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Hias si mette a nudo (vietato ai minori di 18) |
Hyperion19
 Reg.: 23 Mar 2007 Messaggi: 516 Da: Firenze (FI)
| Inviato: 01-11-2007 12:40 |
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Quando mi hai chiesto di scriverti un’intervista ho pensato come prima cosa che devi essere in crisi di coscienza. Come seconda che non avevo idea di quali domande farti, a parte qualcuna molto spontanea. Ma ti metti a scimmiottare i senior del forum adesso? Non eri oltre la maschera polemica che quasi tutti indossano su questo forum? Perché questa vampata di socialità, questo bisogno di condivisione proprio quando nell’utenza si registrano le defezioni più numerose? Potrebbe essere un’implicita richiesta di affetto a tutti quelli che restano. Oppure il semplice piacere di andare controcorrente. Non è un vezzo da esteti quello che mi hai chiesto. Pensando alle nostre passioni comuni il problema è stato risolto e come un fiume in piena irrompe nel sistema fognario di una città ripulendolo delle sue scorie più nascoste dimenticate nei recessi più bui, son partite queste domande, tutte insieme, tutte collegate. Ho cercato di non essere troppo diretto, di non ferire l’opossum che è in te. Infondo hai dimostrato di avere coraggio e chi decide di mostrare a un pubblico il fucking side del proprio carattere merita un certo rispetto. Quindi voglio metterti in ogni modo possibile a tuo agio, porti nella condizione ottimale per rispondere con pacatezza, dare il meglio di te. Per rompere il ghiaccio ti chiederò…
…quando hai intenzione di separare il tuo rigoglioso monociglio?
Come devo aver già detto in qualche altra occasione, sembra un problema di facile risoluzione ma non lo è. E, tra l’altro, come parlare di una parte così caratterizzante di me
senza banalizzarla? Insomma, tu capisci come non sia affatto semplice rassegnarsi ad un addio…
Se non erro il tuo nick è mutuato dal protagonista di “Cuore di Vetro”, un film di Herzog, un film sulle sfumature che l’umanità non coglie, sul mondo che finisce esattamente come e quando te l’aspetti. Quanto c’è di te nella cinematografia tedesca e di Herzog e Wenders in particolare?
Beh, direi molto. Il Nuovo Cinema Tedesco è quella corrente artistica (anche se la definizione stessa, e l’inclusione dei suddetti autori in un movimento del genere, è cosa abbastanza scolastica) senza la quale mai e poi mai mi sarei davvero avvicinato al cinema. Intendiamoci: a 12 anni il mio film preferito era “2001- Odissea nello Spazio”, quindi frequentavo la settima arte fin da poco più che ragazzino, ma forse non sarei l’appassionato di cinema che sono oggi senza aver incontrato Herzog e Wenders. Devo tutto alla visione (oserei dire quasi fortuita, “causata” dalla lettura di una recensione positiva su “L’Unità”) del film di Wenders “The Million Dollar Hotel”. Da quel giorno mi sono appassionato, ho iniziato a documentarmi, a cercare di capire. Herzog l’avevo già conosciuto qualche mese prima, vedendo “Nosferatu- Phantom Der Nacht”: anche in tal caso tutto si deve a “L’Unità”… infatti, possedevo una videocassetta del film che era uscita parecchi anni prima in allegato col giornale ed il “Dracula” di Stoker. Quindi per me l’opera di questi autori significa molto: mi riconosco nel loro atteggiamento contemplativo, nella loro posizione nei confronti del mondo e dell’umanità. Riconosco in me un’affinità con la loro opera (e quindi anche con loro stessi), maturata negli anni con la passione e la dedizione… e lo studio!
Suoni il basso e incidi un disco, dal titolo “Ultimo Uomo sulla Terra”, un tizio destinato a non salvare il mondo e a vedere un mondo nuovo (sembra il contrario di Mosè… e di Gesù), i profeti di solito non se la passano tanto bene, quando non vengono eliminati diventano capi di popoli o religioni, il tuo invece sopravvive alla sua profezia ma ha un ruolo passivo, anche dopo, quando tutto è compiuto e bisogna abbozzare una morale per tirare avanti, cosa vuoi dirci?
Che dire? E’ un progetto ispirato ad un’opera di Herzog, “Cuore di Vetro”, ed è una cosa in cui ho creduto e credo davvero molto… secondo alcuni troppo, a volte anche secondo quelli che suonano con me, ma tant’è! Io sento di aver investito molto di me in questo progetto: sento quel film vicino, nel suo pessimismo, alla mia visione del mondo e credo che le riflessioni che esso può ingenerare debbano considerarsi decisamente importanti per il cosiddetto “uomo moderno”. L’allucinazione collettiva nella quale tutti viviamo ci sta conducendo a grandi passi verso il baratro, e la cosa più spaventosa è la nostra (atavica? acquisita?) incapacità di decifrarne i segni, la stessa che inchioda i protagonisti del film, e della nostra opera musicale, alla distruzione, alla fine del mondo. Un mondo nel quale tutto è perduto, e resta l’incapacità di raccogliere e collegare i pezzi: questo deve essere quello che m’ha affascinato del film, oppure non so, magari soltanto l’atmosfera allucinata, livida eppure cristallina, da “catastrofe imminente”. In effetti il povero Hias tentano di eliminarlo, quando la sua profezia s’avvera ma, come giustamente ricordi, riesce a sopravvivere, a costo di qualcosa che rassomiglia molto alla follia: resta un uomo solo, la sua ultima visione è in realtà una visione di condanna, egli vede gli ultimi uomini, ai confini del mondo, andare incontro alla solita morte di tutti gli altri prima di loro, affascinati e sedotti dalla conoscenza ma, purtroppo per loro (e per noi) troppo fragili per resisterle e non lasciarsene schiacciare. L’umanità a volte crede ciecamente in cose che poi si rivelano essere false: è una cosa naturale, basterebbe non lasciarsi ottundere la mente fino al punto di non vedere più la realtà. Per restare sull’opera musicale, tieni conto che nessuno di noi è un musicista professionista e quindi capirai come ciò che ci spinge è solo la passione e l’amore per la musica. Ma credo sarebbe comunque interessante rappresentare lo spettacolo così come l’abbiamo pensato, con la partitura musicale a commento delle immagini del film e accompagnata dalle parole della narrazione, che io stesso ho scritto, scandendo la vicenda in quattro grandi momenti. Speriamo di avere presto l’occasione buona, comunque nel frattempo coltivo anche altri progetti musicali alternativi ai Time Keepers: ho da poco inciso alcune tracce per un demo cd con un altro bassista, e sto lavorando a nuovi suoni e nuove idee per questo “altro” gruppo, che ho chiamato Èos e che considero in realtà un laboratorio musicale aperto. E anche in questa demo omaggio Herzog rimusicando parti di “Nosferatu”.
Cosa pensi della crisi dell’intellettuale e della sua improbabile e fallimentare autocoscienza dagli anni Settanta a oggi?
La gente pensa che la coscienza intellettuale non serva a nulla, oggi come oggi. Ma è vero? Forse Hias avrebbe qualcosa da dire anche a questo proposito. Di certo l’intellettuale non sa bene che pesci prendere, e allora o accetta di mescolarsi e compromettersi con la realtà oppure si astrae. Non credo che l’astrazione dal mondo sia una risposta, ad ogni modo.
Ti senti un intellettuale?
Si, in effetti forse qualche riga sopra, invece di dire “visione del mondo”, avrei dovuto dire “Weltanschauung”. In effetti, più che intellettuale, mi sento una persona sensibile… anche troppo! Ho sempre cercato di farmi forte di questa sensibilità, intesa anche e soprattutto come recettività nei confronti degli stimoli esterni, e se questo è essere intellettuali allora credo di esserlo, altrimenti non saprei dire.
Il compianto utente Schizobis pubblicò su questo forum una splendida recensione del film “La Notte” di Antonioni (invito tutti a leggerla in tutto cinema). Tu vedi sciogliersi i nodi che minano la capacità espressiva delle odierne forme d’arte? Viste le difficoltà forse dovremmo ammettere che non esiste per la maggior parte di autori scrittori e registi una autentica urgenza, o forse che stanno sbagliando qualcosa…
Molto spesso la sensazione, a tutti i livelli, è che questa “urgenza” di cui parli sia andata irrimediabilmente perduta. Capita non di rado che, vedendo anche un bel film, o ascoltando un bel disco, o leggendo un bel libro, la sensazione sia quella di un autore che “svolge il compitino” diligentemente, ma senza ammazzarsi troppo d’impegno. I legacci credo ci siano ancora, molti nodi restano da sciogliere, l’autentica vocazione artistica è spesso soffocata da logiche di mercato o quant’altro… oggi tutto è inflazionato, tutto è in aumento, dal numero di film, a quello dei libri editi, a quello degli artisti musicali, delle bands: l’unica cosa che non cresce è il potere d’acquisto dei salari!... Scherzi a parte, di rado capita di incontrare quella parola che capisci, che intuisci a pelle avere un significato fondamentale, che a volte ti illudi essere risolutiva. Abbiamo una grande abbondanza di tutto, ma discriminare tra tutte le cose alle quali abbiamo accesso è sempre più complesso, vuoi perché gli strumenti ci sono sempre meno, vuoi perché nove volte su dieci si rivelano inadatti. Mi sa che il problema è educativo. La cultura dell’ovvio o peggio quella dell’abitudine abbattono ogni giorno il bisogno di conoscenza, la necessità e l’urgenza comunicativa, quella che pone il fruitore dell’Arte in rapporto dialettico con chi l’Arte la crea. Il sogno sarebbe abbattere la distinzione, ma gli anni ’70 sono finiti da un pezzo e nessuno ci crede più: in compenso, abbiamo il mercato.
Se tu dovessi girare un film da dove inizieresti?
Non so, ma in genere avanzo per immagini anche quando scrivo canzoni, quindi credo che partirei dai luoghi, dall’atmosfera, e lascerei che i personaggi scrivessero da soli la propria storia. Poi, chiaro, prima che io mi imbarchi in un progetto devo” sentire” il progetto stesso, e quell’urgenza di cui sopra: amo molto le idee e i concetti (forse s’era già capito), e la forma espressiva per me è spesso funzionale unicamente ad esprimerli.
Raccontava Sartre che il cinema era per quelli della sua generazione come un cibo, se ne servivano per sognare come un accessorio in una vita fatta di ben altre necessità, fino a che non si accorsero che ne fruivano per sopravvivere, che era essenziale. Il cinema come è concepito oggi ha un legame così diretto con l’esistenza? Siamo ancora capaci di parlare di noi con questo mezzo espressivo?
Lo accennavo prima, la sensazione è quella del “quadro da museo”, dell’oggetto spendibile sul mercato cinematografico, del “divertissement” pascaliano, lo stordimento di sè. L’arte non può essere una distrazione: per dirla con Nietzsche è il dolore a crearla, al limite può darti sollievo estetico, non etico, anzi credo sia auspicabile che ti metta a disagio, che ti faccia sentire “strano”, sconvolto. Nella mia concezione il cinema è direttamente legato all’esistenza in quanto vissuto come esperienza critica, che ti arricchisce e ti lascia, appunto, a disagio. È essenziale, come l’arte in genere, ad una vita che possa considerarsi completa; è essenziale, oggi più che mai, recuperare questo principio.
Se l’arte non è cibo forse non è arte… Meglio ipertrofia o preziosismo?
Beh, spero che, come si domandavano alcuni miei amici, il sangue dell’arte non sia solo ketchup, tanto per restare nelle metafore culinarie. Ipertrofia o preziosismo: l’ipertrofia può soffocare, che sia quella verbale dell’esasperante giornalista di Moretti o quella che, giorno dopo giorno, caratterizza le nostre vite. Il preziosismo non è quasi più apprezzabile, la sensazione è che anche il nulla sia “cultura alta” oggi come oggi, quindi più che non apprezzabile il preziosismo potrebbe quasi dirsi “disprezzabile”… di certo, non compreso. E la colpa è tutta nostra. Ma una via di mezzo che conduca ad un arricchimento anche in un’esperienza artistica figlia di infiniti stimoli? Insomma, il molteplice, se non fracassone, non può che arricchirci: l’esperienza del “tutto e subito giù in un boccone solo”, invece, quella ci gonfia come palloni. All’inizio ti senti sazio, e ti sembra di avere tutto: dopo un po’ t’accorgi che sei solo “gonfio”.
Noi europei siamo abituati a fare e apprezzare cinema d’essay, regie complesse, sostrati concettuali, più chiavi di lettura. Eppure periodicamente appare un prodotto americano capace di stravolgere i nostri gusti estetici, di ammaliarci. Penso a Tarantino e alla sua passione per il trash movie, si può parlare di non-mediazione espressiva? Pensi che possa costituire un genere?
Non credo sia un mistero che non vada pazzo per Tarantino. Non voglio sembrare bacchettone, e soprattutto non voglio fare polemica, ma secondo me (è la mia opinione, ovvio, e vale come tale) Tarantino è molto furbo, e noialtri molto inclini a sopravvalutarlo: questo per tutta una serie di motivi, molti dei quali già elencati in precedenza. Quanto alla non-mediazione espressiva di cui parli, non saprei dire se possa costituire un genere… di certo può essere intesa come una metodologia descrittiva, non c’è niente di male nel ricercarla. Soltanto non capisco perché debba considerarsi incarnata da Tarantino, anzi forse è il contrario, forse proprio l’apparato citazionista sul quale le sue opere sono sempre più spesso costruite allontana la materia dal pubblico, piuttosto che avvicinarla, rendendo il suo cinema tutt’altro che non-mediato.
Parliamo dell’altra tua passione cinematografica, Nanni Moretti.
Un modo così “personale” (in tutti i sensi) di fare cinema, non può che meritare ammirazione. Se poi quello di cui si parla lo senti vicino anche un po’ a te, l’ammirazione diventa passione, studio, voglia di conoscere, al pari di quanto, per me, è avvenuto coi vari Herzog e Wenders. Non saprei dire se mi sento più personaggio di “Ecce Bombo” (“e la vidi lì… distesa... tra il ghiaccio e i campari soda”) o di “Palombella Rossa”. Di certo siamo tutti un po’ “caimani”: e anche per quanto riguarda il Silvio, mi sa che è tutta colpa nostra.
Michele Apicella di “Ecce Bombo” è un bamboccione ante litteram? Dov’è l’(e/o)rrore, l’esasperazione, il logoramento esistenziale che può portare una società a sfornare individui del genere?
Esiste qualcosa di certo oggi per qualcuno di noi? Io direi di no. Non so il ministro Padoa- Schioppa come abbia trascorso la sua giovinezza, forse meglio di altri che non hanno le spalle coperte e più di tanto non possono rischiare. Poi il Michele di “Ecce Bombo” è un bamboccione che non capisce dove collocarsi e dove sbattere la testa ma non fa nemmeno poi molto per migliorare le cose… anzi no, finge, a volte, e devo dire che fingere a me sembra molto dispendioso.
Moretti è la negazione della cinematografia classica? La parodia dello pseudo- bisogno esistenziale dell’arte, del movente estetico della forma d’arte borghese?
Beh, credo ci sia nell’opera morettiana quanto meno un tentativo di mettere in risalto certi luoghi comuni comportamentali tipici del mondo borghese, mostrandoceli in tutta la loro piccolezza. In effetti c’è un parodiare quello “pseudo- bisogno esistenziale dell’arte” di cui parli, ma forse il discorso è addirittura più complesso e la critica morettiana più radicale. Tutto sommato penso che Moretti stesso si tiri dentro questa critica riconoscendosi molte pecche, nonostante il narcisismo. Se la sua opera neghi la cinematografia classica? Di certo inaugura un nuovo modo di fare cinema, basato su esigenze e forme espressive differenti… magari, all’epoca dei super8, si pensava che questo modo di girare avrebbe spedito al camposanto il vecchio cinema, però così non è stato. Se sia un bene o un male, troppo lunga da discutere…
Anche per te come per Moretti in “Palombella Rossa”, le parole sono importanti? Fino a che punto ti incazzi per una inesattezza, per una mancanza di sensibilità nell’interlocutore?
Molto, decisamente molto. E sembro proprio preso di peso da un film di Moretti, a volte. Ma insomma, è inevitabile: le parole hanno un senso, e devono essere usate in un certo modo, non trovi? Io non penso proprio che sia tutto indifferente, come ben sai sono molto nietzscheano e questo, peraltro, è il fulcro dell’intero discorso anche per il pensatore tedesco (mi riferisco al discorso dell’indifferenza e del nichilismo, ma ora non c’entra nulla). Una persona che sceglie le sue parole con scarsa cura non mi piace affatto: è un mio difetto, forse, e lo riconosco, ma le cose stanno così.
Qual è il difetto più grande che può avere un interlocutore?
Faccio copia e incolla da sopra: uno che non sceglie bene le sue parole, quello è il peggior interlocutore, senza dubbio. Sai, uno che sbraita e non ti fa parlare alla fin fine, se non ha molto da dire, non cambia nulla; se invece ha qualcosa da dire, malamente riuscirà ad esprimerla. E’ comunque fastidioso, perché ti impedisce di “dialogare”. Va bene che il dialogo è l’edulcorazione di un confronto, che a sua volta è un piccolo conflitto, che altro non è che una battaglia in scala e cioè una mini- guerra, ma l’etichetta e la scelta delle parole prima di tutto… altrimenti ci saremmo fatti direttamente la nostra guerra senza ammattire dietro la ricerca di un terreno comune sul quale esercitarsi nell’amabile arte della dialettica, no? E lasciamo stare che ormai alla dialettica sempre più spesso si sostituisce la retorica.
Cosa pensi di Marquez e dei suoi congiuntivi?
Dei suoi congiuntivi niente, non ho elementi, almeno non a memoria. Di Marquez penso che sia un bersaglio facile, ma a me non sta affatto antipatico.
Cosa ti aspetti dalla comunicazione telematica e nella fattispecie da questo forum e dagli utenti di questo forum?
Un passatempo? Un divertimento? Svago? Ma anche: un’occasione per crescere? Nuovi stimoli? Nuove conoscenze? Mi sa che per ora non ho trovato niente, ma sono sicuro che sia anche colpa mia.
Pensi che i rapporti umani siano importanti in un tipo di comunicazione come questo? Quanto (o cosa) credi che si riesca a dare si sé a un pubblico virtuale?
Francamente non saprei, è tutto così indiretto, tutto così mediato, come stare dentro una confezione di ovatta: da “fuori” non arrivano che rimbombi di incerta natura. Conoscerci ben bene tutti quanti mi sembra proprio impossibile: rispettarsi non sarebbe male, invece. Temo che si riesca a offrire di noi all’altro soltanto il peggio.
Ci spieghi perché di tanto in tanto ti incazzi per futili motivi e poi ti imbarchi in lunghe polemiche insistendo per far passare il principio del rispetto reciproco?
Perché è il principio che viene meno per primo quando le opinioni divergono. Ho discusso su questo forum con altri utenti circa la psicologia: stare a spiegare via post le mie idee sull’io mi sembra un po’ difficile (oltreché decisamente palloso), molto più facile è infamare. Ma non è permesso avere le proprie opinioni? Potevo iniziare dal principio a spiegare come mai la pensavo così (al di là dei motivi futili accampati tanto per dire qualcosa), ma ritenevo non avrebbe cambiato granché la situazione e che oltretutto non mi avrebbe fatto guadagnare punti in simpatia: non che me ne interessi qualcosa, ma la mia situazione era già alquanto compromessa, spero che capirai... insomma, mi sono beccato i miei “vaffa” e tutte le offese di rito e basta. Ma non è una cosa alla quale mi piace rassegnarmi, anche se da allora ho deciso un po’ di auto- esiliarmi dal forum.
Quale personaggio è più triste, Eurialo e Niso che muoiono inseguendo inutilmente una fama immortale, o Enea che deve seppellirli entrambi e sentirsi responsabile della loro morte?
Beh, Niso è decisamente sfigato, più che triste… però è pure certo che Enea ne deve portare di cose dolorose sul groppone! Almeno aveva la pietas, e non è mica poco, se la sentiva così tanto dentro al suo animo…
Siamo uomini o samurai?
Questa cosa mi ricorda il vecchio film “Siamo uomini o caporali?”. In realtà spero uomini, un po’ per una questione “etica”e un po’ anche per un fatto di pigrizia: il codice d’onore di un samurai dev’essere veramente duro da rispettare! Sai che fatica…
Scrivici una domanda a cui ora su due piedi non sapresti rispondere.
Onestamente penso che a tutte le domande possa essere data risposta… basta avere pazienza. Non è mancanza di modestia, è una convinzione reale: forse pecco di eccessiva fiducia, ma credo sia vero.
Vabbè potevi scrivercene anche una alla quale sapresti rispondere o una di quelle (innumeri) alle quali fa fatica rispondere… Ma ormai il tempo scaduto, chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, e i primi saranno gli ultimi. |
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thetourist
 Reg.: 01 Mag 2007 Messaggi: 7007 Da: estero (es)
| Inviato: 01-11-2007 13:11 |
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interessante...
dopo gli awardz leggo tutto
_________________ Fortunatamente, secondo la moderna astronomia, l'universo è finito: un pensiero consolante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose. |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 01-11-2007 13:15 |
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quote: In data 2007-11-01 13:11, thetourist scrive:
interessante...
dopo gli awardz leggo tutto
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Infatti è molto interessante...uno scimpanzè che intervista un gibbone, è un pò come riguardarsi il pianeta delle scimmie ambientato sulle rive dell' Arno
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 01-11-2007 13:18 |
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Ma Hyperion sarebbe l'alter ego di Hias? Non sapevo codesta cosa. Interessante
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thetourist
 Reg.: 01 Mag 2007 Messaggi: 7007 Da: estero (es)
| Inviato: 01-11-2007 13:19 |
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quote: In data 2007-11-01 13:18, TomThom scrive:
Ma Hyperion sarebbe l'alter ego di Hias? Non sapevo codesta cosa. Interessante
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ma allora c'avevo indobinato!
ancora non ho letto l'intervista però...
_________________ Fortunatamente, secondo la moderna astronomia, l'universo è finito: un pensiero consolante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose. |
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Nietzsche
 Reg.: 03 Ago 2007 Messaggi: 2264 Da: smaramaust (BZ)
| Inviato: 01-11-2007 13:26 |
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chi cazzo sono questi due???
ma anche: chissenefrega??
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thetourist
 Reg.: 01 Mag 2007 Messaggi: 7007 Da: estero (es)
| Inviato: 01-11-2007 13:30 |
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quote: In data 2007-11-01 13:26, Nietzsche scrive:
chi cazzo sono questi due???
ma anche: chissenefrega??
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che cazzo ci sei entrata a fa' allora?
_________________ Fortunatamente, secondo la moderna astronomia, l'universo è finito: un pensiero consolante per chi, come me, non si ricorda mai dove ha lasciato le cose. |
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TomThom
 Reg.: 07 Giu 2007 Messaggi: 2099 Da: Mogliano Veneto (TV)
| Inviato: 01-11-2007 13:32 |
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Hias84? Uno dei miei utenti preferiti.
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quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 01-11-2007 13:39 |
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quote: In data 2007-11-01 13:18, TomThom scrive:
Ma Hyperion sarebbe l'alter ego di Hias? Non sapevo codesta cosa. Interessante
| No, Hyperion e Hias sono due persone diverse, lo so perchè li conosco entrambi.
In particolare, io ed Hias (quello dei due che conosco meglio) abbiamo fatto il liceo insieme ed è una delle poche persone che considero amiche.
L'intervista mi sembra bella e interessante, in linea con la profonda sensibilità e l'intelligenza di Hias.
Comunque devo rileggerla più attentamente.
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin84 il 01-11-2007 alle 13:44 ] |
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HistoryX
 Reg.: 26 Set 2005 Messaggi: 4234 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 01-11-2007 13:48 |
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quote: In data 2007-11-01 13:26, Nietzsche scrive:
chi cazzo sono questi due???
ma anche: chissenefrega??
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Infatti. |
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eltonjohn
 Reg.: 15 Dic 2006 Messaggi: 9472 Da: novafeltria (PS)
| Inviato: 01-11-2007 13:55 |
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quote: In data 2007-11-01 13:18, TomThom scrive:
Ma Hyperion sarebbe l'alter ego di Hias? Non sapevo codesta cosa. Interessante
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Non proprio alter ego, diciamo "amico"
_________________ Riminesi a tutti gli effetti...a'l'imi fata! |
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malebolgia
 Reg.: 15 Gen 2003 Messaggi: 2665 Da: matelica (MC)
| Inviato: 01-11-2007 14:49 |
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forse un po' troppo io, io, io + visione del reale in soggettiva = intervista che potrebbe risultare un po' noiosetta.
e in certi casi non dipende esclusivamente da chi risponde.
tuttavia l'ho trovata piacevole, anche perché ho letto il tutto come un racconto.
anche se qui,
quote: In data 2007-11-01 12:40, Hyperion19 scrive:
cinema d’essay,
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sono andato a farmi gli sciacqui con 1/2 lt di collirio.
comunque, non da liquidare. parere mio.
_________________
non sono fatto per intessere rapporti.
almeno non senza fingere di essere qualcosa di altro.
[ Questo messaggio è stato modificato da: malebolgia il 01-11-2007 alle 14:51 ] |
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pensolo
 Reg.: 11 Gen 2004 Messaggi: 14685 Da: Genova (GE)
| Inviato: 01-11-2007 14:59 |
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Ah...me lo ricordo...è quello che iniziò la sua esperienza forumistica spammando a tutti spiano e si beccò caterve di improperi e accuse di idiozia (che al tempo sembravano fondate). Dite che leggere potrebbe farmi cambiare idea? Mmmm..non so se ci tengo...
_________________ Bart,voglio condividere con te le tre massime indispensabili per andare avanti nella vita.N°1:"Mi raccomando coprimi" N°2: "Miticooo!Ottima idea capo" N°3:"Era già così quando sono arrivato io" |
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DottorDio
 Reg.: 12 Lug 2004 Messaggi: 7645 Da: Abbadia S.S. (SI)
| Inviato: 01-11-2007 15:10 |
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quote: In data 2007-11-01 12:40, Hyperion19 scrive:
Cosa pensi di Marquez e dei suoi congiuntivi?
Dei suoi congiuntivi niente, non ho elementi, almeno non a memoria. Di Marquez penso che sia un bersaglio facile, ma a me non sta affatto antipatico.
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buhauhauhauh!
in realtà marquez era l'omino sull'albero in viale morgagni che si immolava contro la tramvia.
l'ho detto.
_________________ Geppetto è stato l'unico uomo ad aver fatto un figlio con una sega
Attention: Dieu est dans cette boite comme ailleurs et partout! |
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quentin84
 Reg.: 20 Lug 2006 Messaggi: 3011 Da: agliana (PT)
| Inviato: 01-11-2007 16:39 |
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quote: In data 2007-11-01 14:59, pensolo scrive:
Ah...me lo ricordo...è quello che iniziò la sua esperienza forumistica spammando a tutti spiano e si beccò caterve di improperi e accuse di idiozia (che al tempo sembravano fondate). Dite che leggere potrebbe farmi cambiare idea? Mmmm..non so se ci tengo...
| Secondo me potresti cambiare idea...il suo esordio nel forum non è stato dei migliori, questo è vero, ma non è un idiota. |
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