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Walk the Line (quando l'amore brucia l'anima), di James Mangold |
83Alo83
 Reg.: 26 Mag 2002 Messaggi: 16507 Da: Palermo (PA)
| Inviato: 16-03-2006 14:05 |
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quote: In data 2006-03-16 14:02, Tristam scrive:
Se ci fosse oggi un film neorealista nel 2006 non sarebbe un film neorealista, ma semmai un film che copia il neorealismo...
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neo-neorealismo?
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Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.
[ Questo messaggio è stato modificato da: 83Alo83 il 16-03-2006 alle 14:05 ] |
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pkdick
 Reg.: 11 Set 2002 Messaggi: 20557 Da: Mercogliano (AV)
| Inviato: 16-03-2006 14:12 |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 16-03-2006 14:16 |
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quote: In data 2006-03-16 14:02, Tristam scrive:
si. il neorealismo è morto, come è morto l'espressionismo, come è morto il dadaismo, il futurismo, l'espressionismo astratto, la pop art etc etc, l'arte povera etc etc etc...
Non sono morte però le forme con cui si può avvicinare a questi movimenti, seppure sicuramente non più interessanti e già viste. Tant'è che se tu leggessi avresti visto la mia specifica che mi costringi ora a riportare: "e non perchè non si possano ricalcare gli stilemi formali, ma proprio perchè una corrente si forma indelibelimente attorno ai movimenti culturali e sociali in cui nasce"... Se ci fosse oggi un film neorealista nel 2006 non sarebbe un film neorealista, ma semmai un film che copia il neorealismo... Copiare, ricalcare etc etc
quote: bunch311 scrive:
secondo me Mangold non vuole e non riesce a fare di più di una scontata metafora attarverso la vita di Johnny cash
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non vuole e non riesce a fare di più di una scontata metafora?
non vuole?
non riesce?
cosa stai dicendo, non capisco
quote: bunch311 scrive:
Cash purtroppo non diventa nenache metafora
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allora!? metafora si, metafora no?
| stai facendo dei probelmi di semantica impressionanti su quella parola; è ovvio che se uno parla di neorealismo indica gli stilemi i caratteri che si riscontrano in questa corrente,per farti un esempio rusty il selvaggio è chiaramente espressionista nella sua formalità
anche se non siamo più nel periodo storico
che ha visto nascere questo movimento
t ho detto mi dici che fa Mangold con questo film,a cosa aspira,cosa rappresenta.ce la farai a rispondere
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 17-03-2006 01:18 |
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I problemi di semantica sono semplicemente quei problemi che una persona normale si pone perchè impossibilitata nel comprendere quello che il suo interlocutore cerca di dire.
Questa è una cosa che comunque non mi tolgo di testa: mi sembra di parlare con un pazzo che dà aria alla bocca completamente a caso e poi non è nemmeno capace di prendersi delle responsabilità su quello che dice, pure negando di averle dette.
Perchè sono così paziente solo Iddio può spiegarselo.
Inoltre se fossi stato più attento e meno maniacale avresti letto che già in due occasioni ti ho scritto che risponderò nel momento stesso in cui avrò tempo e voglia...
Non continuare a fare il bambino fastidioso. Pussa via.
_________________
Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 17-03-2006 alle 01:26 ] |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 17-03-2006 03:47 |
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Un giorno lessi: Il tramite della comunicazione, delle idee e delle emozioni, è il linguaggio. Strano ma vero: l’astrattezza dei nostri sentimenti, l’afflato lirico e immateriale della nostra spiritualità, per essere veicolati necessitano inevitabilmente dell’esatto, “speculativo” e pragmatico artificio della parola che si fa linguaggio, quindi significato...
Una cosa vera, semplice ed onesta. Perchè ogni tanto non ricordarsela anche nel momento in cui si guardano, o dopo aver visto, certi film?
Ecco, forse il punto fondamentale di un film come Walk the Line è l'inesorabile capacità di Mangold di porsi nei confronti di un oggetto mitologico e miticizzato, come è Cash per noi, nel modo più immediato e personale. Senza doversi preoccupare di ricalcare una verità fino al minimo dettaglio e senza nemmeno porsi il (falso e deviante) problema di ricercare una "vera realtà" all'interno di una rappresentazione per immagine che comunque non la richiede. Il cinema può operare come meglio crede se ha uno scopo preciso che esula una storia. E poi un film non è solo quello che racconta. Non è la sua storia, né i suoi attori.
Il film su Johnny Cash è uno di quei film che si presenta immediatamente puro e che si rivolge allo spettatore in maniera lineare... proprio perchè necessaria ed essenziale è la modalità con cui ci si deve porre nei confronti di un tema delicato e "impossibile" da ricostruire veramente.
Mangold conosce Cash, ma non lo conosce per come Cash stesso si è descritto nei suoi libri, lo conosce per come Cash è passato alla Storia, per quello che ha fatto musicalmente, per come ha interagito (spesso attraverso i suoi testi) con le persone.
Scegliere di partire da se stessi per raccontare Cash è come scegliere di “riprodurre” fisicamente Cash sapendo di non esserlo. Quindi di evocarlo e farlo rinascere suo uno "schema" inevitabilmente soggettivo.
Il problema resta quindi sempre un problema comunicativo. Come trasmettere la propria idea di Cash attraverso un sistema oggettivato, e fatto di codici, che possa far trasparire il sentimento che si prova quando si pensa a Cash. Quando Mangold, i suoi sceneggiatori, i suoi montatori e i suoi attori pensano a Cash.
Quindi da una parte Cash, per come Cash lo si vive, dall'altra un regista intenzionato a mettere in scena la propria idea di Cash partendo da Cash e poi un tramite, un attore, su cui l'immagine personale doveva agganciarsi e sul quale proliferare.
Mito
Narratore
Icona
Tre elementi in uno stretto gioco di triangolazione che ha come centro il rapporto che intercorre tra Mangold-Cash e Phoenix-Cash.
Quando dico che molto del film si costruisce su questi due assi di sviluppo, dico semplicemente che il lavoro di un regista è quello di saper raccontare una storia nella Storia e saperla isolare per trasformarla in qualcosa di indipendente e allo stesso tempo vera, (verità che poi coincide con Giustizia. Cosa non molto semplice nel cinema di oggi).
Questa idea, così evidente nella visione del film, che si esplicita immediatamente e che si "tradisce" dal momento stesso in cui il film inizia, si rifà a tutta quella impostazione narrativa che dopo la prima sequenza il film seguirà.
Ci si può lamentare di quello che il film racconta, ma non di come lo racconta. Si può anelare nella speranza personale di vedere messa in scena la propria idea di Cash, ma così facendo si viene meno al patto implicito che si stipula all'inizio di ogni visione: ovvero che il film non appartiene a noi, non siamo noi ad averlo costruito, ad averlo fatto. Dimenticando che il film appartiene ad un regista, e solo a lui, si iniziano così ragionamenti del tutto soggettivi e non più pertinenti all'oggetto della visione, facendo poi finta di essere registi e tralasciando di essere spettatori. Inutile lamentarsi del mancato ritratto del bigottismo Cash, inutile lamentarsi di come sarebbe stato bello se il film avesse toccato anche altre cose più specifiche a noi più care di quelle scelte da Mangold se Mangold non l’ha fatto.
E’ banale dirlo, quante volte lo abbiamo fatto o letto in giro, ormai non se ne può più, ma il cinema è finzione e poi condensazione di momenti atti a costruire una propria immagine funzionante e coerente. Non ci sono regole, se non regole morali. E di moralità Mangold ne ha vendere.
Soprattutto nella stretta e indelebile coincidenza che la narrazione ha con la regia per tutta la durata del film…
Ogni evento si appoggia a “forze sentimentali” precise e semplici (dove il semplice non è il banale, ma ancora una volta l’esenziale) che sono state accuratamente scelte e messe in una relazione di interdipendenza e causalismo così stretto da non poter esistere senza ciò che le precede e ciò che ne segue. Scopo principale è quello di delineare velocemente quel processo immaginifico che il narratore costruisce svelando un mito e che può svelare soltanto attraverso un linguaggio. E mito che viene svelato attraverso l’isolamento di alcuni avvenimenti, la presentazione di determinate forze contenute dentro questi avvenimenti e la concatenazione che porta ad un risultato superiore alla somma delle singole sequenze.
Partire quindi con un momento che nel film si scoprirà essere il punto di svolta definitiva di un personaggio, sia storica sia personale (il concerto in prigione), vuole principalmente dire che il mito si è già formato. Che la Storia esiste e che la Storia su questo si aggancia. Tutto quello che c’è intorno non importa se non a chi lo vuole raccontare e quindi svelare (a modo suo) e può solo essere materia di un film, di un tramandare verbale o di un’opera di finzione.
Ma Mangold rende comunque un grandissimo onore al soggetto della sua narrazione. Della sua vita isola dei momenti precisi, li trasfigura, li ribalta in avanti per renderli primigeni, archetipici. L’odio verso suo padre, il dispiacere per la morte del fratello sono elementi reali, che qui vengono assurti a motori di uno spostamento soltanto secondario nel quale molto altro si innesta e resta come protetto da queste linee guida che sono poi limiti oltre il quale non può permettersi di uscire e comunque innocui. Questo patto implicito con il personaggio ci viene presentato immediatamente da Mangold attraverso un rapido susseguirsi di passaggi spazio temporali, montati uno dopo l’altro, come se prima dello stesso personaggio, che è poi il centro motore dello sviluppo del film e su cui il film si impernia, fosse importante puntare il dito sulla condizione psicologica e sentimentale in cui questo si muoverà.
Quello che esplode nel film è una figura precisa e potente che per traslato agisce anche sull’andamento sentimentale del film. Andamento per altro fortemente caratterizzato da una costruzione visiva minimale, asciutta e perfettamente aderente allo spazio di azione di Cash. Questo modo di mettere in scena seguendo un’economia minimale sottolinea l’importanza delle scelte nella costruzione dello spazio e quindi anche che in Walk the Line non sono necessarie troppe inquadrature per esprimere un’idea. È un cinema essenziale questo, senza fronzoli e tempi morti, ogni azione è un’idea, ogni idea ha bisogno di una sola inquadratura: siamo effettivamente di fronte ad una costruzione narrativa interamente guidata da ciò che la macchina da presa circoscrive, ogni significato nasce dal concatenarsi delle inquadrature, e allo stesso modo di come elementi narrativi forti si ripresentano per tutto il film, la regia costruisce uno spazio di azione preciso in cui il personaggio si muove andandosi ad appoggiare a quegli eventi che Mangold ha deciso di mettere in scena (e con la macchina da presa e con le scelte narrative) che non sono null’altro se non spazi dell’anima.
Ora ho sonno. E mi sono annoiato.
Adieu!
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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Midknight
 Reg.: 18 Ott 2003 Messaggi: 3555 Da: Perugia (PG)
| Inviato: 17-03-2006 15:28 |
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Sara' allora che il confine tra cinema essenziale e cinema banale e' molto sottile,io ho colto solo la seconda. |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 17-03-2006 16:42 |
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quote: In data 2006-03-17 01:18, Tristam scrive:
I problemi di semantica sono semplicemente quei problemi che una persona normale si pone perchè impossibilitata nel comprendere quello che il suo interlocutore cerca di dire.
Questa è una cosa che comunque non mi tolgo di testa: mi sembra di parlare con un pazzo che dà aria alla bocca completamente a caso e poi non è nemmeno capace di prendersi delle responsabilità su quello che dice, pure negando di averle dette.
Perchè sono così paziente solo Iddio può spiegarselo.
Inoltre se fossi stato più attento e meno maniacale avresti letto che già in due occasioni ti ho scritto che risponderò nel momento stesso in cui avrò tempo e voglia...
Non continuare a fare il bambino fastidioso. Pussa via.
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Una minchia/sapida
[ Questo messaggio è stato modificato da: Tristam il 17-03-2006 alle 01:26 ]
| Te poni l'essenzialità come grande dote di Mangold in quetso film,a me invece sembra una limitatezza di mezzi un incapacità comunicativa.Non capisco che significa"ci si può lamentare di ciò che racconta,non di come lo racconta"bè credo che anche linguisticamente sia giusto analizzare un operato e additarlo se non riuscito..come in questo caso.Ovviamente Mangold,come ripeti più volte,non può parlare di Cash nè della sua storia,può parlare del mito e della Storia archetipizzando i rapporti tra lui e il padre e la pena per la morte del fratello,quasi un peccato originale che non abbandona mai l'uomo.Secondo te però riesce davvero a mostrare IL MITO?
LE TUE ADORATE INTERDIPENDENZE pensate dal grande demiurgo Mangold mi sembrano quanto di più scontato e prevedibile e ti ripeto la linearità cosi come l'essenzialità non sono sempre sinonimi di grandezza e capacità,specie in questo caso che sono il limito visivo e narrativo del tuo amato regista
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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Bullitt
 Reg.: 14 Nov 2005 Messaggi: 23 Da: Nowhere Ladyland, Pitcairn Islands (es)
| Inviato: 14-04-2006 21:32 |
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bel film, più che altro bella storia, ma quello è merito di Johnny Cash. bravo Phoenix come sempre, che trallaltro sembra abbia cantato tutto da solo, quindi chapeau. triste il tizio che faceva Elvis però.
_________________
A Look Out God's Window
mai negare ad un uomo il diritto all'incoscienza
[ Questo messaggio è stato modificato da: Bullitt il 14-04-2006 alle 22:02 ] |
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fuckyu
 Reg.: 16 Apr 2006 Messaggi: 3 Da: milano (MI)
| Inviato: 16-04-2006 14:39 |
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voi nn capite il senso del vero cinema qst film ¨¨ trai migliori voi passate il tempo a guardare i puffi (riferito a quelli ke hanno detto ke qst film fa schifo o ke nn ¨¨ stato un gran k¨¨
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-05-2006 20:33 |
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quote: In data 2006-03-12 22:57, bunch311 scrive:
Il film non usa Cash per nessun motivo,tranne che raccontarne la sua storia,non cè una visione sociale dell'epoca,un ispezione antropologica,un barlume psicologico che possa susciatre interesse o stimolare domand.
| giudicare un film per quello che non c'è e non per quello che c'è mi sembra la più grande delle assurdità.
quote: In data 2006-03-12 22:57, bunch311 scrive:
Mangold non è Kubrick che sfrutta,per farti un esempio,il King di Shining per creare da una storia,se vuoi banale,una lunga allegoria,una struttura circolare,una macchina perfetta dove i personaggi sono solo funzionali al disegno demiurgico del grande regista.
| curioso, proprio kubrick mi era venuto in mente durante la visione di Walk the line, Kubrick e i numerosissimi zoom di Barry Lyndon, film sulla storia e sulla Storia, come Walk the line è film su una storia e sulla (sua) Storia. ma proprio nello stesso espediente linguistico si nota il distacco tra i due: lo zoom di Mangold è una ricerca dell'anima del personaggio (del Mito, come lo chiama giustamente tristam se ho ben capito il suo discorso), lo zoom di kubrick è un'artificiosità con cui guardare la Storia del mondo da fuori di esso (dalla luna, o da giove, o dal monolito nero...). Mangold zooma per avvicinarsi, Kubrick per distaccarsi; il primo adotta una scelta che rientri il più possibile nell'economia narrativa su cui è impostato il progetto del film, il secondo pompa il discorso a caccia di significati per i quali (e per l'eventuale raggiungimento dei quali) questo topic non è affatto il giusto luogo di discussione.
insomma, Walk the line è un film in cui, una volta decise le situazioni e le circostanze da portare davanti alla macchina da presa, si è cercato e trovato il modo migliore per portarcele. da che esiste, questo è il cinema.
quello che non c'è dovete andarlo a trovare da qualche altra parte, se proprio vi interessa.
p.s.:
quote: In data 2006-03-12 22:57, bunch311 scrive:
allora mi chiedo cosa sono in suo confronto gli omonimi Anderson,Payne,Soderbergh solo per rimanere nell ambito americano.
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a parte il fatto che bene o male mi fanno schifo tutti e tre (se per Anderson intendi paul thomas), ma sarebbero omonimi di che?
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Ahsaas
 Reg.: 18 Apr 2006 Messaggi: 779 Da: Parma - India (es)
| Inviato: 02-05-2006 22:25 |
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ma ancora apparlare de stammerda? |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 02-05-2006 22:26 |
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pfffff te pareva
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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bunch311
 Reg.: 20 Gen 2005 Messaggi: 430 Da: roma (RM)
| Inviato: 03-05-2006 15:09 |
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sandrix ma come te viene in mente di paragonare kubrick a mangold.mangold usa lo zoom cosi come altri due mila registi per indagare il volto degli attori,creare pathos tentare di creare un immedesimazione con lo spettatore,kubrick usa lo zoom come nessun altro.
riepto walk the line è un film mediocre e se pensi che il regista di sideways,di sesso bugie e videotape e quello di ubriaco d'amore valgano meno di mangold,bè allora non c'è molto su cui discutere
_________________ "tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio |
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sandrix81
 Reg.: 20 Feb 2004 Messaggi: 29115 Da: San Giovanni Teatino (CH)
| Inviato: 03-05-2006 15:16 |
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e ancora parli e parli senza dire nulla. e senza tralaltro neanche rispondere alla mia domandina. dizionario for dummies?
_________________ Quando mia madre, prima di andare a letto, mi porta un bicchiere di latte caldo, ho sempre paura che ci sia dentro una lampadina. |
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Tristam ex "mattia"
 Reg.: 15 Apr 2002 Messaggi: 10671 Da: genova (GE)
| Inviato: 03-05-2006 20:53 |
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tanto lui non risponde mai.
e poi ha in arretrato alemeno 10 mie domande, prima ci sono io.
_________________ "C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"
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