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The dark side of the Island - Retroscena di un festival vissuto babbeescamente |
Pythoniana
 Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 09-06-2005 12:21 |
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Quanto segue è una serie di estratti dall’edizione di maggio di “Ciò mi, ciò ti”, carteggio epistolare in cui due babbei, particolarmente rinomati in ambito isontino, tracciano mese per mese il bilancio di un’associazione cinematografica particolarmente famigerata in ambito isontino. Il carteggio completo è pubblicato sul sito di detta associazione.
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Caro vitellone (nel senso felliniano del termine, è ovvio),
[...]
E M (1). ci porta dritti a parlare di Isola e di Kino Otok. Proprio il ruolo della donzella rimane uno dei punti non chiariti all’interno del festival: cosa implica la qualifica di assistente del direttore (Vlado Škafar)? Probabilmente che la nostra ineffabile collaboratrice si dedicherà al coordinamento tra i vari membri dello staff, o comunque a qualcosa di altrettanto inutile se non dannoso. Del resto pure la mia funzione rimane abilmente celata dietro un’impalpabile velo di mistero: che farò laggiù, a parte essere la rappresentazione concreta della marchetta fatta dal Kinoatelje all’organizzazione? Mah… Immagino che vagherò senza posa lungo il litorale, sardeggiando fanciulle di passaggio ed importunando nel mio barcollante spagnolo i vari ospiti argentini convenuti. Oltretutto né M. né altri hanno saputo far luce sul problema del mio alloggio: c’è chi parla di riviera, c’è chi parla di campeggio… Il fatto che le macerie delle vecchie mura cittadine (affondate nel XIX secolo per collegare l’allora isola alla terraferma) comincino a sentire il peso degli anni mi fa presagire un mio possibile utilizzo come diga umana nel turno di notte: temo che gli indigeni l’anno scorso si siano resi conto che, opportunamente sdraiato ed incastrato tra le rocce, potrei dare il mio contributo onde evitare l’esondazione delle acque adriatiche. I miei reumatismi ringrazierebbero sentitamente.
Mi crogiolo dunque nell’attesa dell’imminente partenza ed attendo che tu mi raggiunga nel fine settimana, per poter così aumentare il tasso della folle entropia che, ne sono certo, non mancherà. Tuo, in paperella e braccioli,
Piervi
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[ 1) Più avanti indicata come »M. Z.« o »Z.« ]
_________________ "Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet |
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Pythoniana
 Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 09-06-2005 12:24 |
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Cara vecchia ciabatta,
eccomi qui, reduce da un fine settimana in tua compagnia in quel di Isola. Per quanto mi riguarda, l’avvenimento è di quelli da registrare sul calendario. E ti spiego anche perché.
Innanzitutto il team: oltre alla scontata presenza del sottoscritto, rimarco quella dei due fidi oporecniki (2) Spu e Dimitri I, con il valido supporto del promettente Aspide, al secolo Giacomo Pides, studente di belle speranze. Partiti da Gorizia sabato scorso, senz’altro nell’ora più calda, abbiamo constatato come a Isola la strategia commerciale consista nel chiudere il più gran numero di locali possibile, specie di sabato. La prima (e probabilmente l’unica aperta nella contrada) gostilna (3) da noi assaltata si è vista prosciugare le riserve di grappa, ragion per cui al termine della manducazione il caro Aspide ha ritenuto opportuno farsi la barba barba nel parcheggio adiacente, sotto il sole cocente.
Felicemente alticci siamo poi penetrati nell’ameno campeggio, dove il montaggio della tenda non ha rivelato particolari difficoltà, nonostante una drammatica carenza di picchetti. L’opera conclusiva ha ben meritato il soprannome di “Guernica” (definizione di Pides), mentre io ci vedevo più un “Dente cariato”.
Lungo la discutibile riviera, come ben ricorderai, è avvenuto il nostro incontro. Molti volti sono scorsi; l’agile Puma, pervenuto con la fida bicicletta, Anja Medved, la tecnocontadinotta M. Z., tutti personaggi poi ritrovati durante i festeggiamenti notturni.
Com’è ovvio, un festival con sottotitoli in sloveno o peggio in inglese non ha attirato troppo la mia attenzione, cosicché con tutto il team ci siam piuttosto dedicati alle pubbliche relazioni.
Da riportare la discussione avvenuta con tal Razzo, Rasso, Ratso (ignoro a tutt’oggi il nome preciso), sedicente regista del Burkina Faso. Un personaggio che, a contatto con menti del calibro Puma / Aspide, forse sotto l’influsso di sostanze alcoliche e non, si è lasciato andare ad una pletora di luoghi comuni, megastronzate e icastiche affermazioni su ipotetici scontri armati fra Italia e Burkina, sul miserrimo destino dell’Italia medesima nel prossimo futuro, sul celodurismo di marca bossiana, il tutto con un tono talmente arrogante da far concludere il nostro Aspide con un ben calibrato “Ma vergognati!”. Il Puma si era dileguato già da tempo, come me del resto.
La festa, protrattasi fino all’alba, non è stata granché, in realtà.
Il giorno successivo, riusciti miracolosamente ad evitare eritemi solari, ricorderai certamente la nostra comparsata alla vostra partita scapoli/ammogliati, in cui ho visto un Vitori leggermente fuori forma ma tatticamente attento, anche se non sempre impeccabile. La giaguara Z. ha raccontato di un tuo epico primo tempo con i guantoni da portiere. A proposito, ma avete vinto?
Pervenuto a tal punto, a te il compito di riempire le lacune che, ahimé, il mio povero cervello non può fare a meno di riverberare nella scrittura.
In messianica attesa
g.
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[ 2) Obiettori di coscienza ]
[ 3) Trattoria ]
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Cinema di frontiera: Kinoatelje
Musica di frontiera: Kosovni Odpadki, 'Zuf de Zur
[ Questo messaggio è stato modificato da: Pythoniana il 09-06-2005 alle 12:41 ] |
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Pythoniana
 Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 09-06-2005 12:29 |
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Caro signor g.,
Isola, Isola… quante ce ne sarebbero da raccontare! Prendo le mosse dai dubbi che circondavano la vigilia. La sistemazione notturna, primo problema postosi all’arrivo, si risolse nell’occupazione di un posto nel tendone militare eretto all’interno dello Škamp; scoprii troppo tardi, ahimé, che si trattava del famigerato »Letto pendente«, che stava ai giacigli presenti come lo Scranno Periglioso alle sedie della Tavola Rotonda: se sei Galahad va bene, sennò le viscere della terra t'inghiottono e tanti saluti. Ed evidentemente non ero io il prescelto, giacché fin dal nostro primo rendez-vous il mio fianco sinistro finì preda di un'inusitata forza gravitazionale. Durante la seconda notte ingaggiai quindi una fiera lotta contro il subdolo mostro, che alfine, stremato dalla mia mole, mi propose un accomodamento: in cambio della promessa che non sarei scivolato sul pavimento, avrei dovuto rinunciare ad ogni afflusso sanguigno diretto alla metà destra del mio corpo. Mi parve un equo compromesso, per cui accettai. Altre incombenze quotidiane, però, andavano affrontate. Su tutte, mangiare. L'impiccio fu agilmente bypassato grazie ad una dieta che ricordava da vicino quella dell'inclito professor Birchermeyer, che tu già citasti nel nostro carteggio di gennaio (4). Causa di tale rigoroso regime alimentare fu l'incertezza che circondava le modalità d'utilizzo dei coupons/buoni pasto ricevuti al mio arrivo, e che almeno in teoria avrebbero dovuto consentirmi di approviggionarmi nottetempo nei chioschi presso la spiaggia. Ma ben presto la situazione si presentò nei termini seguenti:
chiosco a) gestito da sedicenti mediorientali (il più esotico dei quali proveniva probabilmente da Maribor), ammanniva yogurt e fili d'erba, ogni sera, solo ai primi 20 possessori di coupon. Gli altri, pagassero. Troppo tardi mi resi conto che in Iran un biglietto eliminacode della Segreteria dell'Università di Trieste vale 2 coupons ed un salto in avanti di 300 posti nella lista d'attesa;
chiosco b) gestito da un sedicente giamaicano. Non avendogli mai visto una canna in mano nell'arco di 5 sere, pensai fosse il caso di diffidare su tutta la linea, di lui come delle sue vivande;
chiosco c) gestito da sedicenti ed effettivi sloveni, era dominato da un cuoco verosimilmente pericolosissimo: Sale, questo il suo nome, armeggiava sempre a meno di 3 metri da una fornace incandescente, rimestandovi polli vivi bardato in una tuta che ormai, temprata dall'uso, aveva la consistenza di un'armatura. Per praticità l'aveva dotata internamente di una serie di chiodi, tipo Vergine di Norimberga, che usava per stroncare i polli più riottosi stringendoli a tradimento in un abbraccio letale.
Per mia fortuna, dietro quest'ultimo baracchino agiva anche il buon Miloš, ciò che in più di un occasione mi permise di nutrirmi gratis e senza mettere a rischio la mia pelle. Preciso poi, per chiudere l’argomento, che non a caso della buona organizzazione del lato-spiaggia si occupava, parole sue, la sempre fumosa M.
Detto tutto ciò, fu comunque un’esperienza splendida, nobilitata da personaggi di sicuro interesse: in cima alla lista, il Raso (questa la grafia corretta) da te già menzionato. Non volendo in questa sede ripetermi, segnalo la riproposizione di alcuni suoi sproloqui verbali nell’ultimo capitolo del mio diario isolano (5), ospitato anch’esso su questo sito. Quanto alle sue inadeguatezze fisiche (o forse tecniche, o caratteriali) è d’uopo fornire una cronaca della partita di calcio domenicale tra staff ed ospiti.
LA PARTITA
Incerto sino al via su quale causa abbracciare, mi ritrovo al fischio d’inizio a difendere la porta degli ospiti. Responsabilità non da poco, considerato chi ho per compagni di squadra: il regista algerino Mohammed Soudani, 55 anni ben portati ed un passato da under 21, funge da regista arretrato; il baluastro della difesa è l’enfant prodige del cinema peruviano, Josué Méndez; Pablo Trapero, l’apripista della nouvelle vague argentina, fa legna a destra (e Raso tenta di imitarlo a sinistra); centravanti, un altro regista argentino, Lisandro Alonso, che la notte prima, a detta di tutti, ha legittimamente strappato all’Abrescia la qualifica di Uomo-Torcia (6). (Era accaduto, ricorderai, che in preda alle più turpi conseguenze del vizio il nostro aveva iniziato ad aggirarsi per il prato brandendo una torcia ardente e, gridando “Escobar!” ogni qual volta non era impegnato ad accasciarsi al suolo, aveva rischiato di usare a noi tutti la stessa cortesia che Ulisse usò a suo tempo con Polifemo prima di congedarsi dalla sua grotta.) Arbitro, degno anch’esso di menzione, lo statuario ed autorevole cineasta ivoriano Roger Gnoan M’Bala.
Primo tempo che vede un predominio iniziale, ancorché sterile, degli uomini dello staff, vicini per due volte alla rete con il gagliardo capitan Škafar che però, in entrambe le occasioni, trova l'opposizione degli arti inferiori dello scrivente. Poi cominciamo ad ingranare noi, troviamo il gol dell'1-0 con un'azione insistita di Alonso e, nel finale di frazione, sfioriamo il raddoppio con un'azione nata da palla ferma e che culmina in una capocciata ben controllata dal mio ottimo dirimpettaio, il responsabile pr Igor Prassel.
Nella ripresa, la magagna. Il sottoscritto ha la pessima idea di abbandonare i pali e Soudani, ovviamente capitano per meriti sportivi pregressi, ha l'ancor più pessima idea di sostituirlo d'autorità con Ganemtore (cioé Raso). Questi prima cerca di sottarsi alla decisione, poi si avvia tra i legni ciondolando e biascicando contumelie, facilmente riassumibili nella locuzione »Ma io en porta nun ce so sta'« (il nostro da anni opera a Roma, ergo parla romanesco con accento francese). La frittata è pronta per essere servita! A pochi sospiri dalla ripresa del gioco, incursione in area dal versante di sinistra del prosperoso Olaf Moeller, rinomato critico cinematografico. Desolante puntalata a due km/h e sfera che s'infila lemme lemme sul secondo palo, con Raso immobile e stupefatto come avesse appena visto Babbo Natale. Qualche minuto dopo i nostri avversari passano addirittura a condurre; stavolta le responsabilità di Raso sono leggermente minori, ma comunque tali da valergli una celere uscita dal campo, preceduta, accompagnata e seguita da un altro scambio di battute con il giustamente furente Soudani, che di lì a poco, esasperato, apostroferà l'intera squadra con un collettivo »Ragazzi, ma che è, una partita di calcio o un giro in bicicletta??«. A quel punto, quanto meno, è già cambiata l'identità del portiere: si tratta di un ragazzo di Innsbruck che, lo si nota subito, è di tutt'altra pasta rispetto al suo predecessore (per quel che ci vuole...). Sarà un caso, sarà che la squadra prende fiducia, fatto sta che si riprende ad attaccare, seppure al prezzo, com'è logico, di offrire il fianco al contrappedu avversario. Io mi sbatto sulla sinistra, ma essere innamorati della palla, si sa, è vizio comune di sudamericani ed africani. Sicché, per toccare un pallone dopo quello potenzialmente pericolosissimo perso sulla mia tre quarti (nuova reprimenda di Soudani), devo sradicarlo a forza dai piedi di un avversario, stavolta sulla tre quarti opposta. Spalle alla porta, tocco in orizzontale per l'accorrente Méndez, il Beckenbauer della Cordigliera Andina indovina il suggerimento filtrante per Alonso e l'argentino brucia in un sol colpo il portiere e la teoria per cui se la sera prima ci si sbronza poi sul campo non si rende. 2-2 e partita che in pratica finisce lì; qualcuno vorrebbe anche i rigori, ma l'ecumenico Vlado Škafar ricorda che è pur sempre un'amichevole e quindi va bene così.
Restando ai personaggi, ve ne sarebbero svariati da citare in positivo; ne segnalo solo due per l’estetica (altri, rimarchevoli per questo ed altri motivi, li trovate comunque sempre nel capitolo conclusivo del “diario”):
Nika) responsabile del “Dnevni Otok” (7) e quindi, in un certo senso, mio capo. Complice la lontananza della mia abituale compagna di giovedì sera (lontana dagli occhi, lontana dal cuore), ci avrei anche provato, non fosse che l’esperienza insegna che le relazioni con i propri superiori sono decisamente sconsigliabili. Rimane comunque la supplente che tutti i liceali di Ljubljana vorrebbero avere;
Monika) dove, rispetto, alla voce precedente, il »Mo« iniziale non è purtroppo una locuzione possessiva. Inviata al festival per conto di Radio Capris, la prima sera mi ha intervistato, un pomeriggio successivo mi ha usato come interprete per intervistare la regista argentina Ana Poliak (mal ne è incolto tanto a lei quanto ai suoi ascoltatori, credo).
Bene, mio caro, non aggiungo altro anche perché confido che una mia prossima spedizione a Ljubljana, sulle tracce dei film che non riuscii a vedere ad Isola, possa eventualmente darmi il destro di ritornare sull'argomento. [..]
Tuo ammosciato
P.
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[ 4) “Niente: fenti ciorni ti ticiuno assoluto. Niente manciare…(scuote la testa con l’aria più ovvia del mondo)…niente bere!”, op.cit. ]
[ 5) »Lo stesso Raso capeggia la lista dei personaggi più pittoreschi, essendosi fatto notare per le impertinenti esternazioni in franco-romanesco: da “Il cinema italiano è morto dopo Mussolini, che ha fatto costruire Cinecittà” (detta a me quando siamo stati presentati – Rossellini, De Sica, Fellini, Visconti, Antonioni, ecc. ringraziano sentitamente…) a “Scusate se parlo in italiano, ma tanto voi e gli Italiani siete parenti” (al non convintissimo pubblico di piazza Manzioli durante la serata conclusiva).”, op.cit. ]
[ 6) Cfr.
"La leggenda dell'Uomo-Torcia" ]
[ 7) Letteralmente, »Isola quotidiana«: il quotidiano del festival ]
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Cinema di frontiera: Kinoatelje
Musica di frontiera: Kosovni Odpadki, 'Zuf de Zur
[ Questo messaggio è stato modificato da: Pythoniana il 09-06-2005 alle 12:32 ] |
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Pythoniana
 Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 09-06-2005 12:29 |
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Caro mister P.,
inondato dall’interminabile profluvio dei tuoi resoconti isolani, mi limito con questa mia a qualche breve chiosa.
In primis la sistemazione in campeggio; mi viene il dubbio che, anche qui, l’organizzazione sia stata contaminata dalla sempre presente M., poiché pure il nostro team si è dovuto coricare su una pendenza paritetica a quella da te descritta, e che nella mia mente sembra perfettamente corrispondere a quella del ben noto campanile pisano. Il fenomeno potrebbe essere agevolmente attribuito a qualche pratica voodoo- manageriale appresa dalla signorina Z. in ambito africano.
Dolendomi di non essere giunto in tempo a sbirciare l’intera partita, in qualità di calciatore rionale da ben un quarto di secolo, metto in rilievo l’immancabile presenza di un grande ex in ogni squadretta riunitasi in modo così casuale. Nella fattispecie, l’ex under 21 maghrebino, magistralmente descritto nella tua, mi rimembra il delirio da competizione di Fantozzi che, per ben figurare agli occhi della sig.na Silvani durante una gita a Courmayer, eroga progressive balle sul suo azzurro passato sciistico in ragione dell’aumento altimetrico.
Il salomonico giudice di gara, da me inizialmente scambiato per quel monumentale panzone che stazionava immoto nei paraggi di una bandierina (a mio avviso sua unica strategia attuabile, pena infarto repentino a causa della calura), non parevami un regista ivoriano, bensì lo stimato presidente dell’ONU Kofi Annan, qui giunto per godersi un po’ di tranquillità. Non sarà certamente la nostra bistrattata rubrica a tradire la sua scappatella, se i nostri lettori non si decidono ad aumentare.
Riguardo all’innamoramento del pallone, è vizio che capita sovente a : 1) giocatori stanchi, verso il 119’; 2) sedicenti giocatori che sperano di sedurre qualche fanciulla sugli spalti (raramente riescono nel loro intento); 3) ubriaconi che smaltiscono la sbornia.
[…]
Con licenza, e salutandoti, ti do appuntamento al mese prossimo.
Con mediocre stima ed incessante affetto
g.
_________________ "Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet |
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bralina
 Reg.: 20 Ago 2004 Messaggi: 3493 Da: prato (PO)
| Inviato: 09-06-2005 12:38 |
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qlcn poterbbe farmi un breve riassunto così nn devo leggere tutta ql roba?
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Pythoniana
 Reg.: 06 Lug 2004 Messaggi: 1257 Da: Gorizia (GO)
| Inviato: 09-06-2005 12:40 |
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quote: In data 2005-06-09 12:38, bralina scrive:
qlcn poterbbe farmi un breve riassunto così nn devo leggere tutta ql roba?
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Un riassunto non renderebbe al meglio le nostre farneticazioni.
_________________ "Riempi il tuo cranio di vino prima che si riempia di terra, disse Kayam." Nazim Hikmet |
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