Moreschi

 Reg.: 14 Gen 2006 Messaggi: 2038 Da: Milano (MI)
| Inviato: 14-07-2010 03:11 |
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Lessi il bel romanzo di Vasco Pratolini più di tre anni fa. Corto, conciso, profondo; per quanto possa ricordare, è qui reso splendidamente. Fedelmente specialmente nella prima parte, serena nel suo scorrimento, nelle relazione tra fratelli di incalzante curiosità (anche grazie alla storia),per la diversità dei personaggi, palesemente accentuata dalla eloquente scelta degli attori: Mastroianni, moro, vissuto, cupo, 'grande', solitario', 'contro', e (un giovanissimo) Jacques Perrin, biondo, delicato, di una bellezza quasi apollinea ed angelica, instabile nelle scelte, inibito da una educazione tradizionalista.
Zurlini ha fatto un film di poesia, privo di volgarità, mesto, lento, doloroso nella sua radicale disperazione sempre mostrata a ritmi che non prevedono iperboli o commiserazioni e dove le parole sono rare e ben piazzate.
Specialmente nella finale e sofferta mezzora, trasuda un ascetismo cinematografico quasi bressoniano. -Morte di una curato di campagna- non è così lontano.
Giuseppe Rotunno ha fatto miracoli con la fotografia.
L' asciutto Mastroianni è così bravo che viene da chiedersi se non abbia subito un dramma tale in prima persona.
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“Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, eccetto Sussurri e grida ... ho sempre immaginato il rosso come l'interno dell'anima” (I. Bergman).
[ Questo messaggio è stato modificato da: Moreschi il 14-07-2010 alle 03:39 ] |
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