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Il pensiero debole |
Alocin
 Reg.: 13 Ago 2004 Messaggi: 10233 Da: Cimitile (NA)
| Inviato: 29-06-2005 09:28 |
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non so, mi sembra che per far ridere debba ricorrere obbligatoriamente a delle volgarità...
_________________ Che è fà...te 'menà?! |
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mario54
 Reg.: 20 Mar 2002 Messaggi: 8838 Da: nichelino (TO)
| Inviato: 29-06-2005 10:11 |
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a me non ha fatto ridere per niente
_________________ Vivien Leigh - Non voglio realismo, voglio magia! |
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Saeros
 Reg.: 27 Mag 2004 Messaggi: 7565 Da: Napoli (NA)
| Inviato: 29-06-2005 12:12 |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-06-2005 12:49 |
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GRANDE!! da "Il pensiero debole", di Gianni Vattimo
(22 gennaio 1996)
Noi esponiamo l'essere del mondo, sempre, - dice Heidegger - dentro a degli "a priori" - facciamo l' esempio dell' "a priori" kantiano, perché è il riferimento più evidente -, ma degli "a priori", che sono storicamente condizionati dalla nostra mortalità. Quindi l' "apriori" di Kant è per Heidegger il linguaggio storico-culturale di una certa epoca. E' vero io non accedo al mondo se non dentro a delle strutture preliminari, che ho appreso, ma non dalla mia "ragione" eterna, dal linguaggio, che mi è stato tramandato, il mio linguaggio naturale, che però è naturale, ma anche storico, cioè è il linguaggio della mia società, che proviene da un'altra, è un linguaggio, delle parole che hanno un'etimologia. Ora, questo è il nocciolo dell'ontologia heideggeriana: io all'essere accedo attraverso, diciamo, dei preliminari, delle condizioni di possibilità, che sono non le condizioni " a priori" della ragione strutturata, eterna, kantiana, ma che sono le ragioni, sono delle condizioni possibilitate dalla mia che ho ereditato, che hanno una provenienza, che si trasforma nel tempo, e questa è la storia dell'essere. Ma questa storia dell'essere, come dicevo, non può che essere interpretata coerentemente, dal punto di vista heideggeriano, secondo me, se non come indebolimento. Perché? Perché effettivamento se io non ho, se voglio dimostare la verità di Heidegger, se voglio dire insomma: Heidegger ha ragione piuttosto che un altro. Come faccio? Non posso descrivere l'essere in termini heideggeriani, perché questo è giusto quello che Heidegger non vuol fare. L'essere non è un oggetto che posso descrivere, mostrare, dire: ecco è fatto così, piuttosto che cosà. Allora in fondo, è quello che Heidegger poi fa nella seconda fase del suo pensiero, la sua validità di questa tesi è tutta argomentata in relazione ad una provenienza. Heidegger rilegge Parmenide, Anassimandro, Nietzsche, i poeti, cioè argomenta la validità della sua concezione dell'essere come differente, eventuale, che accade, storico, eccetera, l'argomenta in relazione ad una storia. E' come quando se non argomentiamo in termini metafisici: "Ti mostro che l'Essere è così", argomentiamo in termini retorici, storici. Dice: "Ma come tu, dopo aver letto Marx, Nietzsche, Freud, puoi ancora dire questo? Ma rileggi, pensa un po'." . E questo è il nucleo del discorso hedeggeriano alla fine, secondo me. Cioè si oppone a una argomentatività metafisico-oggettivistica della filosofia una argomentatività, che, con termine heideggeriano, possiamo chiamare storico-destinale, dove la parola "destino" non vuol dire fatalità, ma vuol dire qualche cosa che non è puro arbitrio. "E' andata così" - dice -"ah, beh è andata così, ma poteva andare diversamente."Sì, però che sia andata così mi segna ed è dentro a quell'orizzonte che io mi muovo, anche per modificarlo, ma sempre con un'eredità.". Ed è questo: l'eredità è l'unica cosa che mi permette di accedere al mondo, visto che non ho la "ragione" eterna, visto che l'essere non è una struttura eterna, ma anche l'oggettività del sapere moderno, della scienza moderna è un prodotto storico, avviene dopo certi eventi, dopo che ci sono state delle scoperte di strumenti, che permettono di guardare il cielo con il telescopio. Dunque noi stiamo dentro a questa provenienza. Heidegger gioca molto con la parola tedesca "Ueberlieferung", che del resto è anche la parola italiana: "tra-dizione", che però noi non sentiamo più come "tra-mandamento", "tra-smissione", "invio", eccetera. E lui, quando parla di destino, parla principalmente di questo: non tanto di una struttura di nuovo oggettivamente fissata dell'Essere, ma parla di un "tra-mandamento". Io ricevo sempre - come nella staffetta -, ricevo il testimone, lo trasmetto ovviamente, posso vincere o perdere, se corro veloce o no, dipende anche molto da me, come va avanti questo "tra-mandamento". Però certo sono su una via, mi ci trovo, la butto, devio, mi ferme, ma sempre proseguendo un "tra-mandamento". Allora, si parla di storia dell'essere. Questa storia che parte, mettiamo, nel pensiero occidentale, da Parmenide -dice: "L'essere è, l'essere non è" e arriva ad Heidegger, che dice, mettiamo: "L'essere è eventualità pura, un vento" - questa storia che senso ha se non un senso di diminuzione di strutture forti. La differenza tra Parmenide ed Heidegger è che uno pensa all'essere, - idealizziamo naturalmente Parmenide per quello che ha significato poi nel linguaggio filosofico -, per me è uno che pensa all'essere come un grosso oggetto stabile, fermo, che non si muove e Heidegger lo pensa come un evento.
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Charles Foster Kane è stato un uomo che ha avuto tutto quel che ha voluto,e poi l'ha perso. Forse Rosebud era qualcosa che non ha potuto avere, o qualcosa che ha perduto, ma non avrebbe spiegato niente
[ Questo messaggio è stato modificato da: Petrus il 29-06-2005 alle 12:50 ] |
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Alocin
 Reg.: 13 Ago 2004 Messaggi: 10233 Da: Cimitile (NA)
| Inviato: 29-06-2005 12:51 |
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fa caldo!!!!!!
_________________ Che è fà...te 'menà?! |
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theguest
 Reg.: 13 Apr 2005 Messaggi: 1189 Da: etere (es)
| Inviato: 29-06-2005 13:10 |
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quote: In data 2005-06-29 09:24, 83Alo83 scrive:
comunque sia la littizzetto non mi fa ridere quasi mai...sono anni che è sempre la stessa storia.
da leggere poi è ancora più deprimente.
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meno male che non sono il solo a pensare che sia molto sopravvalutata.
_________________ solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicuro della prima. |
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Chomsky
 Reg.: 27 Giu 2005 Messaggi: 117 Da: milano (MI)
| Inviato: 29-06-2005 14:17 |
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boh.
petrus, a me vattimo non ha suscitato interesse, se non per le tautologie,le ripetizioni, le ovvietà e l'acqua calda scoperta.
il pensiero debole...è il suo. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-06-2005 14:19 |
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Tenenbaum
 Reg.: 29 Dic 2003 Messaggi: 10848 Da: cagliari (CA)
| Inviato: 29-06-2005 14:22 |
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ma che stronzate ha scritto Vattimo
ma almeno ha riletto prima di pubblicare ?
_________________ For relaxing times make it Suntory time |
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Chomsky
 Reg.: 27 Giu 2005 Messaggi: 117 Da: milano (MI)
| Inviato: 29-06-2005 14:23 |
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quote: In data 2005-06-29 14:19, Petrus scrive:
beh, interesse suscita a prescindere
e se gli dicessi che il pesiero debole è il suo lo prenderebbe quasi come un complimento
e poi ma che ti aspetti da una lezioncina a fronte degli oltre 20 tomi scritti sull'argomento?
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hai ragione. |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-06-2005 14:23 |
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follettina
 Reg.: 21 Mar 2004 Messaggi: 18413 Da: pineto (TE)
| Inviato: 29-06-2005 22:35 |
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quote: In data 2005-06-29 09:28, Alocin scrive:
non so, mi sembra che per far ridere debba ricorrere obbligatoriamente a delle volgarità...
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si xò non dice nulla di che..
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