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Autore Il patriottismo per voi
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 19-11-2003 13:42  
C'è addirittura il Ministro della Difesa che ha parlato del nostro 11 settembre. Ieri sono passato davanti ad un televisore acceso (Terra! canale 5) e ripetevano gli stessi concetti.
Nassirya è diventato l'11 settembre.
I media e i politici hanno perso la testa completamente.
Strumentalizzare di più la vicenda sarebbe stato impossibile e il patriottismo in questo caso diventa un'arma. Non più un sentimento.




[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 19-11-2003 alle 14:51 ]

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SBRANGO

Reg.: 24 Nov 2002
Messaggi: 459
Da: bologna (BO)
Inviato: 19-11-2003 13:46  
quote:
In data 2003-11-19 13:20, gatsby scrive:
Capisco il tuo punto di vista.
Per te non esistono aggrgazioni a cui ti senti più vicino, è una virtà che credo sia propria dei grandio uomini.Mi sembra strano però credere che per te non ci siano differenze fra i tuoi amici e i miei che ad esempio non conosci.
La differenza è che tu circoscrivi i tuoi gruppi di affetti ad un numero minore rispetto a quello di molti di noi.Superato un certo limite, per te sono tutti uguali.Ciò non vuol dire che non soffri o non gioisci per loro, ma solo che non trovi al loro interno delle differenze.
Non avrai quindi paura di soffrire, visto che l'intensità delle emozioni sarà per te uguale, o forse il contrario, non soffrirai mai molto visto che sarà per te un'abitudine.
Alla fine la patria esiste per difendere noi stessi da ciò che ci circonda, è una delle tante autodifese che mettiamo perchè le emozioni arrivino mitigate o esasperate.



SO COSA VUOI DIRE E LO RISPETTO
VEDI PERO', IO NON RICERCO EMOZIONI NEL CONCETTO DI PATRIA,PER ME è UN QUALCOSA CHE ESISTE SENZA BISOGNO DI CONFUTAZIONI O DI INTERROGATIVI!
TI FACCIO UN ESEMPIO MOLTO MOLTO MOLTO BANALE: LA PATRIA PER ME è COME LA MIA SQUADRA DEL CUORE,POTRO' NON CONDIVIDERE LE SCELTE DEI DIRIGENTI POTRO' ODIARE L'ALLENATORE E I GIOCATORI, MA L'AMORE CHE PROVO PER QUEI COLORI E PER LE PERSONE CHE COME ME LI AMANO è QUALCOSA CHE VA OLTRE,CHE NON HA BISOGNO DI SPIEGAZIONI E A CUI IO STESSO NON SO DARE UN PERCHE'

SARO' BANALE E UN PO FUORI DAL TEMPO? PAZIENZA,RIESCO AD ESSERE ANTICONFORMISTA E POLEMICO SU QUASI TUTTI GLI ASPETTI DELLA VITA,MA SU QUESTO NO,NON CI RIESCO PROPRIO...
_________________
IL LIMITE è SOGGETTIVO

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 19-11-2003 13:50  
quote:
In data 2003-11-19 13:29, fassbinder scrive:
Secondo me amare la propria patria significa rispettare l'ambiente. Guardate le vie della vostra città: lavatrici per strada, batterie di automobili, cicche di sigarette ovunque, cartacce, rifiuti di ogni sorta. L'italiano medio tiene pulitissima la sua casa ma rende l'ambiente un porcile. La patria dell'italiano è la sua casa privata, ciò che è comune è ritenuto terreno di discarica.
Amare la propria patria significa essere pronti a sacrificarsi in nome di essa. L'italiano è pronto a sacrificarsi per l'onore dei propri familiari, ma non per la vita del proprio vicino di casa.
Noi non sappiamo ancora (dopo 150 anni ) l'inno nazionale: siamo l'unico caso al mondo. Solo il timore verso lo spirito separatista leghista ha spinto il nostro attuale Presidente della Repubblica a renderlo popolare. E ancora oggi se chiedi a un italiano di metterlo nero su bianco vengono fuori parole senza significato alcuno. Se poi si chiede chi è Scipio...beh, Fo docet. Oggi allo stadio la gente lo canta, anche perchè lo sta finalmente , anche se faticosamente imparando. Però se si tratta di seguire la nazionale all'estero, beh...non scherziamo, non gliene frega niente a nessuno. Per il Milan, la Roma, l' Inter, la Juve, il Genoa ecc. l'italiano è disposto a qualunque sacrificio. La nazionale, al limite, la si guarda in televisione. Si guardino invece gli inglesi. Loro amano la loro patria, e lo dimostrano in maniera inequivocabile.
Noi italiani siamo divisi, non c'è niente da fare. Un pisano si sente diverso da un livornese. Solo poche cose ci uniscono : la passione per le belle donne, per il buon cibo, per il calcio: elementi caratteristici, che non abbandoneremo mai, ma non sono sufficienti a renderci patriottici. L'Italiano esiste, così come esiste l'Italia (intesa come luogo geografico). Ma non esiste la patria italiana, non è mai esistita, nè mai esisterà, finchè le due parti in causa non troveranno un accordo su dei principi fondamentali. Solo se diventeremo un paese normale, con valori e regole riconosciute da tutti, potremo forse divenire una Patria. Oggi siamo più lontani che mai da questa situazione. Gatsby nel suo discorso tocca dei punti importanti. Specie quando fa capire che la conditio sine qua non per essere Patria è assumersi ognuno, in prima persona, le proprie responsabilità. Il problema è che in questo paese non se le assume proprio nessuno. Questo è il paese in cui si cerca (e si è sempre cercato) di fare i furbi, non le persone oneste. Fino a quando non si cambierà profondamente atteggiamento non saremo mai patria, ma solo e sempre la solita italietta.



Parole sante, Fass, molto sante.
Per quanto mi riguarda, sarei potuta essere molto patriottica nel Risorgimento, dove si difendevano veri ideali: l'unità, la libertà,l'amore verso i propri fratelli , non importa se terroni o del nord(prova ne sia che tutti gli italiani, tutti, senza distinzioni di provenienza, di dialetto o di censo ed estrazione sociale, hanno concorso a rendere l'Italia una e sola).Oggi dovrei essere patriottica per che cosa?Per salvare il culo a quella massa di incapaci che governa?Nooooooooooooooooooooooooooo.
_________________
E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste.......

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DrCalamaro

Reg.: 14 Giu 2002
Messaggi: 2077
Da: ge (GE)
Inviato: 19-11-2003 14:03  
In effetti la società monoculturale a forte identità nazionale è, storicamente, un’astrazione: non esiste un’identità perfettamente coincidente fra Nazione, cultura e Stato, ma nel passato quest’equivalenza ha contato non poco, sia come progetto politico che come ideologia, nel costruire un comune sentirsi parte di un progetto sicuramente astratto e mitologico ma vissuto come reale. Lo stato moderno si fonda storicamente sul concetto di Stato–Nazione, concetto nato nel contesto storico sociale politico-economico della rivoluzione francese. E‘ infatti in quel periodo che matura l’esigenza di legittimare l’unità dello Stato su qualcosa di diverso e di sentito più significativo rispetto al passato. Il trascendente, come origine e giustificazione di tutti i poteri del re , perde valenza ed è la nascita dello Stato-Nazione che si fonda su lingua , tradizioni, origini comuni. In un certo senso questa ideologia va, di fatto, a sostituire Dio affermandosi come organizzazione politica, economica, giuridica e sociale su un territorio che tende a raggiungere i confini stessi della Nazione. Il problema, nel senso che questo sarà all’origine di molti conflitti, sorge però dal fatto che questa straordinaria, nuova tendenza sia portata avanti fortissimamente, e anche eroicamente, da interessi particolari incarnati dai borghesi-liberali, interessi che hanno portato, in processi unici da Stato a Stato, all’unità Nazionale, alla separazione dei tre poteri fondamentali, al suffragio universale, ad un forte senso d’identità, al pluralismo politico, basi d’ogni moderna Democrazia.
Il concetto di nazione, portato avanti nella formazione degli Stati moderni, creato da precise volontà sia economiche che politiche, viene esteso quindi a tutta la popolazione presente sul territorio costruendo un’identità etnica che viene vissuta come ben precisa e fondante per il proprio essere ad esempio Italiano piuttosto che Francese. La restrizione delle molteplici orbite d’appartenenza potenziale personale al solo registro dell’identità nazionale riesce nella misura in cui ha successo lo sforzo attuato dallo Stato moderno nel rendere il più simile possibile le pratiche culturali dei suoi membri. Uniformando così schemi interpretativi, lingua, codici, simboli, economie e intervenendo insomma a tutti quei livelli che riassuntivamente vanno sotto il nome di cultura, lo Stato nazionale dà ai suoi membri l’illusione di esistere da sempre, di costituire un blocco culturalmente omogeneo, che deve essere accudito e preservato.
Come osserva Verdery però il processo di nazionalizzazione ha un difetto: “Istituzionalizzare una forma di comunanza culturale, significa comunque rendere visibili tutti coloro che falliscono nell’avere qualcosa in comune”.


La patria è inventata, ha dei confini costruiti, è fatta di stereotipi, necessari per costruirsi un'identità, e il patriottismo ne è uno strumento.
Ciò non toglie che io parli e pensi in Italiano, ami il clima, il territorio, le persone che ci abitano, il cibo, e quant'altro sia da ritenersi "tipicamente italiano". So valutare le differenze, e so quando mi trovo "all'estero".



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Matthew

Reg.: 07 Set 2003
Messaggi: 1164
Da: Reggio Emilia (RE)
Inviato: 19-11-2003 14:15  
Però Quilty, fammi capire..parli di patriottismo usato come un arma e probabilmente hai ragione.

Allora però ammetti che esista anche come sentimento non ipocrita, che molti di noi possono provare, senza nessuna relazione coi media.
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Matthew

Reg.: 07 Set 2003
Messaggi: 1164
Da: Reggio Emilia (RE)
Inviato: 19-11-2003 14:16  
e di conseguenza non puoi etichettare come ipocriti coloro che appendono i tricolori giusto?
_________________

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 19-11-2003 14:49  
Mattew se tu ti soffermassi a leggere più spesso invece che travisare ti saresti accorto che ho parlato esplicitamente di ipocrisia dei vertici dello Stato e dei media,non delle persone comuni.
In ogni caso i media esercitano un'influenza schiacciante sui comportamenti consci e inconsci degli individui.
Nei fatti la proposta di appendere le bandiere non è stato un atto spontaneo e genuino (nella maggioranza dei casi) ma è stato suggerito da mondo della politica (dal capo dello Stato,da Alleanza Nazionale che distribuiva bandiere nele piazze)che ha usato un avvenimento tragico per lanciare la sua campagna di patriottismo.
Ciò non toglie che chi ha appeso la sua bandiera l'abbia fatto perchè riteneva giusto il gesto e perchè ci credeva;rimane il fatto incontestabile che in un evento tragico è molto più comodo (sempre da parte dei soliti media e politici)indugiare nella retorica e nascondersi dietro alle bandiere piuttosto che informare l'opinione pubblica sulle cause delle tragedie e su un'analisi approfondita dei fatti e della loro risoluzione.
_________________
E' una storia che è successa ieri, ma io so che è domani.

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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 19-11-2003 14:53  
quote:
In data 2003-11-19 11:22, Quilty scrive:
"Il patriottismo è il rifugio delle canaglie"

Orizzonti di Gloria-S.Kubrick

non sarei così drastico ma vedo chiaramente in me l'assenza di questo sciocco sentimento....
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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Matthew

Reg.: 07 Set 2003
Messaggi: 1164
Da: Reggio Emilia (RE)
Inviato: 19-11-2003 14:56  
c'è n'è di cose e persone sciocche al mondo..lascia perdere il patriottismo.
_________________

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 19-11-2003 15:18  
Gli ideali sono scomparsi, di conseguenza anche il patriottismo.Io la vedo così,e poi che senso ha parlare di patriottismo quando oggi le società e le nazioni stanno diventando multirazziali?Sarebbe più giusto parlare di Comunione mondiale, ossia l'unione di tutti i popoli nel risolvere problemi e tragedie che devastano ormai tutto il pianeta.Ma questa è una campana che nessuno vuol sentire!!!
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seanma

Reg.: 07 Nov 2001
Messaggi: 8105
Da: jjjjjjjj (MI)
Inviato: 19-11-2003 15:24  
quote:
In data 2003-11-19 14:53, seanma scrive:
quote:
In data 2003-11-19 11:22, Quilty scrive:
"Il patriottismo è il rifugio delle canaglie"

Orizzonti di Gloria-S.Kubrick

non sarei così drastico ma vedo chiaramente in me l'assenza di questo sciocco sentimento....


precisando...dopo aver letto tutti gli interventi....il senso di appartenenza a qualcosa(come diceva Gatsby la squadra del paese o i propri amici)non implica mica che lo stesso avvenga nei confronti del paese in cui si vive...ben rare sono state le volte in cui mi sono sentito fiero di essere italiano.Ma questo è un altro discorso.Quello che più mi ha dato fastidio è stato l'avvoltoismo dei media...Quilty ha perfettamente ragione...lasciando perdere gli appelli di Ciampi,è stato piuttosto patetico e fastidioso assiostere a tutto questo accanimento,questa retorica demagogico-mitizzatrice...si ritorna sempre a quanto io e anche Marxetto abbiamo già detto:parlando per me e sapendo di non essere ipocrita dico che trasmettere martedì la fiction su Salvo d'Acquisto con il chiaro intento di "muovere il paese all'unità"(in modo poi davvero patetico)è stato un colpo basso duro da incassare.

Ma allora(si ritorna sempre lì)suona così qualunquista e facilotto affermare che a me di 20 soldati italiani cale tanto quanto 20 americani?E' davvero così superficiale?La risposta io ce l'ho già,ma il dubbio rimane...

P.S.:sabato notte per puro caso ho incrociato uno speciale di ghezzi che sembrava andare in questa direzione:immagini,ricordi,speranze davanti ai cimiteri d'America e poi...un appassionato e accorato intervento di Micheal Moore.Senza nemmeno troppo pensare sono rimasto profondamente toccato da quelle sequenze,dove davvero senza gli sporchi paludamenti sopra citati facevano capire il vero valore di certe commmemorazioni.

Persone,non soldati.
_________________
sono un bugiardo e un ipocrita

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ginestra


Reg.: 02 Mag 2003
Messaggi: 8862
Da: San Nicola la Strada (CE)
Inviato: 19-11-2003 15:38  
In nome di una bandiera e del patriottismo si sono fatte delle guerre, è questa la cosa che sconvolge la mia mente.Due anni fa,in occasione della celebrazione dei defunti, il 2 novembre, dopo essermi recata a visitare la cappella della mia famiglia, visitai anche il cimitero di guerra che è proprio confinante a quello italiano.Le lapidi erano tantissime, su ognuna di loro c'era un nome e un'età, la media era di 21-23 anni, in quel momento, obbligata alla riflessione e pensando a tutti quei ragazzi, mi sono venute le lacrime agli occhi...e questa non è retorica ma rabbia per le ingiustizie del mondo.Quei giovani avrebbero potutto avere una vita normale, una famiglia, dei figli.Pensate poi a quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere agli inizi del '900, hanno addirittura partecipato a due conflitti mondiali,senza aver la possibilità di godere un po' della loro esistenza, che è un diritto di ogni essere umano!
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pibedeoro

Reg.: 26 Giu 2003
Messaggi: 1866
Da: Carrara (MS)
Inviato: 19-11-2003 15:58  

Parole sante Ginestra, come sono ingiuste le guerre...
Purtroppo è tutto vero quello che hai detto, c'è anche da dire checerte guerre venivano fatte anche per difendere il proprio stato, per difendere degli ideali.
Purtroppo ripeto sono i giovani a pagare le conseguenze ma credo sia scontato, un 70enne o un 80enne in guerra farebbe molta meno strada...

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MikesAngel
ex "MissRigth"

Reg.: 09 Gen 2002
Messaggi: 7725
Da: Firenze (FI)
Inviato: 19-11-2003 16:19  
Cercherò di essere breve e coincisa, non ho alcun sentimento patriottico internamente a me. Non che mi vergogni di essere italiana ma ne anche ne vado fiera. Mi sento molto più fiorentina e toscana piuttosto che italiana. A differenza di Quilty tutte le volte che sono andata all'estero non è che mi sia sentita più italiana, anzi mi son dovuta anche vergognare per certi comportamenti beceri dei miei connazionali compagni di viaggio che rispecchiavano rinforzandolo quel concetto stereotipato di italiano caciarone e furbastro chemagari satla fila o fotografa ciò che non dovrebbe.
Io prima che essere italiana, mi sento una persona nata in Italia.
_________________
"... ' fanculo a quelli che credono di capire un film, quando invece si fermano solo ad alcuni aspetti tecnici, credendo di essere dei grandi cineasti..."

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pibedeoro

Reg.: 26 Giu 2003
Messaggi: 1866
Da: Carrara (MS)
Inviato: 19-11-2003 16:31  
quote:
In data 2003-11-19 16:19, MikesAngel scrive:
Cercherò di essere breve e coincisa, non ho alcun sentimento patriottico internamente a me. Non che mi vergogni di essere italiana ma ne anche ne vado fiera. Mi sento molto più fiorentina e toscana piuttosto che italiana. A differenza di Quilty tutte le volte che sono andata all'estero non è che mi sia sentita più italiana, anzi mi son dovuta anche vergognare per certi comportamenti beceri dei miei connazionali compagni di viaggio che rispecchiavano rinforzandolo quel concetto stereotipato di italiano caciarone e furbastro chemagari satla fila o fotografa ciò che non dovrebbe.
Io prima che essere italiana, mi sento una persona nata in Italia.




in parte è vero e ti capisco, sono stato molto all'estero e rispetto a noi italiani c'è questo credo, sono dell'opinione però che non si può fare di tutta l'erba un fascio, quindi ogni nazione e ogni popolo ha i suoi pro e i suoi contro...
_________________
Non può piovere per sempre

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