Petrus
Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 19-01-2007 22:16 |
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Intervenuto alla conferenza stampa di Bobby in vece del regista, colpito da un lutto, Christian Slater (nella foto), uno degli oltre venti protagonisti del nuovo film di Emilio Estevez, si ritrova un po' spaesato in mezzo alle domande che affrontavano il carattere più politico e sociale del film, che racconta alcune storie laterali del giorno in cui fu assassinato il candidato alla presidenza degli Stati Uniti.
"Interpretare un film del genere ha responsabilizzato tutti gli attori coinvolti. Io ho accettato il ruolo senza leggere nulla della sceneggiatura, conoscendo la bravura di Emilio a gestire le varie storyline che si intrecciano in un film del genere" ha detto l'attore. Ma appena si scende sul piano più marcatamente politico della vicenda, Slater risponde unicamente sul piano personale: "Bobby è stato un film che mi ha formato politicamente, mi ha dato un'idea sul candidato che vorrei. E' stato molto suggestivo girare nei veri luoghi dove il senatore venne ucciso. Bob Kennedy è stato forse l'ultimo a poter indirizzare il paese in una direzione piuttosto che in un'altra. Forse dopo solo con Clinton c'è stato un barlume di quel che sarebbe potuta essere la sua presidenza". Questo è il massimo che gli si riesce a tirar fuori, oltre agli ovvi apprezzamenti per il lavoro di Estevez: "Emilio offre la possibilità di conoscere una figura come quella di Bobby. Non so se questo potrà essere d'aiuto a impostare un nuovo tipo di politica, ma ora so il Presidente che io vorrei".
Slater interpreta un ruolo sgradevole, di un impiegato con un incarico di bassa dirigenza, opportunista e vagamente razzista: "Emilio ha pensato subito a me per il ruolo. Ho rappresentato quella fetta di cittadini che non si riconoscevano nelle idee di Kennedy. Di persone così era piena l'America di allora, così come ce ne sono tante oggi. Dopotutto ognuna delle storyline rappresenta un lato dell'umanità di quegli anni".
Ed è questo intreccio corale, dal sapore vagamente altmaniano, il fulcro del film: "Il regista ha reclutato il cast migliore. Il vero problema che si poneva era quello organizzativo, il mettere insieme così tanti grandi attori e dirigerli. Emilio ha lasciato molta libertà, cosicché sul set l'aria era veramente tranquilla e l'atmosfera rilassata".
Per quanto riguarda l'attinenza con la realtà nella vicenda di chi rimase ferito nell'attentato che vide colpito Kennedy, Slater conferma che le uniche due vicende ispirate alla realtà sono quelle del cameriere messicano Rodriguez, e quella ispirata alla giovane sposa interpretata da Lindsay Lohan.
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