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Autore Spiral out. Keep going..
Deeproad

Reg.: 08 Lug 2002
Messaggi: 25368
Da: Capocity (CA)
Inviato: 01-10-2006 15:24  
quote:
In data 2006-10-01 15:13, Marienbad scrive:
(sono un'ottima Secretary......)



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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 01-10-2006 16:12  
Esattamente....
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Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 03-10-2006 23:32  
quote:
In data 2006-09-30 16:05, vietcong scrive:

sì, anch'io dico sempre LE breeders..

Grande Last Splash... purtroppo appartiene a quel gruppo di dischi che non riesco più ad ascoltare perché si è impregnato di passato (non traumatico, solo passato), ed è un peccato, perché come dici tu ha una densità che spinge ad ascolti uteriori (penso all'orecchiabilità nascosta nei pezzi più noise). Ci ritrovo ovviamente molto pixies, con il loro pop deragliato, le mille trovate geniali (ma sempre semplicissime), l'intuito melodico infallibile. Per altro, se si ascolta Last Splash e Trompe le Monde ci si rende conto di quanto i primi due lavori dei Pixies si fossero avvantaggiati dalla fusione della personalità di Franck Black e Kim Deal. Per quanto Trompe le Monde (ultimo disco dei Pixies in cui si avverte ormai l'emarginazione di Kim) sia ottimo, non è all'altezza dei primi due capolavori, e lo stesso si può dire del pur eccellente Last Splash.




concordo (quasi) in tutto.
per esplicare quel (quasi) sarebbe necessario infilare qui su 2 piedi lunghe argomentazioni riguardanti Pixies e Black, ma purtroppo ho un deficit temporale al momento...
ecco perchè vorrei soltanto sottolineare queste parole: appartiene a quel gruppo di dischi che non riesco più ad ascoltare perché si è impregnato di passato (non traumatico, solo passato).
è una sensazione comune in chi ascolta molta musica e da molto tempo soffrire di più o meno saltuari e spontanei rigetti verso alcuni album. può trattarsi di veri e propri oggetti di culto, in taluni casi, che ad un tratto il timpano ripudia o più lievemente snobba.
miei personali esempi sono tutti gli album dei Nirvana (escluso Outcesticide, che ogni tanto ancora ascolto), 1976 degli Ash (non prendetemi per il culo, un tempo lo ascoltavo a manetta), tutti gli Iron Maiden, il black-album dei Metallica, Welcome to the Cruel World di Ben Harper e la lista potrebbe durare ancora per molto...
il fatto curioso sta nella motivazione di questi rigetti... troppi ascolti? gusto musicale radicalmente cambiato (alcuni degli esempi precedenti potrebbero contraddire questo fatto)? distacco generazionale come affermava vietcong?
curioso si, curioso...
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Rubare in Sardegna è il Male.

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 13-11-2006 12:25  
stasera concerto dei Tool.
nei prossimi giorni potrei scrivere qualcosa a riguardo...
cazzo, è un secolo che non vado ad un concerto...
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Rubare in Sardegna è il Male.

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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 15-11-2006 19:12  
14 novembre 2006

Concerto dei Tool del 13 Novembre – Mandela Forum (FI)

Conosco i Tool da molto tempo. Certo, non sono uno dei fan degli esordi (mmmm…che poi ne esisteranno così tanti?), ma li apprezzavo già dai tempi di Aenima, e Lateralus fu per me un’autentica folgorazione (in tal proposito è necessario un ringraziamento al defunto Audiogalaxy…). Sono trascorsi oramai molti anni da quel lontano 2001, ma ricordo come fosse ieri la magnifica consapevolezza di un sound unico e devastante che illuminava il nuovo millenio, un album che assorbiva ogni nuovi ascolto e lo sputava fuori con sempre maggior vigore. Attanagliava, sbalordiva e sconvolgeva le percezioni uditive in tutta la loro frammentarietà. Lateralus è probabilmente l’unico album che non ho mai sentito criticare da qualsivoglia fonte. Lo hanno fatto con i Led Zeppelin, lo hanno fatto con i King Crimson, lo hanno fatto con i Velvet Underground… e scusate se dico poco. Ma con Lateralus no. Intoccabile, per quanto denso e perfetto. Affanculo chi lo elegge la pietra miliare del prog-metal del nuovo millennio. I Tool non fanno un genere musicale, i Tool sono un genere musicale.
Purtroppo, come ogni amore viscerale e intenso, quello per i Tool ha rischiato di dissolversi nell’incedere del tempo. 10.000 Days sembrava non arrivare mai, gli A Perfect Circle erano sempre in mezzo ai coglioni (per carità, bravi, ma lontani anni luce dalla potenza espressiva dei Tool) e così siamo arrivati al 2006. Esce finalmente il nuovo album ma io, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per il timore di una delusione cocente, ho rimandato di mese in mese l’ascolto. Un giorno di primavera, dirigendomi verso la casa della mia ragazza a Bologna, mi imbatto per puro caso in un nerissimo poster con su scritto “Tool”… Scoprò così che si esibiranno in qualche data italiana, ma declino l’idea di assistervi. Non conosco le canzoni nuove, non ho voglia di organizzarmi e conosco strane leggende negative sui loro live. E mi distacco nuovamente, fino a Settembre…
Fine Settembre. Incazzato nero per essermi perso tutte le date italiane dei Pearl Jam, discuto con un amico romano (rodendo a più non posso) riguardo alla eccelsa riuscita di due di queste, alla quale lui (fortunato di merda) ha assistito. Gli dico che molto probabilmente dovrò “ripiegare” (occhio al termine…) sui Tool, che a Novembre saranno a 5 minuti dalla mia casa fiorentina. Lui mi rivela che è andato a sentirli a Roma, nella data primaverile, ma ne è uscito decisamente deluso: Maynard perennemente immobile, perennemente di spalle al pubblico, distaccato, lui e i musicisti notevolemente al di sotto delle aspettative musicali, un’ora e poco più di concerto… Si vociferava che fossero incazzati… L’amico, però, sottolinea il fatto che, nonostante il rischio di beccarsi un concerto del genere, i Tool sono i Tool. Da vedere almeno una volta. Detto fatto. Metto le mie manine pacioccose sull’ultimo LP e in Ottobre compro il biglietto.
10.000 Days si rivela l’ennesimo gioiello, nonostante le critiche a scroscio che si leggono un po’ ovunque, scritte da ebeti impomatati di merda nei timpani. Il desiderio di assistere al live cresce, così mi “ripasso” un po’ di vecchie conoscenze audio, i testi e le nuove perle, fino a che non arriva il 13 Novembre...

Nei circuiti webbettari già si parla di questo live come uno dei migliori di sempre, tra quelli europei dei Tool. Nei forum dei fans si legge entusiasmo per l’esecuzione (rarissima!) delle due stupende Wings, gente che rosica perché il concerto di Torino non è stato di molto superiore a quelli primaverili e non se l’è sentita di rischiare per più di una data etc…etc... . Da parte mia mi ritengo fortunato, poiché questo è stato “uno dei”, se non “il”, concerto migliore a cui abbia assistito nella mia vita. Eccone l’entusiasta resoconto.

Alle 19:30 siamo di fronte al palazzetto. Panino e qualche birra per ottenere le giuste risorse energetiche, non si sa mai che accada un qualche collasso durante il concerto. Con relativa calma ci appropinquiamo all’entrata. Una volta dentro l’anticamera si possono già sentire le roboanti note dei Mastodon (il gruppo di supporto) far tremare l’intero edificio. Io e un compare di casa optiamo per stare giù, di fronte al palco, gli altri due scelgono le gradinate.
I Mastodon, di cui avevo sentito qualche pezzo, risultano delle discrete belve da palco: carichi, motivati da un notevole appoggio del pubblico (cosa che raramente i gruppi di supporto possono riscontrare), suonano molto bene. Purtroppo l’acustica del Forum non è esattamente perfetta, fattore che penalizzerà anche i Tool, e di conseguenza la voce dei due cantanti si sente a malapena, mentre i bassi rimbombano a più non posso. Il volume è alto. Fottutamente alto. Le cose non cambieranno con Maynard e soci, così mi ritrovo tutt’ora con l’udito ovattato. Poco male: ieri sera credevo addirittura di essermi fotutto definitivamente i timpani. Lo giuro, un quantitativo di decibel da denuncia, considerando poi che il palazzetto non è effettivamente un’arena per quanto riguarda l’aspetto volumetrico. Lasciamo stare…
I Mastodon concludono la loro esibizione ed io colgo l’occasione per spararmi un’altra birra marmata e indi avvicinarmi ad una posizione definitiva di fronte al palco, mentre innumerevoli zaffate di ganja fluttuavano nelle mie nari, nella fremente attesa del delirio che di lì a poco si sarebbe consumato in zona.
Ore 21:00. Le luci si abbassano, suoni campionati e drones iniziano a riempire l’aria intorno a me, la temperatura si innalza e d’improvviso eccoli. I Tool. Si inizia con Stinkfist e già l’atmosfera si fa incandescente, mentre riesco a focalizzarmi sui dettagli che accompagnano questa esibizione. Su richiesta espressa del gruppo sono vietati i flash, così la Security si preoccupa di beccare tutti i furbacchioni puntando faretti dritti in mezzo alla folla. Mi iniziano a girare i coglioni, anche perché ogni tanto vengo accecato dai bastardoni, ma dopo che qualche cazzone viene portato fuori di forza dagli energumeni in nero, la situazione si placa e posso finalmente concentrarmi sul palco. Osservandolo capisco immediatamente che i 40 euro del biglietto sono stati ben spesi dal punto di vista “visivo”: 4 schermi rimandano in continuazione fotogrammi e video di quel geniaccio visionario del chitarrista Adam Jones. Maynard, dal canto suo, si esibisce nei suoi famosi balli snodati, pare un demoniaco posseduto mentre canta con la sua cresta scrausa. Una maschera antigas modificata per sorreggere/inglobare il microfono è costantemente sul suo volto (non se la toglierà per tutto il concerto) e questo porta al secondo difetto riscontrato nell’esibizione: l’eco che la maschera creava nella voce di Keenan non era esattamente godibile, vista anche la pessima acustica del posto, e alla lunga diventava quasi disturbante. Niente di trascendentale comunque…
La seconda song è anche la prima presa dal nuovo album, si tratta di The Pot. Esecuzione perfetta, che permette di immergersi sempre più nel tool-world fatto di distorsioni, virtuosismi tecnici, satanica reiterazione e stato allucinatorio. Le percezioni si amplificano, tutti i sensi sono colpiti, mentre il cantante si contorce come una figura cinese contro le disturbanti immagini che scorrono sugli schermi. L’atmosfera acquista progressivamente un qualcosa di magico, un’emotività che esploderà nella parte finale dell’esibizione. Si ritorna indietro nel tempo con un’altra eccelsa interpretazione di 46 & 2, mentre Jambi permette al pubblico di comprendere la logica che sta dietro alla scaletta: un brano storico alternato ad uno del nuovo album, e così via, fino in fondo…
Accompagnata dalle immagini del videoclip arriva la magica Schism. Adam Jones ci piazza qualche stecca, ma il ritmo notevolmente rallentato diventa ipnotico, suadente/repellente, e ci introduce ad una maggiore intensità nelle esecuzioni dei brani. Justin Chancellor (il bassista) e Danny Carey (il batterista) si rivelano le belve ritmiche di cui tanto avevo sentito parlare e che avevo adorato in Aenima. Il primo, in particolar modo, riesce a cacciare fuori dal suo strumento suoni disumani. A tal proposito un aneddoto. Mentre mi stavo infuriando con loro poiché sentivo una traccia chitarristica di una canzone suonare nell’aria senza che Adam la producesse con il suo strumento, iniziando a bestemmiare per la dubbia giustificazione che può sussistere nell’utilizzare una preregistrazione durante un concerto, mi giro e cosa vedo? Justin che suona la traccia incriminata. Con il basso, perdio! Ed io che ero sempre stato convinto che fosse un pezzo di chitarra! Per altro non sarà la prima e unica volta in tutto il concerto… Fine aneddoto.
Schism si conclude e viene seguita da Lost Keys, intermezzo che nel pieno stile introdotto in Lateralus lancerà la successiva Rosetta Stoned: mentre liriche su rapimenti alieni vengono decantate in modo a dir poco sublime dalla graffiante voce di Maynard Keenan, l’incedere musicale si fa diabolico e i cambi di ritmo devastano l’animo come scosse elettriche. Ci si inizia a rendere conto che lo “strumento senza libero arbitrio” è in stato di grazia questa sera, lo si percepisce nell’aria...
Un altro tuffo nel passato con Sober e a seguire ecco la parte calda dell’esibizione. C’è una breve pausa, durante la quale Justin invita il pubblico ad illuminare con gli accendini il buio temporaneo del palazzetto. Tutti eseguono e l’ambiente satura come durante le migliori ballate di un gruppo rock, ma ancora nessuna musica… Si accendono fasci di laser verde nell’aere, giochi di luce scompongono, assemblano e nuovamente smembrano il palco. Maynard si rifugia dietro all’apparecchiatura elettronica, quasi nascosto nell’oscurità. Quieta ma inquietante, inaspettata viste le cronache, inizia Wings for Marie. Veniamo immersi in un turbine emozionale di preziosa bellezza sonora, mentre Keenan comincia il suo lamento (“You believed, You believed in moments not conceived, You believed in me…”). E’ un incedere triste quanto intenso, ci lasciamo prendere da emozioni che raramente la musica riesce a regalare, grazie a questo canto funebre (dedicato alla disgraziatissima madre del cantante), passionale, lacerante(“Didn’t have a life, Didn’t have a life, But surely saved one”) e infine quasi liberatorio (“Ten thousand days in the fire is long enough, You’re going home”). All’inizio della seconda parte di questo canto, la title-track 10.000 Days, le geometrie facciali della copertina del nuovo album iniziano a pulsare da dietro gli schermi, invisibili fino a quel momento, si colorano di rosso e giallo (“Red & yellow then came to be…”). Si tratta del picco emozionale di questa magnifica esibizione e così la tristezza di una perdita avvolge pure i nostri animi, quasi fusi tramite gli stupendi meccanismi della musica. Riesco a percepire lievi singhiozzi nella voce di Maynard, il quale scuote impercettibilmente la testa con fare malinconico. Un’esperienza unica, questa volta devo affermarlo con la più pura sincerità.
Come preannunciato dal palco, ecco a seguire Lateralus, una delle mie canzoni preferite (vedi il titolo di questo thread…), che si distacca dall’intimità raggiunta precedentemente per scaricarci addosso un’energia mostruosamente passionale, condita da un’esecuzione questa volta veramente impeccabile. Io ormai cantavo a squarciagola, mentre le mie tonsille, già duramente provate da un’influenza autunnale, ci rimettevano definitivamente la pelle.
Il concerto si è concluso con Vicarious e il clisterone di Aenema, due sonori schiaffoni alle nostre membra e menti per chiudere, infine stremati, la devastante spirale musicale che ci ha condotti ad un supremo stato di estasi sonora. I Tool ringraziano il pubblico, promettono una nuova visita per la prossima estate e tutti possono dileguarsi con notevoli sorrisi dipinti sulle labbra. Faccio appena in tempo, mentre mi dirigo verso l’uscita, a piantare un intenso quanto involontario spintone ad uno strano personaggio con cappello etnico e aderenti pantaloni di pelle. Mi volto per chiedere scusa e chi mi ritrovo davanti? Quel fulminato di Piero Pelù. Anche lui a vedere i Tool. Chi l’avrebbe mai detto?

In culo ai Pearl Jam che mi hanno tradito con le date.
Appena Maynard & Co. torneranno da queste parti saprò che ci sarà un concerto assolutamente da non perdere.
Il loro.


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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 15-11-2006 20:27  
minchia, rileggendolo ho notato (in realtà l'avevo fatto anche prima, si) che questo post sul concerto mi è venuto fottutamente lungo.
il che equivale a dire che nessuno, tranne forse il malebolgico per affinità elettiva, se lo leggerà.
ai posteri.
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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 16-11-2006 01:44  
sì.
sono tornato da rimini da 5 minuti e ho appena letto il resoconto del concerto di abiz.
per quanto mi riguarda, scriverò qualcosa domani.
giusto due righe. di numero.
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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 16-11-2006 13:14  
mastodon, mastondotici. anche se alla lunga i rimandi al metal old-school mi facevano storcere il naso. il batterista è una macchina. di una precisione e una compostezza uniche.

avevo già visto i tool a roma e bologna.
leggendo ciò che ha scritto abiz noto che anche per qeste esibizioni in italia, tra un concerto e l'altro cambia quasi nulla, scaletta, scenografia (molto suggestiva, invero) e intermezzo con pausa (con accendini) pressoché identici, quindi.
acustica, di merda.
la voce di maynard si sentiva pochino, i tamburi della batteria e il basso (distorto) tendevano a rimbombare troppo.
e ogni tanto avevo l'impressione che loro fossero venuti a timbrare il cartellino, più per lavoro, dunque, che per divertimento...
ma a parte questo il concerto è stato ottimo.
ottimo perché ormai loro si intendono a meraviglia e sono tecnicamente ineccepibili. ottimo perché con le canzoni di aenima undertow e lateralus sono cresciuto e vederle eseguite a 5 metri da me è da pelle d'oca.
ottimo, per quanto mi riguarda.
non poteva essere altrimenti.
e questo basta.
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13Abyss

Reg.: 20 Lug 2003
Messaggi: 7565
Da: Magliano in T. (GR)
Inviato: 16-11-2006 14:20  
succinto quanto basta.
comunque nel concerto di Firenze non sembrava che stessero timbrando il cartellino.
per carità, sono abbastanza lineari e programmatici nei loro concerti, a quanto ho sentito dire, ma mi aspettavo di peggio.
e giuro (e ripeto) che l'esecuzione delle 2 Wings è stata un qualcosa di superiore, il miglior momento live che abbia mai vissuto.
del resto l'alchimia non la crea soltanto chi suona, ma soprattutto la fa da padrone lo stato d'animo di chi ascolta.

ma insomma malebolgico, ti chiedo solo questo (per mia curiosità personale): paragonami il concerto di ieri a quelli a cui hai assistito in primavera. nettamente superiore, no?
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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 17-11-2006 12:01  
quote:
In data 2006-11-16 14:20, 13Abyss scrive:


ma insomma malebolgico, ti chiedo solo questo (per mia curiosità personale): paragonami il concerto di ieri a quelli a cui hai assistito in primavera. nettamente superiore, no?




sì, confermo.
al concero dell'altro ieri hanno suonato decisamente meglio, di più e coadiuvati da una scenografia più suggestiva rispetto alle due date in primavera.
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Janet13
ex "vinegar"


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Messaggi: 15804
Da: Cagliari (CA)
Inviato: 17-11-2006 17:20  
quote:
In data 2006-11-16 13:14, malebolgia scrive:
tra un concerto e l'altro cambia quasi nulla, scaletta, scenografia (molto suggestiva, invero) e intermezzo con pausa (con accendini) pressoché identici, quindi.




No. quello di Torino non era al livello di quello di Firenze
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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 18-11-2006 13:51  
quote:
In data 2006-11-17 17:20, Janet13 scrive:
quote:
In data 2006-11-16 13:14, malebolgia scrive:
tra un concerto e l'altro cambia quasi nulla, scaletta, scenografia (molto suggestiva, invero) e intermezzo con pausa (con accendini) pressoché identici, quindi.




No. quello di Torino non era al livello di quello di Firenze




sì, ci credo.
io comunque stavo confrontando lo show di firenze con quello di rimini dove, peraltro, non hanno eseguito "the pot".
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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 21-06-2007 01:43  
abysso probabilmente lo saprai già ma il 2 settembre qui ci sono i tool (insieme ai nine inch nails, e ad altri gruppi minori ma non so quali). al parco nord, non so se si paga o se è un megaconcerto aggratis tipo mtvday-ma-più-fico
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Maresca

Reg.: 12 Mar 2007
Messaggi: 2111
Da: Siviglia (es)
Inviato: 21-06-2007 02:10  
Sarà l'Independent Days...
Si potrebbe anche puntarci come parziale risarcimento per Mestre, chissà...

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malebolgia

Reg.: 15 Gen 2003
Messaggi: 2665
Da: matelica (MC)
Inviato: 23-06-2007 11:04  
io vado di sicuro.
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