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Paranoid Park - Gus Van Sant |
kagemusha
Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2008 14:02 |
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quote: In data 2007-12-28 13:49, AlZayd scrive:
Le marche stilistiche, originalissimo marchio di fabbrica di Van Sant, vengono utilizzate in questo film (in cui assistiamo ad una maggiore rarefazione e forza espressiva dei canoni estico-stilistici, che formano i contenuti, rispetto ad un Elephant, il film che più si avvicina a Paranoid Park) nella misura in cui, più o meno, tutti i grandi registi ripropongono le loro, senza per questo fare marchette...
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stavolta ha ragione sandrix
va bene avere un proprio stile ma se si perde l'ispirazione e si comincia a girare per i propri fans o per quei critici che abboccheranno sempre all'amo allora io dico che lo stile diventa maniera e grandi film (last days, elephant) diventano aria fritta come questo paranoid
una marchetta appunto...
la sensibilità manca non a chi "non capisce" questo film ma a chi se lo beve |
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AlZayd
Reg.: 30 Ott 2003 Messaggi: 8160 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2008 15:21 |
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quote: In data 2008-01-03 14:02, kagemusha scrive:
quote: In data 2007-12-28 13:49, AlZayd scrive:
Le marche stilistiche, originalissimo marchio di fabbrica di Van Sant, vengono utilizzate in questo film (in cui assistiamo ad una maggiore rarefazione e forza espressiva dei canoni estico-stilistici, che formano i contenuti, rispetto ad un Elephant, il film che più si avvicina a Paranoid Park) nella misura in cui, più o meno, tutti i grandi registi ripropongono le loro, senza per questo fare marchette...
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stavolta ha ragione sandrix
va bene avere un proprio stile ma se si perde l'ispirazione e si comincia a girare per i propri fans o per quei critici che abboccheranno sempre all'amo allora io dico che lo stile diventa maniera e grandi film (last days, elephant) diventano aria fritta come questo paranoid
una marchetta appunto...
la sensibilità manca non a chi "non capisce" questo film ma a chi se lo beve
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Perchè? |
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kagemusha
Reg.: 17 Nov 2005 Messaggi: 1135 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-01-2008 16:38 |
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perchà è una sola |
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sandrix81
Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 03-01-2008 16:39 |
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pensa che palle se ne erano due
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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eltonjohn
Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 03-01-2008 19:25 |
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Teenage wasteland
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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bunch311
Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 05-01-2008 13:31 |
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Non si finisce mai di guardare un film di Gus van sant. Lo riproietti nella tua mente per cercare un nesso, una linea che lambisca ogni angolo, ma rimani sempre a metà, sospeso. Il giovane Alex in fondo si sente proprio cosi. Troppo giovane per far parte della società degli adulti, ma nemmeno disposto ad accettare di essere nulla più che un adolescente. Si sdraia per terra, appiattendosi per non avere più una corporeità, sperando forse di scomparire. Appoggia il suo skate allo stomaco, scisso come l’ uomo che ha conosciuto e che ha ucciso. Non cerca sé stesso Alex, forse perché non sa proprio dove guardare. Ogni tanto va a Paranoid Park, e li sembra avverarsi il sogno che consiste nel fluttuare semplicemente sulla propria tavola, senza decidere neanche la direzione. In movimento la solitudine pesa di meno. Riprese in otto mm, ralenty che proiettano all’infinito ogni piroetta, Van sant ci pone vicinissimi ai suoi personaggi, ci fa assaporare ogni svolta. L’acqua della doccia che sbatte sul corpo di Alex sembra un uragano sensoriale, eppure continuiamo a rimanere in contatto con un mondo da cui si vorrebbe sempre qualcosa in più; siamo ancora dei turisti senza residenza. Osserviamo come il detective Lou, ma rimaniamo fuori dal quadro: lo schermo è tutto per questi ragazzi, onnipresenti nelle immagini, ma di cui sappiamo ben poco. Anche quando l’attenzione passa al detective, è il loro vociare che si impadronisce dello spettatore. Siamo affascinati, ma interdetti. Non c’è nulla da dire su questa gioventù. Non c’è morale a cui affidarsi. La casualità si frappone a chi vorrebbe giudicare e trovare una risposta. C’è un cadavere e si cerca un colpevole. Una serie infinita di flashback sembrerebbe far tornare i conti, ma c’è una crisi ben più profonda da svelare: quella del tempo. Il presente si disperde (forse non è un caso che ci sia di mezzo il direttore della fotografia di Wong Kar Way): Paranoid park è un luogo della mente, un incubo non abitato da mostri, ma dalla propria coscienza. Gli occhi degli altri tentano di studiare Alex, ma trovano una superficie piatta. Allora non rimane che raccontarsi, stendere la propria memoria, e arrivati alla fine ci si accorge che un punto finale non esiste. Tutto torna e si sovrappone. Contemporaneamente vediamo le parole scritte sui fogli, sentiamo la voce di Alex ripeterle e Van sant che trasforma i pensieri del ragazzo in immagini. Non c’è un espressione sola che possa dare voce alla memoria. Non c’è possibilità di vivere il proprio presente; il divorzio dei propri genitori, l’amore con la dolce Jenifer, il medio oriente, punto lontano eppure cosi reale, l’unico problema di cui si riconosce la drammacità. Poi qualcuno chiama il nome di Alex, ma il film è già finito, ci sono solo questi skater che continuano a dannarsi. Lontani, angelici, sicuramente soli.
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Mayapan
Reg.: 17 Nov 2006 Messaggi: 932 Da: milano (MI)
| Inviato: 20-01-2008 14:07 |
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a me è piaciuto parecchio. se i buchi del formaggio sono così, allora da ora in poi inizierò a mangiarli. davvero significativa la rappresentazione del contrasto tra il dramma, che si manifesta nella vita reale, e il sogno o il viaggio mentale dei vari skeaters, compreso il protagonista. il tutto attraverso delle immagini a dir poco potenti.
da rivedere al più presto.
_________________ [ ...il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani ] |
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Hegel77
Reg.: 20 Gen 2008 Messaggi: 298 Da: Roma (RM)
| Inviato: 12-03-2008 23:49 |
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Un film davvero fuori categoria, davvero ispirato.
Rispetto a Elephant e a Last Days ha il suo punto di forza nell'empatia con il personaggio principale.
La mdp incollata al viso del sedicenne lo viviseziona (lo divide ltteralmente in due), quasi lo accarezza e gli concede il perdono.
Van Sant sembra toccarli i suoi ragazzi di Portland, abbracciarl, seguirli passo dopo passo proprio per non lasciarli soli.
La musica ha un effetto straniante particolare, sembra di essere nella stanza rococò di 2001, sospesi nell0infinitp
Amarcord di Rota al poso delle parole d'amore
Assolutamente da vedere
_________________ Dare un senso alla vita può condurre a follie,
ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio |
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Tenenbaum
Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 26-08-2009 19:52 |
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Un film abbastanza paraculo ac_chiappa cinefili
Ma ce ne vorrebbero di più di queste chiappe
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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