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Autore Across the universe
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 26-10-2007 16:16  

Jude lascia la natia Liverpool per cercare fortuna negli Stati Uniti, dove vive il padre che non ha mai conosciuto. Arrivato a New York conosce la giovane e bella Lucy, e se ne innamora perdutamente, ricambiato: il Vietnam, la contestazione e l'impegno politico minano però il loro rapporto, spingendo Jude a tornare in Inghilterra. Ma il sentimento per Lucy è troppo forte, e il ragazzo sbarca di nuovo nella grande mela, tentando di riconquistarla...
Across the Universe è una pellicola particolarissima, un unicum nella produzione cinematografica contemporanea. La talentuosa regista Julie Taymour, dopo i visionari Titus e Frida, costruisce un suo personalissimo musical, un ibrido fra commedia sentimentale, film musicale con riferimenti a Grease e Hair, esperienza onirica e tributo ai Beatles.
Il film racconta la storia di un grande amore (anche se non mancano diverse sottotrame, a integrare una vicenda meno lineare di quanto sembri) mediato attraverso l'impiego funzionale di numerosissimi brani del quartetto di Liverpool, cantati in scena dagli attori stessi: l'impianto da commedia sentimentale risulta dunque contaminato dai numerosissimi inserti musicali, che alla lunga diventano preponderanti, e viene filtrato attraverso l'originalissima mano della regista, che mescola a più riprese le carte in tavola concedendosi la libertà di sfogare il proprio estro in alcune determinate sequenze, utili a "colorare" una pellicola già di per sè molto frizzante.
Tale riscoperta dei Beatles - calati nuovamente nella seconda metà degli anni Sessanta, epoca in cui sono sbocciati e fioriti - rappresenta però l'unica vera ragione d'interesse di un film che, per il resto, racconta una storia non più necessaria, fuori tempo massimo; a cosa serve oggi l'ennesima pellicola musicale sulle grandi contestazioni all'amministrazione Johnson, sulla celebrazione dell'amore libero, sull'emancipazione della mentalità operaia? In questo Across the Universe si dimostra un pò "ruffiano", utilizzando stilemi arcinoti e sentimenti a buon mercato per provocare facili reazioni emotive.
Vale una visione solo il gusto visionario della regista, e la riscoperta emozionante dell'attualità di moltissimi testi dei Beatles; ma la pellicola, probabilmente, verrà ricordata solo dagli appassionati del genere.

pubblicata anche qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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GionUein

Reg.: 20 Mag 2003
Messaggi: 4779
Da: taranto (TA)
Inviato: 26-10-2007 16:23  
Se ne sente parlare tantissimo e benissimo.
Il Trailer poi è davvero intrigante.
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U N I T A C I N E F I L A

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 26-10-2007 16:36  
e poi Across the universe è uno dei pezzi dei Beatles che preferisco. magari direi lo stesso di altri 40-50 brani, ma ora non stiamo a sottilizzare
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 05-11-2007 14:15  
Across the universe è il capolavoro dei beatles per me

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 06-11-2007 07:51  
un film straordinario, un'opera d'arte da ricordare.
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 10-11-2007 11:51  
Metto qui quanto scritto per Filmup, non é abbastanza, per i suoi riferimenti visivi e simbolici il film andrebbe scandagliato e valorizzato mille volte meglio, ma spero di invogliare qualche deciso alla visione. Forse nei prossimi giorni posto un'intervista che ho realizzato con Julie Taymor, una donna geniale, bella (nel senso profondo del termine) e affasciannte come poche mi é mai capitato di vedere.


Un film che ha come colonna sonora 33 canzoni dei Beatles parte già con un bel vantaggio rispetto ad un qualsiasi altro film. Se poi viene diretto da un genio come Julie Taymor, ecco allora che il capolavoro è compiuto. Chi scrive utilizza questo termine contravvenendo a due regole non scritte della critica: mai utilizzare aggettivi massimi (e cioè capolavoro) e mai iniziare una recensione dando il giudizio: il lettore non avrà voglia di leggere il resto. Il fatto è che così come ci si emoziona durante il film in questione, così si è felici di ripensarci e parlarne dopo davanti ad un foglio Word che attende di essere riempito e che, si spera, possa invogliare chi legge a recarsi al cinema.
“Across the universe” è un film che va al di là di qualsiasi catalogazione. Non è un musical in senso stretto: le canzoni utilizzate non solo sono di avvenimenti e atmosfere degli anni 60 e 70, ma anche filo narrativo di una storia d’amore già di per sé interessante. A queste si fondono le immagini facendo diventare il tutto una vera e propria opera d’arte, uno stimolo multiforme fatto di colori, figure, evocazioni e movimenti che non ha termini di paragone nell’arte contemporanea se non nella video arte. Ogni fotogramma ha una costruzione simile a quella di un dipinto, ma dal quale si eleva per l’elemento sonoro. Si pensi alle straordinarie sequenze di Strawberry Fields o di Mr Kite. Le canzoni dei Fab Four funzionano perfettamente nei loro nuovi arrangiamenti e riescono a rievocare l’intero panorama musicale di quegli anni, dal gospel al rock, dal pop alla lirica: le musiche sono del marito della Taymor, il premio Oscar (per Frida) Elliott Goldenthal. E citati sono anche personaggi simbolo dell’epoca: Janis Joplin, Jimi Hendrix e un Joe Cocker che appare davvero (in più i camei di Bono e di Salma Hayek). Per costruire questo mondo che ebbe in NewYork il proprio epicentro, i riferimenti visuali diventano le bambole di Peter Schumann, le cover degli album delle band dell’epoca, ”Hair” e il teatro come luogo in cui tutti possono entrare in scena e dopo due passi trovarsi al centro dell’attenzione. Si canticchia seguendo la storia, si aspettano i cori e i contro cori in ogni canzone in cui siamo abituati ad ascoltarli, ma soprattutto si rimane affascinati dalla capacità di questa regista, così visionaria e allo stesso tempo ancorata alla realtà (intesa come Storia: che si ripete, che scorre), di inventare quadri e creare emozionanti percorsi mentali per associazioni di idee. I suoi attori sono tutti perfetti, interpreti e allo stesso tempo cantanti in presa diretta (quel che si sente è sempre la loro voce in quel momento, nessuna registrazione). Divertenti le scelte dei nomi dei protagonisti e impossibile non accompagnare “Lucy in the sky with diamonds” dalle immagini dei titoli di coda. Se all’inizio si è utilizzata la parola capolavoro è per questo: quanti altri film in futuro sapranno sintetizzare con la stessa efficacia e bellezza quel mondo raccontato da “Across the universe”? Quanti film musicali avranno più inventiva, più studio dietro ad ogni scelta, più allegria e gioia di vivere rispetto a questo? Forse qualcuno potrà trovare il tutto, in alcuni frangenti, ripetitivo o forzato nel suo sviluppo, ma sarebbe un appunto che non guarda in profondità. Quando la quantità è di momenti riusciti, come accade in questo film, annoiarsi è un insulto alla fantasia.

(pubblicata giá qui: http://filmup.leonardo.it/acrosstheuniverse.htm )

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[ Questo messaggio è stato modificato da: FilmUP il 19-05-2009 alle 16:04 ]

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kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 24-11-2007 13:23  
Trama: Inizi anni 70, il giovane Jude, stanco della vita monotona e ripetitiva dei docks di Liverpool, si reca a New York a cercare nuovi stimoli emozionali. Lì trova una città in fermento culturale creativo ma anche in piena protesta contro la disastrosa guerra in Vietnam che sta mietendo vittime tra i ragazzi Americani. Lì però incontra anche l'amore, che ha la faccia pulita di una ragazza bionda e degli altri giovani in cerca di indipendenza personale. Il gruppo costruitosi attorno alla figura della cantante Sadie sembra rimanere fuori dal coinvolgimento diretto della guerra, se non fosse che all'improvviso uno di essi viene chiamato al reclutamento ...


Commento: Una spiaggia, un uomo solo, improvvisamente arriva il canto che riempie la solitudine e toglie le barriere dello spazio per calare il nostro status di singoli, in nome della musica gli animi si riempiono e non siamo più soli. Così parte questo bellissimo Across the universe diretto da Julie Taymour (autrice di Frida con Salma Hayek) strepitoso omaggio agli immortali versi resi con anima sonora sublime dei Beatles, che fanno da autentico leitmotiv e motore del racconto. Jude (il nome del protagonista è riferito di fatto alla canzone con ritornello che lo ricorda) è il traghettatore di emozioni che unisce idealmente la città dei quattro scarafaggi (una Liverpool grigia e monotona, senza emozioni e dalla vita qualunque) alla America fine anni sessanta sconvolta dalle vicende del Vietnam.
Come per altri film musicali la grande ferita americana (oggi chiusa per via di quelle nuove aperte e in fondo ricordata e ripresa più dal cinema che da altri riferimenti storico/culturali odierni) non è vista direttamente nel suo svolgimento (le scene belliche sono intense ma brevissime) ma quanto più nelle sue conseguenze sull'humus socio culturale della popolazione, con il convivere dell'evento dei movimenti hippie e della pop art del pre/dopo Woodstock. La regista non lesina di fornire iconografie dirette sin da subito, come la scritta Freedom sul ponte vicino al luogo dove Jude e Prudence fanno l'autostop, oppure con frasi al vetriolo che condannano il falso perbenismo (“siete tutti così pulitini, e poi potreste essere quelli che ammazzano a martellate nonna” dice Sadie) o altre che indicano di guardare dentro nell'animo e non solo all'apparenza ( “Non c'è specchio nel bagno” indicando la necessità di andare ben oltre a un lavaggio esterno con il sapone).
Il film vive di incredibili momenti onirici (bellissime sia le coreografie del balletto nella caserma al momento del reclutamento, tante quanto quelle stile Atalante nell'acqua oppure quelle psichedeliche del circo con gli uomini blu) ma il tutto è calato in una atmosfera serissima di condanna alla guerra, di ricerca della libertà personale come quella culturale di tutti senza dover poi diventare come chi si condanna (“credevo che le bombe le usassero gli altri”) per eccessiva folle miopia nel perseguire i propri ideali. Le parole dei Beatles vengono messe addosso a personaggi di ogni estrazione sociale (neri, disadattati, mendicanti, uomini comuni di strada) e modificati di stile, con un gusto incredibile per la sperimentazione intelligente. Impossibile non emozionarsi mentre sui tetti si canta “All you need is love”, mentre tutto intorno parla di odio e di incomprensione, con la legge che teme più i canti di protesta che gli atti criminali densi solo di odio.
Come si sottolinea “La musica è l'unica cosa che riesce ad avere un senso per poter scacciare i demoni” quando l'intransigenza delle parti non permette nessun dialogo.
Le scenografie non sono ricchissime, fondamentalmente l'arte che ne compone gli elementi visivi è abbastanza povera, ma i balletti sono talmente densi di fascino e pieni di arte da lasciare impietriti dall'emozione (e ci scappa pure una citazione de Il grande Lebowsky), in un graduale riversamento dal terreno all'onirico (come dimostra il cambiare del titolo del bar dove vanno i ragazzi da Delicatessen a Psychedelic Delicatessen). Sul lato attoriale (in fondo privo di grandi nomi) bravissimo Jim Sturgess (che fa Jude) mentre la bionda protagonista Evan Rachel Wood (dopo Thirteen e Down in the valley una bella conferma) è il ritratto acqua e sapone di un america che da Happy days diventa da Scream days (facendoci perdonare la citazione di un serial tv del 1974 nella creazione è posteriore alle date degli eventi del film).
Un film in definitiva stupendo, perfetto nel voler trasmettere in maniera completa un messaggio, grandioso nel chiudere un cerchio narrativo e dalla narrazione originale e suggestiva utilizzando le canzoni immortali di un tempo che fu. Attraverso l'universo d'accordo, ma anche attraverso l'animo di noi tutti per un film imperdibile che non deve per nessun motivo essere tralasciato, indipendentemente che piaccia il film musicale o meno in quanto buca completamente il genere per rivolgersi a tutti noi in maniera completa, donando un messaggio di pace e amore unico non platonico. Perderselo sarebbe davvero imperdonabile, anche se non si capisce perchè ogni tanto i sottotitoli italiani (essenziali in un film che muove le immagini e il racconto con la comprensione dei testi delle canzoni) spariscono senza senso. Guest star Bono Vox nella parte di un folle imbonitore stile circense.
Hey Jude ...

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 01-12-2007 18:49  
Che meraviglia di film! Come patito dei quattro di Liverpool non ho potuto certo non apprezzarlo, ma aldilà di questo ho trovato notevole la capacità di creare una storia collegando tra di loro (anche con un certo rigoroso ordine cronologico)le svariate canzoni dei Beatles. Notevoli anche le ambientazioni, la proletaria e un pò tetra Inghilterra del nord e la ricca e luminosa America dove si ambienta la maggior parte della vicenda. I nomi dei personaggi sono beatlesiani; Lucy, Jude, Jojo (Get back), Sadie (sexy Sadie), Prudence, Dr.Robert ecc. magnifica la parte in cui Jude incazzatissimo canta Revolution, stupende quelle di Benefit for Mr.Kite e Come together (dove si riconosce un alquanto invecchiato Joe Cocker).Credo proprio che questo film rischi di fare incetta di oscar, unica pecca una troppo facile similitudine con opere come Fragole e sangue ed Hair.
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 01-12-2007 20:24  
quote:
In data 2007-12-01 18:49, eltonjohn scrive:
stupende quelle di Benefit for Mr.Kite e Come together

concordo sul fatto che queste due sono apprezzabili, insieme allo splendido gospel su Let it be.
il resto è merda.
anzi no. il resto è niente. era già tutto scritto, detto, composto, cantato, manifestato, dai beatles.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 01-12-2007 20:33  
quote:
In data 2007-12-01 20:24, sandrix81 scrive:
quote:
In data 2007-12-01 18:49, eltonjohn scrive:
stupende quelle di Benefit for Mr.Kite e Come together

concordo sul fatto che queste due sono apprezzabili, insieme allo splendido gospel su Let it be.
il resto è merda.
anzi no. il resto è niente. era già tutto scritto, detto, composto, cantato, manifestato, dai beatles.



Ok, ma che male c'è a ricordare visto che quest'epoca è così avara d'emozioni?
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
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Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 01-12-2007 21:25  
che cazzata.
povera d'emozioni lo sarà per te.
e in ogni caso per ricordare i beatles esistono i dischi.
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
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Da: novafeltria (PS)
Inviato: 01-12-2007 21:39  
Dipende cosa intendi per emozioni. Se per emozioni intendi lo sballo momentaneo di una droguccia, lo sbattersi una sciaquetta, andare alla festa di un amico pieno di soldi o altre piccolezze varie, tientele pure tali emozioni. Se per emozioni intendi emozioni "creative" non ne vedo tante in giro sinceramente, ma forse tu sei uno che si accontenta
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 01-12-2007 21:42  
o forse tu sei uno che non guarda.
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eltonjohn

Reg.: 15 Dic 2006
Messaggi: 9472
Da: novafeltria (PS)
Inviato: 02-12-2007 13:44  
quote:
In data 2007-12-01 21:42, sandrix81 scrive:
o forse tu sei uno che non guarda.



E che c'è da guardare (e da sentire) se non orrori a perdita d'occhio...almeno per quanto riguarda il nostro sventurato stivale
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Mayapan

Reg.: 17 Nov 2006
Messaggi: 932
Da: milano (MI)
Inviato: 02-12-2007 14:00  
Visto ieri. Nel complesso mi è piaciuto, alcune scene certo più di altre: in assoluto quella della partita a bowling.
L’impressione che ho avuto è quella che le varie scene non fossero sempre ben collegate fra loro, a volte quasi isolate. Diverse storie non del tutto ‘unite’.
Che questo sia un fatto voluto o meno dalla regista non saprei.
La scelta delle canzoni e l’abbinamento scene-canzoni, ma anche le stesse scene, invece mi sono piaciute.
Sono andato al cinema ma non con l’intento di vedere un film vero e proprio, quindi non ho dato molto peso alla cosa e posso dire che nel complesso mi ha soddisfatto.

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[ ...il suo salvataggio è un viaggio in luoghi lontani ]

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