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Autore Nonsense
Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 05-04-2004 16:36  

Nel prato accanto a casa
c'era la serra di Mustasa.
Grande e ricco signore del castello
dove risiedeva il suo grasso porcello
Oh sí, un bell'animale
un suino cosí dolce da sembrar caviale,
e persino il peggior paggio della corte
ne bramava i cosciotti alla sua morte
Fu cosí che il macellaio del paese,
un ometto calvo, magro e poco cortese,
nel giorno del decesso della bestia
andó con accetta e coltello a farne festa.
Il giubilo scorreva nelle piazze
e il vino giá sgorgava dalle tazze
Ma nessuno fece i conti col fattore
della cui esistenza conosceva solo il dottore
un vecchietto sui sessanta, uomo saggio che di sapienza ne avea tanta.
I due allora, quatti quatti nella notte,
presero il cadavere del porco
se lo caricarono in spalla con gran sforzo
e via, giú di corsa verso il porto.
Da lí si imbarcarono su una nave,
una vecchia carcassa arruginita alla quale mancava qualche trave.
Il dottore prese in mano il muffoso timone,
e il fattore slegó gli ormeggi dell'imbarcazione.
La mattina dopo ognúno si recó al castello,
Mustasa apparve in compagnia del menestrello,
si tolse dalla testa la corona
e con tristezza ammise il rapimento di persona.
La gente con espressione di sgomento sulla faccia
zittí per due secondi e poi dichiaró aperta la caccia.
"Fuoco al ladro e al truffatore!
urlavano in coro contadini e agghindate signore.
Fu cosí che ognuno si armó di forcone o spada
e insieme si riunirono nella principale strada.
"Sudditi!" disse il re sulla tribuna,
"Che la caccia abbia inizio e prosegua con fortuna!"
Dopo urla incomprensibili e giubilo
il popolo partí alla cerca del ladruncolo.
Intanto tra onde e flutti in mare
il fattore non facea che vomitare
mentre baldo e coraggioso il suo compagno
non temeva il mare come fosse in uno stagno.
Videro terra dopo tre giorni sulla barca
terra, sí ma spoglia e parca,
tanto che non si poterono nutrire
e un prosciutto al maiale amputarono per di fame non morire.
Rifocillati con la divin carne
salparono di nuovo alla volta di Birne,
isola delle sacre pere
sulla quale abitava solo un vecchio Messere,
di Mustasa un tempo cancelliere
ed ora esiliato per incompiuto mestiere.
I tre dunque condividevano la stessa sorte
uno esiliato, gli altri due in fuga dalla corte.
Lí dunque deciderono di abitare
a gustar frutti e finalmente il maiale divorare.
Nel paese di Mustasa, intanto
dal piú povero al piú ricco, tutti erano in pianto,
ancora niente traccia del suino
e il sire ordinó allora un raduno.
"Che ognuno salpi alla volta di Birne,
isola in cui si rifugia l'esiliato inerme.
Sará lui che dará loro protezione,
contro la donazione di una suina porzione!"
Una flotta partí allora al comando di Mustasa,
una flotta di bagordi umilmente votati all'impresa.
Gli altri erano ormai giunti sull'isola
dove il Messere tra gli alberi russa e pisola.
L'accoglienza fu delle migliori
e i compari gustarono pere e salami tra discorsi di Messeri, dottori e fattori.
Nessun peró sapeva della ciurma del re
sempre piú vicina all'isola dei tre.
Un giorno solo li distanziava dalla meta
ma i marinai erano freschi e la brezza lieta,
cosícche in meno di venti ore
sbarcarono sull'isola alla ricerca del ladrone...
Girarono in lungo e in largo sulla calda spiaggia
quando infine udirono una voce saggia...
"Il dottore, il dottore" urlarono in fermento
e arrivarono da lui in un momento.
Contro la ciurma di assatanati
poca fu la resistenza e i tre furon circondati.
Poco era peró del porco rimasto
e i marinai si azzufarono per gustare almeno un pasto.
Fu cosí che dalla rissa non ne uscí nemmeno un verme
e il sangue sgorgó a fiotti sull'Isola di Birne.
I tre ora mangiarono il resto del maiale
e re Mustasa era nel salone ad imprecare.
Solo nel paese come un cane
piangendo e lacrimando pensando a ció che aveva fatto pel salame.
Si dice che per consolazione
si diede alla gamba un morsicone,
notando che questa era buona e fresca
divoró i suoi arti con furia animalesca.
Non potendo piú restare sul suo trono
rotolo giú per la scala e si trovó prono,
macchiato del suo sangue domandó allora perdono,
ma nessuno era con lui e nelle mura rimbombó il suono,
rimase poi in silenzio lí a morire,
solo, senza nemmeno un prosciuttello di cui gioire.

Diciamo che mi andava di scrivere un nonsense e l'ho fatto, soltanto che non é ai livelli del maestro Carroll...

[ Questo messaggio è stato modificato da: Bowman il 05-04-2004 alle 16:38 ]

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 05-04-2004 18:07  
nonsense?
apperò!
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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aralis

Reg.: 18 Ott 2003
Messaggi: 3151
Da: bolzano (BZ)
Inviato: 05-04-2004 18:10  
Bella, ma secondo me quando l'hai scritta avevi fame! O pensavi al ristorante turco-italiano.

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 05-04-2004 18:25  
quote:
In data 2004-04-05 18:10, aralis scrive:
Bella, ma secondo me quando l'hai scritta avevi fame! O pensavi al ristorante turco-italiano.



turco-italico
turco-italofono
turco-maccheronico
turco-pizzapastamandolino

ready to be turco
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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 06-04-2004 13:30  
quote:
In data 2004-04-05 18:10, aralis scrive:
Bella, ma secondo me quando l'hai scritta avevi fame! O pensavi al ristorante turco-italiano.



Mah, a dir la veritá l'ho scritta in un momento di noia, é un nosense per l'appunto, sono cose che scrivo di getto senza pensarci su troppo, la prima rima che arriva la bisogna scrivere e avanti e avanti fino a che la storia si sviluppa nell'insenso arrivando al grottesco cannibalismo del re...
Magari ne scriveró altre, poesie non ne so scrivere ma di rima a getto son maestro, con le parole mai maldestro, bensí abile narratore anche se la storia conceren un solo pastore...e potrei andare avanti cosí...
_________________
Visto il volto nell'orgasmo ne hai visto l'anima (Christian Troy)

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stefy12

Reg.: 25 Mar 2002
Messaggi: 1286
Da: Brissego CH (es)
Inviato: 06-04-2004 17:24  
un cavallo va in macelleria:
-salve,vorrei un kilo di carne macinata
-gliela metto in un sacchetto?
-no grazie, tanto ho lo joghurt in tasca

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 06-04-2004 17:28  
quote:
In data 2004-04-06 17:24, stefy12 scrive:
un cavallo va in macelleria:
-salve,vorrei un kilo di carne macinata
-gliela metto in un sacchetto?
-no grazie, tanto ho lo joghurt in tasca



Vabbé, questo é nonsense puro, diciamo che io lo intendo in modo diverso, piú sottoforma di racconto. Hai presente "The Jabberwock" uno dei piú grandi nonsense di Louis Carroll? Quello é il massimo livello di genialitá nel nonsense.
_________________
Visto il volto nell'orgasmo ne hai visto l'anima (Christian Troy)

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stefy12

Reg.: 25 Mar 2002
Messaggi: 1286
Da: Brissego CH (es)
Inviato: 06-04-2004 17:35  
quote:
In data 2004-04-06 17:28, Bowman scrive:
quote:
In data 2004-04-06 17:24, stefy12 scrive:
un cavallo va in macelleria:
-salve,vorrei un kilo di carne macinata
-gliela metto in un sacchetto?
-no grazie, tanto ho lo joghurt in tasca



Vabbé, questo é nonsense puro, diciamo che io lo intendo in modo diverso, piú sottoforma di racconto. Hai presente "The Jabberwock" uno dei piú grandi nonsense di Louis Carroll? Quello é il massimo livello di genialitá nel nonsense.



scusami, ma volevo dare un umile contributo pure io... la prossima volta ne invento uno anche io, ok?!!
mi disp, ma the jabberwock proprio non ce l'ho presente...

intanto...
spalma un po'di burro di noccioline su un chiodo...

e durante scuola prima o poi mi metterò a scrivere!! un bacione bRowman
_________________
He felt in his pocket for the cold chain of the fake Horcrux, which he now carried with him everywhere, not as a talisman, but as a reminder of what it had cost and what remained still to do. (JKR, HP6)

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 06-04-2004 17:59  
É cosí che ritorna il cantastorie
poeta incapace e di poche memorie,
che peró si cimenta nel racconto
della storia di un guerriero e del suo scudiero stolto.
I due si conoscevano assai bene
spesso protagonisti delle piú intriganti scene,
in battaglia erano molto sfortunati
e per questo da ogni combattente scanzonati
e comunque, come dargli torto
quei due buoni a nulla avevano proprio tutto contro,
pure draghi e bestie non temevano quei due,
due poracci sgangherati che per cavallo, eh giá, avevano un bue.
Un'animale eunuco senza corna
che una sera con gran stupore non ritorna...
Che fa un cavaliere senza cavalcatura
di corsa prende armatura e spada e scavalca le mura.
Senza nemmeno lo scudiero si trova solo nella pioggia
e la tormenta senza dubbio assai lo scoccia
inzuppato cosí da ogni goccia
torna a casa, senza successo e fa bisboccia.
Apre la bottiglia di vinello sul giaciglio
e cosí si sveglia lo scudiero con sbadiglio,
i due bevono e bevono fino alla mattina
non pensando alla bestia di cui troveranno solo la testa in una tazzina.
Era tempo di trovare un nuovo destriero
uno stallone nero, muscoloso e fiero,
la ricerca duró giorni e lunghe notti
e la coppia insoddisfatta si scoló altre due botti.
Ma la cerca continuava senza sosta
quando in un bel giorno si recarono alla costa,
forse in mare avrebbero trovato il cavallo?
O cercavano soltanto del corallo?
Nessuno dei due alla fine fu nella loro cesta
e la gente ancora sfotteva le loro gesta,
ma non si arrendeva il cavaliere orgoglioso
e in una settimana giunse in taverna con un destriero glorioso.
Era grande quasi il doppio del normale
e il suo puzzo impregnó della bettola le sale.
Un guerriero allora si fece avanti:
"O messere, perché delle tue gesta ora non canti?
Dicci dove hai buscato tal cavalcatura,
che con la sua mole incute assai paura.
Paura? Ma che dico, inver terrore!
Alla sua vista tremano in molti ed han pallore."
Con il petto gonfio e la profonda voce
il cavaliere raccontó la storia del cavallo feroce.
Sí, esatto, feroce e mordace era la belva
cresciuta selvaggia e vorace nella selva.
"Nel bosco oscuro aldilá del mare mi addentrai con coraggio,
e nell'ombra degli arbusti notai come un miraggio,
un rampante cavallo avevo infine trovato nel mio viaggio,
e del successo quella vista mi diede un assaggio.
Sguanai la spada incurante del pericolo
e superia il timore nel mio cuor, l'ultimo ostacolo.
Era grande davanti a me, una divin visione
e giá gioivo del compimento della missione
con passo fugace e mano salda attaccai lo stallone
che non si accorse di me e lo ferii al tallone.
Cadde allora sul fianco
dopo l'articolare ammanco
Fu facile per me allora legarlo
anche sei suoi morsi mi tagliarono una mano nel farlo.
Eh sí, o compari, mi manca ora una palma
ma fu grazie a quello che persi la calma
e lo ferii ancora e acora con costanza..."
Ognuno allora lo derise nella stanza
prendendo in giro il cavaliere e il tripede
col quale non potea compire le agognate gesta impavide
Come puó infatti un cavallo 'sí ferito
portare sul groppone il mutilato?
Offesi cavallo e padrone lasciarono il locale
e andarono a casa nitrendo e singhiozzando per le scale.
Il giorno seguente
il cavallo fu trovato in un torrente
"Oh mio Dio, ma che é successo?
Qual'é la causa del decesso?"
"Pare sia morto dissanguato?"
Disse dopo l'autopsia il chirurgo laureato.
"Ma com'é possibile?" chiese il cavaliere attonito.
"Bé, ma é semplice, con tutti quei tagli era giá in stato cronico."
Che fare allora della carcassa?
Massí diamola in pasto alla massa!
Una cosa peró sfuggiva al nostro caballero
che fine aveva fatto lo scudiero?
Lo trovó dopo tre giorni in una stalla
mentre insieme a della carne trangugiava roba gialla.
"Da dove viene il tuo gustoso piatto
o fedele scudiero a volte sano e volte matto?"
E nell'angolo vide allora degli zoccoli nascosti
e pensó: "Che siano mica quelli del bove dal cui tu ricavi pasti?
Oh traditore, tu ammazzasti l'eunuco bovino
e io che ho rischiato la vita per colpa tua ogni mattino!
Ma adesso di degrado a mio destriero."
E cosí lo selló e lo cavalcó per il sentiero
e per boschi, monti e mari
e di lui si facevan beffe i somari.
Cosí il cavaliere aveva finalmente un cavallo
e lo scudiero fi costretto a vivere nello stallo.
_________________
"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"

[ Questo messaggio è stato modificato da: Bowman il 07-04-2004 alle 10:46 ]

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LauraX

Reg.: 03 Mar 2004
Messaggi: 1694
Da: Este (PD)
Inviato: 06-04-2004 22:28  
Un cavallo entra in un bar, e il barista gli dice...
"ke muso lungo....."
_________________
"Resisto a tutto tranne che alle tentazioni" Oscar Wilde

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MrOrange

Reg.: 28 Dic 2003
Messaggi: 463
Da: matera (MT)
Inviato: 07-04-2004 01:41  
Non l'ho letta.troppo lunga. ma mi fido e ti faccio i complimenti
_________________
Ti spiace se me la sparo qui? - Ehi...mi casa su casa...

Le due più belle parole del mondo non sono "ti amo" ma "è benigno"

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Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 07-04-2004 08:46  
quote:
In data 2004-04-06 22:28, LauraX scrive:
Un cavallo entra in un bar, e il barista gli dice...
"ke muso lungo....."




questo non è un nonsense
_________________
"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 07-04-2004 12:04  
Jabberwock
Poet: Lewis Carroll



'Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.

"Beware the Jabberwock, my son!
The jaws that bite, the claws that catch!
Beware the Jubjub bird and shun
The frumious Bandersnatch!"

He took his vorpal sword in hand;
Long time the manxome foe he sought--
So rested he by the Tumtum tree,
And stood awhile in thought

And as in uffish thought he stood
The Jabberwock, with eyes of flame
Came whiffling through the tulgey wood
And burbled as it came!

One two! One two! And through and through
The vorpal blade went snicker-snack!
He left it dead, and with its head
He went galumphing back.

"And hast thou slain the Jabberwock?
Come to my arms, my beamish boy!
O frabjous day! Callooh! Callay!"
He chortled in his joy.

'Twas brillig, and the slithy toves
Did gyre and gimble in the wabe;
All mimsy were the borogoves,
And the mome raths outgrabe.

Jabberwock


[ Questo messaggio è stato modificato da: Bowman il 07-04-2004 alle 12:07 ]

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Bowman

Reg.: 07 Nov 2003
Messaggi: 1584
Da: Trento (TN)
Inviato: 07-04-2004 13:27  
Triste e singhiozzante nella sabbia
sedeva il pagliaccio sulle sbarre della gabbia
del leone con la rabbia
o della tigre con la scabbia?
Ma che importa, non é questo il punto
pensava il clown con in mano un piatto unto e bisunto.
Il problema stava nella sua serale esibizione
dalla quale non ottenne nemmeno un battimani di consolazione.
"Oh tristezza, ingiusto pubblico!".
Piagnucolava il poveretto in preda al panico.
Ma non fu per questa sciocchezza che si arrese
e il buio nel tendone infine scese
si spensero le lacrime e le luci
ed il pagliaccio uscí e camminó la sua via crucis.

_________________
Visto il volto nell'orgasmo ne hai visto l'anima (Christian Troy)

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