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Dite quello che vi verrà in mente dopo |
ginestra

 Reg.: 02 Mag 2003 Messaggi: 8862 Da: San Nicola la Strada (CE)
| Inviato: 28-08-2004 21:26 |
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_________________ E tu, lenta ginestra,che di selve odorate queste campagne dispogliate adorni, anche tu presto alla crudel possanza soccomberai del sotterraneo foco, che ritornando al loco già noto, stenderà l'avaro lembo su tue molli foreste....... |
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archer84
 Reg.: 26 Gen 2004 Messaggi: 4249 Da: catania (CT)
| Inviato: 28-08-2004 21:28 |
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quote: In data 2004-08-28 21:26, ginestra scrive:
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_________________ ...(cit.) |
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denisuccia
 Reg.: 14 Apr 2002 Messaggi: 16972 Da: sanremo (IM)
| Inviato: 28-08-2004 21:51 |
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Spesso mi capita “durante” di iniziare a pensare, in questo modo termino il pensiero immediatamente “dopo” e dalla mia mente esce un “d’oh” degno della migliore puntata di Homer.
I miei dopo non sono mai veri dopo, potrebbero essere definiti come “appena”, forse…
“Dopo”, appunto, mi pento.
Di aver parlato, solitamente. E’ difficile che io mi penta di essere rimasta in silenzio, i silenzi possono nascondere dialoghi molto più interessanti di quelli parlati e, soprattutto, possono dar inizio a fantasie e dubbi, e non sempre l’ambiguità è nociva.
Si da invece molta importanza alle parole. Sin dal momento in cui vengono inventate si cerca sempre di dare una spiegazione precisa a ciò che possono significare. A testimonianza di questo esistono i dizionari e vengono aggiornati sempre a meno distanza.
Diamo sempre molta importanza alle parole, sapendo che possono essere un’arma.
“Tu mi hai detto così” ed ecco che siamo giustificati, ignorando totalmente (o quasi) il tono ci aggrappiamo alla frase, al significato letterale dei termini, per poter giustificare una cattiva azione, una risposta inadeguata o semplicemente un errore.
Non si fa più caso al tono, così come non si fa più caso alle espressioni, perché siamo ancorati a ciò che si dice ancora più di come lo si dice o al suo contorno.
I silenzi invece non stordiscono i sensi e non lasciano nulla di certo, bisogna così cercare di capire diversamente il loro significato, quando lo hanno. Uno sguardo, un sorriso, un movimento a volte impercettibile della bocca o delle sopraciglia… particolari a cui bisogna fare affidamento mentre, con il parlato, ci possiamo anche girare dall’altra parte tanto udiamo lo stesso.
Quindi mi pento di aver parlato, di non essere stata chiara. Io raramente la sono. Scrivo male alcune parole appositamente ed altre, ad esempio, le ripeto all’inverosimile. Questo non perché non conosco sinonimi ma perché mi piace così. E già sbaglio nella forma, figuriamoci poi cosa accade con la sostanza, quando sono agitata, ad esempio, o quando non voglio far intendere ciò che in realtà vorrei dire (ed è molto più semplice che io dica ciò che non vorrei dire piuttosto che ciò a cui penso davvero).
Ecco. Dico bianco ed era nero. Sorrido e volevo incazzarmi.
Se ci fossero più persone capaci di ascoltare il silenzio avrei molti meno problemi con chi mi sta intorno. Ma mi tocca parlare, allora parte il “dopo”.
E dopo penso sempre male, di me. Male perché non trasmetto ciò che sono e le persone non capiscono perché, come è consuetudine, non sanno più cogliere il significato di uno sguardo verso il basso o di un sospiro dopo aver detto una cazzata.
Dopo vorrei tornare indietro per cancellare il prima e lasciarlo lì, bianco e pulito. Potermi fermare e poter sospirare senza udire alcun cenno, come sott’acqua, sentire solo il mio respiro e quella tranquillità che porta l’attenzione su ciò che DEVE avere attenzione…
E basta…
_________________ L'improvviso rossore sulle guance di Thérèse, identificato immediatamente come il segno dell'Amore, quando io avevo sperato in una innocente tubercolosi. |
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Lord_Elric ex "EricDraven"
 Reg.: 01 Apr 2004 Messaggi: 2186 Da: piombino (LI)
| Inviato: 29-08-2004 03:08 |
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quote: In data 2004-08-28 21:20, ginestra scrive:
Ma no, io sono un petalo di rosa, morbida come una brioche, delicata come una ninfea.
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quando...? con chi...?
_________________ "Elric non può avere ciò che più desidera. Ciò che desidera non esiste. Ciò che desidera è morto. Elric ha soltanto angoscia, rimorso, malvagità, odio. E' tutto ciò che merita e tutto ciò che potrà mai desiderare" M.Moorcock-Elric di Melnibonè |
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