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Autore Verhoeven e l'accusa di revisionismo storico
Petrus

Reg.: 17 Nov 2003
Messaggi: 11216
Da: roma (RM)
Inviato: 02-02-2007 10:17  
Di fronte a un film come Black Book, che affronta, oltre la guerra, le malefatte che alcuni presunti eroi della resistenza compirono alla firma dell'armistizio, il regista, Paul Verhoeven (nella foto), è stato sommerso da domande riguardanti il revisionismo storico, con annessi e connessi. "Ho semplicemente cercato di fare un film su eventi realmente accaduti. Lo schema degli olandesi buoni e dei tedeschi cattivi è una mitologia. Questo lo posso dire perché la mia è una ricerca storica che va avanti da ormai vent'anni. E credo d'altronde che la storia olandese, di liberazione a metà, occupazione e resistenza, sia comune a molti paesi europei".
Arriva anche a fare un raffronto con fatti odierni: "Una guerra civile, come è oggi quella in Iraq non si può dire che ci sia mai stata. In Olanda c'era un 10% di persone politicamente impegnate, i restanti cercavano semplicemente di sopravvivere".
Il regista si schernisce più volte dal fuoco di fila della stampa italiana, naturalmente sensibile al tema, negando ogni sorta di revisionismo, inteso nella sua accezione più negativa. Curiosamente però, in un discorso in cui tenta di mettere in mezzo tutto, dalla definizione di terrorismo al suo ritorno in terra europea dopo vent'anni, parlando di un libro su Gesù che sta scrivendo e che sarà, modestamente, "una necessaria correzione dei principi della cristianità", arriva a dire che "Cristo fu ucciso per responsabilità dei romani" e che "nessuna responsabilità ebbe il suo popolo". La qual cosa, anche per chi non abbia molta familiarità con il catechismo, ma si sia limitato a vedere La Passione, sembra un tantino revisionista, questa sì.
Verhoeven si sofferma molto anche sul proprio ritorno in Europa dopo 20 anni: "Tornare in Olanda è stato fantastico. Anche se girare qui o lì è molto simile, io non sono mai diventato un americano. L'Olanda è la mia terra, l'olandese la mia lingua. Gli attori sono splendidi, si istaura con loro una collaborazione bellissima perché c'è un clima molto più informale".
Il regista è già proiettato sul suo prossimo film: "sarà tratto dal primo romanzo di uno scrittore russo, Akunin. È ambientato nel 1876, parla di un investigatore e di una cospirazione mondiale. È insieme mortale e affascinante".
Non ci resta che aspettare.

già pubblicato qui
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"Verrà un giorno in cui spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate"

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