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Autore Vinicio Capossela
sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 02-04-2004 17:17  
Bizzarro, ironico, sentimentale, Vinicio Capossela è uno dei cantautori più interessanti emersi in Italia negli anni '90. I suoi modelli più evidenti sono i blues aspri e deliranti di Tom Waits e le “chanson” jazzy di Paolo Conte. Ma nel suo repertorio convivono anche il teatro di Brecht e il surrealismo (di Jarry), melodie mediterranee e sonorità fragorose di chiara matrice balcanica, pantomime circensi e atmosfere malinconiche degne del miglior Luigi Tenco.



Nelle sue canzoni, in tutte le sue canzoni, ci sono la musica, le parole, il ritmo di chi con la musica ha una grande intesa.

Scrive le canzoni così, perché gli viene spontaneo. E racconta di ambienti decadenti un po' bohème e di storie di provincia, di amici, donne, locali andati. E c'è sempre il gusto del ricordo, bello o brutto non importa.

Le sue canzoni sono genuine, arrangiate in maniera essenziale proprio per fare risaltare il contenuto. Insomma, l'opposto di quelle canzoni del tipo cantante-alla-frutta che solo perché ha avuto un'idea discreta per un ritornello ne fa un'intera canzone che regge a stento solo grazie ad un arrangiamento eccessivo che alla fine diventa la canzone stessa. Con una canzone di Vinicio se ne potrebbero fare due o tre normali.

Vinicio Capossela venne fuori con una canzone lenta e malinconica, "scivola vai via" nel 1990. Colpiva subito. Sembrava Paolo Conte ma non lo era, c'era qualcosa di nuovo in quella canzone. Il tono, forse, la cadenza stanca.

Comunque la somiglianza con Paolo Conte non è apparente, soprattutto nelle sue prime canzoni. Questo non lo ha certo aiutato. Ma è assurdo pensare che uno come lui abbia copiato un altro, anche perché successivamente il suo stile è cambiato anche parecchio. Poi per radio (non sulle radio commerciali ovviamente) si sentirono altre canzoni come "resta con me".

Non credo abbia avuto molto successo ...ALL'UNA E TRENTACINQUE CIRCA, il suo primo album, che comunque gli vale il premio Tenco come migliore opera prima.

Ne ha avuto di più MODI` dell'anno successivo. Grazie soprattutto a canzoni un po' più orecchiabili che gli hanno aperto la strada. Soprattutto "la regina del Florida" e "...e allora mambo!". Canzoni che sembrano uscite da qualche fumoso piano-bar di provincia, intrise di sentimenti, poesia e humour.

Per vedere il suo terzo album bisogna aspettare tre anni, il 1994. Nel frattempo Vinicio si esibisce in piccoli locali e teatri.

CAMERA A SUD è la sua consacrazione. E` pieno di canzoni bellissime. E gli album di Vinicio si ascoltano tutti, non si ascoltano solo alcune canzoni. C'è un'alternanza di ritmi prima agitati e poi calmi e lenti. Molto sapiente. E` un disco a tutto tondo, insomma. Bello come il primo e forse di più ma con alcuni pezzi di impatto immediato come "che cossè l'amor", una metafora amara e dissacrante sull’amore e su tutti i suoi risvolti, o "non è l'amore che va via". La sua musica vive d'euforiche contaminazioni, tra swing e mambo, tango e twist, marce e ballate. Ma i ritmi originali sono sempre stravolti e rielaborati, nel segno delle contaminazioni piu’ trascersali e dell’ironia piu’ dissacrante.

Il quarto album è IL BALLO DI SAN VITO di fine 1996. Qui Vinicio è cambiato: la melodia non domina l'album come nel precedente. E duro, ricco di toni aspri, dissonante, volutamente in antitesi col precedente: qui domina il ritmo. E infatti e di ascolto molto più difficile, lo direi quasi sperimentale. Ma è ancora una volta un disco con tutto lo spessore di Capossela, con tantissimi spunti geniali. In un clima di sagra paesana, tra balli e canti di antiche contrade, si ambienta anche la title track: una pulsazione ossessiva che si trasmette a tutto il corpo, in un magistrale connubio di musica, modulazione della voce e testi, che si fondono e trasmettono la vibrazione della tarantola: è il "Ballo di San Vito", nome volgare (non scientifico) attribuito a una malattia dagli effetti contagiosi. Capossela si conferma cantore delle storie di vita comune, di giornate "senza pretese" (per dirla con il titolo di un brano del suo primo album), di giovani di periferia, di racconti in bilico tra dramma e ironia. "Al Veglione" e' un delizioso quadretto di una festa di capodanno in un piccolo paese del sud Italia, rimasto nella memoria di un bambino e rappresentato come fosse un'istantanea da un film di Fellini; l'inesorabile "Pioggia di Novembre" distilla umori mesti e malinconici, mentre "Contrada Chiavicone" e' un'altra pantomima paesana, sorretta da un ritmo sempre piu' nervoso e incalzante. L'album, che vanta un super-ospite come Marc Ribot alla chitarra, e' il piu' vicino alla "world-music" dell'intero repertorio di Capossela.

Il disco (live) successivo, LIVEINVOLVO, nasce da una notte di musica e follie. "E' stata una serata memorabile – racconta Capossela - tanto che il giorno dopo nessuno riusciva piu’ a ricordarla. E' durata cinque ore: alla fine i netturbini avranno pensato di sognare vedendo uscire, nel cuore della notte, un corteo strombazzante con alla testa un cantante in colbacco". Ma l'album segna anche un’ulteriore crescita di questo “guitto al pianoforte” che si fa chiamare Vic Damone e che sembra quasi la caricatura di un cantante di piano-bar. Ma la vera sorpresa è la fanfara di ottoni della macedone Kocani Orkestar, che anima cinque brani. "Amo lo spirito balcanico, chiassoso e sognatore", sostiene Capossela. La presenza della gypsy brass-band balcanica aggiunge un ulteriore tocco di fragore e demenzialita’ ai suoi brani.
Ad interpretazioni particolari e personalissime (per questo Vinicio è migliorato sempre più) Vinicio aggiunge tre canzoni inedite - "Estate", "Cristal" e "Scatà Scatà (Scatafascio)" - ed inoltre "il pugile sentimentale", tradotta dal russo in occasione dell'omaggio del Club Tenco al cantante Vladimir Vysotskij.

Una maturazione artistica che giunge a compimento nel 2000, con CANZONI A MANOVELLA. Polke, marcette, palombari e maraja’ si inseguono in una sorta di teatro della strada, dove, tra un giro di valzer e un sogno, si viaggia tra Lubecca, Varsavia e Salonicco. Ed ecco allora filastrocche, marcette, tanghi, ninnananne e ritmi popolari dal sapore antico, che ricordano le cadenze dei vecchi organetti a manovella, rincorrersi in un disco senza tempo, pieno di istantanee in bianco e nero, come quella in copertina. Le partiture si riempiono cosi’ di bottigliofoni, fisarmoniche giocattolo, cineserie, coperchi, rotoplani, rulli di Edison, intrusioni della porta accanto, sberleffi timbrici tra il circo e l’osteria.
Quello di Capossela è un randagismo musicale, che si nutre di visioni surreali e di personaggi balzani. Il divertissement esotico di “Maraja” trasforma le “Mille e una notte” in un film di Kusturica; il viatico dei “Pagliacci”, improbabili domatori di pulci, coglie i riflessi chapliniani delle luci della ribalta (non a caso lo scorso anno Capossela si è cimentato proprio nell’accompagnamento per pianoforte di “Tempi moderni”); “Contratto per Karelias”, adattamento di una canzone del greco Markos Vamvakarias, riconduce ad atmosfere tzigane e circensi. Ma c’è spazio anche per il Capossela più romantico e intimista, quello che intona la dichiarazione d’amore a ritmo di tango di “COME UNA ROSA” (la mia preferita), il lamento struggente di "Solo mia", o il requiem sommesso di “Marcia del camposanto”. Vinicio l’acrobata gioca a fare il saltimbanco, il clown, il guitto, ma si diverte a piazzare qua e là le sue citazioni letterarie preferite: l’iniziale “Bardamù” è ispirata a Céline, “Suona Rosamunda” a “Se questo è un uomo” di Primo Levi, “Decervellamento” all’”Ubu Re” di Alfred Jarry, mentre lo spirito irridente di John Fante aleggia sull’intera opera. Il tutto grazie anche a testi decisamente superiori alla media. Una nuova conferma, insomma, del talento istrionico del cantautore italiano, attorniato nell’occasione da una pattuglia di musicisti in vena: ritroviamo Mark Ribot, ma ci sono anche Ares Tavolazzi, Pascal Comelade, Roy Paci dei Mau Mau e il soprano giapponese Mayumi Torikoshi.


Nel 2003 esce la prima raccolta di Vinicio Capossela, intitolata L'INDISPENSABILE. Un'iniziativa che il cantautore di Hannover ha mal digerito: "Motivi oscuri governano le costellazioni discografiche - ha dichiarato - io ho detto alla mia che avevo tre cd pronti, ma loro mi hanno risposto che era meglio far prima un riassunto del passato... Quando in seno alla casa discografica è nata l'esigenza di questa pubblicazione, non l'ho presa per niente bene, ho iniziato a toccarmi e fare scongiuri, insomma, la sentivo un po' prematura, ma alla fine me ne sono fatto una ragione, e, se proprio un'antologia deve uscire, mi sono detto, meglio che sia da vivi...».


Capossela, signori, è sicuramente il miglior performer della musica italiana (solo Battiato può reggere un comunque impari confronto), i suoi concerti sono spettacolo puro: si ride, si riflette, si parla di filosofia, storia e soprattutto letteratura, ci si distrae con le scenografie (sempre significative e intonate al tono del concerto). E, soprattutto, si ascoltano due ore di grande musica d'autore.
(questo post non è roba mia, ho scopiazzincollàto qua e là nella rete. Ora non mi ricordo da dove, ma se mi torna in mente o riesco a ritrovare le fonti le inserisco).

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naly01

Reg.: 26 Nov 2001
Messaggi: 2248
Da: Rignano Sull'Arno (FI)
Inviato: 03-05-2004 01:00  


Io non lo conosco molto bene, ho qualche suo cd ma l'ho scoperto da molto, molto poco. Adoro Scivola vai via, è semplicemente splendida, ed è sicuramente, per quanto conosco (e su fiducia) uno dei cantanti migliori che ci sia in Italia. Una musica da vero autore, piena di significati ed emozionante, ed un cantante che non ha paura di cambiare.
_________________
Sono impossibile da dimenticare
e difficile da ricordare.


IOMA 2007

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ilNero

Reg.: 11 Apr 2003
Messaggi: 5388
Da: Napoli (NA)
Inviato: 03-05-2004 23:21  
Vinicio....
Vinicio è una cosa seria.
Vinicio è il Re della cantina.
Il Padrino di battesimo di tutti i nati sui marciapiedi di Contrada Chiavicone.
Signore incontrastato dei Corvi Torvi.
Tarantolato e palombaro.
Papà dei Rancorosi.
Compagno delle notti che sfumano nelle periferie.

Lo seguo da anni,ovunque posso,e vi assicuro che assistere ai suoi spettacoli pirotecnici e roboanti,malinconici e incazzati,è qualcosa di unico.
Alle 9 di sera si bestemmia di tutto nell'aspettarlo.Anche i bambini bestemmiano da Vinicio.
Ma quando lo si vede,a notte fonda,bevuto,barcollante e dinoccolato che cerca la strada più sicura per raggiungere il piano,significa che la festa sta per iniziare.
E lui sghignazza,da ubriaco,salutando con tanto di cappello.O quando entrò,nel luglio scorso,mentre tutti avevano rinunciato,sul dorso di un elefante,che altri non erano che i suoi musicisti travestiti."Ehm...scusate...davvero...scusate.."

Grazie ad alcuni amici musicisti ho avuto il piacere di partecipare ad un brindisi finale dietro le quinte(di solito alle prime file provvede lui,personalmente,versando Porto direttamente dal palco,se andate,portatevi i bicchieri da casa)..che dire...era talmente Re della Cantina da darmi il suo indirizzo di casa:"Venitemi a trovare...tutti.."

Andate a vederlo.


Ho tralasciato l'analisi sulla musica volutamente.Vinicio Capossela è la musica,per ora non so altro.

_________________
Just a perfect day,
Ma starei meglio se tu non appoggiassi quella mano sulla mia spalla.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 04-05-2004 00:45  
Io Capossela l'ho conosciuto (musicalmente) da poco, ed ho avuto una sola occasione di vederlo dal vivo.

Vederlo entrare con quegli occhi schizzati (e fumati), agitando un bastone con dei sonagli a mo' di sciamano di una tribù africana, sulle strazianti note dell'intro di "Marcia del camposanto", è stato solo l'inizio di un turbine di emozioni, brividi, risate.
Finito il concerto, le mie gambe mi hanno accompagnato alla macchina, e quindi a casa, ma la mia mente è rimasta lì, davanti a quel palco, a quella scenografia fatta di illuminazioni per le feste di paese, a quegli strumenti, a quell'uomo, continuando a pensare incessantemente e rumorosamente: "mamma mia, che spettacolo!".

Credo che la mia vita sia cambiata, dopo quel concerto.
_________________
Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 04-05-2004 23:06  
giovedì starà a roma per il Concerto della festa della primavera all'auditorium.
io non posso andarci, ma chi è interessato puà vedere sul sito della provincia di Roma se l'ingresso è gratutito e se c'è disponibilità.
Sandrix ad esempio tu non sei proprio lontano...
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Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 05-05-2004 20:10  
quote:
In data 2004-05-04 23:06, gatsby scrive:
giovedì starà a roma per il Concerto della festa della primavera all'auditorium.
io non posso andarci, ma chi è interessato puà vedere sul sito della provincia di Roma se l'ingresso è gratutito e se c'è disponibilità.
Sandrix ad esempio tu non sei proprio lontano...



Grazie della segnalazione, ma purtroppo sono a Bologna!

...Università di merda...
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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sandrix81

Reg.: 20 Feb 2004
Messaggi: 29115
Da: San Giovanni Teatino (CH)
Inviato: 19-05-2004 11:54  
Lunedì è stato alla Feltrinelli a Bologna a presentare il suo libro "Non si muore tutte le mattine", ma io dovevo discutere una tesina in facoltà.

...Università di merda...
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Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina.

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Lilluz

Reg.: 21 Ott 2004
Messaggi: 947
Da: Pescara (PE)
Inviato: 10-11-2004 20:12  
quote:
In data 2004-05-04 00:45, sandrix81 scrive:
Io Capossela l'ho conosciuto (musicalmente) da poco, ed ho avuto una sola occasione di vederlo dal vivo.

Vederlo entrare con quegli occhi schizzati (e fumati), agitando un bastone con dei sonagli a mo' di sciamano di una tribù africana, sulle strazianti note dell'intro di "Marcia del camposanto", è stato solo l'inizio di un turbine di emozioni, brividi, risate.
Finito il concerto, le mie gambe mi hanno accompagnato alla macchina, e quindi a casa, ma la mia mente è rimasta lì, davanti a quel palco, a quella scenografia fatta di illuminazioni per le feste di paese, a quegli strumenti, a quell'uomo, continuando a pensare incessantemente e rumorosamente: "mamma mia, che spettacolo!".

Credo che la mia vita sia cambiata, dopo quel concerto.




lo hai visto qualche estate fa a chieti allo stellario vero?!!? c'ero anche io!!!


comunque capossela è il mio cantautore italiano preferito. mi piace anche più di paolo conte.

ogni suo cd è un'orgia di sensazioni fortissime. dalle ballate alle musiche "rom". insomma... assolutamente spettacolare! inarrivabile!

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lupodaniel

Reg.: 28 Set 2004
Messaggi: 113
Da: firenze (FI)
Inviato: 12-11-2004 17:51  
Pure a me capossela piace da morire! ho tutti i suoi dischi. Riesce (non so come) a far immaginare le cose che spiega nelle sue canzoni in un modo che nessun altro sa fare! Quando ascolto il pugile sentimentale, mi sento uno spettatore, che in prima fila guarda l'incontro, oppure a marajà m,i sembra di vedere davvero arrivare il marajà con la mongolfiera! è come già detto "INARRIVABILE"
_________________
E' terribile per un uomo scoprire che per tutta la vita non ha detto altro che la verità... potrai mai perdonarmi?
Oscar Wilde

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