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Senza titolo |
seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 27-12-2003 19:13 |
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vi giuro che fra poco è finito...ora direte "c'è uno stacco netto tra questa parte e la precedente"bè perdonate,non sapevo come procedere allora ho inventato la svolta,molto poco in linea con il resto,mentre scrivevo.E' sì irrealistica ma era troppo intrigante....i miei (ex)estimatori mi perdonino.....
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
 Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 28-12-2003 21:54 |
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fa niente,continua lo stesso..
ottimo lavoro capo
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mulaky
 Reg.: 09 Lug 2002 Messaggi: 32104 Da: Catania (CT)
| Inviato: 29-12-2003 16:17 |
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quote: In data 2003-12-28 21:54, Ondina scrive:
ottimo lavoro capo
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ma non mi fare ridere (oddio ora seanma mi uccide )
seanma continua, nn ti preoccupare
_________________ What you fear in the night in the day comes to call anyway
Well darling if the shit came out then, I suppose that the shit went in
(A.D.) |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 29-12-2003 17:30 |
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Faceva quantomeno impressione.Il desolato caseggiato avvolto nel buio della sera tutto portava a pensare tranne che lì ci si potesse radunare anche solo una congrega di gatti sciamannati.L'aria era resa greve da un odore acre e pungente,probabilmente plastica bruciata;l'ingresso,se così si poteva chiamare la simil-porta senza cardini che penzolava guidata dal vento,era popolato da secolari tribù di voraci tarli;l'interno si presentava spazioso ma orribilmente maltenuto,con ragnatele dappertutto e polvere che ricopriva ogni cosa.Un disastro,insomma.
Eppure l'appuntamento era proprio lì.Era proprio lì che si sarebbe dovuto riunire il gruppo di aficionados della "musica di una volta".Della *sua* musica,penso l'uomo,infreddolito e anche un po' contrariato,dato che nessuno era in vista.All'improvviso,alcune parole giunsero distintamente all'orecchio dell'uomo,che contrasse violentemente il volto: Just a crush,a little crush!Not like i faint when i see you;la voce fresca e genuina,come d'altronde tutte quelle che lui amava,risuonava potente nella solitudine dell'ambiente,insieme alle potenti lacrime.
Cercò di ragionare.Cercò di far funzionare il cervello.Quello che per un attimo aveva pensato non poteva essere vero.Sciocca fantasia malandrina!Quell'uomo così ben vestito,così ben piantato,impossibile pensare a un simile comportamento.Eppure i precedenti c'erano e quel foglio gualcito stava a dimostrarlo incontrovertibilmente.Si sentii terribilmente confuso.Anche se tutto quanto letto fosse stato vero,era comunque impensabile che si fosse ripetuto.E così,poi!
Decisamente inutile era stare a rimuginare,ad alambiccare.Bisognava cercare.
E cercando,il ragazzo ebbe una prima conferma:quanto raccontato da quel giornale era indiscutibilmente vero e lo era anche il fatto che ciò non aveva causato ripercussioni troppo pesanti sulla vita o sulla carriera dell'indiziato.Questo non lo accontentò,naturalmente:andò in giro,fece domande in paese e a scuola,chiedendo della famiglia della ragazza,del suo passato.Nulla di nulla.Niente di insolito o preoccupante.Il ragazzo smise.Semplicemente si fermò e si chiese che senso avesse tutto quell'andare avanti o indietro,per chi,per cosa lo facesse.Per se stesso,di cui non gli importava nulla?Per una ragazza di cui conosceva a malapena il nome e il volto?Per l'orgoglio,inesistente e ingiustificato,di quell'arditezza amorosa?O non lo faceva piuttosto perchè amava l'Idea?Non l'Idea dell'Amore o della Donna o di Se,no.Si rese conto che amava disperatamente alla follia,il Momento che si trovava a vivere.Capì ad un tratto che tutto ciò che gli importava era la bellezza spensierata della sua età,rappresentata non tanto dalla goliardia quanto dal meccanico movimento azione-reazione che si verificava ogni volta che un ragazzo si avvicinava a una ragazza.Rimpiangeva il Codice Morale dell'Homo Sapiens,poichè non era riuscito a seguirne i passaggi:bisogna fare in modo di andare avanti su binari prestabiliti.Bisogna seguire la corrente e i segni che gli altri,più scaltri di noi,ci hanno lasciato come guida.
Quell'uomo,quel fantasma gli aveva impedito di seguire la corrente.
Ma si ricordò.Si ricordò in un lampo di un dettaglio che l'avrebbe salvato.In basso a destra della pagina di giornale trovata nel CD,era infatti riportato l'indirizzo di una rinomata casa di riposo per veterani del luogo.Ecco dove andare,pensò il ragazzo,che stava ormai per travalicare la "sottile linea rossa"tra la pazzia e la sanità.Ecco dove andare.
Risoluto e con un ghigno raccapricciante stampato sulla faccia,si diresse verso la meta prefissata.Si accorse che un giovanotto lo stava seguendo.Lo stava pedinando.Si rese conto che lo faceva ormai da giorni,ma non ci fece caso.La pulì.La guardò fiero.Non l'aveva mai usata,ma pensò che non sarebbe stato difficile farlo.Una pistola la sanno usare tutti,pensò.
Giunse infine all'indirizzo segnato sul giornale.Vide una porta ed entrò.La porta automatica non si chiuse subito,lasciando entrare il giovanotto,elengantemente vestito.La sua andatura era sicura,sulle tracce del ragazzo,anche se aveva una leggera tendenza a zoppicare.
Il ragazzo vagava per i corridoi,con aria sempre più impaziente.Entrava nelle stanze,ne usciva,chiedeva.Chiedeva a tutti dove poter trovare il registro delle visite,per controllare un certo nome,per verificare,diceva lui.Remota e neanche troppo coltivata c'era nel ragazzo la speranza di TROVARLO lì,subito.L'elegante ragazzone non lo perdeva di vista un solo secondo.
Il ragazzo smise.Semplicemente si fermò.La mano si piega verso lo zaino,lo apre,ci fruga dentro,trova quello che cerca,lo afferra.Lo tiene malamente.Forse pensa che sia un diario.Invece è la sua pistola.
L'elegante giovane corre,corre per raggiungere il ragazzo,quando vede quello che sta per fare.Gli si avvicina.Il ragazzo è fermo in piedi,con in mano la pistola.
Il giovane apre la tasca della sua giacca,da cui esce un vecchio e rovinato lettore CD.
"Fermo.Non fare cazzate.Cosa vuoi combinare?Tieni,ascolta questo".Il giovane accende il lettore.Il ragazzo non ce la fa più.Il sudore gli pervade l'intero corpo:vorrebbe lasciar cadere l'arma ma non può,con tutti quegli sguardi attoniti e interessati.
"Ascolta questo" sussurra il giovane.La luce rossa del lettore prese vita e il suono cominciò ad uscire dal piccolo altoparlante.Il ragazzo,dentrò di sè,pianse.Pianse amaramente.Non capiva più nulla.Una voce gli stava dicendo,gli stava cantando,che doveva sbrigarsi,doveva farlo subito.Un'altra invece gli diceva che no,era tutto una sciocchezza,che doveva tornare a vivere.UN'altra ancora parlava di baci:un interferenza del cervello,pensò il ragazzo in preda al delirio totale.
Il giovane capì subito che a fare la cazzata era stato lui.E grossa anche.Non dovevo fargli ascoltare quella musica.
Capì l'errore,ma era troppo tardi.Il ragazzo sparò.Sparò senza guardare,mentre aveva nell'orecchio quelle tre voci femminili,accompagnate e soverchiate da un urlo,da tanti urli molto più potenti.Si lasciò cadere a terra,affranto.Faceva terribile pendant con gli altri cadaveri disposti all'intorno.
Anni difficili,quelli successivi.I medici non avevano saputo dare una spiegazione accettabile per quell'episodio,senon quella consueta di "raptus".Così lui era li,in un universo asetticamente e vomitevolmente bianco,senza fare nulla,nauseato dall'odore dei medicinali e confortato unicamente dal ricordo.Il ricordo di quella prima adolescenza passata all'inseguimento di fatui sogni e aggrappato a valori e a riferimenti ancor più fauti,come avrebbe realizzato più tardi.Di quel periodo di rimpianti,ora gli rimanevano solo tre cose:la curiosità lacerante di sapere dove e chi fosse ora il motivo della sua rovina,la curiosità ancor più lacerante di sapere chi fosse quello che aveva tentato di tirarlo su dal baratro e che conosceva così bene la sua musica preferita.E in ultimo,proprio la musica,le facce,le voci.
Per tutto il resto dell'adolescenza Janet,Jennifer e tutte le altre Dive terrene furono l'unica ancora a cui il ragazzo poteva sperare di aggrapparsi.
L'uomo seguì la voce e si ritrovò in un locale affatto diverso dal precedente:niente ragnateleniente sporcizia,tutto anzi era ben curato e tenuto.Al centro di questo locale stava lo stereo da dove proveniva la voce macosa più importante,in questo locale c'erano delle persone.Il gruppo di aficionados che cercavo,penso l'uomo.
Vide che tutti lo salutavano con una strana allegria e soprattutto fu felice di rivedere il ragazzo del pomeriggio in un aspetto ben diverso da quello in cui se lo ricordava.Il ragazzino era seduto su una sedia a lato del locale e quando vide l'uomo esclamò:"Eccola!Lo sapevo che sarebbe venuto!" rivolgendosi a lui.Poco dopo,nel chiasso generale,quello stesso ragazzo,preso un microfono,facendo la parte del "presentatore della serata" si rivolse al pubblico con queste parole:
"Amici,stasera è una serata speciale perchè quest'incontro è un incontro speciale,per due motivi.Primo,perchè oggi avremo l'onore di esibire il nostro repertorio di fronte al nostro beneamato quanto assenteista Presidente,e secondo perchè è venuto a trovarci un amico un po' speciale-e indicò l'uomo-anzi,molto speciale.Noi tutti siamo veri appassionati,questo è chiaro,ma chiunque di noi di fronte a quiest'uomo-e indicò di nuovo l'uomo-non può fare altro che inchinarsi.Amici,non potete rendervi conto della passione che quest'uomo ha(e aveva)per la *nostra* musica.Io stesso pomeriggio mi sono permesso di regalargli alcune delle rarità che abbiamo qui in esclusiva,perchè se lo merita davvero.Un saluto al nostro amico!"Un boato di goia si levò fragoroso,mentre il ragazzo tornava al suo posto e l'uomo,commosso,si lasciava andare alle lacrime,essendo però nello stesso tempo enomermente confuso e stupito da tutta quella situazioneDopo poco,fu il turno del Presidente.Arrivato al luogo,a quanto sentiva dire l'uomo,su una macchina lussuosissima,fu presentato così dal ragazzino:"Ecco,amici,ecco amico,sta per arrivare il Presidente,sommo conoscitore e amante della nostra comune passione,che ha saputo negli anni raccogliere prezioso materiale e fondato questo 'circolo di ritrovo',se così possiamo chiamarlo ciosì,che acora oggi ci permette di assaporare tutte le emozioni di una volta.Questo me lo sono fatto dire da lui,naturalmente,essendo io troppo giovane per averlo provato di persona.Un applauso per il Presidente,e un urrà personale per mio padre!"
Accompagnato da un boato di serenità festante,apparve la figura,invecchiata ma fiera di un uomo ritto,all'apparenza severo,ma con una strana luce negli occhi.Faticava a camminare da solo e bisognava di sostanzioso aiuto.Con fatica e sofferenza si mise a sedere su una poltrona,con accanto un microfono.
L'uomo si sentì mancare.Il sangue gli si gelò nelle vene e la faccia divenne paonazza.Chiuse e riaprì gli occhi per vedere se si trattava di un miraggio.No,purtroppo o per fortuna,non lo era.Quell'uomo,per sempre segnato nel fisico da un banale antico incidente,era là,che lo guardava,che guardava lui,occhi negli occhi,attraverso i volti di tutti i presenti.Era lui,che gli aveva fatto penare sette camice quella mattina,era lui il "tesoro zoppo" della scuola.Era lui.
Noncurante dell'incertezza dell'amico,l'uomo sulla poltrona inizioò a parlare:
"Bando alle ciance.Non ho voglia di perdere tempo inutile.Se sono qui oggi è perchè ho un debito da saldare.Un debito con il passato.Un debito coll'uomo che vedte là in fondo.Non starò a raccontarvi la sua triste storia,perchè renderebbe tristi anche voi e me.Mi limiterò a dire che non mi pento di quello che ho fatto,e mai mi pentirò-e rivolgendosi all'uomo,disse-Quello che ho fatto l'ho fatto per te,per il tuo bene,amico di tante avventure.Io,tutti,ti vedevamo distrutto e terribilmente distrutto dopo quel giorno.Non potevamo,non potevo,per rispetto mio e tuo,raccontarti la verità.Non potevo venirti a dire,con le lacrime agli occhi,che la persna per la quale tanto avevi fatto Dio o chi per lui se l'era portata via da un giorno all'altro.Non potevo.Ti avrei ucciso.Così archittetai tutto,architettai tutto quel folle piano che tu non credo potrai mai dimenticare.Ma non avevo previsto le conseguenze,e di questo me ne dispiaccio.Non puoi immaginare quanto.Ma questo è per te,folle e passionale compagno,tutto questo è per te."Con grande apertura di braccia,l'uomo indicò tutto l'ambiente circostante.Montagne su montagne di CD della *sua* musica,pensò l'Altro.L'invito del vecchio fu accolto da un roboante e prolungato applauso,mentre l'uomo vide negli occhi del ragazzino speluccato lampi di autocompiaciuto orgoglio per il contributo offerto alla causa.
L'uomo vedeva,ma non guardava,sentiva ma non ascoltava.Non c'era più posto per le lacrime nel suo cuore,solo rassegnato stupore rabbioso.Se ne andò schifato da quel locale,minacciando urli repressi.Stava già per immergersi nel gelido rigore della serata cittadina,quando una mano vigorosa lo fermò.Era lui.
Il vecchio disse:"Non cambierò mai idea.Dovevo farlo.Altrimenti saresti impazzito"
Gli occhi dell'uomo assunsero un aria gelidamente rassegnata,come a dire:"Perchè,ora non sono forse pazzo?"
"Odiami pure-soggiunse il vecchio-hai ragione,come vedi non sono più il ragazzone di una volta.aNella vita si cresce.Odiami pure,ma tieni almeno questo"
Le mani del vecchio frugarono nella tasca e ne trassero un quadretto.Dopo averlo dato all'amico,il vecchio si allontanò.L'uomo rabbrividì.Era un ritratto *suo* a *quell'* età.The spell was cast,la magia è scoccata.Stesso viso da ceramica cinese,stessi occhi e stesse labbra,le labbra di Lene Marlin.
Lo stupore già alto dell'uomo aumentò quando si accorse che all'interno del ritratto era stato inserito un foglio di carta.L'uomo sussultò.Era una pagina di diario.Una pagina scritta in nero in caratteri tremolanti e insicuri,una dedica.
La dedica era strana,scritta in un inglese pessimo.L'uomo sorrise,di quel suo particolare sorriso.
Poche righe sotto le parole scritte in nero,c'era un piccolo,quasi illeggibile segno grafico rosso.I caratteri erano morbidi e vellutati,scritti quasi da una piuma
YES
L'uomo abbassò lo sguardo,strappò il foglio e ne gettò i pezzi nel cespuglio limitrofo.
Dopodichè si avvicinò a un cumulo di neve residua delle nevicate dei giorni precedenti.Lo osservò.Si piegò.Si piegò e dolcemente infilò la testa sotto la bianca coltre,piangendo a dismisura un pianto disperato,inestinguibile.La luce fioca della luna illuminava lo spettrale paesaggio,mentre sullo sfondo si elevava,potente e goiosa,la voce fresca e giovanile di Janet Jackson.
FINE
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-Giù la testa,coglione!
-Miccia corta?
-No...miccia normale!
[ Questo messaggio è stato modificato da: seanma il 29-12-2003 alle 17:32 ] |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 29-12-2003 17:31 |
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quote: In data 2003-12-29 16:17, mulaky scrive:
quote: In data 2003-12-28 21:54, Ondina scrive:
ottimo lavoro capo
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ma non mi fare ridere (oddio ora seanma mi uccide )
seanma continua, nn ti preoccupare
| e va al diavolo!!!
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 29-12-2003 17:50 |
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Nel racconto ci sono almeno 3 citazioni "cinematografiche",una delle quali è veramente sfacciata...
Chi le indovina?
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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Ondina ex "Plumett"
 Reg.: 24 Apr 2003 Messaggi: 2205 Da: Padova (PD)
| Inviato: 29-12-2003 18:06 |
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La sottile linea rossa è quella sfacciata...
adesso rileggo e medito...
grazie di nuovo
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 29-12-2003 18:13 |
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quote: In data 2003-12-29 18:06, Ondina scrive:
La sottile linea rossa è quella sfacciata...
adesso rileggo e medito...
grazie di nuovo
| no!è praticamente una scena copiata...
Federico perdonami!(
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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seanma
 Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 29-12-2003 18:17 |
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ah e naturalmente il tema del "ragazzo maledetto" è ricavato da un grande,grandissimo narratore odierno...
Questa è più facile!
_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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