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FilmUP Forum Index > Cinema > Tutto Cinema > INLAND EMPIRE di David Lynch   
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Autore INLAND EMPIRE di David Lynch
Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-02-2007 15:16  
quote:
In data 2007-02-24 15:40, Marienbad scrive:

Ma non è quello che pesa sul film, anche le storielle di Hitchcock erano sempre più o meno le stesse, ciò che davvero manca è "l'intessitura". Intessere tale confusione sul piano formale, non solo diventa difficile, ma anche inutile.



Ma di quale confusione stai parlando?
Ribadisco che in INLAND EMPIRE ogni scena è direttamente collegata alla precedente tramite un'associazione visiva che produce una narrazione lineare e assolutamente razionale.

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 25-02-2007 15:59  
Troppe scuse, non ho più voglia e tempo di spiegare.
Mi pare bizzarro il fatto che tu comprenda con tanta facilità i film di Lynch e poi fatichi così tanto per un post chiarissimo.
_________________
Inland Empire non l'ho visto e non mi piace

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-02-2007 16:09  
Mi spiace Marien, ma se tu non capisci la connessione tra una scena e un'altra e la cosa invece ti appare solo a random la colpa non è di Lynch ma al tua che non sei riuscita a cogliere il segno visivo per il nesso.
Io non posso scrivertele tutte anche perchè non me le ricordo esattamente, ma non è detto che non lo farò quando avrò questo film in DVD.
Riflettere e ripassare grazie.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 25-02-2007 16:11  
Poi questo commento dall'oggetto del film a chi ne parla è del tutto irrilevante.
Il fatto che io fatichi tanto non ha nulla a che fare con quello di cui stiamo parlando.
Hai trasferito la discussione dall'oggetto al soggetto.

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 26-02-2007 01:53  
Di ritorno dalla visione di questo film non posso fare altro che ribadire lo stesso concetto.
Dal momento in cui Laura Dern entra nella stanza con la scritta AXX NN e quindi all'interno della storia del film stesso la narrazione sembra perdere la sua linearità e il filo logico , per quanto si fosse riusciti fino a quel punto a seguire la storia dell'attrice Nikki che recita nel suo film, alternata agli episodi quotidiani della stessa (la visita della sua nuova vicina, la cena con l'attore che interpreta il suo amante nel film e le minacce del marito eccetera).
E sottolineo che sembra appunto non ci sia più consequenzialità d'ora in poi tra un passaggio e l'altro, tra uno scarto e l'altro, ma non è assolutamente così.

La storia di INLAND EMPIRE procede da questo punto in avanti tramite una ininterrotta associazione di immagini e di sequenze che sono connesse una all'altra , si richiamano, si intersecano, si completano, raccontano e svelano ogni più elementare passaggio.

Che cosa c'è da capire infatti quando la protagonista è in piedi in una stanza di questo passaggio temporale e le appaiono le prostitute?E' chiaro che è una sua visione. Le dicono di chiudere gli occhi, lei li riapre e la soggettiva la fionda nel vecchio film maledetto "47". Vuoi vedere, le chiedono? Giù in fondo alla strada.
A questo punto del film torna il misterioso vinile e la puntina che scorre. E',come ci viene detto all'apertura del film, la trasmissione AXXON che ci parla dai Balcani.
C'è quindi una giustapposizione di immagini : il disco, Laura Dern e la ragazza in lacrime. Vuoi vedere? Chiede quest'ultima. Mettiti al polso l'orologio, buca con una sigaretta accesa la maglietta e guarda attraverso.
A questo punto , ora e in seguito, tutte le volte che Laura guarda dentro sta semplicemente osservando la storia del vecchio film polacco. Questa immagine tornerà incessantemente a richiamare l'attenzione dello spettatore sul fatto che la protagonista ,all'interno del suo passaggio temporale AXX NN, sta ricostruendo la storia del vecchio 47 e del remake "Il buio cielo del domani", che si intersecano e piano piano si fondono l'una con l'altra, esattamente come era avvenuto nella prima parte con la storia dell'attrice Nikki e quella del suo personaggio Susan.




[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 26-02-2007 alle 02:00 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 26-02-2007 01:54  
C'è un altro punto del film, quando Susan si reca a casa del suo amante Billy e trova la moglie in casa, che si presta bene a spiegare questa continua associazione visiva.
Susan viene presa a sberle, c'è un primo piano di lei sconvolta, un'inquadratura della ragazza che si era recata dall'ispettore dichiarando di essere stata ipnotizzata, un'inquadratura del Fantasma che con un gesto della mano compie il suo rito, un'inquadratura sempre a seguire della ragazza pugnalata nel vecchio film 47 in quella stanza buia e un'inquadratura finale di ritorno sulla moglie di Billy (che è la stessa attrice che dichiara di essere stata ipnotizzata).
Alla fine di questa sequenza di inquadrature apparentemente sconnesse abbiamo quindi di fronte l'assassina e la vittima, la moglie di Billy e Susan.
Con cinque inquadrature David Lynch ha svelato tutto quello che è successo nel vecchio film e quello che sta per succedere nel remake(sappiamo quindi "chi è quella?" ragazza che viene pugnalata in quella stanza buia, chi è la sua assassina, e chi è stato l'artefice).
E' tanto difficile da capire?
Qui si parla tanto di associazioni visive che si sovrappongono ma non richiamano, collegano ma non esprimono , ma sono tutte minchiate.
Ma cazzo guardatevi il film!


[ Questo messaggio è stato modificato da: Quilty il 26-02-2007 alle 10:20 ]

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willis

Reg.: 13 Dic 2006
Messaggi: 119
Da: catania (CT)
Inviato: 26-02-2007 15:52  
Per la cronaca questo film non è stato candidato all'oscar...mmmah!!!!

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Marienbad

Reg.: 17 Set 2004
Messaggi: 15905
Da: Genova (GE)
Inviato: 26-02-2007 16:07  
quote:
In data 2007-02-26 15:52, willis scrive:
Per la cronaca questo film non è stato candidato all'oscar...mmmah!!!!

Questa osservazione è di una stupidità indicibile.

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 26-02-2007 21:45  
dopo una prima visione mi sembra che siamo arrivati alla massima espressione del flusso di coscienza
ho letto dei riferimenti a kubrick.sicuramente l'atemporalità e assenza dell'unità spaziale di 2001 sono riscontrabili nel film

a proposito qualcuno sa dove poter trovare la colonna sonora?!mi servirebbero alcuni titoli

il regista dell'assurdo,sperimentatore ed innovatore parte sempre da uno stato primitivo dell'uomo quello legato al sesso e al tradimento.Un sentimento,torbido,viscerale,perturbante.Il cinema di Lynch è rappresentazione di rappresentazione;ci ricorda come i processi legati al sogno,agli automatismi,all'ipnosi siano prodotti in modo analogo dal cinema,come in definitiva la realtà sia una elaborazione esterna di un mondo interno,una condizione interna che sovrasta l'esperienza,la trascende,la deforma.Sputa fuori le sue viscere per provare ad ordinarle,dandogli una forma.I turbamenti,le pulsioni,le memorie sembrano poter esser controllati se posti nel reale,se applicatati agli oggetti e ai soggetti.Sembra che possano esser riconosciuti se guardati attentamente,ma è una conoscenza sempre alterata,mai pura.tentare di codificare un sistema attraverso il sistema stesso.
Oso dire Cezanne che incontra il surrealismo.
Vado a rivedere Eraserhead.questo è cinema,dite quel cazzo che vi pare,ma questo è il motivo per cui quest'arte può affiancarsi o superare la letteratura,la pittura ecc.
_________________
"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

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Tristam
ex "mattia"

Reg.: 15 Apr 2002
Messaggi: 10671
Da: genova (GE)
Inviato: 27-02-2007 09:38  
Derive lynchiane inconsapevoli?

http://www.youtube.com/watch?v=a2wUgSEj_dc

http://www.youtube.com/watch?v=HvsFClCMNZY


_________________
"C'è una sola cosa che prendo sul serio qui, e cioè l'impegno che ho dato a xxxxxxxx e a cercare di farlo nel miglior modo possibile"

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-02-2007 12:37  
quote:
In data 2007-02-26 21:45, bunch311 scrive:
dopo una prima visione mi sembra che siamo arrivati alla massima espressione del flusso di coscienza



Ti sembra male perchè se il flusso di coscienza consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi,tutto questo rapportato al film significherebbe la libera rappresentazione di immagini prima di essere riorganizzate in sequenza logiche. Sbaglio?
Bene, è proprio l'esatto contrario di quanto mostra il film, per i motivi che ho argomentato sopra.
I film di David Lynch sono sempre stati un modello di linearità, anche laddove appaiono apparentemente sconnessi e privi di una concatenazione logica tra una sequenza e la successiva. E' stato così per tutte le sue pellicole, da Velluto Blu a Una storia Vera fino a Strade Perdute e Mulholland Drive.
Persino in questi ultimi due film la linearità della narrazione non è mai stata abbandonata , la logica successione degli avvenimenti nel filo del racconto non viene mai meno, così come quando si passa dal sogno di Diane alla realtà c'è sempre l'elemento visivo che collega le due parti (il cubo e la chiave, il sogno e il risveglio).
David Lynch non ha improssisamente cambiato registro e metodo di scrittura e per INLAND EMPIRE vale lo stesso.
La linearità del film è veramente evidente , magari non ad una prima visione, ma non è possibile affermare che non esista una struttura logica che sorregga l'impianto, non è possibile affermare che una sequenza non è collegata razionalmente alla precedente. Nel cinema di Lynch tutto questo non è mai esistito.

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 27-02-2007 21:11  
quote:
In data 2007-02-27 12:37, Quilty scrive:
quote:
In data 2007-02-26 21:45, bunch311 scrive:
dopo una prima visione mi sembra che siamo arrivati alla massima espressione del flusso di coscienza



Ti sembra male perchè se il flusso di coscienza consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persona così come compaiono nella mente, prima di essere riorganizzati logicamente in frasi,tutto questo rapportato al film significherebbe la libera rappresentazione di immagini prima di essere riorganizzate in sequenza logiche. Sbaglio?
Bene, è proprio l'esatto contrario di quanto mostra il film, per i motivi che ho argomentato sopra.
I film di David Lynch sono sempre stati un modello di linearità, anche laddove appaiono apparentemente sconnessi e privi di una concatenazione logica tra una sequenza e la successiva. E' stato così per tutte le sue pellicole, da Velluto Blu a Una storia Vera fino a Strade Perdute e Mulholland Drive.
Persino in questi ultimi due film la linearità della narrazione non è mai stata abbandonata , la logica successione degli avvenimenti nel filo del racconto non viene mai meno, così come quando si passa dal sogno di Diane alla realtà c'è sempre l'elemento visivo che collega le due parti (il cubo e la chiave, il sogno e il risveglio).
David Lynch non ha improssisamente cambiato registro e metodo di scrittura e per INLAND EMPIRE vale lo stesso.
La linearità del film è veramente evidente , magari non ad una prima visione, ma non è possibile affermare che non esista una struttura logica che sorregga l'impianto, non è possibile affermare che una sequenza non è collegata razionalmente alla precedente. Nel cinema di Lynch tutto questo non è mai esistito.

sembra che tu stia parlando di un film di John Ford.Io penso che il cinema di Lynch cerchi di mostrare come operino i nostri elementi psichici,che tu poi attraverso le tue inferenze puoi trovarci tutta la razionalità possibile non è certo da attribuire alle intenzioni lynchane.Anzi se proprio un contenuto è rintracciabile mi sembra che sia nella sovraesposizione delle nostre capacità cognitive.Freud parla di"elaborazione secondaria" che porta l'uomo ad eliminare l'incoerenza e l'incomprensibilità del prodotto onirico.Per me Lynch ci pone,coscientemente,di fronte a questo processo,partendo(ovviamente è un parere personale)dal flusso di coscienza eisenstiano che mirava a scoprire il pensiero,a svelarlo nella sua totalità;non pensa lynch di svelare la forma pura o la delineazione di tale processo ,ma quantomeno si avvicina all'incrinatura di artaud su questo mondo subcosciente che definisce il reale



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"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

[ Questo messaggio è stato modificato da: bunch311 il 27-02-2007 alle 21:12 ]

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Quilty

Reg.: 10 Ott 2001
Messaggi: 7637
Da: milano (MI)
Inviato: 27-02-2007 21:45  
Il "problema" che si pone (ammesso che sia un problema) per chi si accosta la prima volta a questo film è che si viene letteralmente bombardati da una serie di immagini e di segnali che appaiono mischiati a casaccio,senza una logica.
Durante l'ultima proiezione a cui ho assitito era divertente notare le reazioni di alcuni spettatori.
Ad un certo punto del film siamo con Laura Dern all'interno del suo passaggio temporale. Appaiono le prostitute e si mettono a ballare sulle note di "Do the locomotion" (non so se è il titolo esatto ma fa niente). Ad un tratto scompaiono così come erano apparse e l'immagine torna su un primo piano della protagonista seduta nella stanza. La gente rideva perchè trovava la cosa sensa senso, ma se si guarda attentamente era più che logico che la sequenza suggeriva che si trattava solo dell' ennesima visione di Nikki/Susan.

Così come quando Susan si reca a casa di Cramphi (il Fantasma) e questi spunta da dietro a un albero con in bocca una boccetta di vetro rossa, l'immagine stacca per una frazione e ritorna dentro al passaggio temporale, inquadrando la protagonista e la luce rossa sul comodino che lampeggia, per poi ritornare da Susan che prende in mano il cacciavite che la condannerà per sempre.
E' l'ennesimo passaggio visivo che suggerisce ancora che c'è un personaggio che sta rivivendo le situazioni dell'intero film dall'interno, associate a un segnale di pericolo.
E' un film che si regge sulla forza delle immagini e la narrazione prosege razionalmente e logicamente su questi binari per buona parte del film,fino alla fine.

INLAND EMPIRE è la vetta del cinema di Lynch, un' opera monumentale ,complessa, ma assolutamente lineare nei suoi infiniti passaggi visivi. Una gioia per gli occhi e la mente. Non riesco a immaginare un altro film di David Lynch dopo questo.

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coriander

Reg.: 23 Ott 2003
Messaggi: 98
Da: napoli (NA)
Inviato: 28-02-2007 12:27  
anche i morti sognano.

Il vecchio Hank Bukowski avrebbe definito semplicemente “troppo sensibili” molti rappresentanti della critica e del pubblico cinematografico. Persone che hanno una paura fottuta di potersi annoiare al cinema, di non comprendere tutti i passaggi narrativi, di trovarsi di fronte a ripetizioni, digressioni, mutismi. Il cinema non deve necessariamente divertire, coinvolgere, distrarre. Una volta accettato questo, sarà probabilmente più semplice trovare intrattenimento (in un’accezione positiva ed attiva del termine) in un’opera che è originale espressione artistica, che venga da un David Lynch, un Peter Greenaway o uno Tsai Ming-liang, che nella declinazione di una formula narrativa da parte di un Verbinski, un Jackson o, ahimè, un Lucas. In fondo nessuno dà per scontato di non dover compiere nessuno sforzo intellettivo quando vede una mostra, o ascolta un concerto, o legge un saggio. Lo fa per acquisire qualcosa e, quando va bene, per provare piacere.

Con Inland Empire Lynch accentua l’elemento puramente visivo e la costruzione onirica che infettano in maniera più o meno profonda gran parte delle sue opere, restituendo quello che è sia il suo film più personale, in quanto frutto di un talento espressamente cinematografico, sia quello meno originale, in quanto approfondimento di suggestioni già proposte. Ma è propria a tutti i grandi autori la formazione di una cifra stilistica precisa, ed è propria dell’amante del cinema la gioia nell’assistere alla riproposizione di quelle capacità creative che si apprezzano e si ricercano anche in diversi registi e in diverse arti. Quel che propone Lynch non è un prodotto classicamente cinematografico, ma un’allucinazione, che è possibile ritrovare in un cartone di Oshii, in un pezzo free jazz o in un sonno inquieto. La ricerca di un’espressione specificamente cinematografica permette all’opera un respiro più ampio, lontana dall’abitudine del mezzo ma più assimilabile e direttamente correlabile alle abitudini e alle esperienze dell’uomo.

Bisogna anche specificare che Inland Empire niente ha a che fare con la videoarte, riferimento che ricorre allorquando l’intreccio di un film risulta meno palese del solito. Ogni frazione del film ha una forte coerenza interna, anche narrativa, e rimandi di luoghi, situazioni, oggetti, fanno dell’opera una compatta visione di quasi tre ore. Il ricorso a una narrazione onirica non significa di certo mancanza di narrazione, ma la possibilità di creazione di diversi piani e diversi raccordi, significa tendenza alla sospensione, alla suggestione, all’incompletezza. In un continuo rincorrersi e sovrapporsi di diverse realtà, piuttosto che cercare di ricondurre ogni segmento alla nuova dimensione svelata (che sarà presto anch’essa messa in discussione), converrà lasciare che ogni frazione narrativa viva della propria coerente autosufficienza, della propria plausibilità, esattamente come in un sogno. Se quello che abbiamo visto e abbiamo pensato facesse parte della realtà filmica si rivela d'un tratto essere oggetto di finzione all'interno del film stesso, in quest'opera non credo sia conveniente rivedere lo statuto di verità di quel segmento-mondo, piuttosto bisogna aggiungere un altro livello, prendere atto della sua esistenza.

Le affinità col precedente Mulholland Drive sono molte. L’ambientazione hollywoodiana è la stessa, in un primo momento cornice di un mondo patinato, ideale e idealizzato. Lo stridente passaggio nell’incubo in Inland Empire è meno inatteso, presagito fin dalle prime scene (l’inquietante vicina di casa in visita all’attrice Dern) e dalla confidenza con le ossessioni del regista. Come in Mulholland nel film si può leggere il sogno di un morto, fatto di personaggi indefiniti, di illusioni e bruschi ritorni alla realtà passata, attraverso un progressivo decadimento del corpo e dell’animo del protagonista. Con la differenza che in Inland Empire non è facile neanche stabilire l’origine del sogno. Il film del 2001 presentava frazioni narrative più ampie, indizi più riconoscibili, e c’è da credere che la ricostruzione e la comprensione della storia abbia una maggiore importanza rispetto all’opera del 2006.
Inland Empire è stato girato in digitale, e i costi ridotti dello stesso hanno probabilmente consentito al regista una maggiore libertà. In alcuni casi il moderno supporto rende evidenti alcune costruzioni di derivazione televisiva, con primi piani e lunghe pause da soap opera; in altri momenti il digitale contribuisce a rendere asettiche le luci marce e artificiali, facendo corrispondere alle frazioni tematicamente più (iper)realistiche soluzioni visivamente espressioniste . Ne risulta un film freddo, spesso capace di colpire e suscitare ammirazione, che rinuncia all’immedesimazione e all’empatia: ricordando Deleuze, la curiosità verso lo svolgersi dell’opera rimane viva non per scoprire cosa succederà nella scena successiva, ma cosa si vedrà nella stessa.




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...i'll tell you all my secrets but i lie about my past...

[ Questo messaggio è stato modificato da: coriander il 28-02-2007 alle 12:28 ]

[ Questo messaggio è stato modificato da: coriander il 28-02-2007 alle 15:52 ]

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bunch311

Reg.: 20 Gen 2005
Messaggi: 430
Da: roma (RM)
Inviato: 28-02-2007 14:29  
quote:
In data 2007-02-27 21:45, Quilty scrive:
Il "problema" che si pone (ammesso che sia un problema) per chi si accosta la prima volta a questo film è che si viene letteralmente bombardati da una serie di immagini e di segnali che appaiono mischiati a casaccio,senza una logica.
Durante l'ultima proiezione a cui ho assitito era divertente notare le reazioni di alcuni spettatori.
Ad un certo punto del film siamo con Laura Dern all'interno del suo passaggio temporale. Appaiono le prostitute e si mettono a ballare sulle note di "Do the locomotion" (non so se è il titolo esatto ma fa niente). Ad un tratto scompaiono così come erano apparse e l'immagine torna su un primo piano della protagonista seduta nella stanza. La gente rideva perchè trovava la cosa sensa senso, ma se si guarda attentamente era più che logico che la sequenza suggeriva che si trattava solo dell' ennesima visione di Nikki/Susan.

Così come quando Susan si reca a casa di Cramphi (il Fantasma) e questi spunta da dietro a un albero con in bocca una boccetta di vetro rossa, l'immagine stacca per una frazione e ritorna dentro al passaggio temporale, inquadrando la protagonista e la luce rossa sul comodino che lampeggia, per poi ritornare da Susan che prende in mano il cacciavite che la condannerà per sempre.
E' l'ennesimo passaggio visivo che suggerisce ancora che c'è un personaggio che sta rivivendo le situazioni dell'intero film dall'interno, associate a un segnale di pericolo.
E' un film che si regge sulla forza delle immagini e la narrazione prosege razionalmente e logicamente su questi binari per buona parte del film,fino alla fine.

INLAND EMPIRE è la vetta del cinema di Lynch, un' opera monumentale ,complessa, ma assolutamente lineare nei suoi infiniti passaggi visivi. Una gioia per gli occhi e la mente. Non riesco a immaginare un altro film di David Lynch dopo questo.

non condivido ciò che dice,dotare lynch di una linearità narrativa è sminuire,secondo me,il suo cinema.

cmq sapresti dirmi i titoli delle canzoni

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"tutti sognamo di tornare bambini,anche i peggiori di noi,anzi forse loro lo sognano più di tutti" il mucchio selvaggio

[ Questo messaggio è stato modificato da: bunch311 il 28-02-2007 alle 14:41 ]

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