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Autore Digitale o pellicola
ManiacM

Reg.: 01 Giu 2004
Messaggi: 861
Da: San Vero Milis (OR)
Inviato: 09-08-2004 16:20  
quote:
In data 2004-07-26 00:55, denisuccia scrive:
tra l'altro ho letto che alcuni registi decidono di filmare con la pellicola ma seguire alcune scene anche in digitale per poter poi rielaborare solo alcune sequenze... sarei curiosa di conoscere alcuni esempi!




Un esempio viene da Dogville: la prima scena, quella in cui la macchina da presa scende sulla città attraverso la nebbia è il risultato dell'unione di parecchie riprese digitali prese da diversi punti del soffitto del teatro in cui si girava il film che era troppo basso per permettere di riprendere una panoramica dall'alto di tutta l'area.

Un'altro esempio un po' diverso di pellicola-digitale promiscuo è "the million dollar hotel" di wim wenders il quale ha girato il film su pellicola per poi riversarlo in digitale per il montaggio e la post-produzione e nuovamente in pellicola per la distribuzione nelle sale.

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 09-08-2004 22:34  

quote:
In data 2004-08-08 22:49, 83Alo83 scrive:
quote:
In data 2004-08-08 22:22, Hawke84 scrive:
io volevo porre una questione:
ma secondo voi con l'avvento del digitale una figura fondamentale come il direttore della fotografia, all'interno di una produzione cinematografica, potrebbe perdere di importanza..se non addirittura essere totalmente sostituita dalla tecnologia sempre più "intelligente"?
io al pensiero..tremo!



hawke, la tecnologia non "decide" le luci, i toni, quindi non c'è motivo di preoccuparsi... le macchine possono solo agevolare il lavoro dell'addetto alla fotografia penso, non limitarne il ruolo.



di questo ne sono convito...
il lavoro con la luce c'è e rimarrà sempre.
Quello che volevo far presente è che forse alcune fasi (come la delicata scelta di obiettivi, pellicole, e filtri diversi a seconda degli effeti desiderati)..saranno forse sostituite dalla tecnologia (nel digitale)!
E questo fa perdere un po' del fascino di questo mestiere..
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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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utopia


Reg.: 29 Mag 2004
Messaggi: 14557
Da: Smaramaust (NA)
Inviato: 11-08-2004 23:24  
La digitale: e´piu´veloce, ti permette di rifare una foto nel caso non sia venuta bene e, se vuoi, scegli da te quali far sviluppare! E poi ti passa tutto su pc!
_________________
Tutto dipende da dove vuoi andare... Non importa che strada prendi!

Happiness only real when shared.

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FabryDivx
ex "ometto"

Reg.: 27 Apr 2003
Messaggi: 1788
Da: Palermo (PA)
Inviato: 11-08-2004 23:32  
quote:
In data 2004-08-11 23:24, utopia scrive:
La digitale: e´piu´veloce, ti permette di rifare una foto nel caso non sia venuta bene e, se vuoi, scegli da te quali far sviluppare! E poi ti passa tutto su pc!




Non si parlava di Fotografia digitale ma dell'utilizzo nel cinema delle due tecnologie ...
Cmq è molto versatile anche per questo!
_________________
""Solo chi teme di non essere mai citato evita di citare" S. M. Ejzenstejn"

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queen6

Reg.: 17 Set 2003
Messaggi: 14
Da: cagliari (AO)
Inviato: 13-08-2004 00:43  
e' ovviamente una questione di contesti e di persone.non ho nulla contro il digitale ma da un punto di vista estetico niente batte la pellicola.non ci sono ne vinti ne vincitori,sono solo due mezzi,un regista bravo e' bravo a prescindere dal mezzo
anche se la pellicola salva anche le

stronzate

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Jeriko

Reg.: 04 Dic 2003
Messaggi: 224
Da: Legnano (MI)
Inviato: 14-08-2004 14:12  
Ragazzi occhio però a non fare confusione, c'è digitale e digitale! Perchè il digitale cinematografico, il cosìdetto digitale ad alta definizione (diverso e decisamente più sofisticato di formati quali mini-dv, dv o betacam) NON E' alla portata di tutti, anzi il noleggio di una telecamera ad alta definizione per il cinema costa quasì più che una 35 mm!!!

l digitale sta trasformando il mondo del cinema in maniera radicale, tanto che qualcuno già grida alla "più grande rivoluzione dall'invenzione del sonoro". Forse è troppo presto per sbilanciarsi in giudizi di questa portata, ma è comunque certo che l'impatto del digitale sta avendo ripercussioni su ogni passaggio della catena produttiva. Infine iniziano a circolare i primi film prodotti interamente in digitale, come "Star Wars Episodio due - L'attacco dei cloni" di George Lucas. In questo ampio dossier un adeguato "punto della situazione", partendo dall'ottimo convegno Unitec-Smpte-Anica di Venezia
di Riccardo Russino

Il cinema digitale è un mercato con grandi potenzialità, ma attualmente bloccato dai costi elevati delle attrezzature per l'equipaggiamento delle sale. La legge 1213/65 per il finanziamento delle opere di rinnovo non prevede oggi interventi sufficienti per consentire il passaggio alla tecnologia di proiezione digitale in un numero significativo di sale". I sostenitori del cinema digitale ovviamente non perdono occasione di mettere in evidenza i vantaggi che la nuova tecnologia porterà. Ma, accanto agli innegabili passi avanti legati al digitale, ci sono ancora degli aspetti non ancora del tutto chiari oppure delle problematiche sicuramente risolvibili, ma che vanno affrontate. Un primo fondamentale aspetto ancora da risolvere è l'individuazione di uno standard comune: allo stato attuale ci stanno lavorando Smpte, EDCF (European Digital Cinema Forum) e ITU (International Telecomunication Union). Il primo film girato in digitale è stato realizzato utilizzando la tecnologia DLP cinema della Texas Instrumental. La pellicola in questione è "Star Wars Episodio Uno: La minaccia fantasma" di George Lucas, un convinto sostenitore del cinema digitale.

l digitale ci porterà a fare cose nuove Angelo D'Alessio, Smpte-Director International Section, ha fatto il punto su dove potrà portarci l'evoluzione delle tecnologie: "Dopo aver preso atto di un'evoluzione tecnologica ed averla implementata si cerca, in una prima fase, di svolgere il lavoro al quale siamo abituati in un minor tempo, con costi inferiori e con una facilita maggiore di realizzazione. Successivamente alla prima fase di implementazione, ossia quando saremo padroni della nuova tecnologia, attiveremo una fase di sperimentazione che ci porterà a fare cose non fatte in precedenza". D'Alessio si è poi ampiamente soffermato ad illustrare le peculiarità del cinema digitale e sul suo processo produttivo. "Nel sistema Digital-Cinema le immagini che riprendiamo vengono convertite in una forma digitale; questi dati digitali vengono compressi e sottoposti ad un sistema di criptaggio e poi successivamente trasferiti, tramite un server centrale, o via satellite oppure usando supporti "pacchettizzati" (ad esempio Dvd), o su fibra ottica. All'interno del teatro o della sala, il materiale filmico ricevuto viene trasferito in una memoria di massa per poi essere letto e inviato al proiettore". È possibile individuare sei aree nel processo produttivo del cinema digitale: acquisizione (la pre-produzione); digital production (la post-produzione); mastering (la creazione di un digital master); distribuzione (via satellite, fibra ottica o dvd); l'esercizio (proiettori digitali controllo e monitoraggio dell'audio e del video); l'archiviazione (l'archiviazione digitale del materiale filmico). "Il sistema adottato per il cinema digitale - ha specificato D'Alessio - si chiama Data Centric Process Flow e come nel cinema tradizionale ha una sua parte editoriale, una fase di produzione con una conseguente post-produzione. Continuando il parallelismo definiamo subito una catena distributiva che ha come prodotto di partenza il Digital Source Master (D.S.M.) che non è altro che l'A.&P. (Answer & Printer) tradizionale. La copia per gli esercenti sarà effettuata direttamente dal D.S.M. e viene definita come D.C.D.M., Digital Cinema Distribution Master". Per quanto riguarda la distribuzione nei cinema, è alla discussione se affidare le fase di decriptaggio all'esercente o di far svolgere questa fase in maniera automatica dal proiettore stesso affinché non ci possa essere il pericolo della diffusione di copie pirata. Questo per il semplice motivo che una copia pirata digitale è identica all'originale (cd masterizzati docet). Il problema della pirateria è infatti uno dei temi più scottanti legati al cinema digitale, tanto che la National Association of Theather Owners sta valutando l'ipotesi che le copie destinate agli esercenti siano protette in modo che eventuali riproduzioni illegali possano nascondere al loro interno le informazioni necessarie per scoprire da quale copia è stata generata quella pirata. Ma per gli esercenti il passaggio al digitale rappresenta, allo stato attuale, un costo notevole. Infatti si tratta di convertire tutte le sale di proiezione: gli investimenti sono stimati in circa 200mila euro a sala. Inoltre quello che per gli esercenti rappresenta un costo, per i produttori si traduce in un risparmio, in termini di costo di stampa, di quantità di copie stampate e distribuite. Il dibattito su come dovranno essere ripartiti questi costi è aperto. Infine non bisogna trascurare l'aspetto dell'innovazione tecnologica: le nuove tecnologie cambiano con una velocità in grado di spaventare gli esercenti perché il rischio è quello di "scoprire - come ha spiegato D'Alessio - dopo pochi anni di dover rinnovare quelle apparecchiature in cui si è investito, in quanto non più utilizzabili o non più conformi ad uno standard qualitativo". Altro problema fondamentale è l'affidabilità della riproduzione di un film. "Oggi le apparecchiature per la riproduzione in D-CINEMA - è sempre D'Alessio che parla - ossia i proiettori e i sistemi di immagazzinamento del prodotto filmico, sono abbastanza affidabili, ma al contrario le apparecchiature per la decodifica dei segnali e tutte quelle periferiche che servono ai fini di una buona e corretta visione ed ascolto non hanno raggiunto un alto tasso di affidabilità".

La parola al regista Al forum è intervenuto anche il regista Paolo Virzì, che ha snocciolato con simpatia cosa la sua categoria si attende dal digitale: "ci si aspetta di poter controllare l'immagine, per poterla ritoccare e insaporire in relazione a quello che effettivamente vogliano esprimere, anche quelle volte in cui o le condizioni atmosferiche o ritmi serrati di lavoro non ci permettono di curare fino in fondo in fase di ripresa. Speriamo di non essere più schiavi del cattivo tempo ogni volta che si gira una scena all'aperto, bensì di poter ritoccare quando necessario il grigiore del cielo. Oltre a questo ci si aspetta che lo sviluppo tecnologico possa permettere di avere delle macchine da presa sempre più leggere che diano la possibilità anche ad un regista che non é abituato a sostenere il peso della cinepresa di girare con maggiore agilità una scena". "Non sappiamo - ha concluso Paolo Virzì - come sarà il cinema del futuro, proprio a causa della rapidità con cui la tecnologia si evolve, fornendo mezzi che rendono sempre più versatile il modo di realizzare un film. Sicuramente si continueranno a raccontare delle storie e ci si augura che il controllo sempre più preponderante su ciò che si realizzerà renderà il modo di farlo sempre più piacevole agli occhi degli spettatori"

Non è meglio o peggio, è diverso Importante indagare anche come si avvicinano alla realtà digitale i produttori cinematografici (quelli che, detto per inciso, ci mettono i soldi). Al forum di Venezia è intervenuto Giampaolo Sodano, presidente Eagle Pictures e presidente dell'Unione Nazionale delle Imprese Industriali di Distribuzione Multimediale. Il suo discorso è improntato all'ottimismo, ma soprattutto alla curiosità: "Al cospetto di ogni novità - ha affermato - si verificano sempre due tipi di approcci: o la resistenza o l'interesse per il cambiamento". "Personalmente credo che quando si ha l'occasione di provare qualcosa di nuovo vale la pena farlo. Quando è nato il digitale ho sostenuto la tesi "produciamo in digitale, per il semplice motivo che è nuovo e diverso rispetto alla pellicola". Verranno meglio o peggio? Non è questo il punto, questo è un ragionamento sbagliato. Non è migliore o peggiore, ma è diverso: è un'altra tecnologia che darà risultati diversi rispetto alla pellicola. Non va nemmeno posto il problema dell'integrazione tra le due tecniche, che al massimo si può affrontare a livello di esperimento. Noi abbiamo deciso di fare un investimento per produrre dei film in digitale, proprio per provare una nuova tecnologia sul campo, per vedere e verificare modelli produttivi, professionalità, risultati, qualità del prodotto. Ci siamo posti un obiettivo aziendale. Quando li avremo realizzati, questi film in digitale diventeranno un patrimonio dell'azienda ma anche della comunità dell'audiovisivo. Sarà possibile aprire una discussione in merito". Sodano ha chiuso il suo intervento con una considerazione: "le tecnologie non uccidono quelle che c'erano prima, ma vi si affiancano: la Tv non ha ucciso la radio, entrambe non hanno fatto fuori i giornali, il fax vive nonostante le e-mail. Quando il digitale si sarà affermato come tecnologia matura, si aggiungerà alla pellicola, ci sarà chi continuerà a lavorare in pellicola e chi lo farà in digitale. Non è vero che la pellicola morirà e ci sarà solo il digitale. La storia dell'audiovisivo ci insegna che ogni innovazione è diventata utile rispetto alla tecnologia precedente, che ha continuato a esistere e ad essere utilizzata. Questo nella comunità dell'audiovisivo è sempre accaduto e succederà ancora".

La post produzione e le nuove figure professionali Gianluca Rizzo, visual effect coordinator di Proxima, ha sottolineato come il passaggio dalla tecnologia ottica (con cui sono stati fatti per circa trent'anni gli effetti visivi sui film) a quella digitale (che ha ampliato la gamma degli effetti che si possono realizzare) ha portato alla nascita di nuove figure professionali, che si stanno sempre più imponendo nella catena produttiva di un film. "Per esempio nasce il DFX supervisor - ha precisato Rizzo - che è la persona che segue durante le fasi pre produzione, produzione e post produzione di un film tutto quello che riguarda gli effetti. Il DFX supervisor coordina le altre figure che lavorano sul film. Nel 2D c'è il compositor, che è la persona che assembla tutto il materiale girato durante la produzione, unisce tutti i contributi e finalizza l'effetto visivo. L'animatore del 3D è la persona che costruisce quei modelli e situazioni completamente virtuali che vanno poi inserite all'interno di un girato e che possono sostituire un'intera scena. "Gli studi di effetti visivi - ha concluso Rizzo - si stanno trasformando in case di produzione di effetti visivi, non viene fatto più un lavoro come service ma come produzione, seguendo il film dalla preparazione fino alla fine della produzione".

Gli esercenti: l'esperienza dell'Arcadia di Melzo Il digitale ,che per i produttori e i distributori si potrà trasformare in un notevole risparmio in termini di tempo e soldi, rischia di togliere il sonno agli esercenti. Se infatti possono tutti essere favorevoli ed entusiasti nei confronti della nuova tecnologia, rimane il problema dall'aggiornamento degli impianti, il cui costo (come già sottolineato) si aggira sui 200mila euro a sala. "È allo studio - ci ha spiegato Laura Fumagalli, marketing manager del cinema Arcadia di Melzo - un modello di business che vada bene sia per gli esercenti che per i distributori. È un problema che va affrontato, perché il digitale è un'opportunità per migliore la qualità della visione in sala e quindi per attirare gli spettatori". La convinzione del marketing manager dell'Arcadia è precisa: "La conversione deve portare un vantaggio competitivo, un valore aggiunto, deve darci la garanzia di continuare ad offrire al pubblico lo spettacolo cinematografico nel migliore dei modi possibili. È per questo che temiamo una cannabilizzazione di bassa qualità, una diffusione di sistemi che non garantiscano una soglia minima di qualità e creino così confusione tra gli spettatori. Oggigiorno l'esercente cinematografico ha la garanzia di poter offrire allo spettatore la visione del film nei migliore dei modi possibili, ed anche nell'era digitale vogliamo essere sicuri che sarà così: l'esperienza del film in sala deve essere superiore a qualsiasi altro contesto fruitivo". Il digitale ha esordito in Italia proprio sugli schermi dell'Arcadia, con la proiezione di "Atlantis: l'Impero perduto" e "Star Wars Episodio due - L'attacco dei cloni". "Con la proiezione in digitale - ha spiegato Laura Fumagalli durante il suo intervento a Venezia - vogliamo creare una consapevolezza. Stiamo vivendo un'evoluzione della nostra professionalità di esercenti cinematografici e dall'altra crediamo che sia importante il coinvolgimento del pubblico in questa evoluzione. Le cabine di proiezioni solo visibili agli spettatori, che possono così vedere la coesistenza tra il proiettore digitale e quello a pellicola. Abbiamo anche stampato delle brochure per spiegare al pubblico cosa significa proiezione in digitale, proprio per cercare di coinvolgerlo nelle trasformazioni in atto nel nostro settore. Inoltre - ha continuato Fumagalli - abbiamo preparato dei questionari per il pubblico per capire come era l'impatto. I risultati sono molto interessanti, e in particolare è emersa una soddisfazione per "Episodio due - L'attacco dei cloni"". "Il percorso è ancora lungo - ha concluso Laura Fumagalli - ma già adesso si colgono i primi aspetti positivi derivanti dalla proiezione digitale, dalla nitidezza dell'immagine alla stabilità qualitativa, ma soprattutto il non deterioramento della qualità dell'immagine all'aumentare del numero delle proiezioni. Questi sono aspetti che motivano la nostra scelta. Con il digitale si pone anche l'attenzione su quelle che sono le nuove opportunità di business e su quelli che sono gli usi alternativi della sala cinematografica. Ci sono state già esperimenti di proiezioni all'interno di sale cinematografiche di concerti, spettacoli teatri o dei recenti campionati del mondo di calcio. Noi crediamo che vada usato laddove ci sia una continuazione dell'identità della sala, come è stato in occasione della proiezione di "Episodio Due - L'attacco dei cloni" avevamo a disposizione delle immagini inedite, con interviste ai protagonisti del film".

L'incognita di conservare le immagini in digitale Vittorio Storaro ha chiuso il Forum analizzando tutte le problematiche relative alla conservazione delle pellicole. A proposito del digitale ha affermato: "Oggi c'è una grande confusione sul digitale, questo soprattutto per ignoranza. Si pensa che il digitale sia permanente, ma il digitale su materiale elettronico non è assolutamente permanente, anzi è molto impermanente. Negli Stati Uniti dicono molto chiaramente: "non è ancora stata provata la longevità dell'alta definizione", anzi c'è un grande allarme: se il nastro elettronico non viene trasferito può subire dei gravi danni. È un allarme molto più grande di quello che riguarda la pellicola, che già di per sé era era abbastanza grande. Il mio consiglio per chi gira in digitale è di riversare su pellicola per garantire al prodotto una longevità più alta. Un buon master è fondamentale, non solo come aspetto culturale ma anche commerciale". Storaro ha salutato la platea indicando una possibile soluzione: "Una maggiore sicurezza si potrà avere solo quando uniremo le informazioni ottiche con quelle digitali, ottenendo un'immagine ottico digitale". "Un'immagine che ha le informazioni digitali quindi precise, ma ottiche quindi messe su un materiale particolare che garantisce una permanenza più lunga. Il matrimonio tra ottico e digitale ci potrà dare non solo una migliore qualità di registrazione, ma anche una migliore qualità di conservazione nel futuro".

Come funziona il cinema digitale Il film viene sottoposto ad un processo di digitalizzazione e di correzione dei colori al fine di rendere "elettronica" la pellicola. Con le tecnologie oggi disponibili è possibile mantenere una qualità artistica vicina a quella del master tradizionale. Il film digitale viene sottoposto ad un processo di compressione MPEG-2 a 100 Mbit/s (circa 10 volte superiore alla qualità del miglior Dvd) al fine di renderne possibile la trasmissione satellitare. Il film viene quindi immagazzinato all'interno del centro servizi per la distribuzione satellitare verso le sale di proiezione. La distribuzione avviene via satellite in modalità IP Multicast, una sola volta, prima dell'inizio della programmazione del film nelle sale. Una volta scaricato il film presso il server del cinema, speciali sistemi di protezione ne consentiranno la proiezione solo per il periodo di programmazione previsto. Il livello di sicurezza contro gli atti di pirateria rappresenta uno dei punti di forza del sistema in quanto superiore a quello offerto dalla distribuzione tradizionale. Sofisticati sistemi di protezione intervengono sia durante la trasmissione sia nella fase di proiezione, consentendo la rintracciabilità dei titoli proiettati. La tecnologia digitale, già ampiamente utilizzata nella realizzazione di film di fantascienza, effetti speciali e animazioni, viene impiegata per la distribuzione e la proiezione nelle sale.

I vantaggi del cinema digitale Questi i vantaggi che i sostenitori del cinema digitale individuano nella nuova tecnica cinematografica e che Barco ha riassunto in un pratico memorandum.

PRODUZIONE E POST-PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA risparmi sui costi di ripresa, riscontri anticipati sulla qualità del materiale girato, maggiore predisposizione agli effetti digitali.

DISTRIBUZIONE CINEMATOGRAFICA evoluzione dei modelli di distribuzione, riduzione dei rischi di tiratura e dei costi legati alla stampa e alla movimentazione delle pellicole.

AGENZIE DI PUBBLICITÀ possibilità di nuovi modelli per la pubblicità nelle sale.

SALE CINEMATOGRAFICHE possibilità di nuovi servizi da offrire alla clientela; nuovi modelli di programmazione dei titoli ( doppiati, in lingua originale, con o senza sottotitoli); eventi in diretta come incontri sportivi, eventi culturali, festival del cinema; usi commerciali (conventions, eLearning, eCommerce).

CULTURA possibilità di trovare maggiori spazi per le opere prime e per i lavori di autori "minori" grazie ai vantaggi per la produzione e la distribuzione.

ECOLOGIA il ciclo di vita, sempre più breve, dei film richiede oggi la stampa di centinaia di copie in pellicola che devono presto andare al macero. Il digitale non inquina.

LA DISTRIBUZIONE VIA SATELLITE permette una vasta copertura territoriale con una piccola parabola televisiva in ricezione, garantendo contemporaneamente costi limitati ed un livello di sicurezza adeguata.

L'esperienza digitale del cinema Arcadia di Melzo (Milano) L'Arcadia di Melzo (Milano), un multiplex con cinque sale e 1510 posti, è il primo cinema in Italia dotato di impianto permanente per proiezione digitale D-Cinema. La sua esperienza all'avanguardia potrà essere utile per lo sviluppo del cinema digitale in Italia. "Il D-Cinema - spiegano all'Arcadia - è un sistema mediante il quale le immagini non sono più proiettate sullo schermo utilizzando la tradizionale pellicola 35mm, ma immagazzinate su un server e inviate ad un proiettore digitale. La proiezione digitale assicura una qualità elevatissima di immagine e suono, e una presentazione sempre costante dalla prima all'ultima proiezione". Atlantis: L'Impero Perduto della Walt Disney è stato il primo film ad essere presentato in Italia e in esclusiva nazionale all'Arcadia in versione digitale. La prima proiezione digitale aperta al pubblico è avvenuta il 21 dicembre 2001. Sempre in esclusiva nazionale Arcadia ha poi presentato Star Wars Episodio 2 - L'Attacco dei cloni di George Lucas in versione digitale sia italiana che inglese. Pinocchio di Roberto Benigni è stato invece il primo film italiano ad essere presentato in digitale all'Arcadia. La proiezione digitale D-Cinema avviene con l'utilizzo di un server collegato al proiettore digitale BARCO D-Cine Premiere su consolle Cinemeccanica, unico proiettore digitale certificato THX, che utilizza l'avanzatissima tecnologia DLP Cinema (Digital Light Processing) della Texas Instruments. Il DLP Cinema utilizza tre microchip DMD (Digital Micromirror Device) per il controllo dell'immagine. All'interno di ogni DMD sono montati 1,3 milioni microspecchi capaci di oscillare indipendentemente gli uni dagli altri così da riflettere i tre colori primari della luce (verde, rosso e blu) e formare sul grande schermo le immagini cinematografiche. Ogni microspecchio è grande circa un quarto della sezione di un capello umano. L'unità DOLBY DMA8 completa l'installazione digitale. Le cabine di proiezione sono completamente visibili agli spettatori e tutti possono verificare direttamente tecnologie, impianti e funzionamento dell'intero sistema digitale.

Come è nato "Star War Episodio 2 - L'attacco dei cloni" La peculiarità di Star Wars Episodio 2 - L'Attacco dei cloni è la completa digitalizzazione di ogni fase della realizzazione del film, dalle riprese alla proiezione in sala. "Episodio II" infatti è la prima produzione americana ad alto budget ad essere stata girata non più con la tradizionale pellicola 35mm, ma con nastri digitali utilizzando la nuova macchina da ripresa digitale della Sony, la HDCAM HDW-F900 1080/24p con lenti modificate appositamente dalla Panavision. Questo camcorder è stato realizzato per lavorare nel settore della cinematografia elettronica. È dotata di tre CCD 16/9 in alta definizione con una risoluzione di oltre 2.200.000 pixel per colore primario a 12bit. La sezione di registrazione incorporata nel camcorder registra su cassette simili al digital betacam con una durata compresa tra i 40 e i 50 minuti di registrazione. Ma ciò che contraddistingue la HDW-F900 dalle attuali video camere è soprattutto quello di poter registrare la immagini a 24 fotogrammi progressivi al secondo (24p), proprio come una convenzionale macchina da presa 35mm (invece di scomporre il fotogramma in due "semiquadri" come avviene oggigiorno nelle riprese effettuate con le video camere digitali). Questo aspetto tecnico, indispensabile per poter sottoporre il film al successivo montaggio e alla elaborazione di complicati effetti visivi, rende questa nuova macchina da presa la prima vera digital movie camera. Le immagini hanno una definizione di 1920 per 1080 pixel con una risoluzione prossima a 2k, cioè la risoluzione minima che il cinema considera per la proiezione su grande schermo. Una volta terminate le riprese e il montaggio, la produzione ha a disposizione un master digitale. Il distributore del film, tenendo conto della presenza di sistemi di proiezioni digitali, decide la modalità di distribuzione: tradizionale cioè stampando centinaia di copie in 35mm, o digitale, cioè trasferendo il film su dischi ottici o inviandolo via satellite direttamente ai multiplex affinché venga proiettato con i nuovi proiettori digitali.

...Premiato il camcorder digitale Panasonic La Panasonic ha ricevuto dalla National Academy of Television Arts and Sciences il prestigioso Technical Emmy Award per aver realizzato il primo camcorder in grado di realizzare riprese secondo la tradizionale tecnica cinematografica, ma con la convenienza del video digitale. Il prodotto in questione è il VariCam AJ-HDC27FE, un camcorder ad alta definizione espressamente progettato per produzioni cinematografiche. Tra le caratteristiche fondamentali va ricordata la possibilità di effettuare riprese con scansione progressiva a 24 fotogrammi al secondo e con una latitudine di posa molto vicina a quella della pellicola cinematografica. L'AJ-HDC27FE inoltre è un camcorder a frame rate variabile che permette agli operatori di scegliere da 4 fotogrammi al secondo fino a 60 fotogrammi al secondo a singoli incrementi. Il risultato è una ripresa che permette effetti di slow e fast motion direttamente in acquisizione. Fra i possibili formati HD, Panasonic ha scelto il formato 720/60p, che è l'unico che permette di avere fino a 60 frame progressivi al secondo, e quindi di realizzare direttamente durante le fasi di ripresa gli effetti di under/over cranking tipici della cinepresa. Un vantaggio chiave delle riprese ad alta definizione è costituito, rispetto alla pellicola, dall'economicità del sistema di archiviazione che utilizza una comune videocassetta DVCPRO che arriva alla durata di 46 minuti. Il materiale ripreso in digitale, rispetto alla pellicola, può essere elaborato in post produzione senza alcun passaggio e costo intermedio. Infine, la possibilità di rivedere istantaneamente quanto girato permette di apportare direttamente sul set eventuali modifiche che si riscontrassero necessarie. L'AJ-HDC27FE registra per 46 minuti a 720/60p (720 linee a 60 frame per secondo) su cassetta large-size DVCPRO fornendo una sensibilità equivalente a 640 ASA a 24p/shutter 180° ed è quindi in grado di riprendere nelle condizioni di luce più disparate; il guadagno elettronico della telecamera VariCam può essere impostato per ottimizzare i livelli del segnale a scelta dell'operatore fra - 6 e + 36 dB in 12 step. Utilizzando il Frame Rate Converter sviluppato da Panasonic, le immagini possono essere convertite a 1080/24p o in altri formati tra cui lo standard PAL.L'AJ-HDC27FE, utilizzato con un frame rate di ripresa molto basso e senza otturatore, può anche creare in tempo reale effetti speciali quali trascinamento e deformazione. Grazie ad un sistema avanzato di correzione colore, che utilizza una matrice a 12 poli, si possono variare singoli colori senza modificare la colorimetria totale dell'immagine. Il camcorder offre la scelta tra 12 set up diversi che possono essere memorizzati internamente o su una memory card removibile. Il consumo è inferiore ai 32 watt (39 watt in condizioni operative con ottica, viewfinder, VTR in funzione e SDI attiva). Due uscite SMPTE 292M HD-SDI permettono il monitoraggio diretto tramite un monitor in formato 720p/60 oppure la registrazione per applicazioni di Studio Mastering con conversione A/D 10-bit e banda piena tramite un D5-HD. In Italia due esemplari AJ-HDC27FE sono stato acquistati da A.R.C.O. DUE, un'importante società specializzata nel settore cinematografico, che ne ha poi noleggiato uno per le riprese del cortometraggio "Red Pause" del regista Italo Pesce Delfino (prodotto dalla Sidecar Films & TV e dalla Cydonia). l cortometraggio sarà trasferito in pellicola per la proiezione nelle sale cinematografiche. Questo il commento di Italo Pesce Delfino: "Allo stesso modo del contenuto, la forma espressiva scelta produce significato. In questo senso le nuove tecnologie permettono di espandere le possibilità del linguaggio filmico". La AJ-HDC27FE è stata utilizzata anche per le riprese di "Carrie", un film basato sull'omonimo libro di Stephen King, che è stato trasmesso ai primi di novembre dalla NBC. "Sono completamente soddisfatto della performance della VariCam in questo progetto - ha spiegato il direttore della fotografia Victor Goss -. Mi piace il modo in cui riprende e la considero la telecamera che più si avvicina alla pellicola, per questo motivo ho richiesto con forza di usarla per "Carrie". In particolare la telecamera rappresenta con profondità e sottigliezza i colori verdi, i kaki ed i toni della pelle ed inoltre gestisce la sovraesposizione in modo molto simile alla cinepresa".



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