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Cinema d'autore |
Ondina ex "Plumett"
Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 29-04-2003 15:00 |
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Un'altra delle mie domande assillanti :che cosa s'intende per cinema d'autore?
grazie per la pazienza
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gongolante
Reg.: 06 Feb 2002 Messaggi: 3054 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 29-04-2003 17:05 |
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quote: In data 2003-04-29 15:00, Plumett scrive:
Un'altra delle mie domande assillanti :che cosa s'intende per cinema d'autore?
grazie per la pazienza
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Cinema d'autore è quello, teoricamente, pensato non con fini commerciali ma con fini artistici.
Non so: DAREDEVIL non è d'autore, MAGDALENE si.
I film d'autore di solito li becchi alle rassegne, ai festival, nei cinema d'essay.
Poi come in tutto non c'è solo bianco e nero ma le sfumature di grigio sono infinite!
Ho detto.
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In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
Ultimo film: UN BACIO APPASSIONATO di Ken Loach |
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Daniel
Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 29-04-2003 17:16 |
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Per me il cinema d'autore è un cinema appartenente a una stretta cerchia di persone che forgiano il loro cinema; hanno il loro stesso sangue; sono creature con la stessa anima ... dal tocco inconfondibile.
Cito : Scorsese, Lynch, Von Trier o Bellocchio tra gli odierni ... il cinema di nicchia, o che passa per il circuito d'essai non può definirsi autoriale tout court ... l'autorialità và cementata, solidificata, accresciuta e confermata ...
Ho detto!
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Tristam ex "mattia"
Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 30-04-2003 01:33 |
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è bene spiegare che negli anni 50 in Francia si sviluppo' sulle pagine dei Chaiers du Cinema un dibattito che porto' alla formulazione teorica della politica degli autori. Questa "politica" ideologica porto' alla definizione di una vera e propria idea di Cinema. La maggior parte dei film di allora, come adesso, erano costituiti da una somma di eccellenze: buona fotografia, recitazione espressiva, ma soprattutto da una sceneggiatura dalla costruzione perfetta e ben dialogata. La "rivoluzione" consistette nell'identificare la riuscita di un film unicamente attraverso quegli elementi caratteristici del cinema.
Questo significava dare maggiore importanza alla forma e comportava il riconoscimento del cinema come vocazione indipendente, disciplina e mestiere assolutamente autonoma, rispettata per i suoi specifici "scopi" e non considerata come semplice contenitore comunicativo. La morale di un film (il suo contenuto, il suo messaggio), xkè cmq una morale esiste, si trova interamente nella forma cinematografica scelta dall'autore (inquadrature, movimenti di macchina, montaggio). Questo situa il pensiero di un film nella sua forma liberando il giudizio dei film da qualsiasi nozione di contenuto (non esiste più distinzione gerarchica tra grandi e piccoli soggetti, buoni e cattivi messaggi) e contenitori (le condizione economiche, politiche, ecc..). Il soggetto del film diventa la mise en scene (la messa in scena). Il cinema viene riconosciuto come disciplina autonoma. Certo tutte queste idee nel cinema esistevano già. La storia del cinema non è certo stata fatta da incompetenti e quindi già altri registi, prima della ridefinizione teorica e pratica (!!!) degli anni 50, avevano proposto un cinema libero dalle contaminazioni delle altre discipline per rivolgersi verso i mezzi propri del cinema. Insomma, il cinema si autore e' un cinema che non vuole essere sottomesso ad un percorso diegetico ma che intende, almeno nelle sue componenti essenziali e genuine, presentarsi libero dalle costrizioni che caratterizzano molte produzioni contemporanee. Quello che mi viene raccontato, la trama, non deve sviare lo sguardo dall'altro testo che le e' co-estensivo e vicino, e che a suo modo racconta una storia ugualmente importante. Questo secondo testo e' fatto di inquadrature, di scelte, che comunemente vengono chiamate e designate come regia.
Troppo facilmente si dimenticano le peculiarità' del cinema...il suo linguaggio, la sua celata autonomia rispetto alle altre discipline che utilizza e veicola (teatro, letteratura, ecc.). molti dei film contemporanei non affrontano mai direttamente la messa in scena ma una riflessione sul messaggio contenuto nel film, sulla sua trama e su ciò che empaticamente suscita.
questo ultimo non è cinema di autore...
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"Io è un altro"
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 30-04-2003 alle 01:40 ] |
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