Autore |
Buongiorno (breve racconto) |
Superzebe
 Reg.: 25 Mag 2002 Messaggi: 3172 Da: Genova (GE)
| Inviato: 17-05-2003 16:45 |
|
Aprì l’occhio destro. Lo richuse. Era già giorno, le fessure delle tapparelle gettavano chicchi di sole sul muro e lui era lì, sdraiato a pancia in su sul letto caldo. Racimolò tutte le sue forze e aprì tutt’e due gli occhi.lentamente voltò la teste verso la sveglia sul comodino di fianco al cuscino, ma non riusciva a leggere l’ora. Rinunciò a sapere che ora fosse. Sospirò pesantemente, poi fece scivolare una gamba fuori da lenzuolo e la lasciò spenzolare fuori dal letto. Quando decise che la posizione era abbastanza scomoda fece uscire anche l’altra e portò il culo sul bordo del letto. Ora era pronto ad alzarsi. Fece perno sui gomiti e si sollevò a sedere, poi, dato che c’era si alzò in piedi con un movimento deciso. Una fitta di mal di testa sopra il sopracciglio sinistro lo fece mugolare e pensò che fosse meglio rimettersi seduto. Così fece. Si guardò in giro, la stanza era semibuia ma si poteva comunque capire che era tutt’altro che in ordine.Vestiti gettati sulle sedie, sul tappeto verde calzini, riviste e lattine di birra. -Devo mettere un po’ a posto.- pensò. La stanza puzzava di sigarette e di chiuso. Anche lui puzzava. Guardò di nuovo la sveglia, erano le quattro meno un quarto. - Porca troia- bofonchiò citando un qualsiasi film dove il protagonista si sveglia in ritardo. Lui, però non aveva niente da fare. Si alzò, questa volta più lentamente temendo la fitta alla testa, che non arrivò. Andò alla finestra e tirò su la tapparella, il sole gli faceva male agli occhi e li chiuse. Luci stroboscopiche dietro le palpebre, la discoteca della notte prima. Di nuovo una fitta alla testa. Inspirò l’ara stanca della stanza e aprì lentamente gli occhi. La camera illuminata dallo sterile bianco domenicale si rivelava in tutta la sua desolatezza. -Ci vorrà mezza mattinata per mettere a posto questo casino- mattinata? La mattina era venuta e se n’era andata e così avrebbe fatto il pomeriggio. Aprì la finestra e l’aria fredda di febbraio lo investì facendolo tremare nella sua maglietta bianca. No, faceva troppo freddo, la richiuse. Buttò lo sguardo oltre il vetro, sulla strada e tirò un lungo sospiro. Ogni tanto una macchina passava, senza fretta, solo di domenica la gente non ha fretta, anzi, cerca sempre un modo di ingannare questa stronzissima domenica che non finisce più. Cercò di deglutire ma non aveva più saliva, guardò intorno alla stanza per cercare una bottiglia d’acqua. Non c’era. Camminò lentamente verso la porta, la aprì e guardò scoraggiato il corridoio che porta fino alla cucina. -Una sosta al cesso è un’idea niente male- . Imboccò il corridoio controllando le oscillazioni della testa per evitare le fitte, ma non poteva fare niente per il continua dolore dietro agli occhi. Il pavimento era gelido sotto i piedi scalzi. Dal silenzio intuì che la casa fosse vuota, meglio così, mi evito il solito pistolotto della mia vita buttata nel cesso bla bla bla. Arrivò in bagno è incomincio a pisciare, abbassò le palpebre e la testa girava, lentamente ma continuamente. Li riaprì. Aveva pisciacchiato sulla tavoletta e probabilmente anche fuori. - Merda- Pulì con estrema fatica e poi si appoggiò al lavandino, aprì il rubinetto e tirò una lunga sorsata d’acqua ghiacciata che sapeva di cloro. Sentì l’acqua scendere lungo la gola e sciabordare nello stomaco vuoto, un leggero conato di vomito salì veloce.Si alzò e vide la sua immagine riflessa nello specchio. -Ciao bello- sussurrò. Certo che in quel momento bello non era esattamente l’aggettivo azzeccato. I capelli erano grassi e schiacciati sulla testa fatta eccezione per un ciuffo subito sopra l’orecchio. Le occhiaie bluastre sottlineavano gli occhi rossi aperi solo per metà e la barbetta non contribuiva a migliorare l’aspetto complessivo. - Quanto cazzo ho bevuto ieri sera?- ci pensò un po’ ma poi perse il conto e smise, essere amico del barman può essere comodo ma letale.Uscì dal bagno e tornò in camera, con la stessa lentezza dell’andata. Li si sedette sul letto. La testa aveva smesso di girare adesso e guarò i libri sulla scrivania. Si immaginò seduto li a studiare e il mal di testa tornò prepotentemente. Idea scartata. Sentì qualcosa vibrare nel letto, era il cellulare. Lo prese in mano. Uno squillo di una certa "Tipa". Chi era? Si sforzò di ricordare, forse la sera prima aveva dato il numero a qualcuno... gli sembrava di si.. ah si ecco, c’era questa ragazza...cristo ma era un cesso! Come aveva fatto a...era proprio sbronzo... decise di non pensarci, i suoi amici gliela avrebbero menata a sufficienza.Stava per rimettere il cellulare a posto di nuovo quando vibrò ancora. Un messaggio di Lollo : "aperitivo alle 7 dal ragno, ciao Dongiovanni".
Pensò all’aperitivo, alla ragazza e gli venne un’altro conato di vomito seguito da una fitta alla testa. -Ma vaffanculo-. Cacciò il cellulare sul tappeto e si infilò di nuovo sotto le coperte. Fin sopra la testa per non far passare i raggi del sole.
_________________ Take off your shoes, hang up your wings
Stack up the chairs, roll up the rug
Savor the things that sobriety brings
Drain in the last from a jug... |
|
scaramanga

 Reg.: 20 Mag 2003 Messaggi: 15 Da: Gran Bretagna (es)
| Inviato: 20-05-2003 13:16 |
|
Autobiografico?? Ciao da scaramanga |
|
Superzebe
 Reg.: 25 Mag 2002 Messaggi: 3172 Da: Genova (GE)
| Inviato: 20-05-2003 13:40 |
|
no, non ancora.
signore e signori vi presento il mio zietto inglese, scaramanga! tadaaan!
_________________ Take off your shoes, hang up your wings
Stack up the chairs, roll up the rug
Savor the things that sobriety brings
Drain in the last from a jug... |
|
|