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L'uomo del Treno |
gongolante
Reg.: 06 Feb 2002 Messaggi: 3054 Da: Cesena (FO)
| Inviato: 30-01-2003 09:51 |
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Uno straniero (Johnny Hallyday) arriva in treno in uno sperduto paesino della Francia meridionale. Incontra casualmente un eccentrico abitante (Jean Rochefort) del paese col quale instaurerà in fretta un rapporto di profonda amicizia, soggiornando per una settimana nella sua dimora in rovina. I due paiono non avere nulla in comune ma, si sa, gli opposti si attraggono ed ognuno di loro vorrebbe avere il passato dell'altro....
Patrice Leconte è un regista molto singolare, a me viene sempre da pargonarlo a Baricco per come costruisce in maniera fin troppo artificiosa, ricercata ed eccessiva le sue vicende. A differenza di Baricco però Leconte mi piace assai! E questo è sicuramente il suo film più riuscito tra quelli che mi è capitato di vedere; un film dal contenuto e dalla trama semplice, che vive di piccole cose, piccole battute, personaggi folli e sublimi (strepitosa la "banda" di Johnny Halliday, con un tipo che parla solo alle dieci del mattino ed uno, alcolizzato, che conosce la pittura).
Sicuramente a dar forza al film è la grande bravura dei due protagonisti, Johnny Hallyday è l'eroe tutto d'un pezzo, lo straniero senza nome che va a minare gli equilibri della routine dell'eccentrico professore. Poche espressioni, come si conviene al ruolo, ma occhi e volto che bucano letteralmente lo schermo. Jean Rochefort, d'altro canto, è semplicemente strepitoso; nessuno, credo, poteva dare vita a quel personaggio con maggiore credibilità e bravura. Memorabili le sequenze con la sorella e quando allo specchio finge di essere Wyatt Earp.
Seppure non mi senta di consigliare a tutti questo film, lo ritengo uno dei migliori visti nel 2002 e trovo clamoroso che non sia stato eletto come rappresentante della Francia per la serata degli oscar. Di sicuro molto meglio di 8 donne e un mistero, ma si sa, i critici non hanno mai amato Patrice Leconte.
Il mio voto è un 8.5, perchè è uno di quei film che quando ho letto i titoli di coda m'e' venuto un tuffo al cuore. Non per il finale ma per il fatto che avrei voluto non terminasse così in fretta.
S
p
o
i
l
e
r
Il finale però non mi ha convinto fino in fondo. E' in perfetto stile Leconte che non gioca molto sulle sfumature, butta dentro più roba possibile.
Ma ai due tizi viene data dal destino davvero un'altra possibilità? E si scambieranno i "ruoli"? Oppure è quello che avrebbe potuto essere (un sogno) ma che i due protagonisti non hanno avuto il coraggio di fare?
Ognuno la veda come vuole, certo è che se il film fosse finito con i due protagonisti morti, non si sarebbe perso molto, anzi!
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In fase di lettura: LE ETICHETTA DELLE CAMICIE di Tiziano Sclavi
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Ilaria83
Reg.: 03 Mag 2006 Messaggi: 330 Da: porto torres (SS)
| Inviato: 31-05-2006 16:49 |
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Quoto tutto..ho trovato il film di Leconte davvero bello.I suoi punti di forza sono senz'altro l'ottima sceneggiatura,la regia elegante e asciutta e le interpretazioni degli attori,su tutti uno strepitoso Jean Rochefort,al quale vengono riservate alcune tra le battute più riuscite dell'intero film.
Devo dire che anch'io sono rimasta leggermente perplessa dal finale..SPOILER..
Dopo che i due scoprono di aver sempre voluto vivere l'uno la vita dell'altro,tale possibilità viene loro effettivamente concessa,realizzandosi così uno "scambio" di vite tra i due..io l'ho interpretato così.. |
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