrarono i "matusa", determinati a ripristinare le cose, così com'erano un tempo. "Ok", dissero "Prendiamo il rock n'roll, svuotiamolo della sua carica trasgressiva e volgare e facciamo in modo che accontenti un po' tutti, genitori e figli". Ed ecco che spuntarono come funghi i cosiddetti "idoli dei teenagers", gli idoli dei bravi ragazzi, rappresentanti della buona e sana gioventù americana: Paul anka, Bobby Vinton, Neil Sedaka, Frankie Avalon... e le cose si congelarono in questo stato fino al 1962/1963, anni in cui il rock n'roll rinacque dalle proprie ceneri. Ma questa, come si suol dire, è un'altra storia.

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Quando all'inferno non c'è più posto, i morti camminano sulla terra...

[ Questo messaggio è stato modificato da: Deeproad il 22-10-2004 alle 01:37 ]

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Julian

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Da: Erbusco (BS)
Inviato: 21-10-2004 12:56  
Dopo aver parlato dei Beatles,mi sembra doveroso dire qualcosa sui loro celebri "rivali",i mitici Rolling Stones.A riguardo sono meno preparato,ma proverò a dire qcs.
Il primo nucleo della band nasce a Londra agli inizi degli anni '60, quando il cantante Michael Phillip "Mick" Jagger (1943, Dartford, Gran Bretagna) e il chitarrista Keith Richards (1943, Dartford, Gran Bretagna), compagni di scuola fin dalle elementari, formano con Dick Taylor, Bob Beckwith e Allen Etherington i Little Boy Blue And The Blue Boys, uno dei tanti gruppi ispirati al blues di Chicago. All’organico si aggiunge subito il polistrumentista Brian Jones (Lewis Brian Hopkins-Jones, 1942, Cheltenham, Gran Bretagna). Jagger e Richards sostituiscono gli altri tre con il chitarrista Geoff Bradford, il pianista Ian Stewart e i batteristi Tony Chapman e Mick Avory (quest'ultimo poi confluito nei Kinks).
Nella prima fase della storia degli Stones, l'anima del gruppo è Brian Jones. Dotato di un prodigioso talento per la musica (fin da ragazzino sapeva già suonare di tutto, dall'organo al sassofono) e di un altrettanto spiccata capacità autodistruttiva,Jones era
un inguaribile provocatore e anticonformista: incarnava in tutto e per tutto la figura del rocker dannato, cresciuto suonando gli angoli delle strade e fumando marijuana.
Il debutto della band avviene il 12 luglio 1962 in uno dei templi del rock: il Marquee di Londra. Nel frattempo, si uniscono al nucleo originario Bill Wyman (William Perks, 1936, Londra), ex-bassista dei Cliftons, e Charlie Watts (1941, Islington, Gran Bretagna), batterista della Blues Incorporated di Alexis Korner. Ribattezzatisi The Rolling Stones, da una celebre canzone di Muddy Waters, vengono notati dal manager Andrew Loog Oldham, che procura loro un contratto con la Decca e estromette dalla formazione Stewart (che diventerà road manager del gruppo e membro aggiunto). Nelle mani di Oldham ,Jagger e compagni si impongono come alternativa "sporca" e trasgressiva ai Beatles. Nasce così il più celebre dualismo tra band dell’intera storia del rock.
I Rolling Stones debuttano nel 1964:l' album d’esordio, Rolling Stones (Decca, 1964), è la rielaborazione di classici del rhythm and blues, tra cui "I'm A King Bee" (Slim Harpo), "Carol" (Berry), "Route 66", "I Just Want To Make Love To You" (Dixon), ma presenta anche il primo brano firmato Jagger & Richard: "Tell Me".La celebrutà viene raggiunta nel 1965 con il famosissimo singolo "(i can't get
no)satisfaction",che duella in vetta alle
classifiche con i singoli dei Beatles su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Le loro canzoni sono affollate di personaggi dissoluti: squilibrati, tossicomani psicopatici, prostitute, delinquenti. Ma il mito dei Rolling Stones non è solo violenza selvaggia. Jagger e compagni, infatti, sanno anche commuovere con un paio di ballate struggenti come "Play With Fire" e "As Tears Go By" e progredire verso un suono più maturo. Ne è un saggio Aftermath (1966), il primo album interamente composto da Jagger e Richard. E’ una successione di capolavori, dalla ballata acustica e ambigua di "Lady Jane" (dedicata a una donna o alla marijuana?), al ritmo ossessivo di "Out Of Time" ,al magico sitar di "Paint it black", inno mistico e inquietante al "lato oscuro" dell’animo umano. Anche gli arrangiamenti si fanno più ricchi. Alla sezione chitarra-basso-batteria si aggiungono strumenti come il dulcimer, le marimbas, il sitar, il flauto e ogni tipo di tastiere
.Prolifici ormai non solo di singoli, ma anche di album, gli Stones escono nel 1967 con l’accoppiata Between The Buttons e Their Satanic Majesties Request, due lavori sull’onda psichedelica lanciata in Gran Bretagna da Kinks e Pink Floyd e diffusa presso il grande pubblico da "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei Beatles.
Nel 1968 i Rolling Stones pubblicano uno dei
loro massimi capolavori..l’album Beggar's Banquet, che vira verso sonorità più asciutte, in linea con il blues-rock depravato degli esordi. Emblema di questo "ritorno al Male" è l’inno satanico "Sympathy For The Devil".
Ma a fine anni 60' gli Stones si trovano
a dover affrontare due immani tragedie:la
morte(misteriosa)di Brian Jones,e durante
un concerto, il violento servizio d'ordine degli Hell's Angels, voluto dagli Stones, provoca disordini, che culminano con l'uccisione di uno spettatore.
Nonostante ciò nei primi anni 70' Jagger e soci danno alla luce due nuovi capolavori,
considerati pietre miliari per la storia del
rock:Let it bleed e Sticky fingers,nei quali
emerge il ritorno a sonorità più scarne ed
immediate(si abbandona la vena escotica di
molti lavori precedenti).Altro album(live)
di grande importanza è Exile on Main street.
Pur perdendo la prorompente carica innovativa dei primi 10-15 anni,gli Stones continuano
ad avere un enorme successo commerciale anche
negli anni 70' e nei primi anni 80'(nonostante qualche screzio fra i due despoti Jagger e Richards).
Se la longevità forzata degli ultimi vent’anni ne ha fatto delle stagionate caricature di rockstar, la selvaggia creatività dei loro anni d’oro ha rappresentato una svolta decisiva nella storia del rock. I Rolling Stones sono diventati il prototipo della rock band, costruita attorno a un frontman sensuale e carismatico, a un chitarrista sfrenato e a una sezione ritmica implacabile. Sono stati loro a tracciare la via maestra attraverso la quale la musica di Chuck Berry ha sorpassato il Duemila. Dai Led Zeppelin ai Nirvana, fino alla Jon Spencer Blues Explosion, non si contano i tentativi di emulazione. Non è importante stabilire se i Rolling Stones siano la più grande band del rock: i Rolling Stones, più semplicemente, sono il rock.
Chiudo qui la prima fase della storia del
rock.


_________________
Se nulla capivo, qui tu finalmente
nulla lasciavi germogliare sulla brulla,
paradossale, tra noi terra infondata,
dove sono i leoni, ammattiti e marroni
lasciando immaginare
la sposa occidentale.

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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
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Da: Erbusco (BS)
Inviato: 21-10-2004 14:44  
Elvis fu un grandissimo presonaggio,ma a mia
opinione i suoi meriti musicali furono ridotti
nel senso che Elvis non invetò nulla.Fu un frotman inarrivabile,fu un grandissimo interprete(anche originale in alcune composizioni),ma il suo merito maggiore secondo
me fu l'essere il primo bianco a cimentarsi
nella musica dei neri.Era un bianco del Sud
e appariva condannato a muoversi unicamente
nell'ambito del country(che come dice giustamente Deep era la musica dei biannchi).
Invece si dedicò al ryhtm and blues( That's All Right Mama di Arthur Crudup, il suo primo 45 giri del luglio 1954; Good Rockin' Tonight di Roy Brown, 1955; Mystery Train di Junior Parker, il primo "number one hit" nel settembre 1955),e fu il primo bianco a farlo
con successo.Sostenere che fu lui a fondere
rhytm and blues e country ed a creare il rock
mi sembra esagerato,con rispetto parlando per
l'immenso personaggio.
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Julian

Reg.: 27 Gen 2003
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Da: Erbusco (BS)
Inviato: 21-10-2004 15:14  
Per chiudere un pò il discorso sugli anni 60',o meglio sull'era del Marysbeat e quindi sulla
beat generation,mi pare doveroso citare due
gruppi di importanza capitale,che nacquero
sulla scia di Beatles e Rolling Stones e che
influenzeranno gli sviluppi futuri di generi
come l'hard-rock,il punk.Parlo dei Kinks e soprattutto degli Who(secondo me sono forse il
gruppo più sottovalutato dall'uomo medio,dopo
i Velvet Underground).
Gli Who(Daltrey alla voce,Townshend,la vera
mente del gruppo,alla chitarra;Entwistle
al basso;Moon,il pazzo per eccellenza,alla
batteria),dopo aver pubblicato alcuni singoli di grande impatto come I can't expalin e Anyway,Anyhow,Anywhere,esordirono nel 1965 con il celebre
album "The Who sings my generation" (in cui
il singolo My generation è considerato da parte della critica come una sorta di proto
-punk).Il loro sound era totalmente diverso
da quello morbido che predominava all'epoca:
aggressivo,violento,permeato di energia selvaggia.Il primo album degli Who fu adottato da tutti i Mod ingelsi come Bibbia.
Lo straordianrio talento creativo di Townshend percorrerà diverse strade,tanto che
la carriera degli Who può suddividersi in 3
fasi:nel primo periodo (quello degli inni generazionali) gli Who sfogavano la propria frustrazione con lo spirito di una squadra di teppisti ubriachi. Nel secondo periodo (quello delle opere rock) gli Who trasposero in chiave psichedelica e teatrale la loro vicenda generazionale. Nel terzo periodo gli Who rifecero all'infinito il verso a se stessi.Nel 1967 viene pubblicato "The Who sell out": un album che intercala canzoni originali a falsi spot pubblicitari e autentici jingle delle stazioni radio pirata britanniche, e che in qualche modo contiene un'idea d'arte pop sorretta da canzoni al limite del fanciullesco ("Mary Anne With The Shaky Hands"), accoppiate a brani visionari di straordinario impatto come il singolo "I Can See For Miles".
Il successo però sfugge ancora e così la "rivoluzione" nel sound e nell'immagine del gruppo avviene nel 1968, con l'uscita del singolo "Call Me Lightning", suggello finale del primo periodo.
Dopo Pillball Winzard gli Who pubblicano
l'epocale "Tommy",una straordinaria opera-rock : "Tommy" degli Who fu una delle primissime opere concettuali del mondo del rock . Non la prima in assoluto, in quanto venne anticipata solo di pochi mesi dai lavori concept dei londinesi Pretty Things e Kinks con il loro celebre "Arthur". Ma certamente "Tommy" ha rivestito una importanza e una influenza decisive sulle generazioni future del rock.L'opera racconta
la storia di Tommy,bambino cieco-sordo e muto
(a causa di un trauma infantile,l'aver visto
il padre uccidere l'amante della madre).
E' una metafora autobiografica Tommy, una metafora del proprio autore, Pete Townshend. Tommy e' un essere umano che nel corso del proprio disagio fisico impara a vedere e scoprire il mondo attraverso l'immaginazione, e il mondo da par suo si mostrera' al suo cospetto; Tommy non sa niente di niente, e' vergine da tutto nella sua piu' totale purezza, la sua prigionia e' un labirinto buio e angusto: e' la vita che scorre via e che lo circonda senza che lui possa fare niente. Viaggera' con la fantasia e l'immaginazione creando un mondo personale e parallelo a quello reale. Solo quando il ragazzo, ormai, avra' completato il proprio percorso naturale fatto di esperienze vissute a modo suo potra’ tornare a essere come tutti gli altri.Dal punto di vista musicale siamo
di fronte poi ad un capolavoro assoluto,di
grandissima complessità e varietà.
Nel 1971 gli Who pubblicano il bellissimo "WHo's next"(l'album che preferisco),che
costituisce un pò l'apoteosi del loro processo creativo.Ci sono canzoni stupende
come "Baba o'riley" e "Behind blue eyes".
Una rifelssione conclusiva...la musica degli Who fu rivoluzionari anche perchè permeta da una grandissima energia,sconosciuta dalle altre band dell'epoca.Loro energia primitiva si manifesta sotto forma di una carica sensualmente vorticosa verso un rock diversissimo da quello dell'epoca; la loro rabbia verso il sistema, verso il perbenismo imperante, offre una via di fuga dal grigiore quotidiano e un modo nuovo per elevare certi reconditi sogni adolescenziali. E' musica fatta e pensata per una mente giovane, una mente a cui fa quasi paura l'eta' adulta. Il mondo degli adulti viene visto con sguardo intriso di odio e razzistica ribellione, perche' e' esattamente il mondo da cui i quattro cercano di fuggire.Da questo punto
di vista,gli Who anticipano di un decennio
il movimento punk.Musicalmente però li ritengo più importanti per gli sviluppi dell'hard.rock e forse anche del progressive
(in Tommy,per la complessità delle partiture,
per i temi affrontati).In una parola: immensi.


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NancyKid
ex "CarbonKid"

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Inviato: 21-10-2004 18:46  
Sai che di solito se si copincolla qualcosa si mette la fonte?
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eh?

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