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Autore Gianni Canova (direttore di Duel) sul G8
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 20-05-2002 20:50  
Gianni Canova è un famoso critico di cinema,dirige la rivista cinematografica Duel;questo è un pezzo trovato sulla rete...su ciò che è stato VISTO e ciò che viene fatto vedere. Le due cose non coincidono mai.
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GENOVA, 2001: IL VISTO E IL VISIBILE
di Gianni Canova

Aveva ragione Stanley Kubrick quando, nel 1968, profetizzava che il 2001 non
sarebbe stato un anno qualsiasi. Non lo è stato.
I fatti di Genova, a fine luglio, sono uno di quegli avvenimenti
cataclismatici che sovvertono radicalmente lo stato delle cose, che aprono
crepe e fratture nell'ordine dei mondo e che mettono in circolo il bisogno
di cambiamenti epocali.
A Genova si è giocato un conflitto che come non accadeva da decenni ha
saputo trasferire sul piano simbolico antagonismi e contraddizioni reali.
Genova ha dato forma ai fantasmi, ha materializzato gli spettri e ha saputo
far agire sul palcoscenico della comunicazione (dentro la schizofrenia dei
media) gli avatar che essa stessa ha generato.
Quel che si è consumato a Genova (in un certo senso: quel che è andato in
scena) è l'intollerabilità delle immagini che il Potere pretende di dare di
sé. Asserragliati nella loro Città Proibita come in una sorta di Castello
kafkiano, i Potenti Visibili del Mondo così uguali, così indistinguibili
nelle loro fisionomie clonate, così globalizzati nelle posture e nei
pensieri hanno preteso di continuare a fare quel che da sempre fanno (i
maggiordomi dei Poteri Invisibili delle multinazionali e degli interessi del
capitale finanziario), ma pretendendo per sé (e per la mostruosità del
mondo che essi tutelano) l'immunità degli Dei.
Gli uomini, i piccoli uomini dai volti diversi e dalle vite comuni, hanno
detto di no. Hanno sottratto ai Potenti il monopolio dei visibile. Si sono
ripresi, in un sol colpo, le piazze reali e quelle virtuali e mediatiche.
Hanno messo in scena il loro antagonismo. Non per contrattare questa volta
un piccolo aumento salariale o una più civile tutela previdenziale. No:
semplicemente simbolicamente per rivendicare il diritto di esistere, di
dissentire, di essere visti e visibili.
Mille occhi elettronici, mille obiettivi fotografici hanno registrato tutto
questo. Non era mai successo in passato. Mai. Per la prima volta nella
storia, l'evoluzione tecnologica (in questo caso la rivoluzione digitale) ha
messo seriamente in discussione la proprietà dei mezzi di produzione dei
visibile.
Da Genova, non a caso, sono uscite (e stanno ancora uscendo), come da un
vulcano in eruzione, valanghe di immagini germinate spontaneamente dagli
occhi e dagli sguardi di chi era presente e ha filmato ciò che ha visto. Il
Potere ha perso il monopolio della produzione del visivo: mantiene un
contollo dispotico sui canali di distribuzione del visibile e dei visto, ma
comincia a sentire sul collo il fiato di altri canali (carsici, sotterranei,
ma ubiqui e pervasivi) che mettono in circolo e in rete altre visioni.
Certo: è mancato il cinema, a Genova. Ma il destino dei cinema è quello di
venire dopo gli eventi, e di renderli leggibili attraverso il montaggio
nella direzione dei senso. A Genova c'è stata solo la tv: cioè schegge, più
che di senso, di sensazioni. Dirette, immediate, ma prive di qualsiasi
sguardo sinottico o di qualsiasi angolatura prospettica che non fossero
quelli elaborati dal singolo telespettatore. Aspettando i film che
arriveranno da
Genova (e che potrebbero far impallidire per potenza emotivagnoscologica
politica psichica mediatica tutta la produzione hollywoodiana dell'ultimo
anno), non possiamo esimerci da un paio di considerazioni di tipo
situazionisticocomunicazionale.
La prima: la tv ha evidenziato suo malgrado, e per il modo in cui è stata
gestita come il conflitto più devastante passi oggi dentro il nesso visibile
invisibile. Tra ciò che accade e viene mostrato e ciò che, pur essendo
accaduto, viene negato alla vista. Tra ciò che viene mostrato pur non
essendo accaduto (cos'è accaduto, poniamo, nell'onnipresente Bruno Vespa)
e ciò che resta fuoricampo pur accadendo ogni giorno. Fra il divieto di
entrare là dove si può solo "sbirciare" attraverso la tv (l'Olimpo della
Zona
Rossa) e l'obbligo di stare reclusi dove nessuna tv viene mai fatta entrare
nel
momento in cui dovrebbe esserci (nella scuola "Diaz", nella caserma di
Bolzaneto, nelle carceri e negli ospedali sottratti a ogni possibile,
democratica ispezione).
Questione di Ordine Pubblico, dicono i maggiordomi dei potere. Certo: il
loro ordine pubblico e mediatico. Che è basato sull'ingiustizia, sul
genocidio, sulla ffiscriminazione, sul privilegio. E la violenza? Come la
mettiamo con la violenza, sibilano ringhiosi i funzionari dei Potere
neofeudale che ha visto insidiata la propria cittadella fortificata. Già, la
violenza. Tanto per essere brutali: è più intollerabile la violenza di chi
brucia un'auto dell'opulento occidente (subito ripagata da quelle nostre
pasciute polizze d'asscurazione che trasformano in business perfino la
morte) o quella di chi tutela e legittima con il proprio agire politico e
mediatico, oltre che, è bene ribadirlo, con il proprio voto un ordine
mondiale che condanna quasi due milioni di
persone all'infamia dei dover sopravvivere con meno di un dollaro al giorno?
I dati che pubblichiamo nelle pagine seguenti portano numeri e cifre ben
noti ai manifestanti di Genova, meno ai bempensanti scandalizzati davanti
alla tv. E' bene rileggerle, queste cifre. Per ricordare che l'inferno non è
mai là dove vedi fuoco e fiamme. E che il sangue più terribile non è mai
quello che ti fanno vedere.
Sarà opportuno ricordarlo più spesso, d'ora in poi. A Genova, in fondo, è
riapparso il monolite nero di Kubrick: nessuna televisione l'ha mostrato, ma
era lì, tra Brignole e Marassi. A generare, come nell'Odissea del 1968,
conflitto
e contrasto. A segnare il confine dei nostri limiti, ma anche a sprigionare
l'energia necessaria per ricominciare da capo.

Gianni Canova (Milano, 27 luglio 2001)

FONTE: (c) DUEL n° 90 agosto/settembre 2001-09-09


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 20-05-2002 alle 20:53 ]

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 20-05-2002 21:03  
m o l t o b e l l o

e intenso........
_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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aguirre

Reg.: 07 Ott 2001
Messaggi: 8325
Da: Reggio Calabria (RC)
Inviato: 20-05-2002 22:42  
bell'articolo!
_________________
"Se io non ci fossi
mi mancherei un casino"
Aguy

http://ondedinchiostro.splinder.com/

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Bafalo82

Reg.: 19 Nov 2001
Messaggi: 394
Da: Erbusco (BS)
Inviato: 21-05-2002 19:58  
BEl pezzo;aggiungerei che Kubrick aveva previsto molto anche con un film di 3 anni più tardi:giovano violenti,poliziotti peggiori;potere falso che strumentalizza l'ideologia per i propri interessi;popolo credulone. Cazzo che genio!

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Grabbi
ex "Loserkid"

Reg.: 15 Feb 2002
Messaggi: 7197
Da: legnano (MI)
Inviato: 20-10-2005 21:33  
gianni canova è il mio professore di "storia e tecnica del linguaggio cinematografico" in università.
è un professore spettacolare.
_________________
"Mi disse urlando che solo io potevo salvare la terra. Cososcevo bene lo sguardo di un uomo disperato.
A casa ho uno specchio."

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 21-10-2005 21:19  
tra le altre cose ha scritto un ottimo libro su Cronenberg edito da Il Castoro, che sento di consigliare a tutti.
_________________
Rubare in Sardegna è il Male.

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