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Godard Vs Tarantino |
paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 28-05-2005 21:48 |
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quote: In data 2005-05-28 19:53, quentin83 scrive:
ah e per la cronaca PER ME eyes wide shut (anche se non lo ha completato lui) è una troiata.....(tornando al discorso sulle boiate di kubrick)
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"e come niente...pfuuh...sparisce!!!"
[ Questo messaggio è stato modificato da: quentin83 il 28-05-2005 alle 19:55 ]
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Si nota subito chi ama Tarantino, e ne è terribilmente contagiato nella sbracata ottusità.
Vado fiero del tuo parere su una delle opere più garbate e nobili della storia del cinema: futile al volgo, catartico ai colti.
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 28-05-2005 21:49 |
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quote: In data 2005-05-28 21:48, paolo14 scrive:
futile al volgo, catartico ai colti.
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ah come mi fanno ridere le differenti prospettive!! il gioco funziona anche cambiandola ... ma allora ha davvero ragione Marien di per se Tarantino è proprio uguale a Kubrick
[ Questo messaggio è stato modificato da: Daniel il 28-05-2005 alle 21:51 ] |
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paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 28-05-2005 21:51 |
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quote: In data 2005-05-28 21:46, Daniel scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:12, Petrus scrive:
questo topic rasenta l'assurdo
non sentivo la parola "giuochi" dai gloriosi tempi di Bruno Pizzul
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a me continua a far ridere si è ritornato al commerciale arte non arte ... praticamente come ai tempi di Hitchcock quando i critici gli davano dell'idiota perchè faceva film commerciali ... la commercialità con il cinema è di per se una cosa indissolubile. Welles era inserito nel grande sistema hollywoodiano senza che tutto cio negasse la sua arte ma poi che vuol dire ... davvero siamo convinti che uno neghi l'altra? E chaplin, griffith, capra, wilder, Demille, Cuckor ma pffffffffffff
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La saggezza è quanto di più piacevole da ascolare e sottoscrivere.
_________________ L'ozio è il padre delle virtù.
Tinto Brass
http://arteonline.blog.excite.it/ |
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paolo14
 Reg.: 16 Giu 2004 Messaggi: 778 Da: Ferrara (FE)
| Inviato: 28-05-2005 21:55 |
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quote: In data 2005-05-28 21:49, Daniel scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:48, paolo14 scrive:
futile al volgo, catartico ai colti.
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ah come mi fanno ridere le differenti prospettive!! il gioco funziona anche cambiandola ... ma allora ha davvero ragione Marien di per se Tarantino è proprio uguale a Kubrick
[ Questo messaggio è stato modificato da: Daniel il 28-05-2005 alle 21:51 ]
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Ma andate a quel paese, questo mi manda in bestia.
Kubrick è stato il Leonardo da Vinci dei nostri tempi, suvvia.
Conoscete S. Ciarrufoli? Leggete la sua monografia critico-analitica su Eyes Wide Shut, è una meraviglia.
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 28-05-2005 21:56 |
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quote: In data 2005-05-28 21:51, paolo14 scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:46, Daniel scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:12, Petrus scrive:
questo topic rasenta l'assurdo
non sentivo la parola "giuochi" dai gloriosi tempi di Bruno Pizzul
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a me continua a far ridere si è ritornato al commerciale arte non arte ... praticamente come ai tempi di Hitchcock quando i critici gli davano dell'idiota perchè faceva film commerciali ... la commercialità con il cinema è di per se una cosa indissolubile. Welles era inserito nel grande sistema hollywoodiano senza che tutto cio negasse la sua arte ma poi che vuol dire ... davvero siamo convinti che uno neghi l'altra? E chaplin, griffith, capra, wilder, Demille, Cuckor ma pffffffffffff
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La saggezza è quanto di più piacevole da ascolare e sottoscrivere.
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Ma che saggezza è itinerario di percorso. Sono certo che Kielowski si è approcciato al cinema con animo cinefilo da ben poco. Tutti più o meno ci siamo passati alla considerazione di art pour l'art come sublime senza la mera corruzione del denaro. Ma poi si arriva considerare altro che esso è un elemento indissolubile dell'elemento cinema sin dalla sua progenie che è una sua caratterizzazione poiche nel suo meccanismo conta la sua fruizione e ha una sua plausibile rilevanza per il rapporto sistematico obiettivo-regista-pubblico (Hitchcock insegna).
_________________ ::M:: cineForum |
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 28-05-2005 22:05 |
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quote: In data 2005-05-28 21:55, paolo14 scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:49, Daniel scrive:
quote: In data 2005-05-28 21:48, paolo14 scrive:
futile al volgo, catartico ai colti.
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ah come mi fanno ridere le differenti prospettive!! il gioco funziona anche cambiandola ... ma allora ha davvero ragione Marien di per se Tarantino è proprio uguale a Kubrick
[ Questo messaggio è stato modificato da: Daniel il 28-05-2005 alle 21:51 ]
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Ma andate a quel paese, questo mi manda in bestia.
Kubrick è stato il Leonardo da Vinci dei nostri tempi, suvvia.
Conoscete S. Ciarrufoli? Leggete la sua monografia critico-analitica su Eyes Wide Shut, è una meraviglia.
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guarda paolo ... il problema di Kubrick è davvero un problema rischioso di cui qui si è parlato spesso ... e come si è già detto forse rasenta l'unicità nel suo genere. Senza entrare nei dettagli qui si tratta davvero di considerare Tarantino come un coglione e Kubrick come un genio (o viceversa) la soluzione sta davvero nel mezzo che sono dei cineasti di per se abnormi nel 'loro' panorama per soluzioni e costruzioni visive ma che nella storia del cinema sopratutto Kubrick prende un posto considerevole rispetto alla sua produzione. C'è chi merita molto di più ...
_________________ ::M:: cineForum |
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 28-05-2005 22:09 |
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Petrus
 Reg.: 17 Nov 2003 Messaggi: 11216 Da: roma (RM)
| Inviato: 28-05-2005 23:06 |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-05-2005 00:17 |
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direi che tutta la questione va vista nell'ottica della nouvelle vague brasiliana degli anni sessanta.. se non altro perchè a questo manca solo quella, e siamo a posto.
comunque:
per kieslowski (inteso ocme utente):
scordati che l'arte nasca nei buoni intenti, nel puro desiderio di fare dell'arte pura. Sembri uno spettatore abbastanza evoluto, ma finchè nutrirai idealizzazioni moralistiche di questo tipo, non farai mai il salto di qualità.
L'arte è notoriamente amorale e anzi, spesso nasce con le peggiori intenzioni, sulla spinta di sentimenti meschini, negativi, o comunque almeno antagonistici.
Fellini affermava di dover fare film "contro" qualcuno, come un atto ostile. La vendetta è un movente creativo ben noto. C'è una lunga schiera di artisti che sostiene che se non avessero fatto arte sarebbero diventati criminali ed assassini (qualche giorno fa il geniale attore/autore Rezza sosteneva proprio questo nel programma Le Invasioni Barbariche): segno che non tutto è pulito nei territori dell'immaginazione.
Quanto alla finalità, commerciale o "pura", beh, Dostoevski ha scritto grandi romanzi solo perchè era in bolletta.. e credo non fosse l'unico. Il talento trascende le motivazioni, e le poesie sincere, come ricorda Oscar Wilde, sono le peggiori.
Tutto questo senza entrare nello specifico del cinema, arte da sempre compromessa con la brutalità della materia, col meccanismo dell'industria (ci piaccia o no), basatada un lavoro d'equipe fatto da diverse competenze squisitamente pratiche ecc ecc.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 29-05-2005 00:30 |
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quote: In data 2005-05-29 00:17, vietcong scrive:
direi che tutta la questione va vista nell'ottica della nouvelle vague brasiliana degli anni sessanta.. se non altro perchè a questo manca solo quella, e siamo a posto.
comunque:
per kieslowski (inteso ocme utente):
scordati che l'arte nasca nei buoni intenti, nel puro desiderio di fare dell'arte pura. Sembri uno spettatore abbastanza evoluto, ma finchè nutrirai idealizzazioni moralistiche di questo tipo, non farai mai il salto di qualità.
L'arte è notoriamente amorale e anzi, spesso nasce con le peggiori intenzioni, sulla spinta di sentimenti meschini, negativi, o comunque almeno antagonistici.
Fellini affermava di dover fare film "contro" qualcuno, come un atto ostile. La vendetta è un movente creativo ben noto. C'è una lunga schiera di artisti che sostiene che se non avessero fatto arte sarebbero diventati criminali ed assassini (qualche giorno fa il geniale attore/autore Rezza sosteneva proprio questo nel programma Le Invasioni Barbariche): segno che non tutto è pulito nei territori dell'immaginazione.
Quanto alla finalità, commerciale o "pura", beh, Dostoevski ha scritto grandi romanzi solo perchè era in bolletta.. e credo non fosse l'unico. Il talento trascende le motivazioni, e le poesie sincere, come ricorda Oscar Wilde, sono le peggiori.
Tutto questo senza entrare nello specifico del cinema, arte da sempre compromessa con la brutalità della materia, col meccanismo dell'industria (ci piaccia o no), basatada un lavoro d'equipe fatto da diverse competenze squisitamente pratiche ecc ecc.
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viet come al solito sublime ... ma questo utente ricorda me quando a 14 anni scoprì il decalogo ... Kieslowski era un lirico, un passionario non potevo supporre a una ipotetica corruzione che poteva intaccare un pseudo concetto di arte che sta al di sopra, che trascende e blablabla ... ingenua ideologia dei primi approcci. Con il tempo capirà anche lui che in realtà non solo nulla di ciò inficia la sua determinazione ma che ne è un apparato a volte imprescindibile.
Aggiungo Dumas figlio che prima di scrivere La dama delle camelie si trovò in mano da un lato bollette e dall'altro carta bianca e decise di sfruttare la seconda per pagare la prima.
Vogliamo parlare di Van Gogh?
Oh Renoir che in rosso per produrre e girare Nanà fece di tutto e vendette anche i quadri di suo padre .. tutto al cambio di prospettiva diventa necessità o semplice commercio sopratutto nel nostro secolo ciò non cambia il suo risultato.
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-05-2005 01:05 |
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per nancy e Daniel:
Il discorso è chiaro e infatti siete abbastanza d'accordo su quello che Tarantino fa, solo che Nancy lo vede in chiave negativa (un ladro di forme cui non sa dare un'essenza) e l'altro in chiave positiva (un decostruzionista al passo con tempi decadenti).
Quanto a me, se parliamo di Pulp Fiction e Le Iene, sono con Daniel, ma Kill Bill 1 mi ha spinto a riflessioni molto simili a quelle di Nacy (senza la sponda morale: della sacralità del testo rubato mi importa poco, mi interessa solo il prodotto che ne deriva, ai miei occhi insufficiente).
Senza addentrarmi troppo (rimando a un altra occasione), direi che semplicemente in KB1 Tarantino il suo gioco l'ha fatto male, è rimasto tutto sulla carta. Il film ha colpito allo stomaco per l'azione e la violenza (impressionando platee di bocca buona, cioè non allenate dalla visione dei maestri Peckinpah o Woo, tanto per citarne un paio), e ha impressionato per il gioco tutto cerebrale del citazionismo, anche se la maggior parte delle persone lo ha accettato quasi misticamente, non essendo in grado di riconoscere che un decimo dei riferimenti, e quindi non in grado di valutare l'utilizzo creativo di questo elemento. Ha eccitato un pubblico già drogato e concordo con Kiesowki quando dice che era un cult prima ancora di uscire nelle sale, fatto piuttosto indegno.
Insomma, il film rimane tra occhi e stomaco senza sostanziali interazioni con il cuore. Ma è il postmoderno, bellezza, e va tutto bene. Ma non è questo il punto.
In sostanza, volevo far notare una cosa. Nel momento in cui l'idea di cinema che si nutre esclusivamente di cinema diventa dominante, non avremmo una forma di "specializzazione" del mezzo, potenzialmente dannosa? Non diventerà un mezzo puramente autoriflessivo, incapace di produrre quella che gli inglesi chiamano 'Serious art'? Forse il cinema sta colmando quel "ritardo di sessant'anni su tutte le altre arti" di cui parla il temibile intellettuale francese di 8 e mezzo, arrivando all'astrattezza e al gelo dell'arte visiva contemporanea. Che infatti si basa sullo shock e sul pretesto ipercerebrale, nell'incapacità (disinteresse) di scuscitare emozioni. Certo, il cinema non è un piccolo circuito per iniziati come l'arte contemporanea, e finchè l'emotività sarà una moneta spendibile presso il pubblico, avremo ancora film 'umani', con uno spessore emozionale. Ma non sono così fiducioso della capacità dei pubblici a venire di provare emozioni mature di fronte a uno schermo, che verrà sempre più visto come la continuazione di quello televisivo e videoludico (non ho nulla contro i videogiochi, e nemmeno contro la televisione, anzi. Ma nella maggior parte dei casi non è che costituiscano un'educazione alla bellezza).
Dico tutto questo senza proporre barricate. Se questo è il destino del cinema, non lo si arresterà di certo prendendosela con Kill bill. Staremo a vedere. Probabilmente, conviveranno vecchi umanisti cowboy come Eastwood e eterni adolescenti postmoderni come Quentin, poichè nessuna tendenza è talmente egemone da soppiantare le altre, nemmeno nella critica.
e tanto alla fine di capolavori ce ne uno all'anno, o anche meno. E negli ultimi due, non è stato Kill Bill.
_________________ La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili |
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vietcong
 Reg.: 13 Ott 2003 Messaggi: 4111 Da: roma (RM)
| Inviato: 29-05-2005 01:10 |
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"sublime" non me l'aspettavo proprio, grazie!..
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 29-05-2005 01:24 |
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Bhe ma francamente il problema non si pone poichè non è un intermezzo. Non vedo incoeranza tra l'ibridazione che sussiste in Pulp Fiction o Le Iene e quella di Kill Bill che in maniera virtuale sintetizza stimoli già presenti nel fare cinema di Tarantino ... che poi la postmodernità non è di certo una sorta di giustificazione voglio dire si immette in un percorso sostanziale di cui si era già visto il preludio ... la grandiosità visiva di Kill Bill ha funzinato come pugno per ammortizzare riproposizioni e stupirsi ancora adesso .. se si riguarda con il sesso di poi già appartiene ad un idea del cineasta che sfiora il non poteva che essere così . Il tuo discorso si può anche convergere nel retto umanesimo eastwoodiano. MDB è in una sua maniera la maturazione di procedimenti nati con Un mondo perfetto e Mistyc River innesto alla tragedia che tende a sovvertire il suo animo classico attraverso il lirismo 'pulito' narrativo .. in un procedimento a scala direi che le proiezioni dei percorsi tra i due autori sono piuttosto simili. Tutto è portato a rispondere a un certo tipo di ricezione propriamente appartenente alla nostra epoca ...
E cmq rimane il fatto che la contestazione di nancy davvero non esiste se non in una offesa personale da parte del regista che a sto punto a ragion di critica vale meno di zero ... o no?
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[ Questo messaggio è stato modificato da: Daniel il 29-05-2005 alle 01:36 ] |
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Daniel

 Reg.: 14 Feb 2003 Messaggi: 4301 Da: Nuoro (NU)
| Inviato: 29-05-2005 01:30 |
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quote: In data 2005-05-29 01:05, vietcong scrive:
Nel momento in cui l'idea di cinema che si nutre esclusivamente di cinema diventa dominante, non avremmo una forma di "specializzazione" del mezzo, potenzialmente dannosa?
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ecco forse hai posto in me un dubbio ... di certo una prassi non gioverebbe oppure si? Di certo è che il cinema è continua ivoluzione/evoluzione sembra lasciare adito a un bigbang di nuove forme ma questo è del tutto indipendente (in qualsiasi cosa lo potremo ritrovare) si tratta solo di scorgere gli eventi quindi il tuo o il mio diventa comunque un giudizio mosso con il senno di poi ... per confutarlo bisognerà aspettare l'evoluzione (?) del background generale. In ogni caso è un tema piuttosto complesso per essere affrontato all'una di notte con questo caldo ... poi ci ritorno.
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paolo41
 Reg.: 15 Mag 2005 Messaggi: 16 Da: ferrero (FE)
| Inviato: 29-05-2005 11:35 |
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o voi porci, come osate metter mano alla sublimità del tutto che io e la mia concupita (forse) e bramata Marien stavamo generando come attimo di pura scienza/onniscenza
Levatevi, ite in luoghi lontani da questo, atti alla sola accoglienza di due menti tanto empatiche
(insomma, andate affanculo) |
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