seanma
Reg.: 07 Nov 2001 Messaggi: 8105 Da: jjjjjjjj (MI)
| Inviato: 19-02-2003 15:12 |
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Può sembrare improprio postare un commento su la metà di un film,per quanto corposa sia.
Trovo però che questa seconda parte abbia ultimamente una sua compiutezza narrativa,che mi permette di esprimere un sensato giudizio su quanto visto.Da subito si avverte un'atmosfera oppressiva,soffocante,segno di una magniloquenza eccessiva e anche un po' prolissa(le scene del matrimonio).La figura di Attila poi,è immediatamente caratterizzata in maniera ripugnante:occhi vitrei,postura fissa ed eretta e,mi perdonerete,camicia nera.Non parliamo poi dell'ancor più odiosa "concubina" di costui,venale e crudele.Si è in attesa di una svolta,visto che il tutto ristagna su questi due personaggi.E la si troverà.Piano piano la prospettiva si allarga,andando a coprire le vite adulte dei due protagonisti.Su questo punto,mentre è innegabile il macchiettismo di Olmo,simbolo e vestigia del comunismo più becero e irragionevole,è ben più stimolante una figura come quella di Alfredo,resa da un De Niro ai livelli magistrali che tanto agognavo di ritrovare e che si sintetizzano in quella che senza esagerazione,è forse la miglior interpretazione di Bob.Alfredo non è certo contrapposto rigidamente al "rosso" Olmo,ma possiede una ben maggiore complessità:combattuto fra i suoi nuovi doveri di "padrone" e i sentimenti sinceri e sentiti come l'amicizia verso Olmo stesso,oltrechè vero affetto verso la moglie,annoiata e insipida donnona francese.E' proprio qui che il film prende quota con l'analisi attenta dell'uomo-Alfredo con scene lunghe ma compiute(l'osteria,il ritrovamento del cadavere della Pioppi e ciò che ne segue).In certi punti si capisce però come Bertolucci sia stato costretto a tagliare molto,poichè alcune scene sono bruscamente interrotte e c'è un inadeguato salto temporale addirittura di anni.Comunque in questi frangenti si sfiorano livelli di alta poesia,nel bene e nel male:si pensi alla partenza di Ada sulle struggenti note di Morricone o al rastrellamento degli squadristi,che successivamente compiranno un'eccidio,nella miglior sequenza di tutto il film.
E poi...
E poi tutto si rovina...
Arriiva il 25 Aprile 1945 e avrei voluto che il film terminasse lì.
Ciò che segue è infatti una ridicola e patetica apologia del ,proletariato,una cosa davvero avvilente....un folle e esaltato panegirico della più cieca e idiota ideologia,con a testa Olmo che come un moderno politicante,guida la comitiva di contadini ribelli,con un superbo Alfredo,ormai invecchiato e indebolito che assiste inerme a tutto questo.Ma questa finale tendenza all'esagerato macchiettismo la si era notata anche nell'assurda confessione pre-mortem di Attila...troppo forzata e innaturale per chi fino a un attimo prima era stato un sanguinario fascista.
Dite che l'Atto I era migliore di questo...bè a conti fatti,nn ci vuole poi molto...
Una grande idea chiusa troppo velocemente e in modo pessimo e incocludente.
Credo che il regista sia stato sopraavanzato dalla grandezza della sua stessa opera.
In attesa di recuperare il primo...
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_________________ sono un bugiardo e un ipocrita |
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