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Autore The prestige
vietcong

Reg.: 13 Ott 2003
Messaggi: 4111
Da: roma (RM)
Inviato: 06-01-2007 19:56  
quote:
In data 2007-01-06 12:15, Kieslowski scrive:

cupo a tutti i costi solo per evidenziare l'aspetto occulto della magia,




ma anche no. che sia cupo a tutti i costi è vero, ma l'illusionismo non è magia e non c'è nulla di occulto, semmai celato.



quote:
In data 2007-01-06 16:40, kagemusha scrive:

ma è nel particolare non necessario che sta il senso dell'intreccio
state sbrogliando un gomitolo di lana per scoprire che, udite udite, alla base c'è solo un filo




questa invece è ottima


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La realtà è necessaria a rendere i sogni più sopportabili

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Angier

Reg.: 06 Gen 2007
Messaggi: 13
Da: Pontassieve (FI)
Inviato: 07-01-2007 00:02  
ciao ho visto anche io the prestige ben 2 volte e sono soldi spesi bene, mi è piaciuto tanto perche nn sai mai comè la fine. sono contento di questo film. grandi attori e ottimo regista.
_________________
Stai guardando attentamente?

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 07-01-2007 03:35  
quote:
In data 2007-01-06 15:57, Kieslowski scrive:
quote:
In data 2007-01-06 14:23, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-01-06 12:15, Kieslowski scrive:
Che l'obiettivo di Nolan non fosse generare una storia colma di suspence e colpi di scena come suggerisce gazby direi che è evidente, anche se l'autore prova in tutti i modi a salvarsi anche in tal senso, con qualche "proiettile" sullo sfondo silenzioso. Ma la suspence da che mondo è mondo è solo la parte finale (citando il film, il terzo e ultimo poderoso atto) di un lavoro ben costruito, quello appunto di elaborare una tensione crescente, progetto che non trova presupposti in questa pellicola.



Concordo su tutto - noi "fuori dal coro" stiamo espremimendo più o meno le stesse argomentazioni - meno su quanto quotato, se non ti ho frainteso. A me è sembrato che l'intenzione del regista sia quella di ricorrere alla suspense e alla tensione, dunque alla sorpresa, a tutta una serie di "sorprese", durante l'intero srotolamento della pellicola. Ma poichè procede per accumuli, eccessi, enfasi, nel finale, dove - come giustamente dici - dovrebbe condersarsi ed esplodere la buona sostanza di tutto quanto "messo inscena", finisce per rappresentare una massa più o meno informe e compressa in un imbuto. Non transita.., nella coscienza e nel "profondo" dello spettatore (non in quello "fuori dal coro") poichè sa di trovarsi di fronte ad una materia giunta infine al fine stra-risaputa.




La tua ipotesi è tutto fuorchè fuori luogo. Mi spiego. Si vede che io non ho colto quella che secondo te è il pretesto principale (la "suspence") perchè non ne ho avuto la possibilità! Se il regista cerca di far sobbalzare lo spettatore, allora questo film è ancora di più un fallimento totale. Non avevo considerato a pieno quest'ipotesi perchè ritenevo l'elaborazione della tensione come elemento marginale alle vicende introspettive. Se invece dovessimo, come proponi giustamente, invertire i ruoli di queste intenzioni, verrebbe fuori un thriller intrigante come un puzzle di due pezzi. Per il finale "ad imbuto" siamo d'accordissimo, pensa però che c'è chi sostiene che sia stato fatto apposta per far capire allo spettatore come non ci fosse nessun trucco (il problema è che trucco o meno non cambia di una virgola le cose) e marcare ancora più a fondo quella "ossessione" identificata come chiave di lettura. Ripeto, anche con questa convinzione il film resta davvero banale e a maggior ragione poteva fare a meno di mille trucchi da illusionista per catalizzare l'attenzione ora lì ora là (a seconda dei punti di vista ovviamente).




La suspense non è forse il pretesto principale del film , diciamo però che è nelle cose, per come è strutturato l'andamento narrativo durante il quale si disseminano una quantità di segni e allusioni, di piccoli segreti (e non misteri.., c'è differenza) che lungi dal tenere lo spettatore in "sospensione" (è giusto cio che dice Kage, la suspense non fa sobbalzare, non è come il colpo di scena) contribuiscono per l'appunto a smorzare la "meraviglia" della sorpresa, il colpo di scena finale. Aldilà delle complicazioni tramiche (cito anch'io quel "tuo" gomitolo di lana che invero cela un [esile] filo) il film abusa della suspense, e della sorpresa, fino a rendere il tutto, per accumulo, per eccesso, inerme, prevedibile e scontato.
Premesso che sul piano testuale il film sia scritto piuttosto male (l'eccessiva durata contribuisce a smorzarne i toni del "dramma" e del thriller) anche la messinscena in se non può vantare nessuna particolare qualità in termini di originalità e innovazione linguistica. Non importa, non si può sempre rincorrere il meglio.., però (ri)diciamolo che questo è un discreto film blockbuster senza infamia e senza lode.
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"Bisogna prendere il veleno come veleno e il cinema come cinema" - L. Buñuel

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Angier

Reg.: 06 Gen 2007
Messaggi: 13
Da: Pontassieve (FI)
Inviato: 07-01-2007 10:33  
questo film e composto da tre atti il primo "the pledge" la loro amicizia il secondo "the turn" la morte della sua moglie e la loro rivalità e il l'ultimo atto "the prestige" la scoperta della morte nn morte di angier e il fratello gemello di borden, ecco come io lo descrivo questo capolavoro di film.
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Stai guardando attentamente?

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83Alo83

Reg.: 26 Mag 2002
Messaggi: 16507
Da: Palermo (PA)
Inviato: 07-01-2007 12:12  
quote:
In data 2007-01-07 10:33, Angier scrive:
ecco come io lo descrivo questo capolavoro di film.



wow.
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Mi contraddico, forse?
Ebbene mi contraddico, ma sono vasto, contengo moltitudini.

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kagemusha

Reg.: 17 Nov 2005
Messaggi: 1135
Da: roma (RM)
Inviato: 08-01-2007 10:30  
quote:
In data 2007-01-07 10:33, Angier scrive:
questo film e composto da tre atti il primo "the pledge" la loro amicizia il secondo "the turn" la morte della sua moglie e la loro rivalità e il l'ultimo atto "the prestige" la scoperta della morte nn morte di angier e il fratello gemello di borden, ecco come io lo descrivo questo capolavoro di film.



tu fai del male alla mia causa
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http://trifo.blogspot.com

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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-01-2007 15:40  
Altra discesa di Christopher Nolan dentro le tenebre oscure dell’animo umano, stavolta non ci sono vuoti di memoria a breve termine a rimuovere i peccati (Memento), o insonnie croniche favorite da una eterna luce e dalla perdita della propria identità morale (Insomnia) o ancora supereroi psicoanalizzati dal fondo del pozzo dove si agitano pensieri pipistrelli di vendetta (Batman Begins).

In questo film vengono dissecate sul tavolo autoptico due ossessioni: quella della supremazia nel campo dell’illusionismo e quella del superamento dei propri limiti umani, nel confine tra la illusione e la vera magia. Il tutto in un gioco di falsi diari che sono false introspezioni psicologiche e false piste da battere, per due uomini in cui il gioco dell’illusione diventa creazione di una doppia verità, una sorta di seconda possibilità che consente di oltrepassare i confini dell’esistenza terrena.

I due contendenti, Christian Bale e Hugh Jackman, due illusionisti della Londra di fine Ottocento si inseguono e si sabotano fino ad arrivare alla resa dei conti finale condita da un doppio gioco di prestigio. Lasciano per strada dita, ossa spezzate, amori perduti e la loro solitudine annulla qualsiasi possibilità di redenzione. Nolan racconta in maniera efficace, sparge anche indizi, gioca con i flashback e le scene madri supportato da tre attori assolutamente impeccabili: i due Duellanti (ma ogni riferimento a Ridley Scott è puramente casuale) e l’ex maggiordomo Michael Caine. La loro luce fa mantenere nell’ombra le prove delle figure femminili (Scarlet stavolta non convince) e delle figure di contorno appena tratteggiate (con l’eccezione di mister Tesla David Bowie). Momenti visivamente intensi come quello della luce delle lampadine in mezzo alla neve e sprazzi di grande tensione (la scena dell’annegamento iniziale e quella della impiccagione): Nolan tende a mostrare le carte in mano ad una ad una, giocando molto sull’effetto sorpresa finale che ricorda un po’ il coup de theatre de I Soliti Sospetti. Ma cerchiamo di analizzare il film come se esso stesso fosse una illusione, dividendolo nei tre momenti fondamentali: La promessa, la svolta, il prestigio.


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-01-2007 15:40  
La promessa

Dunque la pietra miliare sulla quale si basa la costruzione filmica è una promessa. La promessa di eternità: si può vincere la morte passando alla storia come il più abile regista di tutti i tempi, si può vincere la morte varcando il confine della pura illusione ed entrare nei territori della scienza, dove ancora però è possibile l’errore. Ma perché proprio la morte? Perché ha fatto irruzione sul palcoscenico della vita, in una bella serata che doveva essere di gioia e si è trasformata rapidamente in tragedia. Michael Caine è costretto a togliere il drappo rosso che copre la vasca piena di acqua: in quella vasca, davanti agli occhi terrorizzati degli spettatori, la realtà sovversiva ha fatto irruzione ed adesso secondo dopo secondo, vediamo la vita abbandonare il corpo della bella assistente di scena. L’illusione viene frantumata in mille pezzi dai colpi dell’ascia, sotto l’occhio del pubblico pagante viene messo in scena lo spettacolo della morte, con i tentativi maldestri di rianimazione e le urla di disperazione. Altro che Atalante di Jean Vigo, il povero Hugh Jackman immerge la testa nell’acqua non per vedere ancora una volta il viso dell’amata, ma per sapere cosa si prova a morire annegati.

Le spiegazioni razionali non servono a nulla, niente può tornare indietro. Christian Bale continua a ripetere “Non lo so” ed è una confusione narrativamente coerente, un po’ dovuta allo shock post traumatico, un po’ perché forse il gemello ha già preso il suo posto, per farsi carico di una colpa troppo pesante da potere essere sopportata da un solo individuo. Questa morte determina due schegge ossessive impazzite che riversano nevroticamente nella loro professione tutte le frustrazioni di una vita che sentono ormai distante, di un mondo che fondamentalmente detestano. Non ameranno più nessuno se non loro stessi, la loro ambizione. Sarah, la bella Scarlett e lo stesso Caine saranno vittime della ferocia del potere, della folle corsa verso il nulla, la promessa della immortalità.


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-01-2007 15:41  
La svolta

Il colpo di scena nasce dalla necessità del doppio. Abbiamo bisogno della controfigura, del body double, di qualcuno che ti consenta di esserci anche quando non dovresti. Di riempire uno spazio in un tempo impossibile, di annullare le barriere bidimensionali e sparire come se fossi morto (ma non lo sei). Non posso essere dovunque, a letto con Sarah, a letto con Scarlett, allo zoo con la bambina. Allora il mio doppio mi consente la sparizione, l’illusione può essere preparata con una realtà artificiale molto simile ma non coincidente con l’essenza. Solo che per le persone che ci stanno intorno la schizofrenia è evidente. Ci sono i giorni si, ci sono i giorni no. Oggi ti amo, domani no. Oggi so che nodo ho fatto, domani non lo so.

Scarlett ad un certo punto del film sottolinea la triste realtà dei fatti: “Come puoi parlare così, sei disumano!”. Questo doppio che crea la possibilità del prestigio finale, è un grosso problema psicologico da risolvere. A volte si ribella al suo creatore e nella lucida follia dell’alcool afferma la sua indipendenza e la sua autonomia decisionale, recitando a memoria pezzi di vera arte. Altre volte deve essere fatto fuori a colpi di pistola, o annegato come nella scena madre, perché solo così possiamo parlare del “prestigio”. Il doppio ci consente di sparire, ma quando dovremo riapparire, lo dovremo sacrificare. Ogni scoperta vuole la sua parte di dolore. L’esorcismo della sparizione richiede il massimo sacrificio. Morire per tornare veramente a vivere.


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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 08-01-2007 15:42  


Il gioco di prestigio

Il gioco di prestigio ha in sé un grande limite: dipende dalle aspettative del pubblico. Il pubblico vuole essere illuso, ma vuole anche essere rassicurato, coccolato. Va a teatro (al cinema) perché vuole essere stupito ma anche rasserenato, vuole un finale plausibile (al limite dell’improbabile) che non faccia troppo male. Gli ultimi minuti del film di Nolan sono proprio una analisi del subcosciente dello spettatore (“voi volete che sia così”) che preferisce non guardare con attenzione proprio per non svelare il trucco e rovinarsi il finale. Nolan ci sbatte in faccia la nostra (volontaria) cecità: come non abbiamo potuto notare la barba posticcia e il trucco di Fellow? Come il grande Danton prima di sotterrare sotto tre metri il fido scudiero del Professore, non abbia provato a staccargli la peluria in sovrappiù? E che dire della stolida Scarlet, come potevi non vedere? E tu Sarah, che confondi l’uomo del si con l’uomo del no, scambiandolo per uno schizofrenico? Tutti questi inganni non vengono colti dall’occhio della coscienza dello spettatore (che deve essere un poco lavata, accidenti…). Insomma fa piacere che Michael Caine prenda le parti del fratello gemello e dia con il su rapido saluto l’assenso all’omicidio di Angier - Hugh Jackman, che con un magico abracadabra il padre naturale riabbracci la figlia, che la turpe vendetta del grande Danton si ritorca contro in un boomerang autolesionistico. Ma se guardassimo bene, se ci fermassimo un attimo ad analizzare la realtà (Analyze canta Thom Yorke e questa canzone posta sui titoli di coda è una chiusa emblematica), vedremmo che non ci sono vincitori e vinti, perché quel cadavere annegato (che richiama la lady in the water dell’inizio del film) ci ricorda che abbiamo per un momento nascosto la Morte nel retrobottega dell’anima, negli scantinati bui dei nostri pensieri rimossi, nel buio del pozzo dei nostri reconditi timori pipistrelli ma non l’abbiamo, per niente sconfitta. Sul nostro viso per un momento si è dipinto un moto di stupore, come quando eravamo bambini e credevamo nelle favole, ma l’ombra del nostro disincanto ci riporta alle scadenze dei giorni, il tempo ha ripreso a ticchettare, lo spazio è ritornato incolmabile. L’inchino accoglie l’ovazione, ma l’applauso è solamente un palliativo.



Concludendo Nolan ci pone sotto gli occhi un bel gioco di prestigio, ci promette, ci incanta, ci sottopone i suoi colpi di scena. E’ un cinema di puro intrattenimento, non dobbiamo guardare la messa in scena, non dobbiamo evidenziare i segni di una grammatica filmica che possano sottendere una profonda poetica autoriale. No, qui siamo come la bambina del film, che spalanca gli occhini e si lascia ingannare.
GIA' PUBBLICATO QUI
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Sandrino

Reg.: 17 Mag 2004
Messaggi: 612
Da: Gavi (AL)
Inviato: 08-01-2007 18:19  
Lo guardo stasera....mi aspetto molto da questo film...spero di non rimanere deluso...

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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 08-01-2007 18:48  
quote:
In data 2007-01-08 15:42, Schizobis scrive:


No, qui siamo come la bambina del film, che spalanca gli occhini e si lascia ingannare.
GIA' PUBBLICATO QUI




Il problema, caro Schizo, è che io ho troppi pelazzi sul corpo e una discreta barbetta per per lasciarmi ingannare come fossi una bimbetta... Magari è un mio limite...
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Schizobis

Reg.: 13 Apr 2006
Messaggi: 1658
Da: Aosta (AO)
Inviato: 09-01-2007 15:06  
Io ho tanti pelazzi e anche una timida barbetta incolta, ma mi piace fare parte del gioco di prestigio cinematografico.
Anche se so già l'inganno (azz, questi 24 fotogrammi al secondo...)


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AlZayd

Reg.: 30 Ott 2003
Messaggi: 8160
Da: roma (RM)
Inviato: 09-01-2007 16:29  
quote:
In data 2007-01-09 15:06, Schizobis scrive:
Io ho tanti pelazzi e anche una timida barbetta incolta, ma mi piace fare parte del gioco di prestigio cinematografico.
Anche se so già l'inganno (azz, questi 24 fotogrammi al secondo...)




Nel caso del Prestigio di cui si parla lo scartamento fotogrammistico è di molto ridotto.., nella lentezza si scopre il trucco prima dell'esibizione.
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Cronenberg

Reg.: 02 Dic 2003
Messaggi: 2781
Da: GENOVA (GE)
Inviato: 09-01-2007 17:17  
quote:
In data 2007-01-09 16:29, AlZayd scrive:
quote:
In data 2007-01-09 15:06, Schizobis scrive:
Io ho tanti pelazzi e anche una timida barbetta incolta, ma mi piace fare parte del gioco di prestigio cinematografico.
Anche se so già l'inganno (azz, questi 24 fotogrammi al secondo...)




Nel caso del Prestigio di cui si parla lo scartamento fotogrammistico è di molto ridotto.., nella lentezza si scopre il trucco prima dell'esibizione.


Ed i peli, nel frattempo, continuano a crescere..
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La ragione è la sola cosa che ci fa uomini e ci distingue dalle bestie

René Descartes

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