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Autore Droghe, mezze legali e mezze no, alcool tutto legale
alex82

Reg.: 19 Giu 2004
Messaggi: 1068
Da: Volpago del Montello (TV)
Inviato: 30-11-2004 10:26  
quote:
In data 2004-11-27 11:29, ipergiorg scrive:
Ho ritrovato questa trascrizione da Report.rai.it

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Il professor Vescovi ha diritto di parola perché è uno scienziato di fama internazionale che ha studiato questa sostanza.

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
Se le persone vogliono trovare effettivamente gli antiossidanti nella propria dieta, credo che il medico debba consigliare questo: lo può trovare nell'olio d'oliva, lo può trovare nei pomodori, sostanze che non contengono quella molecola psicoattiva che è l'alcol.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Ci sono ricerche dal Canada e dall'Università di Parma che dicono che queste sostanze nel vino sono inattive.

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
Raggiungono nel sangue livelli estremamente bassi, che difficilmente hanno un effetto terapeutico. Tenga presente che esistono in commercio dei farmaci che contengono gli antiossidanti a 500 milligrammi.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Nel vino invece non raggiungono nemmeno un milligrammo.

AUTORE
Il resveratrolo?

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
È contenuto 0.6, 0.8, 0.7 milligrammi per litro. In pratica per fare una compressa come questa avremmo bisogno dai 600 agli 800 litri.

AUTORE
E voi quante ne consigliate al giorno?

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
Due al giorno per sei mesi.

AUTORE
Per sei mesi, quindi dovrebbero essere 1200 litri.

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
Per essere seri non li faccio neanche questi paragoni perché sono improponibili.

VOCE FUORI CAMPO DELL'AUTORE
Quindi attenzione a parlare degli effetti benefici del vino.

AUTORE
Il vino è tossico?

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
Il vino contiene l'alcol, e l'alcol è una molecola che sulla cellula umana crea dei problemi. Quindi un bicchiere produce una danno da un bicchiere, due, tre, quattro...l'alcol è sempre tossico per la cellula.
.... omissis ............

PIER PAOLO VESCOVI - primario medicina interna
E allora uno si sente autorizzato: se hanno detto che un bicchiere fa bene figuriamoci 3 o 4, e poi paradossalmente piangiamo la domenica mattina perché contiamo i morti sulle strade. Io in clinica ho qualche volta qualche paziente che mi dice "professore, io il mio litro di vino al giorno me lo diluisco con l'acqua", ma non cambia niente: dobbiamo cambiare questo tipo di cultura, veniamo da una cultura contadina, il mio nonno ad esempio pensava che un bicchiere di vino o due al giorno facesse sangue, poverino mi voleva bene ma non è mica vero, casomai l'alcol fa venire l'anemia, che sono circa 30 mila morti l'anno da alcol, contro i 1.500 da eroina che sono sempre troppi ma sono sempre di meno; quindi l'alcol è una sostanza che va presa davvero con molta, molta attenzione.


La puntata completa è trascritta qui
http://www.report.rai.it/2liv.asp?s=204

Reputo questa trasmissione decisamente interessante, ma a volte ha un atteggiamento decisamente fazioso. Come in questa puntata in cui se non ricordo male si mettevano in rapida sequenza lo scandalo del vino al metanolo e una intervista a produttori come Zonin che producevano vini a basso costo. Il tutto a suggerire chissà che porcherie ci mettono per falo costare così poco.
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La sinistra: 2 persone 3 opinioni!
(rubata da Law & Order; non certo mia)

[ Questo messaggio è stato modificato da: ipergiorg il 27-11-2004 alle 11:35 ]



Vino e salute: è tutto falso quanto finora affermato sul resveratrolo?
Secondo un gruppo di ricercatori canadesi si è fatto un gran polverone per nulla. Ma in realtà non è cosi...

La notizia è di quelle che colpiscono immediatamente l’attenzione e che, di solito, vengono amplificate da stampa e televisione: il fenomeno “vino e salute” non esiste. A questa conclusione è infatti giunto un gruppo di ricerca canadese guidato dal professor Goldberg e che chiude il suo articolo affermando che “la voluminosa letteratura scientifica che descrive gli importanti effetti anticancro e antinfiammatori dei polifenoli nel vino è del tutto irrilevante”.

Gruppo ben conosciuto
Procediamo con ordine. Il gruppo di lavoro del professor Goldberg, del Dipartimento di medicina e patobiologia dell’Università di Toronto (ma del quale fanno parte ricercatori del Laboratorio controllo qualità del Liquor control board dell’Ontario), è ben conosciuto nel mondo scientifico per le sue numerose pubblicazioni riguardanti gli effetti biologici del resveratrolo e di altri polifenoli contenuti nel vino.
Si aggiunga che lo studio di cui stiamo parlando, appena uscito sulla rivista scientifica “Clinical Biochemistry”, riguarda la biodisponibilità non solo del resveratrolo, ma anche di catechina e quercitina nell’uomo, e questo costituisce una importante novità, dato che sinora la maggior parte degli studi era stata condotta sugli animali.

Ridotta biodisponibilità
Del resto gli studi sulla biodisponibilità dei composti antiossidanti del vino, cioè la loro quantità realmente presente nel sangue dopo l’assunzione della bevanda, sono di fondamentale importanza per comprendere il meccanismo d’azione di tali molecole (e, tra l’altro, il tema della biodisponibilità è all’ordine del giorno del gruppo di esperti “Vino e salute” nelle riunioni Oiv che si terranno a Parigi a fine marzo 2003).
Sulla competenza dei ricercatori e sulla loro esperienza non c’è quindi nulla da obiettare. Ebbene, i risultati dimostrano che anche dopo l’ingestione di importanti quantità di polifenoli sciolti in vino bianco, succo d’uva, o succo di verdure, la loro biodisponibilità è estremamente ridotta, al punto tale da non essere sufficiente a giustificare la quasi totalità delle prove sperimentali sin qui pubblicate riguardanti gli effetti biologici di queste sostanze. In altre parole sono stati buttati al vento non meno di dieci anni di ricerche nel campo di vino e salute. Fin qui le cattive notizie. Vorrei però anticipare ai lettori del “Corriere Vinicolo” che esistono anche buone notizie, e proprio prendendo spunto dall’articolo dei ricercatori canadesi facciamo alcune considerazioni. Il fenomeno “vino e salute” (o, se si preferisce, “French paradox”) nasce dalle constatazioni epidemiologiche (monitoraggio prolungato di intere popolazioni in diversi Paesi) nelle quali si dimostra chiaramente un effetto protettivo sulle malattie cardiovascolari (e parzialmente su quelle tumorali) da parte di un moderato e abituale consumo di vino.

Erronea interpretazione
Quando nostri gruppi di ricerca iniziarono a interessarsi ai composti responsabili di tale protezione (esempio tipico il resveratrolo) ci ponemmo subito la domanda se tale composto fosse biodisponibile, cioè presente nel plasma, dopo una moderata assunzione di vino. Da questi studi, pubblicati già otto anni or sono, risultava evidente una presenza estremamente ridotta di resveratrolo (dell’ordine di pochi milionesimi di grammo) e tutti i successivi esperimenti da noi condotti e pubblicati (attività antiaggregante, immunomodulatoria, antinfiammatoria, neuroprotettiva ecc.) hanno sempre fatto riferimento a queste bassissime dosi.
Si dà il caso che tali dosi siano nello stesso ordine di grandezza di quelle riscontrate dai gruppi di ricerca canadesi.
La seconda considerazione è che troppo spesso si è voluto mimare l’“effetto vino” con sostanze artificiali o estratti purificati che stravolgevano l’equilibrio di un prodotto naturale quale appunto è il vino; da questa erronea interpretazione risultavano studi di biodisponibilità ingiustificati e dosaggi sperimentali del tutto irreali, come appunto sottolineano i canadesi.

Attività dei metaboliti
Terza considerazione. Le sostanze ingerite vengono solitamente trasformate dall’organismo e si trovano molto spesso presenti come metaboliti: uno studio sull’attività biologica dei metaboliti provenienti dall’assunzione di vino non è mai stato eseguito.
Un’ultima considerazione. La più prestigiosa rivista scientifica americana nel campo della nutrizione, l’“American Journal of Clinical Nutrition”, sta per pubblicare i nostri ultimissimi dati (il lavoro è del Dipartimento di anatomia umana e dell’Istituto di patologia generale dell’Università di Milano in collaborazione con l’Ospedale San Raffaele) sull’effetto di bassissime dosi di resveratrolo nella modulazione dei segnali intracellulari che coinvolgono l’attività delle cellule umane endoteliali, cioè di quelle cellule che ricoprono vene e arterie e che rivestono quindi una grande importanza nelle patologie cardiovascolari.

Catena di trasmissione
Che cosa dimostrano questi risultati? Che anche bassissime dosi di resveratrolo sono sufficienti a interagire con la “catena di trasmissione” che porta i segnali dall’esterno della cellula al nucleo e all’attivazione dei geni. Il “messaggero”, denominato Nuclear Factor KB (Nfkb), risponde a quantità di resveratrolo ancora più piccole di quelle biodisponibili dopo l’ingestione di un bicchiere di vino rosso.
È la conferma che l’effetto “vino e salute” esiste, a condizione di saperlo cercare a partire dall’equilibrio e dalla naturale completezza di tale prodotto.

Alberto A.E. Bertelli
Dipartimento di anatomia umana Università di Milano.
Presidente della Sottocommissione vino e nutrizione e salute Oiv

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"Poi improvvisamente ogni cosa fu in tutto e per tutto simile al jazz [...] vidi Japhy che scendeva la montagna con immensi balzi di sei metri [...] e in quel baleno mi resi conto che è impossibile cadere giù da una montagna idiota che non sei altro!"

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alex82

Reg.: 19 Giu 2004
Messaggi: 1068
Da: Volpago del Montello (TV)
Inviato: 30-11-2004 10:59  
sugli effetti benefici delle bevande poco alcooliche in minime dosi si è discusso molto in passato, le promozioni di vino e birra in tal senso ci sono state da esperti di fama accreditata, come purtroppo da una miriade di tecnici e scienziati di parte, il che comporta ovviamente la nascita di ulteriori dibattiti,
che mettono in gioco aspetti di tipo socio-economico-culturale di enorme portata rispetto a quelli connessi alle droghe leggere (ricordiamo che la bevanda alcoolica è, in ultima analisi, un alimento, a differenza di cannabinoidi o altro)
cmq il problema delle bevande alcooliche c'è eccome, ed è ben più grave di quello delle droghe (leggere e pesanti). perchè poi, sorpassato facilmente il discorso delle minime dosi, s'inizia a parlare ovviamente di abuso, dipendenza, rischi sulla strada, responsabilità penale, costi sociali elevatissimi per la comunità ecc. ecc.
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Kermunos

Reg.: 19 Nov 2004
Messaggi: 2306
Da: Gorizia (GO)
Inviato: 30-11-2004 18:40  
Le droghe sono un'argomento delicato. Io personalmente sono antiproibizionista a tutto tondo, nel senso che rendere una qualsivoglia sostanza stupefacente illegale, crea di per se più problemi che buone cose. In primis, solo per fare un esempio, rendere una determinata sostanza illegale fa la fortuna della criminatià organizzata, che da questo tipo di mercato ricava almeno il 60-70% dei suoi profitti, oltre che creare situazioni di ricatto e sfruttamento schifose. Poi, sempre per fare un esempio, la marjiuana, o come altro la volete chiamare, è stata demonizzata a partire dalla fine del proibizionismo verso gli alcolici negli USA. Il motivo è che un senatore molto ambizioso e furbo, non trovando più negli alcolici un cavallo di battaglia valido, decise per partito preso di montare una campagna di paura e odio nei confronti della canapa, per soli fini elettorali e propagandistici. Dietro non c'èra nessun reale motivo clinico o scentifico. Oltretutto questo portò a danni economici notevoli, visto che i produttori di canapone, ovvero la canapa a basso contenuto di THC che solitamente viene usata per produrre vestiti e un sacco di altre cose, si videro arrivare polizia ed esercito a bruciare e distruggere le loro piantagioni e raccolti, mandandoli sul lastrico. Sull'onda degli USA, come sempre, altri pecoroni andarono dietro il caprone e così di li a poco l'italia, che era tra i maggiori produttori di canapa e relativi derivati e sotto prodotti, si allineò agli USA e proibì pari pari la possibilità di piantare canapa.
E nato tutto da li.
In tutte le culture del mondo, si fa e si è fatto uso di sostanze stupefacenti da sempre, ed originarimente questo avveniva soprattutto per scopi prettamente mistici, spirituali e religiosi. Stranamente però la cosa, socialmente parlando, non causava tutti i problemi di adesso. Vero è che grazie alla chimica sono uscite sul mercato droghe veramente brutte e cattive, di cui sconsiglio assolutamente l'uso, come extasi, cocaina, eroina e simili, queste per effetti e danni sono ben diverse però dalla marjiuana o altre sostanze allucinogene e stupefacenti di origine naturale. L'alcool è una delle dorghe peggiori e più devastanti in assoluto, ma per una questione culturale ed economica, è ampiamente tollerato e commercializzato. Com'è allora che al mondo non siamo tutti ubriaconi, alcolizzati e da questo violenti e psicotici...?
L'approccio e l'uso che si fa di una sostanza, incide tantissimo sugli effetti e le reazioni personali che ne derivano, anzi, è un'aspetto fondamentale.
Il problema non sono le droghe in se, ma l'uso e soprattutto l'abuso che se ne fa, come del resto è per tutte le cose. E una questione di educazione ed auto controllo, anche di serenità.
Per una quatione di puerile, finto moralismo e perbenismo del cazzo tipico delle destre, si punisce la persona che usa droghe come scovazza dell'umanità, come feccia, come scarto sociale, ma è una questione puramente di facciata, di bel vedere.
Vi faccio un esempio. Provate a considerare quanto lo stato sociale ed economico di una persona incida sulle conseguenze, anche personali, legali e di immagine, dell'uso di droghe.
Se sei un ragazzino della periferia di Napoli e ti fai, sei un tossico criminale, una persona pericolosa e inaffidabile, uno da evitare, probbabilmente verrai arrestato e sarai agli occhi del pubblico un tossico per tutta la vita, uno che in testa ha solo merda e non combinerà mai nulla di buono nella vita.
Se sei il rampollo di qualche industriale o di qualche altro riccastro, sei un bravo ragazzo con qualche problema, di sicuro non ti arresteranno, ti manderanno al massimo in qualche clinica privata che di sicuro non è San Patrignano (Dove ricevi trattamenti come tortura psicologia e fisica, ma visto che è ritenuto un servizio socialmente utile... si può fare). Una volta uscito sarai pulito e lindo come il culo di un bambino. E questo solo se si viene a sapere dai media e dai canali dell'infomazione che ti fai, altrimenti guai a rovinare l'immagine ed il prestigio della famiglia.
Dappertutto si puniscono sempre e solo principalemente i consumatori, per lo più appartenenti a classi sociali medio basse o povere, quasi mai i produttori ed i commercianti.
Da che mondo e mondo, rendere proibito qualcosa per partito preso, non fa altro che aumentare la naturale voglia di ogniuno di fare l'opposto. E comodità, non utilità. Educare veramente sulle droghe ed i loro effeti, è molto più costoso e richiede molto più tempo, fatica, impegno ed umanità. Criminalizzare è molto più comodo, sbrigativo, ma fa danni veramente enormi e gravi, dai quali è difficile venir fuori.
Personalmente, tra lo sfondarmi di alcool una volta di più e fumarmi qualche canna in compagnia, scielgo la seconda. Di sicuro non vomito l'anima, il fegato mi ringrazierà e sarò rilassato per un oretta o due. I polmoni magari non saranno felicissimi, ma di sicuro mi farò meno male rispetto a fumarmi un pacchetto di malboro al giorno!
Il corpo è mio, gli voglio bene e me lo gestisco io. Se voglio fumare fumo, se voglio ingrassare ingrasso, se voglio bere bevo. Il tutto senza nessuna necessità, solo per il piacere di farlo, con moderazione ed intelligenza.

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"Fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido, per mantenere la mente diciamo... flessibile"

"Questo non é il Vietnam. E' FilmUp, ci sono delle regole"

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